Mentana

' MENTANA 51 poco dopo eroicamente cadeva, colpito da una palla che gli traversò il collo. A questa ferita mortale il prode gio. vane non sopravvisse due giorni. La perdita di -sì eletto ingegno, di si generoso re ;Jubblicano, fu meritamente compianta da tutti i buoni, ed io che lo ebbi sempre carissimo ne fui desolato. E qui fa duopo che io segni una parola d' encomio a quesie due compagnie, la l. e la 2. della mia colonna ; esse si por·tarouo egregiamente, chè oltre ad àiutar'e l'operazione dell' ~nccndio, poterono dalle barricate offendere il nemico che dalle finestre, a sinistra della Porta medesima, tentava d'impedire che si alimentasse il fuoco. Tentai di ittirodurmi in · città, ordinandp la scalata; tna la mura di cinta, che trovai molto alta. nell'interno, e la mancanza di convenienti attrezzi me la resero impossibHe. Tutte queste operazioni ci costa1•ono sacrifizi immensi, non uno però venne meno al suo dovere. Ricciotti Garibaldi stesso, impavido come di solito, in mezzo alle palle andava inco~aggiando i volontari. Con due piccoli cannoni che si trovavano a mia disposizione finimmo di abbattere la porta, la quale verso la mezzanotte cadde in · frantumi. Così fu .aperto l'adito al paese, e poco di poi si procedette all'assalto, irrompendo nelle V ! ed invadendo le case. I nemici tutti s'erano ritìrati in castello: soltanto i dragoni, rinchiusi nella loro caserma, si arresero senza oppo rre resistenza. Non era giorno ancora quando noi di venimmo padroni della città, e si ebbe qualche ora d i calma. !'d a sull'albeggiare i papalini cominciarono a ti .. rare furiosamente sulle vie dominate dal castello, gremite di gar·ibaldini. Allora si eresse una barricata jn t'accia at duomo, e li cingemmo d'ogni intorno, co:3iecbè minacciati anche dal fuo co che aveva già invaso l'atrio

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