Mentana

42 BIBLIOTECA PATRIOTTICA Questo fatto, che a tutta prima pareva dovesse ritardare, se non impedire l'impresa, non valse che a destane di più. lo spirito degli Italiani; che, volente o no H Governo, fermi nel loro diritto, anelavRno a spazzar via dal cuore della nostra bella Penisola quella cancrena ché si chiama Papato; · non valse che a precipitare· gli avvenimenti. Garibaldi stesso dalla sua prigione a ciò jncitava il popolo, colla lettera che consegnava all'amico Del Vecchio, perchè la pubblicasse. Allora, quantunque nulla di pratico fosse stabilito, avvegnachè i l piano concetto da Garibaldi non potesse ess~r posto in esecuzione per mancanza di lui, decisi di recarmi a Firenze per vedere di giov-are in qualche modo, e per quanto il co.n.sentisse.ro Je mie forze, alla causa della Patria. Alla brava gioventù di Cesena e di tutti i paesi limitrofi, che fremeva di impazienza per seguirmj, dissi ri · stesse iinchè io avessi potuto vedere coi miei occhi~ come si mettevano le cose, ed attendesse una mia lettera in cui io avrei delineato tutta la situazione per decidersi. Partii il l 0 d'ottobre accompagnato da due miei amici concittadini, il dottor Pietro Turchi e Giuseppe Ricci. AttraverBammo l'Appennino per la via di Dicomano, poichè erami noto elle alla stazione del.la ferrovia avevano ordine t!i arrestarmi appena mi fossi presentato per ispatriare, e giungemmo senza molestia alcuna a Firenze il giorno dopo. Firenze si r:sentiva ancora della agitazione che i vi come in tante altre città italiane aveva provocato l'arresto di Garibaldi. Qualche giorno prima infatti la città di Savonarola, di Ferruccio, di Michelangelo e di Dante aveva incominciato ad insorgere, e minacciava di finirla una volta col mal

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