Mentana

20 BIBLIOTECA PATRIOTTICA Il giorno 25 settembre il 4l 0 reggimento di fanteria, che aveva stanza in Alessandria, si diede a gridare: Viva Garibaldi! V1va Roma! Le intimazioni dei superiori invece di spegnere l'entusiasmo, lo accrebbero; e ben più grave si fece la cosa quando l'indomani H 42° reggimento e i cacciatori feai~chi cl1<1 formavano il eesto della guarnigione, si unirono ai pr imi nel gr idare : Vi va Ga.ribaldi ! Se in quell'occasione il generale avesse fatto un cenno . ne sarebberù avvenuti fatti gravissimi, la cui responsabilità sarebbe ricaduta sui ministri così poco ossequiosi al volere della nazione. Ma Garibaldi era prima di tutto un ser vo alla legge. A Genova, al popolo tumultuante che n r· n aspe jtava che un suo cenno per insorgere, egli assicurò replicatamente che era libero, e che quando gli fosse piaciuto sarebbe tornato da Caprera. Comprendendo c~e una rivoluzione sarebbe stata la rovina della nascente Italia, il generoso condottier o preferì sottomettersi all'impero della legge, e sl lasciò condurre a Caprera. ? ;] (_g S"d!~ L~ pr·jgionia del generc~ le non poteva bastare e non bastò a ii;npedire l'opera degli insor ti che avevano già passato il confine. Le prime schiere erano già formate e operavano. Francesco Bedeschini comandava la colonna @rganizzata tra Arcidosso e Pitigliano, Menotti Garibaldi quella tra T6rni e Narni. Frigesy aveva raccolto buon numero di volontari pr esso Orvieto; Frances~o Vigo-Pelizzani conduceva una schiera adunata presso Aquila; Federico Salomone ed Emilio Evangelistj, a capo delle loro colonne, aspett avano nell'Abbruzzo mer•idionale gli ordini di Gar;ba.ldi. Un primo tentativo, che era stato preparato con nucleo e base d'operazione a Terni, era andato fallito per la vi-

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