Mentana

18 BIBLIOTECA PATRIOTTICA faceva mistero del suo intendimento di procedere, per Orvieto e Terni all'acquisto di Roma. Fu grande il ter ore del ministero; pe t~chè da Parigi pervenivano minacce esplicite, e si affermava che l'esercito francese avrebbe duramente punito l'ItaUa quando, si fosse osato toccare il pot.er~ del sommo pontefice. Se nei ministri di Firenze fosse stato maggior senno, essi avrebbero compreso che una cosa simile non sarebbe mai sl'ata fatta da Napoh.. one, che era mal sic~ 1ro sul suo trono e insidiato dall'estero. Ma quegli uomini di stato, chiamati inopioatamente dagli affari di piccoli principati al governo di un gran paese. non erano tempre da resistere al Bonaparte; ed era morto Cavour, quegli che, ministro del piccolo Piemonte, aveva mortificato e vinto l'imperatore dei Francesi colla minacciosa fierezza delle sue lettere. Esisteva veramente un uomo che avrebbe potuto richiamare il suo governo alle .fiere tradizioni del passato. Vittorio Emanuele aveva senza dubbio il coraggio, l'energia, l'orgoglio, il patriottismo che Darebbero stati necessari per dare alla spedizione romana una fine gloriosa. Ma il 1866 era passato su tutto questo. Vittorio Emanuele, angoSciato dai disastri di Custoza e d~i Lissa, sfidu<~i ~ato deHe nostre forze, irritatissimo contro coloro che avevano, con forze più potenti.delle austriache, subito co~sì vergognosa sconfitta, Vittorio Emanuele era divenuto il più gran nemico della politica di avventure. Fgli voleva che l'Italia, im~itando ciò che aveva· fatto in altri tempi la Russia e la Prussia, si raccogliesse, atten· dendo ad accrescere le sue forze prima di sperimentarle. Questo concetto sarebbe stato giusto e santissimo, se vi avesse fatto minor ostacolo l'effervesae uza ~el popolo. . ..

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