Tito Mammoli - Novembre

.. -15 - L'albe d'opàlo del met' igge a gozzo Aperto stan fi ut ando: e t u..., t u d01·mi ! Sorgi o popol di Roma...; un Carlo Quinto Stringe al petto un Clemente... - e t u ?.. . NoYello T!·ace va al moribondo gladiatore ! - Già i rintocchi de' Vespr·i e della Gancia E di Bonatto risuonàr... ti scot i Pc t· Dio..., per carità patri a, t i scuo t i Ringiovenito agli aliti dell' alba, Alle correnti de' tuoi mari , all' inno Riedi immortal del Nazareno ; dove L' inv·iolabil cosc·ienza è legge Umana. - È legge, è liber tà del mondo La libertà di Roma ! In te valore, In t e munificenza, in te vidudi Sono; c l'onda dci secoli incessante Agita il fi otto della vita ; e i nomi Di Camillo, di Manlio, de'rubèst i Scipioni , c quello dell'eroe ni zzardo, Gli agita la vitale onda ; gli imprime Ne 'marmi, gli perpetua col bronzo L'ar tJ italica antica e la nove lla, Eternandoli insieme. - Alle t ue case VetTan le donne sospit'ando amore; E all' ul t ima crociat a elle sar·anno Sorelle della fede. - O popolare Libertà ti componi a santa impresa, Distruggi gli odii ingenerosi, i bassi Fomiti spegni dell' invidia, a cui Devi se t e da t e diviso, un tanto Tempo traesti nel livor , nell' ira Impotente a ogni bene, e sol potente A far la patria una miniera aper ta

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==