Tito Mammoli - Novembre

• -42Una regal magnanima sentP,nza Che d'arderne l'effigie: ecco il Garelli: Ecco Lanèri , ecco Ruliini e Tola ; E quei che goccia a goccia il sangue puro Sparsero senza trar gemiti, calmi, Fra le tenebre e l'alba, e il divo ajuto Invocava il carnefice, che tetro E dai rimorsi giallo tentennando Fra l'altare e ' l patibolo pregava.. . Vedi in capo alle donne che senttro L'amor di patria più che ogn' altro amore, La San-Felice colla stola candida Fatta purpurea dal martirio. - Dopo Lor viene l' onoranda schiera, a cui Non fu grave il cadere in Aspromonte A Torino, a Fantina, a Villaglori, A Lissa.... - E in mezzo a quelli alta, gigante Sovrasta un' ombra che sacrò in eterno Le battaglie del popolo: e diè 'l culto All' Italia dei forti sacrificii Che carità del natio loco impone: Martire del suo cor, posa a Staglieno Immortal come Cristo. >> - A squadre a squadre Veniano quindi altri fantasmi : od ecco Dal languido lunar chiarore in viso Illuminati, alcuni, per sentiero Remoto, irnc solinghi : .« A Roma, a Roma >> Gridando, ((A Roma! >> -- E chi fur quelli? -- (( I prodi Cbc cadduo con l'ultima ecatombe, Procombendo a 1\Ientana, ovo ravvolta È la memoria d' inauditi ges ti. L'alme frementi degli eroi, dall'ara Sact·a vengono ; a cui le desolato

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