La battaglia di Bezzecca

38 BIBLIOTECA PATRIOTTICA << Ma avremo un giorno la rivincita, o Generale ~ « Chi sa~ Lo spero. « E lei come sta delle sue ferite ? » così lo interpellò un altro. « Ah ' guarito, guarito ! » rispondeva il Generale ; ma l'aspetto suo dava indizio che dovesse soffrire ancor·a. Camminava adagio e zoppicando, appoggiato a un grosso e rozzo bastone, e nel viso si vedevano le tracce delle fatiche durate e degli strapazzi sofferti. « Prima di lasciar lo sp~dale, ci disse che c1veva un cinquecento franchi da distribuire, e manifestassim0 tutti che cosa volevamo: o danari, o qualche oggetto. Alcuni chiesero una pipa e del tabacco, altri un portafoglio o un paio di scarpe; jo Qomandai una camicia rossa, giacché l'altra non era più servib iJ e. « Vuol dire che è stata adoperata bene (rispose stringendomi la mano il Generale): avrai una bella camicia rossa. » E mi fece mettere in nota. Poi giunto presso la. porta si tolse il cappello , salutò con la mano i suoi poveri commilitoni, dicendo addio ! arrivederci ! e uscì accompagnato dalle grida di tutti noi che lo acclamavamo. Il direttore Denaro piangeva come un bambino, e rideva e saltava come un matto. << Non avrei mai creduto (così ripeteva ogni due minuti) che nella mia quasi vecchiezza dovessi stringere la mano all'invitto Garibaldi. In cotesto stesso giorno venne a farci visita il signor . Giuseppe Doltl, una bella faccia di galantuomo, un cuore di popolano tanto fatto. Trascorfa una settimana, sorreggendomi sulle grucce , potei alzarmi da letto e passeggiare per lo spedale Qualche giorno an'-~ ora, e mi fu concesso affacciarmi in sulla strada, e respirare un po' d'aria più libera, scaldarmi al sole di quel cielo lombardo « così bello quando è bello, » parlare coi buoni paesani di Vestone. tornare in~omma, dopo lo spettacolo di tante miserie, alla vita del mondo, alla leti zi a, alla speranza. Altri al pari di me andavano migliorando, sicchè un bel mattino . ratti venire cinque ' carri, vi montammo sopra una piccola carovana·d1 ve n• ticinque o trenta, e di là adagio adagio, dopo molte o1•e di cammino e un'intera. notte passata a cielo sereno, giungemmo nella graz ·osa ed elegante Brescia. Que' buoni bresciani lacrimavano nel vederci a quel modo sparuti, pallidi, mezzo st roppiati: ci abbra ·~ciavano e ci bacìavano , . l

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