La battaglia di Bezzecca

LA BATTAGLIA Dl BEZZECCA. 39 con una espansione che inteneriva, ci conducevano a braccia nello spedale civile che era il luogo assegnatoci. Di nuove cure fummo fatti segno là dentro, dove era un viavai di signore e di signori,, che facevano a gar-a per esserci utili in qualche cosa. E così dolce nella sventura, o lettori, il çonforto d'una parola affettuosa, che lì per lì si dimentica a un tratto quello che abbiamo patito. Intanto io m'era procurato da Fjrenze qual ~he valida raccom~ ndazione, e que' pochi giorni ch'io stetti in Brescia fui onorato da vjsite speciali ùi qualehe egregia persona, fra cui mi piace ricordare il signor Prefetto delJa provinc1a, il cav. Zoppi , uomo di maniere affabili, , antico e provato pateiota, a cui tutti ì feriti debbono gratitudine per il modo col quale sopraintendeva e invigilava. Ottenni facilmente un congedo di quaranta giorni (che doventò poi definitivo) e zoppo zoppo montai in vapore, giunsi a Milano, a Bologna, a Pistoia, rividi finalmente - e ìl cuore mi bal zò per allegrezza - la mia Yecchia Cupola di Brunellesco, le super be torri di Giotto e d'Ar·n0lfo, guardai con gli occhi un po' imbambolat i dalle lacr1me que.jta verdeggiante cintura di colline, che chiudono, come una gemma in un cerchio sfavillante d'oro, la mia bella Firenze, e rividi dopo tre mesi di tante avventure quella mia casetta, di dove me n'ero fugg;to a quel modo che in principio vi raccontai. Il figliuol prodigo non a vea bisogno · di essere perd0nato, e sollevando in aria quelle povere grucce potè dire sicuro di dire la veri tà: « Contentatevi, o mie l cari, cbe mi sia stato concesso di fd.re il mio dovere; e ora tot•no trau · quillo a posare il capo sul guanciale di casa mia. » ' ._....FI N E_..__

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