La battaglia di Bezzecca

36 BIBLIOTECA PATRIOTTICA XXXV ED ULTIMO. L'ADDIO. Anche a Vestone lo speda.le eea una chiesa : una ma· gnifica chi'esa con pitture bellissime e con altari di lusso. Il modo col quale i feriti Vtilivano tt'attati era superiore ad ogni elogio :letti abbastanza ·soffici e puliti, nutrimclnto sano e abbondante, limoni e limonbte finchè ne volevamo. Ogni tanto arrivavano dalla Direzione generale delle am bulanze alcune 'Casse di bottig1i~, e dando retta ai cartellini che "ti si leggevano sopr:-t, bisognava arguire che ci fosse dentro Bor·dò squisito, vin santo, vino di Broglio ecc. Ma stappandole, le trovammo piene di limonata. Forse era una cautela dei signori medici, a cui premeva che non ci s·caldassimo tropp-o il ~angue con 1ibaztoni calorose. Il direttore dello spedale era un ufficiale palermitano che si arrapinava moltissimu, e vigilava a tutto, e non sta-va mai fermo una mezz'ora. Era un po' capo ·am·eno, un po' focoso per indole, e se qualcuno osava di"gli una parola ·<ti biasimo, rispondeva infuriato ch'egli aveva fatto le campagne del 48, del ')9, del 60 e del 66 (sempre negli spedali) e che si eh i amava Denaeo, e che era di Sicilia, e che non aveva paura di nessuno. Una certa notte, per un litigio occorso la sera innanzi, il povero Denato sentì arrivarsi una bella scaepata, e potete figurarvi le sue es-candescenze non sapendo chi avesse da ringraziare: voleva ammazzare bestie e cristiani, mandava a' quattro diavoli tutti i feriti, e correndo su e giù per lo spedale badava a dire che si mostrasse, se aveva cuore, il r1baldo cbe gli aveva tirato la scarpa. l più temperati gli si misero attorno per rabhùnirlo., e tutto finì. Scarpate e male parole toccavano anche a un povero prete, tutte le volte che volea persuadere qualcuno, ri

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