La battaglia di Bezzecca

LA 8ATTAGLIA DI BEZZECCA 35 e ci rp.etteva addosso i brividi della febbre. Alla 1L..te, per colmo di dis.grazia, ci vennero a dire che nello spedale non c'era più posto, e c'ingegnassimo da noi a trovarsi un ricovero. Così cadevamo dalla padella nella brace. Le bestemmie che uscirono da quel mucchio di garibaldini accatastat t nel carro, il ' buon Dio del cielo deve aver fatto le viste di non sentirle: erano bes temmie di conio nuovissimo, e analoghe alla circostanza. Siccom0 porò bestemmiando non ·concludevamo nulla, si pensò di mandar·e a chiama.re il Sindaco. Il Sindaco è per i Volontari un essere rispettabilissimo Egli ha sempre a' suoi comandi una bacchetta fatata, con la quale provvede alle p1ù urgenti necessttà; e in Tieo lo avevamo imparato ad apprezzare il valore di cotesta carica, giacchè, per quanto io mi ricordi~ nessun Sindaco si rifiutò mai alle cose che ragion~volmente poteva procacciare. « Venga dunque il Sindaco ui Vestone ! » gr t dava no noi : fuori il Sindaco ! viva il Sindaco! »Il pover o uomo destato di soprassalto acct se in tretta il lume, St vestì in fretta, e mezzo so n ~ nacchioso venne giù in piazza. Esponemmo le nostre ra~ gioni ~be fnron< ~ trovate a ttendibili, talchè a uno per volta ci fece portare nelle stanze del Municipio, ci accomodò 'alla meglio sopra le seggiole e i tavoli11i, ordinò si accendesse il fuoco per rìsc .>.ddarci, insomma ebbe per noi quelle 0ure che eravamo in diritto di at tenderci allo spedal~. La proverbiale of-1 pitalità della provir.tcia btesciaoa non si smentì nemmeno in codesta occasjone ; e io mando ora a quel bravo fanzionar·io di Vestone un affettuoso salu'to ·di rin ;:.: razìamento. Mercè sua potemmo passare una discreta notte~ la più tranquilla notte dacché eravamo in mezzo a tante miserie e a tanti dolori. l\. giorno fatto, per interposizione del Sindaco, prepararono un po' dì posto anche per noi nello spedale, e ci fummo portati a bracc1a.

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