La battaglia di Bezzecca

LA BATTAGLIA DI BEZZECCA glese. Con le sué mani delicate e bianchissime non isde- gnava prestarsi ai.più umili servigi; e alle cure assidue • clte prodigava ai feriti sapea mescolare parole così af- ettuose, che molti di quegli infelici si acquetavano, strin· [ g$ndo con viva emozione le mani che ella porgeva con u.1 tal quale abbandono, più bello e più verec0ndo di quals,asi delicato riserbo. In un momento ch'ella mi passò vicino, la fermai direndole : « Signera mia, le sarei tanto obbligato s'ella .,.olesse portarmi un po' d'acqua, un po' di limone se fosse :possibile. Non ho bevuto un sorso, saranno venti ore; e mi sento morire di sete » Quella gentile .fe' cenno con la mano che andava subito, e tornata poco dipoi C·On due limoni e un bicchier d'acqua, me li porse con un sorrjso di tenerezza ineffabile . Chinandosi sopra di me, fino a stìorarmi i! viso con una ciocca de' suoi bellissimi capelli, mi domandò- se pativo molto e se avevo bisogno di qualche altra cosa. « La ferita mi duole assai (risposi accennando la gamba su cui il medico aveva buttato un pa'nno fradicio); ma se guardo i miei p<\veri compagni che ~soffrono tanto più di me, io debbo dire che non mi va troppo male.» E col braccio aceen.navo intorno a me i gruppi più dolorosi. Alzò gli occhi al cielo quella divina creatura, e giunte insieme Je mani rìmas . immobile qualche momento, com.e assorta in tacita preghiera : pareva la statua della Carità, che invocas ~e su quel luogo d'infin1to squalll1re 11tifil.'ora di calma e di ref.riger1o. Poi vedendo en ·.rare nella chie-sa un altro funesto cort.eggio di feritA, mi lasciò, sollecita di correre dove ci fossero delle lagrime. da rasciogare, e dei pazienti da sostenere in questa nuova e terrabile battaglia contro la morte. Io vi giuro che fra mille e mille persone, in quaJ.{lnque luogo m~ intervenisse d'incontrarmi con qu~ll.a donna, la ricL-noscerei all'istante; così viva e scolpita me n'è rima· sta nella mente la sua cara immagine. I nuovi venuti non erano tutti garibaldini. Mescolati alle camicie rosse vidi a.lcuni bjgi cappottl di tjreJesi, feritì e fatti prigionieri nella battaglia. Le earabine nemiche avevano fatto strage dei nostri, ma io cotesto giorno anche i fucili italiani a qualche cosa avevano se·rvito, perchè in moJti luoghi le fucilate i tiravano a brevissima distanza. Le nostre palle erano fatte a <>li va, vuote

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