La battaglia di Bezzecca

26 BIBLIOTECA PATRIOTTICA l tura nella gamba dalla parte di sotto, e a furia di pinzette di forbici, di bisturì 6 soprattutto con le mani, dopo' una diecina di minuti che mi parv~ro l'eternità, cavò fuori la maledetta palla. Era palla d1 atutzen totta stiacciata e rotta, e siccome entrando doveva avere strappato non so che cosa nella gamba, uscendo contrastava violentemente con la carne. Il buon medico me Ja offri. in dono, e io lo ringraziai dell'operazione chiedendogli in quanto tempo sarei guarito. « Oh non dubitare (mi rispose ridendo) : fra un mese sarai in grado di marciare alla compagnia, e di beccartene un'altra. » Le due profezìe fallirono, perchè di lì a pochi giorni saltò fuori l'armistizio, e perchè oggi, dopo tre mesi lunghi lunghi, ho appena posato le stampelle e cammino zoppicando come un invalido. In chiesa continuavano ad arrivare feriti, e intorno a me er& un andare e venire di ·paesani con barelle e di garibaldini, che mi cascavano quasi addosso sullo scalino, rifiniti dalla fatica, dal dolore e dal sangue perduto. Io sentivo un frizzìo acuto, molesto, talvolta insoppoi:ttabile nella ferita, e desideroso d'un po' di quiete, dissi a qualcheduno che mi strascicasse lì presso ad un confessionale, dove entrai con la testa e con le ·~palle, mentre il resto della persona rimaneva disteso in terra al di fuori. In quel momento avrei regalata tutta la gamba ferita per una tazza di brodo, chè da due giorni quasi non avevo mangiato più nulla. Ma a chierier brodo a Tiarno non ci capivano neppure. Oppresso dunque dalla fattca e dagli strapazzi del la g1ornata, t-: dalla fame ·che s'era mutata in languore di stomaco, m'addormentai a quel modo, con la testa incassata nel confessionale. Dormii forse un'ora. Bisogna dire che fossi rimasto sempre immobile, perchè aperti gli occhi e guc... ~ dando , trasognato lì intorno, ~entii una voce che mi gridava : « To., ~o 1 o non ~ei morto? Ti s'era già fatto ito, a vederti In cotesta strana sepoltura. Se dormivi delraltro, scommetto cbe ti portavano tale e quale al camposanto. )) Chi parlava così era un caposcarico della mia compagnia, ferito come me in una gamba ma assai ptù grave, tantochè lo minacciavano di fargli l'amputazione. « Se me la tagliano (diceva scherzando quello sciagurato) mando subito la gamba con lo stivale e tutte alla mia dama perchè si ricordi di me e la conservi nello spirito di "V in~ .tìnchè non torno. »

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