La battaglia di Bezzecca

BIBLIOTECA PATRIOTTIC..\ delle case più alte di Tiarno; il ·cavallo boccheggiante fece un ultimo sforzo per giungere alla meta del suo doloc·oso Calvario, ed entrammo in paese quando sentivamo dietro a noi i primi e fortunati colpi della batteria giunta di fre..: co. In Tiarno dra una confusione di gertte che andava, e veniva: garibaldini con la testa fasciata, che entrBvano estenuati dai lungo cammino a piedi: altri barocci che portavano com~ il nos t.ro un funeato car-ico di feriti e di mort1: guide a cavallo che entr·avano jn -paese e ne riu · scivano correndo ~empre (ho dimenticato di dire che lungo la strada ne trovammo qnalcuna stecchita in terJ'a, uomo e cavallo) e poi anche garibaldini sani che fumando t:ranquillamente e con il fucile in spali&. venivano in paese stanchi di battersi. Cotesti, quando le guide si potevano accorgere che non erano fer tti, venivano rjmandati sui monti dove la battaglia durava ancora. Si requjsirono paesani per aiutare .lo sg0mbro dei carri; e io vi so dire che a certe facce che faceva.no, a certi sgarbi un po' all'uso dei monatti, si dimostravano lontano un mi glio poco propensi per noi. Seppi più t ardi che cute~ti paesi del Tirolo inviano all'esercito austriaco una r iserva copiosa 1 atte le volte che scoppia la guet·:·a, sicchè era possibile che nella batt agl ia di quel giorno avessimo avuto cont~o di noi tirolesi itali::tni. Del resto anche in Tiarno, corne negl i altri paes i del Tirolo, avemmo dalla cittadinanza più colta testimonianze di affetto co~ì vive e sincere, che di megbo non potevamo desiderare. Vennero alcuni paesani al no ~tro earro, e j morti li portarono verso il camposanto, i feriti nella chiesa del paese ridotta a pedale. Due mi :vresero a braccia, ehè dopo i balzelloni del viaggio la gamba f.c: rita non m ·~ la sentivo più, tanto ell'era 1ntormen tita Innanzi a me due uomini portavano lentamente uua barella con un fer·ito sopra. Passandogli accanto, mi par- "~ e di riconoscere il paziente, tuT.tol~ hè sfigurato n viso (·' nero como H carbooe. Era que] mio povero amico ci vitave ~chiese, col quale mi trovai (chi sa se ve ne ricordate! ) la prima notr.e degli avamposti sul Jag-o di Garda. « Sei tu, Flam ,n io~ >> gli gridai facendo cenoo agli uomini di te ~ marsi: « e ferito tn pure, povero amico? » L'infeHce si volse dalla mia parte, mi ricor.. obhe, e tutto cornmosso mi str:nse la mano, domandandvmi se ero ferito grave. « Credo sia poca i l l

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