La battaglia di Bezzecca

20 BIBLIOTECA PATRIOTTICA XXXII. I FERITI. Un ferito arrivato degli ultimj, venne a porta1·ci la punto lieta notizia che i nostri andavano perdendo terreno sempre di più, e che uccisi già molti artiglieri, alcuni pezzi di cannone ers no eaduti jn man0 al nemico. Il reggimento di Menotti, comandato da questo degno figlio di Garibaldi, dava prove stupende di valore, avea. g1à ricacciato molte miglia ia di nemici, ma ai fuggenti sottentravano truppe feesehi ssime, e già settecento e più garibaldini del quinto reggimento erano stati fatti prigionieri. Se nessuno aiuto veniva ai nostri, se i comoat· tenti non si ·raggruppavano invece di scappare, la giornata bisognava tenerla come perduta, e i tedeschi sarebbero stati alla sera in Tiarno. Queste cose ci diceva il ferito, e c0n che amore noi l'ascoltassimo si può facilmen .e indovinare. A un tratto · davanti a noi, sulla strada cbe si apri va larga, lunga e diri"~ta, vediamo sollevars1 un gran pol verìo, ci par di vedare qualcosa che brilli a l sole: ordiniamo al carrettiere di fermarsi. Saranno italiani? Raranno tedeschi? Il tremendo dubbio durò un cinque minuti. La pol vere cresceva e si avvicinava: sentimmo rumore di cavalli e di ruote. e quel trabalzìo che fanno i cannoni quando corrono rapidamente. Saranno nostri? Anpuntiamo lo sguat·do, la polvere si d1rada, vediamo correre innanzi a tutti, come un baleno. un ufficiale con le mostreggiatur0 g1alle . col kepì all' italiana .... « Son nostri ! son nostr1 ! » gridiamo in coro, saltando dall' allegrezza e diment icand<' le fe· rite. Ed erano n0stri davvero; era una batteria chtamata in fretta da Tiarno, per venn·e in a1uto ai pezzi o perduti o vicini a cadere in mano ai nemici. Queìle p~ santi ruote non correvano ma volavano, passavano sopra ai mucchi delle provvigioni seminate sulla strada e abban-

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