Controinchiesta sulla morte di sette alpini in Val Venosta il 12 febbraio 1972

sponsabilità. Esiste però una dichiarazione del generale Di Lorenzo, comandante dell'Orobica, fatta lo te o giorn della trage: « E' una di grazia spaventosa che la troppa prudenza usata dai militari nel rientrare a Malga Villalta non meritava affatto. Il tempo si era me so a fare le bizze ieri sera. Dopo una settimana di cald e di ole, improvvisa la tormenta. Hanno fatto bene a rientrare. Hanno calcolato tutto alla perfezione. Tranne la sfortuna che li ha traditi». Per lui, dunque, tutto e solo fortuna. Al di là di queste dichiarazioni, silenzio. Nessuno sforzo per spiegare nulla, nemmeno per motivare sin~ole, precise iniziative prese prima dell'e ercitazione, o l?er chianre la meccanica della slavina o l'intervento dei occor 1. Niente da dire, né agli altri soldati, né alle famiglie, né alla gente. Ancora una volta questa arroganza si mese la con l'e altazione retorica: « hanno fatto il loro dovere». 7 Questa, arroganza e questa retorica però non gli ha evitato di essere accusato di omicidi e di es ere condannato dalla giustizia proletaria, Tutto quello che i giornali hanno ri truito, i particolari che hanno pubblicato, sono venuti fuori dalle informazioni raccolte ~ Le ultime notizie pubbliche risalgono ai primj di Aprile, quando i giornali pubblicano i ri ultati dell'inchiesta del ot. Procuratore dott. CORAIOLA. Ecco un sunto dei capi di accusa che come molti altri giornali riporta !"ALTO ADIGE" del 7 Aprile 1972 otto il titolo "Formulati i capi di accusa per la morte dei sette alpini": Il fascicolo relativo alla morte dei sette alpini travolti ed uccisi da una valanga sui monti di Malles il 12 febbraio scorso, è stato trasmes o dal sostituto procuratore della Repubblica dott. CORAIOLA al giudice istruttore dott. PAPARELLA per il completamento delle indagini. Nel trasmettere gli atti il dott. CORAIOLA ha stilato i capi di accusa, ovviamente non definitivi, nei confronti del generale MARIO DI LORENZO e del tenente GIAN LUIGI PALESTRO. Ad ambedue viene contestato il reato di omicidio colposo di più persone. li capo di imputazione esamina di giuntamente, anche se ovviamente in correlazione, la posizione del Tenente e quella del Generale. Per quanto si riferisce al tenente PALESTRO si fa _presente che la sua responsabilità deriverebbe da tre ordini di motivi. lo primo luo~o per aver fatto transitare e comunque nel non sospendere tempestivamente 1I passaggio della compagnia alla base dj un pendio fortemente inclinato privo di ogni forma di vegetazione sormontato da ripidi colatoi. Il pendio - si dice - era 209

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