Controinchiesta sulla morte di sette alpini in Val Venosta il 12 febbraio 1972

caricato da una massa nevosa di notevole consistenza. La caduta di valanghe nella zona era quindi prevedibile per più ragioni: le caratteristiche morfologiche la neve fresca caduta nei giorni immediatamente precedenti e non ben as estata per il notevole rialzo della temperatura, nonché per l'avvertimento dato dai bollettini meteorologici emanati dalle autorità militari e dalle a sociazioni alpinistiche locali, in particolare dal CAI il giorno precedente. I bollettini avvertivano della situazione di pericolo di valanghe a quote superiori ai 1500 metri. Il secondo punto delle contestazioni mosse al tenente PALESTRO comprende alcune omissioni nelle quali l'Ufficiale sarebbe incorso e precisamente nell'aver omes o l'adozione di fondamentali misure di sicurezza nell'attraversamento della zona sogçetta a valanghe quali: il distanziamento degli uomini, lo svolgimento dei cordini da valanga in dotazione a ciascun militare per facilitarne la ricerca in caso di seppellimento sotto la neve, la predispo izione di adeguato materiale di soccorso. Il terzo cd ultimo punto che riguarda il tenente PALESTRO consiste nell'aver, sempre secondo l'accusa, pronunciato dei comandi ad alta voce in una zona soggetta a valanghe, senza tener conto degli effetti delle onde sonore provacate dalla voce sugli strati di neve fresca non amalgamata con ~li 210 , I

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