Controinchiesta sulla morte di sette alpini in Val Venosta il 12 febbraio 1972

A UN ANNO DALLA STRAGE Il 6/2/1973 la stampa locale da ampio .spazio ai risultati della perizia affidata dalla magistratura al prof. Giorgio Zanon de/l'Università di Padova. La perizia tende a scagionaregli ufficiali indiziati di reato ed in particolare il ten. Palestro. Bisogna tener conto che in questi atti molto peso hanno le domande a cui la magistratura chiede di rispondere e che danno già un determinato indirizzo alla perizia. Purtroppo nessuno dei parenti delle vittime si è costituito parte civile per cui il processo rischia di accreditare la tesi ufficiale senza possibilità di intervento diretto da parte di chi è veramente interessato a fare giustizia. Rifacendoci esclusivamente alle notizie apparse sui 8iornali si possono comunque mettere in rilievo alcune contraddizioni così evidenti che potrebbero trasformare la perizia, se ci fosse la volontà politica di farlo, in un ulteriore atto di acrnsa alle gerarchie militari. 1. La perizia è stata affidata al prof. Zanon dopo lafase istruttoria ed è iniziata nell'estate '72. I dati sulle condizioni climatiche, le caratteristiche delle valanghe, la temperatura ecc. provengono direttamente da fonti militari. Che attendibilità hanno questi dati forniti dagli stessi indiziati di reato? 2. La perizia afferma che date le sue limitate conoscenze tecniche il ten. Palestro non poteva prevedere La caduta di valanghe. Chi è responsabile della preparazione tecnica degli ufficiali? 3. La carta anti·valanghe era compilata in maniera errata e lacunosa. Chi ne è responsabile? Come vengono preparate le esercitazioni dagli uffici GAIO e OATIO? 4. Il ten. Palestro non poteva vedere la ripidità del pendio perché c'era nebbia e buio. Aveva però a disposizione le normali cartine militari che forniscono i dati sulla pendenza del terreno. Era in grado di leggerle? A che cosa era servita la ricognizione fatta il giorno prima? Questa notizia è posteriore all'uscita dell'opuscolo "Di naia si muore" che conteneva questa parte del libro. 220

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