Unità proletaria - anno III - n. 13 - 8 luglio 1974

SPECIALUENITÀPROLETARIA I nostri conti con la teoria della << rivoluzione senza rivoluzione>>di Gramsci (saggio di Stefano Merli ripreso da Giovane Critica n. 17 del 1967) Questo scritto di Ste· fano Merli, pubblicato su un numero di Giovane Critica dell'autunno del 1967 in occasione del trentesimo anniversario della morte di Gramsci, raporesenta un documen. to fondamentale di ricerca politica e di elabora· zione teorica che Unità Proletaria sottopone come un contributo im· portante alla preparazione del Congresso del PdUP. • Il la,oro di ripen,amento, di sistemazione teorico,politica fatto nel non,e di Gramsci in occasione del 30.o della morte. va ol• tre la commemorazione di un militante e cli un pensatore marxi• sia e assume il significato di un bilancio e di una elaborazione di velore strategico. Esso pertanto deve interessare e preoccupare non solo lo studioso del pensiero di Gramsci, della storia del Pci, ma deve soprallutlo interessare e preoccupare il militante impegnato nell'approfonc!imenlo della necessità di una svolta generale della teoria o della prassi del movimento operaio. (...) La teoria prepara la strada ai tempi tattici della politica. E' sta• to un esempio offerto ei fenomenologi della politica e agli intellet!J,Iali delle strategie, alla ricer• ca di un ruolo politico per le organizzazione teorica. di come la 1eoria diventi politica e viceversa e come si componga la loro uni• ficazione nel movimento reele in un fronte comune di lotta. I coinunisti italiani con il lavoro fatto attorno al nome di Gram• sci hanno politicamente suturato la crisi espressasi nel loro indi• rizzo culturale e teorico in se guito al superamento dello steli: nismo; hanl)o portato a termine la difficile operazione di ricon• versione e organizzativa e teorica ed ora sono su un terreno di pressione esterna e di attacco, avendo isolato alla loro sinistra, senza possibilità alternative, un ghetto verbale che vive nelle pioghe della loro politica. da loro in• direttamente e contemporanea• mente alimentato e controllato. li 30.o gramsciano ha offerto anche l'occasione per fare il pun• to sulla consistenza organizzative e politica di un fronte teorico che si ponga i problemi del movimen• to operaio al di li, di Gramsci, di un fronte che accompagni e sostenga la conversione del rnovi• mento operaio da una linea di a• v<1nzela per alleanze nazionali•pO· polari a una linea di avanzata per contenuti e per istituti di classe. Ebbene questo bilancio non è confortante. Odiernamente, in una situazione di transizione e di incertezza, il marxismo sembra ri. la politica del Pci, non è certa• tornare - come già lo fu in pas· mente il pullulare eterogeneo di salo in periodi analoghi - ad es· ribellioni individueli e di gruppo, sere una «filosofia», un prodotto quanto il fatto politicamente dedi genialità, culture, bizzarrie per· tctminante che quella indicazione sonali anche. Sedicenti «sinistre» •pilota di 10-15 anni fa si è allar· incapaci della organizzazione di gala, è diventata organizzazione un discorso autonomo hanno dato del movimento, politica e politioo spettacolo di pi-rotecnia verba<:ea di massa; quanto il fatto che ca• a testimonianza, se ce n'era biso- pillarmente forze del movimento gno, della loro vocazione maso- operaio fanno i loro conti con A. chistico-minoritaria. Se noi doves• Gramsci, li fanno non rivedendo simo registrare in questo carne• Gr.amsci in lettura sinottica con valino tutto ciò che il movimento i classici del marxismo, ma concre. operaio - a dieci anni dal '56 - tamente, valutandone l"innuenza ha espresso sul terreno della or• sulla p,assi del movimento operaio ganizzezione di una politica e di in questi 20 anni, cercando di im• una teoria alternativa al gramsci• postare in alternativa una politismo, dovremmo proprio e con as• ca di classe, mostrando nella real• soluta tr·anquillità concludere che tà della organizzazione e della lot• la crisi è totale e definitiva. ta che cosa questa significhi di Ma se il rnarx,ismo è ancora e concretamente nuovo e di avan• prima di tutto anelisi e organizza. zato. zione della lotta di classe, analisi Si è fotmata una nuova genera• e organizzazione di una teoria di zione al di là di Gramsci. Yen• classe, allora bisogna prendere at• ti anni fa una generazione mili. to che la realtà del movimento tante serebbe steta naturalmente operaio è une creazione comp1es- gramsciana, ora si trova invece sa che richiede un atteggiamento automaticamente proiettata al di non censorio ma dialettico, un al• là di Gramsci (che non è contro, teggiamento non iconoclas1a o limite subalterno della contesta• assenteista ma unitario. Bisogna zione), impegnata nella ricerca e inoltre prendere atto che la ne• nelle costruzione di una teoria e cessità di fare i conti con Anto- di una linea politica che non han• nio Gramsci non è un fenomeno no più Gramsci come termine di di ribellione generazionale, come rifer.imento centrale. ( ...) pure non è un fenomeno che na• Il tentatiyo - d~ destra e da sce specificatamente dalla crisi at. sinistra del Pci, mn avente una tuale, anche se questa lo eviden• medesima quanto lontana matrice zia in modo macroscopico, ma ba paleo-comunista - di presentare radici lontane connesse con la cri• Gramsci in polemica con ìJ suo si della concezione della rivoluzio- partito, come l'antesignano di un' ne e del p01ere della Terza Inter• epoca nuova che si apre dopo lo nazionale, con il passaggio dal stalinismo, è da ritenersi una depaleo al neocapitalismo, con il formazione soggettivistica tipica passaggio dalla strategia per il so- delle minoranze. Non tiene infatcialismo in un paese solo a quel• li conto che A. Gramsci non esce la della riv:>luzione ininterrotta, dal quadro dello stalinismo inter• dell'azione autonoma dei popoli e nazionale, che d.i questo non rapdelle avanguardie per ll sociali• presenta una alternativa ma un smo. correttivo assumendone la conce• La necessità quindi del supe• zione centrale della rivoluzione per ramento del gramscismo non va tappe democratiche elaborata per confusa con la critica soggettivi• i paesi occidentali. stica e con le ribellioni elitarie, Gli scontri di Gramsci con la perché è una necessità che il mo- burocrazia comunista sono appun• vimento sperimenta e orgenizz,a1 to scontri interburocratici~ sono nella azione di classe, nella strut• scontri tattici rientrabili e assor• tura del partito, nella prepar.a. bibili in un quadro strategico a ,iione dei quadri. tempo lungo. Il Partito comuni• Quel che caratterizza il momen• sta, Amendola, gli storici comu• lo odierno della organizzazione di nisti non usurpano niente quando classe rispetto ella situazione di rivendicano la continuità grern• 10.15 anni fa, quando alcuni pio- sciana della linea di sviluppo del nieri rivedevano il loro indiretto movimento; non fanno altro che gramscismo frutto più che di con- assumere a canone di interpre• vinzioni autonome dell'atmosfera I !azione la storicità concreta di un egemonica creata dal prestigio del. processo e non la biografia intel• ~LI IMPEGNI DI C,OvERNo ! ... , ALLE RICMIESTE Po>TE<I O~LLE COHfÈOEAAZIONl ~JND4CAL I SUI PfloBLEMI Rl4UARPAHTI L'AU. HEm-ò DEI PREZZI, L'OCCUPAZIONE ~E /IIFORME, ECC. HOI , MEMORI DELL' IH5E~NAMENTO o•Toct DAL REFE~ENDUM, Rt~POHDIAMO..... . Bibliotecaginobianco lettuale di singoli dirigenti o mi• litanti. E' il collettivo di un organismo politico, le continuità della sua linea e del suo sviluppo organizza. tivo e politico che decapitano le metodologie di interpretazione 1sto. Jico-politica che si rifanno alle teorie delle degenerazioni (da Gramsci o da Lenin ecc.) e dei ritorni (a Gramsci a Lenin ecc.) che vengono avanzate a spiegazione della crisi del movimento operaio e e sua salute. La coscienza storica e politica che A. Gramsci è un comunista dell'epoca della Tena Internazionale; che ìl pensiero di A. Gram• sci è la sintesi più ..lta di un comunismo per i paesi a tradizion~ liberale che ha la matrice in quel• la piattaforma politica, ci offre la chiave interpretativa per comprende.re quanto in lui è caduco per• ché organicamente condizionato in quel contesto politico e quanto in• vece è ancora patrimonio del mo. vi.mento operaio. Oramai :t movi• mento operaio nazionale e inter• nazionale dopo Gramsci ha ac• cumulato dati e esperienze suffi• cienti per porsi verso di lui senza mitologie e senza animosità, per passare a un'analisi del suo pen• siero in confronto con i problemi che oggi abbiamo di fronte, per compiere quel salto strategico di cui tutti parliamo. Gramsci e il quadro internazionale Un colpo decisivo alla strategia gramsciana è venuto dalla ca• duta del quadro internazionale in cui essa si collocava. Gramsci non può ritenersi una alternativa alla concezione del potere e aeU'internazionalismo della Terza lntern• zionale, di cui, se in certi momen. ti e su certi punti rappresenta una correzione, si definisce però specificatamente in effetti come tr• duzione (che non significa ovviamente doppiaggio) sul terreno nazionale. La Internazionale che Gramsci conosce è l'lnternaziona• le di Zinoviev, della destra comu. nista. Egli diventa leninista non nella esperienza dei Consigli ma nel suo soggiorno in Urss nel '22• '23 nell'atmosfera della lotta alla sinistra internazionale e il suo leninismo è nella continuità dello sviluppo della linea Lenin•Zinoviev-Stalin. La concezione dell'internaziona• lismo di Gramsci è praticamente inesistente o comunque ba in seno tutte le debolezze e tutte le subalternanze che il movimento italian:> subirà nella dittatura di Stalin e dell'lnternazu,nale. (...) I contrasti tra Gramsci e l'Internazionale Comunista di qualsiasi gravità possano essere stati non pervengono alla ela. borazione e organizzazione di una linea che superi i punti deboli di un internazionalismo concepito in funzione degli interessi nazionali russi. Questi contrasti sono poi limi• lati alla rivendicazione della au• tonomia del lavoro in Italia. La lettera del '26 sulle preoccupazioni che nel movimento operaio internazionale suscitavano gli scontri al vertice della burocrazia sovietica, utilizzata da critici di destra e di sinistra de PCI per dimostra. re la indipendenza di giudizio di Gramsci rispetto all'atteggiamento inverso di Togliatti, è invece (in• dipendentemente dall'intento che la ispirava) la dimostrazione di una impotenza politica costretta all'appello sentimentale. lmpoten• za che sconta alla fine sul piano della politica nazionale ed anche sul piano del personale rapporto tra dirigente e movimento, la sottovalutazione del problema dell' internazionalismo che prima di tut. to è un problema di contenuti. In Gramsci non ci capita di leg• gere concetti come questi: «E' l'eredità gravosa del lungo periodo di lotta legale, lo statalismo, che ba spezzato le renj della Seconda cosl come della Tena Internazionale, che è da scrollarsi di dosso. E' tutta la critica marxista dello Stato e della bu.rocrazia, che è da riprendere e portare a nuovi sviluppi». E su questo punto bisogna insistere anche per un altro motivo. L'atteggiamento di Gramsci sul problema internazionalistico registra un debito di dipendenza poli• tica e teorica generale verso la ideologia del potere della destra comunista internazionale. Per com. prendere le radici filologiche delle centrali elaborazioni gramscia• ne, per comprendere la teleologia politica in cui esse si collocano, bisogna studiare la destra della Internazionale Comunista. La concezione costituzionale del governo operaio e contadino: quella della strategia delle alleanze, del bloc,. co storico, della egemonia ecc. sono in Zinoviev. Gramsci rappresenta la traduzione dello zinovievi• smo in Italia con la libertà tatti• ca e interpretativa che è il portato della sua personale genialità e della condizione italiana. Se rapportala alle dimensioni che ìl problema dell,.mtemazionalismo ba assunto all,.mtemo del movimento operaio, la soluzione offerta da Gramsci - costruire un movimento forte in Italia che sia quindi autorevole sul piano internazionale - è ben poca cosa. Questa concezione matrice della teoria del policentrismo, fnma

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