Unità proletaria - anno III - n. 13 - 8 luglio 1974

Anno 111-N. 13 • Quindicinale del Partito di Unità Proletaria- L. 150 Spediz.ione in Abb. Postale Gruppo 11/70 Lunedì 8 Luglio 1974 I nodPiolitdiceill'unificazione Il dibattito sulle dlffieoltà e sulle prospettive del processo di unificazione si è arricchito in quuti giorni di contributi sigrrit:catfvl e tali da dirnottrare la ••lldltà della scelta del noatro gruppo dirigente di pone chi.. mente di fronte a tutti I compagni, del PdUP come ~ Manifesto, Il problema di come uscire da una situazione di stai• lo ~to preoccupante. L'articolo uscito sul precedente nurneto di Unità Proletaria ha provocato dissensi e COftMnlJ sul quali non intendo discutere poiché lo scopo era quello di aprire una diacusalone, ma ha dato .dito ad Interpretazioni che, se possono essere spleglte anche con la non sufficiente chiarezza dell'articolo, vanno comunque rettific.ate, proprio se vogliamo che il dibattito avvenga sul contenuti reali e non sulle •presunte• intenzioni. Una prima Interpretazione errata 6 quella che tende ad attribuirci la volontà di dare al p,oceHo un taglio di•erso e una prospettiva incerta o ad. dirittura di nere voluto pr• costituire una posizione contrattuale. Assumere come vaHda questa interpretazione presupponebbe sostenere che li processo filava a gonfie vele • che all'ultimo momento 6 arrfvato un •guastatore• a plantare delle nppe. In realtà nel nostro Centro Operativo, nel diacutere delle prospettive della unificazione, ci slamo unanimemente trovati a esprimere una forte preoccupazione per li gr&- do di deterioramento che si stava verificando proprio quando avremmo dovuto essere in presenza di una situazione •montante• tale da portarci di slancio alla stretta finale. I sintomi del deterioramento Il avevamo colti nello stato del rapporti In molte province, dO'le a una ripresa di deleteri •patriottismi•. di richiami ali' origine delle due componenti, si sovrapponeva una forte tendenza o a dipiomatiz:zare tutto o ad impostare un confronto tutto sganciato da una reale verifica e dove si assisteva ad una riduzione del grado di mc> billtazlone esterna realizzato nel corso della campagna sul referendum. LI avevamo rilevati nella constatazione che a proposito della crisi economi• ca. delle proposte del governo. del slgniticato del •programma minimo•. del rapporto fra lotta alla o.e. e articolazione di una politica di nuova opposizione. stavano riemergendo posizioni che cl avevano visti divisi e che poi avevamo superato positivamente con un serrato confronto. li avevamo Infine colti nell'articolo della comp• gna Rossanda che contenev~ critiche dure al PdUP. che c1 preoccupavano non per la loro durezza ma perché basate su una interpretazione delle nostre posizioni molto lontana dal vero. SI trattava non già di movimentare una navigazione che procedeva tranquilla ma di chiamare tutti all'impegno per '-,J invertire una rotta che rischiava cr. portare a tutto fuorché alruniflcazlone. Non di un taglio diverso insomma si trattava, ma dJ una precisa volontà dl rilancio di un processo U• nitarlo che prOPflOla smaaz.k> ne politica generale rende se~ pre più importante e indispenubUe. In questa prospettiva va allora Intesa la scelta di segnai• re l'esigenza di affrontare con chiarezza i punti •caldi•. par• tendo dalla consapevolezza che il momento più delicato e per molti versi decisivo di tutto li processo sarà rappresentato dalla fase transitoria. Nessuno di noi è cosi malato di ■ottimismo dell'intelligenza• da pensare che una operazione politica tanto complessa come quella della unifleazione di due forze politiche che hanno entrambe una loro storia e una loro originalità possa concludersi con la costituzione di una organlu.azione che abbia già risolto tutti i problemi di strategia nel momento In cui si realizza l'unificazione. li problema però è di sapere se lo sforzo da compiere riguarda una sia pur giusta mediazione di due storie e di due origl• nalità o se, nel momento in cui ci poniamo l"obbiettivo ambizioso di una rifondazione generale della strategia del movimento operaio a partire dai dati nuovi della situazione, questo obbiettivo non debba v• lere prima di tutto per nof. Il problema non è ovviamente quello di rinnegare n:ii stessi e la nostra storia. ma più sempli-- cemente di misurarci con I cbti nuovi di una realtà in tumultuoso sviluppo e per la quale I panni delle nostre precedenti elaborazioni (sian esse le •tesi di Rimini• o li documento Magri o la linea di Livorno) sono comunque panni troppo stretti, e nei confronti della quale attardarsi a fare l'inventario di quante volte l'avevamo detto o l'avevamo previsto si• gniflcherebbe davvero perdere il treno. E" ovvio che una volta seef. ta i. direzione di marcia, Il dibattito • il confronto possono e devono rimanere aperti. Esista poi un terreno dj Impegno immediato sul quale Invece affidarsi al dibattito senza un programma preciso significherebbe e0mplere un vero e proprkt attentato alle prospetti• ve di sviluppo della nuova or• ganiz:zazlone. E' su questi problemi che Il dibattito ancora stenbl a entr• re nel merito. il che ris.ehia di danneggiare anche lo sviluppo del dibattito più generale. A costo di apparire noioso, vorrei richiamare ancora una volta i problemi sui quali i due congressi non possono non pronunciarsi in maniera molto netta, 1) . Giudizio sulla crisi e sul modi di affrontarla nel br• ve periodo. Precisazione dei contenuti di una politica di •nuova opposizione•. Chiarimento sul fatto se quando par• liamo di eostrurione dentro e a partire dalla e.risi di una Il• nea alternatlva che non escluda. ma che anzi ricerchi l"unità con tutta la sinistra. riformi-- sta e no, il nostro discorso preveda o escluda la proposta. come fatto certo transitorio, del• la sinistra non nel governo, ma alla direzione del governo. Chiarimento infine di cosa In• tendiamo quando parliamo di ristrutturazione della sinistra: se di un processo al quale ognuno si predispone per conto proprio compiendo a priori le revisioni di linea necessarie. o se invece di un processo molto più complesso nel corso del quale la partita fta forze riformiste e fone rivoluzionarie si gioca tutti I giorni nel movimento e non a tavolino. 2) Problema delle elezioni di autunno nelle situazioni (po. che o tante) dove gli elettori saranno chiamati a votare. Certo I dati locali contano molto, ma essi non po_.sono rappresentare un pretesto per coprire scelte che In detinitiva con I dati locali potrebbero avere poco a che fare. Personalmente sono convinto che i risultati delle elezioni sarde e della esperienza che nel corso di quel• la campagna elettorale abbi• mo fatto. dimostrano che non vi può più essere neppure un solo caso nel quale passiamo cavarcela con atteggiamenti come quelli passati. Soltanto una scelta per la presentazione. fat• ta In maniera chiara, può comportare al proprio interno una serie di eccezioni. In mt..ncanza di tale svolta si Imporrebbe un atteggiamento di tatto astensionista che. pur nella necessità di rielaborare una tattica rispetto a queste istituzioni sconvolte da una crisi profonda. finirebbe per sminuire la scelta complessiva di partito rischiando di dare alla nuova formazione un a. spetto mutilato di un gruppo di pressione attivistica o di opinione. 3) Problenui del simbolo e della sigla. Esistono esigenze di sintesi e di valorizzazione del fatto che si tratta di una unificazione. che possono essere affrontate partendo dal• l'esistenza di due simboli. due sigle. una testata di giornale. I compagni possono essere chiamati a esprimersi e decidere su proposte diverse senza che ciò rappresenti un dramma, a condizione che sia superata la tendenza a risolvere con il simbolo. la sigla e la testata del giornale problemi di finalità dell'organizzazione, che finirebbero allora per c.aricare una scelta (altrimenti molto semplice} di significati tali da renderla molto difficile. 4) Problema delle strutture. La struttura e il metodo di for• mazlone dei gruppi dirigenti Il poc.erc borghese si au1operl)CIUa:Fanfani, Rumor, De .\brrino, Marioui, Gioli11i, Man. cini, :Senni, ccc_, gtzk al ccn1.rOSinrs1111. che come PdUP abbiamo scelto a Livorno à abbastanza diverso da quello sc.elto dai e~ pagni del Manifesto, che si rifà Invece più direttamente alla traoulone storica del movlmento opera.io • delle sue or• ganizz.azlonl. Noi andiamo al Congresso con la convinzione che. malgr• do errori, Improvvisazioni • pressapochl~ml, le nostre scel• te abbiano dimostrato tutta la loro validità e che siano tali da costituire un esempio e un patrimonio per la futura organiz• za.zione. Certo non si tratta di prendere o lasciare, ma di mettere a confronto le due espe.. rienze per compiere le scelte organizzative che riteniamo più rispondenti. Certo è che i congressi di base dovrebbero servire non soltanto a Intrecciare li dibattito ma anche a individuare un terreno possibile di primo incontro anche sul problema delle strutture e dei metodi di formazione del gruppi dirigenti a tutti I livelli e sul criteri di valutaz:one della militanza e del rapporto fra iscrizione e militanza. Chiedere di affrontare questi problemi oggi. non significa assumere una posizione contrattualistica ma evitare Il rischio di ridurre la fase tran• sitorla a una lunga paralisl che ci farebbe peNlere rapidamente I vantaggi iniziali della unlfl. cazlone. Ma chiedere che i due gruppi dirigenti e l'insieme delle due organizzazioni si assumano unitariamente la responsabilità di risolverli significa anche evitare il grosso rischio che i due.. congressi si rilancino la palla. Il pericolo che si tenda a reagire alle difficoltà del processo unitario con una corsa a ehi i più unitario lt un rischio reale che potrebbe pesare In maniera negativa sullo svolgimento dei congressi. Essere per l'unità oggi e subito. non slqnific.a riempirsi la bocca di affermazioni unitarie ma compiere le scelte necessarle per l'unità oggi possJ. bile. In definitiva il problema comune che abbiamo noi e I compagni del Manifesto è quello di arrivare a due congres.si che, mentre arricchiscono Il confronto sui temi generali e di lunga prospettiva, rimuovono anche tutti gli ostacoli di ordine politico e psicologico che potrebbero intralciare lo sviluppo dell'unificazione. In questa prospettiva ritengo che l"articolo del compagno 'intor rap. presenti un contributo allo svi• luppo del dibattito a condizione che tutta una serie di affermazioni contenute nell'articolo venqano rese piU chiare e più esplicite e che si sgombri il terreno da problemi che non esistono. come la nostra presunta incredulità sulla reale au• tonomia finanziaria del quotidiano. SILVANO MINIATI (Continua • pag. 8) 1 lasvendditealla forzoaperaia peresuscita uncadavere ? l/74 Da molti anni non abbiamo assistito a contraddizioni cosi acute con quelle che stiamo sperimentando fra la poHtJca degli schieramenti e gli orientamenti popolari riaultanti dalle elezioni e dalle manifestaztOl"li di massa. La situazione si fa perciò ~ rtcok>samente confusa. La eontradcldizione più evidente riguarda Il comportamento delle sinistre nel confronti della Democraz:la Cristiana. Le elezioni sarde, su cui Fanfani aveva cercato la rivincita sul f2 maggio, hanno confermato la gravità e l'irreversibilità della crisi deUa OC. Democristiani e fascisti insieme non hanno praticamente recuperato voti rtspeno ai risultati del referendum. e questo è un segno nefasto per loro. Ma conta soprattutto la CO$tanZ.a del processo di crisi: negli ultiml cinque ~ nl Il rapporto di forze fra OC e sinistre si è in Sardegna capovolto. Al di là dello •te. so risultato del voto, il modo come si i svolta la campagna elettorale nell1sola ha riv~ato Il distacco profondo del popolo daj pertito di governo, Il logoramento del condizionamenti ctlentelari e parrocchiali, cioi di strumenti rilevanti nella struttura del potere. Gli avvocati della Democrazia Cristiana hanno subito Inventato che la San». gne à diventata • moderna • mentre Il partito di governo è rimasto indietro, per QIJ basta ringiovanirlo, magari eambmMk> qualche personaggio. per ridargli un contatto con Je masse. La realtà è diversa. La crisi del partito di governo è ia crisi di un regime, cioè di un complesso sis'tema di controllo sociale e di strumenti articolati di medlazione, di composizione e di dominio. La crisi è attivata a tal punto che lo stesso grande capitale, che oggi è alla testa della confindustria, si mette a svillanegglare la OC e aca:, tene In quella direzione i grandì gtOtnaU del Nord, arrivando a dire che preferisce oma delegare la tutela dei propri inte-ressl al partito socialista. Pochi giorni prima deUe elezioni sarde non dall'Italia arretrata e depauperata dati' emigrazione, ma da un grande centro Industriale e proletario, da Brescia, era venuto, col clamoroso rifiuto delle • lagrime di Stato •• un avviso politicamente analogo. 11 popolo Italiano comincia a pensare, e fra non molti mesi dirà a gran voce, che nessun articolo del codice prescrive che l'Italia debba essere gO'lemati dafla DC e che anzi 8' avvicina l'ora di farla fuori. Proprio daJ mondo cattolico, ~la grande affermazione dei cattolici del no, nella conquista (spesso proprio in nome della fede ~igiosal) di una sfera di autonomia nelle scelte temporali e sociali, viene una delle spinte più significative per una svolta risolutiva. Ma nonostante la profonda novità della situazione e le prospettive che si aprono, le sinistre non accennano minimamente • e.ambiare il loro atteggiamento nel confronti della OC. La condotta del socialisti rasenta 17nverosimilità. Essi hanno preso, per un breve momento, le distanze dal govemo Rumo, provocandone Je dimissioni poi respinte e revocate. In quel breve momento I socialisti si sono abbandonati alla più str. nata demagog.,._ Essi. che portano Intera la correspons.abllità governativa della llnN Colombo-Carll, essi che hanno accettato nel fatti prima l'inflazione poi la deflazione. hanno Inventato una tardiva (e Inesistente) linee di differenziazione dalla DC façendo. si ao1tenttorl della tasSl2K>ne anzich6 della restrizione dea credito. Come se la rie», none della domanda Interna di tremila miliardi di lire attraverso le tasse non port:u- .. alla stessa caduta dell'occupezione che discende dalla restrizione del credito. E come se, In una struttura capitallstk:a del tipo cN quella italiana. fosse popibile tronn Il modo di far pagare - nel brevtnimo tennine che à necessario - le tasse ai rtcchl chi non le pagano, anzicM aumentarle a quelli CM le pegano gli, cioè alle grancli mMN """'t,'ri~to grave che la -- clomogogla oociallsta abbia - ,,_ appoggio deU'ala pill militante deH'organizzaz.ione sindllcale, cioè della Federazione • nitlria del Metalmeccanicl che, invece di concentrarsi nella organizzazione della ,.. sittenza opera;. all"aumento del prezzi e all"attacco dell'occupaztone, si à mena ad mbltrare del falsi contrasti all'intemo del govemo. VI è chiaramente una contradcl:zto. ne logica fra la rlehi-esta. di una dura tassuione e l'organizzazione del mo\'lmento: In nessun paese del mondo gli operai hanno mal lottato per pagare le tasse. I sodallstl avevano sparato Je loro cr;Uche per awnenwe la IOfO fOtZa contrattuale nel corso della erisJ cioè per avere più posti di governo e di sottogoverno al fine della stessa politica, E' naturalmente accaduto che essi sono rientrati alrovlle a gestire la crisi e la deflazione. Ma la linea di lotta del sindacalismo militante ha subito una fleuio. ne con conseguenze che potrebbero essere serie. 1 socialisti pensano di segnare al loro attivo almeno un risuttJtto: la strlz:zata d' occhio di Agnelli e gJi elogi della •Stampa• e del •Corriere della Sera•. Sentiamo riproporre con tono serio vecchi e logori ragomenti, sui quali si era avuto un dibattito nel partito comunista, circa una lotta comune del salario e del profitto contro .,.. chi e parassitismi, degli operai e del capitalisti contro 1 redcbtieri, arrivando pero dowe Il dibattito comunista non era mai attivato, e cioè • considerare come reddttle. rl e parassiti I lavoratori al di sopra del minimo vitale e cercando una soluzione alla crisi nella lotta del lavoratori mal pagati contro quelli meglio pagati, anzk:h6 nella lotta del lavoratori contro I eapltaHstJ. Vogliamo dire con tutta sincerità al socialisti che non perdano tempo a lusingarsi per gli elogi di Agnelli, proprio nel momento In cui costui (intervista a Newsweek. 17 giugno 1974) denuncia agli americani li pericolo che l'Italia ripeta l"esempio jugoslavo e sollecita una forte presenza militare am.. ricaN come unica garanzia per l'Europa, e specialmente per l'Italia uno strong government, un governo forte, per • far lavorare di più e consumare di meno •. I socialisti non sono In condizioni di SOtTeggere, proprio perché la loro storia non è quella della socialdemocrazia tedesca, una alleanza fra cJasse operaia e grande Industria. Sprechi e parassitismo non sono un residuo del pas$1,to che si possano liquidare con l'ammodernamento del capitalismo. Essi sono oggi una funzione del profitto, una componente decisiva cosl della domanda come delraccumulazione. Un appoggk> • spllelto alle richieste della grande Industria porta fatalmente a una rottura con la classe operaia. Nel corso della breve crisi il PCI ha adottato una linea di cautela limitandosi • chiedere sostanziali novità. In realtà la politica del eompromes$0 storico sembra .. vanzare ogni giorno di più, con passo sicuro anche se non precipitoso La OC avverte sempre più la difficoltà di amministrare questa crisi economie.a: rapp0ggio socialista le è indispensabile ma è redditizio ~o in quanto I soeìalisti agiscano nel governo come rappresentanti del partito comunista, altrimenti non servono a nulla. Il referendum e la bomba di Brescia hanno - almefk) per il momento - accantonato alternative di d. stra. Prima o poi, e soprattutto se dove55ero venire I licenziamenti, occorre allargare • splleitamente lo schieramento favorevole alla stabilizzazione. In un modo o nell'altro tutto l'areo politico del centrosinistra ripropone la politica dei redditi, cioè il contenimento politico della domanda attraverso il contenimento dei salari. Cartl la chiede espllcltamente; dall'altro lato Riccardo Lombardi, senza nominarla. e forse inconsapevolmente. la chiede quando propone di associare li partito comunista a tutte le decisioni Importanti di governo fin dalla fase della loro elaborazione. In una situazione In cui le confederazioni sindacali non possono offrire alcuna garanzia di attuazione di una qualsiasi politica dei redditi, l'assocuione del comunisti alle decisioni economk:ha della stabiliz:zaz:ione significa ottenere un Impegno coerente per la loro attuazione, Se la DC avesse vinto Il referendum oggi le sarebbe più agevole una manovra aperturista verso il partito comunista. Oggi la cosa le è difficile, per le resistenze clericali e reazJonarie al suo interno e nella Chiesa, ma le è anche sempre più necessaria. Non sappiamo in quale misura Il PCI potrebbe reggere a lungo a un comprome• so, cioè a una sia pure Indiretta collaborazione governativa con la OC in una congiun11.Jracosi delicata come l"attuale. con una organizzazione statale così tragicamente sprovvista di strumenti di manovra che non siano quelli della compressione dei consumi popolari e degli Investimenti sociali. E' possibile che per qualche mese gli riuscirebbe quello che non può riuscire al sindacato: li semplice fatto della presenza del partito comunista in una maggiorann di governo rianimerebbe le speranze della classe operai• e la potrebbe disporre ad accettare serenamente una fase di sacrifici. Ma per quanto tempo? e a quale prezzo? la ristrutturazione e la stabìlizzazione coinvolgono non soltanto questioni di distribuzione del sacrifici, ma anche questioni di dislocazione del potere. anzì soprattutto questioni di potere, Nei limiti alquanto ristretti in cui è possibile Intervenire sulla distribuzione dei sacrifici. non si vede quale risultato possa dare una linea che chieda al governo di non tassare i lavoratori, quando tutti sanno (ed han- ~ sempre saputo_) ~he il gover~ farà .esattamente l'opposto, né si vede cosa aspet. tmo le eonfederaz1oni quando si dicono m attesa di conoscere le risposte del governo risposte che il governo ha dato e dà a piene mani e sono conosciute da tutti. La soia: possibilità di intervento sulla distribuzione del sacrifici sta nella lotta operaia e.antro la d!Curtazione del salario reale~ l'intensificazione del lavoro e la disoccupazione: questo e . Il solo ar~~men~o valido: 11 solo e:,apaçe di rendere flessibili le rigidità tecniche. Ma, ripeto, stab1hzzaz1one e ristrutturazione sono operazioni rivolte essenzialmente • modificare, attraverso la deflazione e la decur..azione dei salari, i rapporti di fon.a fra le elassl, la disponibilità della forza lavoro, cioè la capacità del capitale di disporre della classe operaia e quindi anche i rapporti di forza a livello politico. In altri termini. il processo di uscita dalla crisi non è solo un processo economico, è anche un processo politico, e nel quadro politico generale diventa importante anche II problema del gove~no. Ma_In che misura una collaborazione con l"at,uale gruppo di potefe,. e~n la OC, puo camb!are ~ualeosa .se. non nel se:,so di rafforzare il potere dei c.ap1tahst1e trovarsi fra pochi mesi o poch1ss1ml anni a mani vuote? Come nel 1947 Ecco perché il discot$O dell'alternativa di sinistra diventa sempre più un tema ~ bligato. VITTORIO FOA

... 2 .~tVOlO IV.A~-:AT ~sr ,··-·~ 1~1v ...!\'"t. UNITA' PROLETARIA Lunedì 8 Luglio 1974 DIBATTITO CONGRESSUALE Unpartitod'avanguarcdhiaefaunapoliticdaimassa I • Xon concepire il P. come sopraVli\·cnza. anche se po:,:U:- \'!111, dc! PSILP o \tPL o PCI. (Oucsto Ge\·e riflcnecsi anche nella sigla e nel simbolo). Se così facessimo noi ripropottmmo da sinistra i \"CCChilimiti. (C'! una !opta nel facto ad ~- che molti compagni della S'iniscn PSIUP - cd altrettanto SI poa-còbe dire delle altre (Dli;• ponenti - siano endati nel PCì o PSI: 00!'1 erano alcemati.,; ma corre.chi). 2 • Ciò r.on togl)li! che noi dobbi.&moporci il prob!em3 della continuità r.clla t!"adiZK>ne Ck."! n>O\ unetlto operaio: c.ome coscienza aitk3, come memona. storica, oome filo teorico, come pl"C5Cnza ~3!e e militante organizzata. lncfo·tduare quali possono esiCf"e i filoni teorici, ~it;ei, Ol'• ganizzatiYi, toeìali, ~e> nali dai ~ali noi pn)\'Cniamo. Questo sforzo storic::o<:ririco anaiitico de\·c e5$CTC fatto da ciascuna compooentt. Il fatto che componenti di prmenienz3 di"ersa m.i: di diramica panUe:1- tendono ad in• contrarsi e a fonder$i non è casual.e. Se non f055e cosi si a\'rcbbe un -.x:ostanento mcccanJCOe tattico e non una uruf .cuionc. !n genere si puè fone indi- ,iduarc la bMe politico-!ocialc di que&top,rooesso in quelle forze e in quelle lotte che tendono a J)OIT~ il prob\cm:11dc11a auualuà del socialismo neJ!a nosu-a e,oc:a e nelb nostra !0cietà e che t cspre$50 is1imz:ionaimente dalla oornptcs.u e tormen:a:a c:spcricnza che (e,'),. dc a superare nel movimen~o operaio non solo b Il ma anche b lii lntcm~. Qucno proc.esw ~ pomno a\.11nti, pur con proprie car.J!1:tristichce tradizioni, S:a daU. ccmponente di sinistra sociali.sta, che di socialismo cris:iano (cattolicesimo .50Cialista)che di sinistra comu. nl.ila. Il s.imbolo stesso de\·e riflettere e questa tradizione e questo p:-oc:cs50 e questa esi• genza. Alcuni comp3:gni mo, smino irw;:Jffercnza per questi problemi politici che si rl\'el•· no atttaverso la teoria e b tradtz.ione storie;,: ad OIJ'li modo quando facciemo riferimento .&b tradizione consilia:-e. • quella della democrazia diretta. del comunismo o:-cne programma, si nlteode questo. 3 . Bisogna però l\"erc pre1ea:e che QUC$tO rc:ro:e:Ta storico-<eorico non ~ di per se stes.co sufficiente a giustificarci. come P. Bisogna individu..rc una eoUoca:z.ionesociale e pohtica che giustifichi il o.>aliz.. arsi di qocsie presenze nella tradizione atcr.ico-<eorice e nel nlO\-imcnto 1n organiZ23".UO")C au·onoma. E qt.-esta collocaz.ione ,·a in• di\'idU3ta nello spa::io socia/~ ~ politico r1\"clat05lnegli anni S070 e nelle lotte '68-'70. E' queStO d .ambito proprio e M.UOOC> mo d1 001truz:ionee crescita del nostro P. al di fuori e ind~ pcndenterr..entc c!aHe organlZL'.• rioni storiche,. (artkolo Ferra_ ris). I tentativi precedenti che ci ,ono suti (e!. !Ci~ioni dal PCI o PSI> sono falliti, perché mancaodo questo spulo soci• k e politico, questi OUO\'Ìor1'31ni.smpiolitici non trOVa\-ano alimento autonomo e quind: f► nh·ano per ripetere. a sinist.'°3. ti vecchio e quindi erano costttni p,=~ ~c-n: e puntare solo su uhcriori rotture del PSI o PCI. 4 . Questo ,;,ario ~iale e pobtìco ~ ora ch!3rmncnte in• 5 • Quindi ~amo rifiu• ta~: al fa pos:i::ione dì gruppo che dice che la sizua:ione non j matura pu fare il P. «c. Dobbi3JDO ritìutarla perché dietro quest.a J)06izionc appareotcmcnlC problc:ma:ic::a,epecu alla ricerca nel sociale e aM'-.,po,n.::, dì altre componemi, in cffc..,.i c~ la \COChia mentalità demiurgica del P., del P. veri:à e 101ali,l. già bell"e definito chenon può cl'CSCC!'C che su se s.:~ 50: oppure una COl1CC'ZÌOOc ,;ra. JlSt~'\--idenzialc dcU-a,·-,. ~rdia. (Pos:zionc degli spontanetsti; in questa d;retionc P".JÒ ~ col:oceto 11d es. lo r!o- ~n attuale di Loua continua forse; claboraro in contrappo. sizt0ne al ncscro processo d: u• unifJCaZ.ionc: - ~on siamo più umi Of'!9n~iorx. siamo il partito deUa rivolU%iono). bl la ron.t:r-ione illuministico-gu:rcobina d~I P. nudeo d' acciaio formato da quatin" illurnina:i cM trascir.ano le ~; quindi la conccrionc di un P. p,erfct~e prefabbricato in ogni suo aspe:=.:> teorico e orpniz:zirivo (posizione de) cfn,. zionismo di sinisua• della 3 ln1emaz.). In con trapp05 i ziooe dobbiamo im·ece portare anmi una posizione che non s.i linita ad organizzare saio alcune gencraV"'1~ o eJcu.ne annguard~ e 1an10 meno • ,csrire Cnmmtnti della crisi PCI. PSI o eano. lica, ma dobbiamo tendere a dare una ~ta politica e organitm1iva generale a quella rcahl e a quello spazio sociale e p0li1ico di cui 61 ~ detto sopra C'he si disloca in posizione akemaU\-a al sisterns e tende a acre gli istituti orranlLzativi e is:inuionali del po:.uc di classe. Quindi P. di ava,1r.141dia (p<T<hl ...x,elòc e dl uno ,boe. CO unifiame alle avanguardie sociali. s>ndaca:li e politiche) eh~ /a una politiro di maua (ci~ che non 5j limita • gestire ques:e realtà o • a-c«tt• le su ~e stesse: ma P. che. unificandole e aggrepndolc. rende C05Ctc'nli qUCMe realtà del loro apporto alternativo e dei loro compit1 ,:u tutta la realtà politica e IOCiale). 6 - Può essere che nel r,o. mo P. •• folCciano8'\-anri po. sinon.i come le preccdenri. Può anche essere che si facciaoo avan1i eoche pogi:rioni c:hc. d21r► do por ,contata la coinoidenz:s tra PCI e clattc. teorizzino per noi la non~ e tendano a ridt.trTeil nostro ru.>- lo • p!'CSellZ• sok>politico-ideale ncg)i c,rganrJ:mi di rnas.u (questi posizione eN ad es. ~:e agli jnm. neUa Pcd. di 'Ailano). Però il pericx,rorneeaiott per 1; P. a liv-elio nazionale ~ al. tro: ~ il pericolo di tendCT'C a rifare in meglio i pwtiri es:.Henti. a rfondarli. Ciò può esp~ meni: a) nrita tendenza (come d~ di\ iduabi!e, t onnai ricco e e~- ce ferrar.>) a cett'8n: -scmpHposo. me no:t an,.,."Ort;al !c d.1 CC:Tk..~teil c:nnbk> del!a rappone il problema di ridefìni. prcsc-nlanza od il ~ del· zlOnc stratC]rke alle organizza. 13 dclep• da-i partiti ,torici rioni trad.iz:onalì e d.:i ra:pprc• (PCI) ,1 noi; scn1arc una defini1iv3 i."1\cr.-io- bl oppure nella tcndcn.z.a a ne di tendenza. coslru:re il P. sulle •;.)Q?c di Più che di im·Cl"'SX)[)C d; ten- rcs.:-tenza• del ,·eoch-0 PSILP denza :si dt'\e pàrW're di tc-nla- lo \IPL o PCI) e quindi neila ti\i o spezzoni in rouura .:on tendenza ,1 rifare questi partiti: questa tcnd.en.ta dei fflO\. op. oppun-: a cos-:ruire iJ P. wl'.e uff:dale c.he ncl1c: hnee gcoc:-:t- sc.ldenu deuon:i (con qunto li si çbiarifica ie111prc di oiù non ); a.:anna qu: •lla. •Qi...!· come org#nica a una demo,..-,.. s1:.:,r:celc1:ora'.e•, che ~!• da zii bcx'ihcse di 1:po av.null), qu~;i ..-;,punti). Ciò !òigmfi~ che il n<))U"O P, Qu~m è pc~ noi il ~ non può pn:.:endcre di ~ e mai~;,r.c E P,.."1° C\"ìtarlo dobdi conceplrs.;· fà come P. di bi.nx> ch!a:-irci che upo di p.3r- ~-.a .. \1..i non p.."t qul!SC.>do- til.) è il parti.lo d1 m.,»a del n. \Tebbe c.iiuder5l ntU'ambi,o dd fomn.mo o &: 1enintcme.z1'> P. dé: :e. 0\3 anzi dt,e cooce- nal',mo o il •partito nuo\O• d' pini come un P. d"m:.in~rdi.1 Tofi.mi. Dobbi..mo cioe chia- ~ /.:1 W1a politica di m.:sJO rir..:1 .xwne ~ come ora•n:z. (awngur.dia di monn~1~). u1~.! ~:a lunriooa~c .d una cioè che non nmane mai ehm• ~rn:C"J-adi 11)(:aper l.1 ~1'1l• 50 nera ~icaz.iocc ma che zionc di una democnz.ia 1nen- !i pro~tta sempre nel taH>ro za:a ndl".rmbito di questo ~'~:cdi mas1a. che C'Of1CC1):~c "'-'m· na ma non ~ la cosaurionc pr.: s.:: 51~ come 1,trume!'lto d: una nuo~,a opp01;,:zionce!te!'• (utcn"'iofelper qUC'!,tOla\·.:>rO. nat:\a al si5tcma ~ialc , 1,-cnCi()r(:dcibbiamo con...-epi:Til te a.nche nei ~oi a,pcui più a. P. corre(: P. a:,erto. in d;,_cnY.'C. ,anzau. eh.! ha g:"3 cene ~u. :he \".s 60ttoline:Moil kpme ch<- ha 8 :~ ru0:co CC'!'ti problemi c'è fr:1 qucs?O npo di pa:--i:,> orpnrz:~1i, i, mo che non hol di m.:.-,-ae que~ della 11 Inancora ri,-01;10tu:tì quelli che temuioru 1e. O\'\ iamc!'ltC con sono ;mpliciti neUs sua. st:7:!'- nrian1i cd ~omamen1i. Dogja e richiesti dal movMnen!o. ,~ a9P("O(ondire Le mot~- perçhé qu~:J pr.:,b!emi non ~ ,-.z.ion! dì qucsu1 continu·:i. sono css::re M·)'l:t:J e;..;::lu!>:,·a- ~lUfh•a in .~uior.c a mente da un punro di viJti: tro- pnxc-sSl soc:ia!i, poh:~I td ct\:)o ric:o. na de\·ooo (i...~rt ddìn 1i nom11.7 • e r,.sohi reti• :x-at'..:atoeia'~ e S~e in .1\cunì comp.-pi COiJ I :.p:,or:.::, cnchc Ji. ~-~ c'è U ?ende~z.l a rifjn.i ate :e- .:om;x>:'\C:'lt:wda11 e p.>l:nchc ,. ,1 ru, -~ d: Libe-n;.!li-Pa~z:~.ri dc'la ":~- ;:,tra d: ~:~~~. t"~".- J_~ 19» ,1 q~~o P~~i.'! ccs:so d: un.ificuionc de,e "" !-I deH: o---cn ..rc QO:O.o• .:· m.aocre ar,eru e que-:-:ou!:e:"» r~o ;,ennenc anche m que ~ s ro1101ec'ag i ,9St1iirfc6~ po tC'!'Zintcrn3ZKY.l.a!:~udci oc.ui oerc~ di ~ le degcner&.ZlOni e borocrat:che da una pane e soci31dcmocratichccbU• altra. E' probabi1-ncntc l'elaborazione più a.,.anz.ata ll\ una. !-iruazione me forte allor.,, non pe!TnCtttn. di più; i solo dopo il '68 che nel sindacato, in movfllfflr: sociali e di minoranza ll&SCCT3.."IOO embrioni di nuoo."8 orpinrz.za.z.iooc.Le tesi di Ll.bertint-P3nzi.et-i ~?9COOO il nuovo ma ~ ancore incocrc-nti rispc:to al loro progc·to ~itico. Con qucs:e ~n'az.i.> ni non ~i .,.uolc mcucr-c in di51..J~ione la ~ità per 00!: di studia~ cd approfond:re r efabonrionc di P:1nueri in cui sono ~niicipatc molte delle nostre auuali J)06i%ioni. Dobbi.a~ poi analizzare at:en:amcnte il modello org:.nizzati,·o di e!c-.Jm gruppi (e!. L.C.. A.O.). e in modo panicol3re dei ,tani-. fcsco. e,,endo essi come espe. rienu più avL"1ti di noi, per vodett quello che dobbiamo :cceture o rifiu:are o ~ "'· 7 - Riprendendo un pas...~ gio dcll"enicolo c!l F~:s: •La nostra linea di cost."'1.WOnoCrpni:zull\ a non puO non ?cnderc al musmK> di coerenza e di funzionalità rispcflo 00 un J)T'Ojttto d: T:Yoh.Jzx,nc sxia'c e di rivoluUOfle poUiica. ritperto ad una st13tegia di fo:!a per la conquista. dei potCT'C (foodet.!l sulla prospetlh3 di una guerra di movimento tutta dentro la .soc:età e contro i1 p.::,t:e:-c cap;13li,s.;fcoe s1ata:e•. Quindi no a1 P. tipo •CO!lqu.isd dei Palaz:z.od'lnvcmo• (che è di ck:uni gruppi man:tsti-leninist.i e anche s;:iont.ar.ei- $ti): DO anche al P. òeUa slt'3te'i.i• riformista e nazionale - ~ Quindi P. [unz:ionc◄trumcnro-utcnsile per UD3lotta am:'!('.,__ pitali.sta, antis<iturioM!c. entistatuale e per la costruzione dd nuo\·o potett di clasx. de.i cor► UOJ)O(O!'e ecc. Oucs10 tipo d! P. p,resuppo - ne· a) una aneli.si della integra.Zi<> ne crmocnte tn Ì'!C:iru:tioni e cap1tafumo e quindi della loro non ncuu-ùi1l (~- a questo proposito ~ti stimoli e OlllSCr- ,-uiooi che 90llO negli scritti di V. Foa, di A. 8cva-c erx;.. e nel doc:. dd Centro Opera1h·o). b) la presenza nel IDO'YUDCn.. to politico di mM&a e nei suoi istituti (necesritl oomiroa del,. Ja analisi od ebboraz:ione del s,gntf1C11topoi.irico al:crnMh·o de! mov. politico di rms,a e c!ei suoi i'Jtituri). Quindi ~ un ripo d.i P. che n~ con le louc operaie. studc~. K>Ciali. antiA:iruz:io. nali da! '68 in poi e rccupcr.! s questo fine (a livello di pco. CCS10 0@8C11ivo e di el,tbotazi,;> nel gt: ,pazoni JY.C5Cnti ne'.la prccedc:n:c espericnz.a dd mo. vjmcnto iconsiliarismo. critica a!I-, .:alini,mo. conoeuone d l P.-nrumento, tentativi d! supe• o ramento deH.:!lii lntcmaz.. p:e- :-enti ~ia nella tradìz:onc soci• lista che comuni:s::a,ecc.). Quindi P. che nasce e vh·e e ttt:)CIC nel mo,;imcn:.::, poLltico di ~a in tu:te k articolazi.or-i con cui e,so si ~.me Cfabbri,i;.a,campagna. scuo!a. temrorio, fsr1tution~ ecc.); che artico!a la sua organizuz.ione su quc1!Ì settori e reahà in com. mis..ioni e gruppi di jn:enen. 10; che la••ora per gencralizu. n! o etti\ irurc k e-,per:'Ctlze do\e iJ mo·drnemo ris:agna; che unifica \·erse, uno sbo.::eo a:it:• capi;al',:3 e 41f'!,(atualc. e qu;:,d; pot:,ico-ri,·oluri>nai.o, q~o 1.1po di m0\1mcnto. \'a qu!ndi prec~:o d ruc1o e .~ ptt'SC'nzedd P. nel!< ,u,.1rture d: bM,e dc! mo,·:mcnto: .i raw,:,rto r.-a l'orpni.zz.EiOOc di P. (neW. rabòriu. ntj quan;e. re. nel~' cd ; C.d.F., Cd. Z., Comi:at: di Ouan~ JNPp: :ii p..~ in modo che il P 00:1 -;,ed:,; la ~a ldenri1à e fonziOOC r.,é ,· riduca • fare * 1·m:cmo <!i qu~:c ')tnmun: ba:ta~'ie di ~h:eramen:o. s· arrooo a qu~:o purno 3J. CU'U problnni 1-hc \cnf.YO ~topo<i til'a:tMrione dd comp:31miper ani&rt un pr'\- ce-...-.o di so!uz:.ioce· 1) Oua'.c ai:~amcn10 ICf'C· tt ,.CffO e nelle ory.1!'.l.izuzioni ~:o-:-dle dd fflO\ memo ~- raw>?: a) ~indacato: corxczi<,c;e ei:" ncralc dd ,indaca•o: cc.ne 1:1• ,·oran.> i nostri .:'O!!'!~: nel ~'oda.:.atoda:xlo u:i a,-;,or'!o ~ 1iti,o cd un::.ario e nel o s~.. '!-O tem.;v nor. na'!-.::oodendo 1:! ma,:-iq p.Y.iti.:3:qwi:! dCH' e;. !,CT°C il compcrtar..lC"l'ltO dcl fu .... z·onari-.) ~'ndaca1c e ~e-: .,,:ndaca:ro e r.cf Pdl P cùf!"JCr;cn .. - ,,-................ -................................................................................................... :;: 1 ; I seguenti appun~-sono f~utto d~~-n~-d~;;~~~-! ~ ne fra alcuni compagni della federazione di Mila- : 1 ~ no. ~ 1' E.ssi non sono altro che una traccia per stimo· , 1! 1 lare la critica e l'apporto dei compagni nel dibatti- f to congressuale. soprattutto sul compor1amento , ~ specifico di una federazione come la nostra, in una ~ ii situazione specifica: come cioè una linea politica ~ l~) e una concezione del par1ito si traduce creativa- ~ 1 : mente in organizzazione e in intervento. Questa ~ 1 :: traccia tiene conto e riprende apporti di articoli e di : :: documenti di carattere generale su questo tema ~ ~ pubblicati da Unità Proletaria. : .L, ......................................................... __ .......-.. .........................._.................... ~ al P e corr,e funzionario si'lda• cale. bl organ·,-mi di ~: ~ooperati,·e, Arei, t:hp, LOI, AX. PI ecc. 2 - Come ,~ nelle nuo- , e orpn.i..zz.moni te.. CdF. C dZ \fovimento degli Sc.udtnt:, Gruppi femrrrini:s1ì •ntimihta.. risti. organismi di lo«& per I.a ca111. comitati antifa,cisti. ecc.) scnz.a tcntati,·i di strumerualiz. uzion,e ma anche senz.a d-ao!- \-ere il P.? Cioè come dare un contribulO dì clabor.rzwne e di inten"Cf'l!O, come ess-ere uno s:rumento pe:1' questi organiimi e nello >1e...-otempo non d~.>- M>h·erco ~ lo strumento ma factndo&o ~ in foraionc deUa crescita degli or• ganismi det mo-.imemo di ffiéA.- ,., 3 - come laH>rarc neJJc. contro le: b:itu:zioni dello Stato (esercito, magisttattra, scuota ecc.). l: '60C'·- qj' •J che Jià ,ari comp.)gni hanno 11-.,-~j{o- pc cui hanno fini10 per ~:-- si e F mil: tMC wto spiriUJaJ. men:e o scntimcntakn.!n:c; bJ oppu."'C quadri - ~indacal' ~ e operai - che non r.e• .iCOOO a superare il liv.:!\.> 1 ncbca~. oon per demcrit.:> loro ma pc?" dc:mcmo dei P. ::'le non )1 fa conOKcrc net loro specifico seuore. eh: -,on dà fiducia. pre:'.>tig'io, che non p:-oduc:e mo\·imento. cl'!! non !'i pone il prob:ana di com: or• g.tni.zzate gli operai. IO) '1odcl1o di P. che secondo queste prem~ \~rrl co- :01ru110: al p_ apeno. non organ:z. zativamcme prcdetenD::.nato.ma che viene Caccndos.i, cioè arric• cbendosi nelle $Ue arttCOluioni CK'lan:zz.at~,·e nd li,·cllo qual:ra1i.,.o del suo la\'oro 'fl relazione ella p:-e:,cnza nel m<> :".l'l""'todì masse e alla sua ..:.pacil:l di "'fltc-r.e!'ltOin suui q:J~ tcttoti ~•li pcp l"ai- ~ione a!Ja ~erà e allo Sta• 10 e alla cre-UM>nedC: con1ropotel"C.P. quindi •ap,e:-to- a~la esperienza. alle esigenze del mov.mento, ell'apporto delle •~re forze e lfl speclal modo degit organismi di ~ (_), bl P. qui:'ld; che noo dc- !cp l'inu-r\eoto. sost!tucndo I' imencnto coo. l'a!lca.nza tcioè. per r~ un o .. non dclcy.! il lan>ro tra g.'.i studenti a! \t.S .. il la,oro d: qua.:-tierc .1111,;ni<> ne lnqu:lini, ecr.~ fbe?"\andct:.i un rapporto ,.cttK:n.A:o ~ buon ,·icina1ol: doè nd mo..:mcnto d: mn!,a ~ es.,crc: .:on una propria idcn1i1à organizza.. ma p,exepibHe dai compaFJi:: .• dentità orzaniuati,1 non fi."IC -1 se ~tessa. ma m funzi,ooc • urumen:o • u1en.i!e per la te• nula, cresciui. g,,:r,enl!uaz.iOfle del mo\·irnento di masN. 'elio sre»0 tempo non perdere mai di vU;ta la coscienza. dd!'idcntità dello •Hrumento-. che è tale .:,lo !oC è efficiente e cioè organizuto e forte. Le UtelUt del P., anche al hne d; giovare all'autonomia dc:t mo- ,·tmenco. non giovano al ll\O\·~ mento e mettono i.n. crisi la pl'C$Cl'IU del P. e la 101 idcnti• 1à pres50 i compagni e i la, o,. ratori (.. ). cl P. che u1iliua quindi luai i suoi mJitanti in quan10 si ro-.e,c!a in eontinuu.10r.e nel mo\'~mento di ~a e non S: chiude mai nella ,'1ta m1ema, che in questo CMO i.a· drcbbc a burocrnia (ciò non esclude ma anzi soll~a il momeato interno centrale del coordinamcnro. dcil~ ,·crifica. c:oè il momento OfflOittiC!z:z.antuen, i· fJCaHC C dj((~:VOJ. ,on do 1utti i m ·:11n1ivc:nPlO pc:m.ancntemen~e utffua• Ci in quan:o sono m C-OflV'/'l --s.- s~ d: !.,,oro e dij J1'lter\en10 e nel mo,.·imcnto di mti6a: ma questi militanti sono Ntti po:.enz:talmcn:tcck q.Jadr., sia per• \'.M .:re-ano net loro spoci!ico i,euor-e la ~::iza e la poi.:::• ~a: de( P, ma anche' pc~hi ~i f,aono .:.ent:-ipromoc:or di ini• ziati\c e qu:1-xf:di nuO\o movtmen10. In wni.:'.1.1:Sionc, ~upe~are· - , iirr.I:i Jd P. d"opinion~ che utilizza i mili:anti o li a:- ti,izz.a solo per d~~ioni. di• battiti in fcderaz.ooe o mani• fc,1,uo.mi organ::r.u1e da al::-i o .t! m~imo pe-r il vol,cn1inag- ,;o i P, d'op.riione e buroaatKo in quanto ~ pochi par• u,cipano. la poli:i..:a la r~ 50lo alcun; funz:io!'la:ie l.a masP ~bi:iccl: - i lim;ti del lm:Oro politi• co /uno solo armnvrso coni·~ gni, cbe in qU#ltO non sono momenti d: \·enf i.:a di un Ja. ,oro concreto non 101'\0 nemmeno momenti di et.boruiooe intcUc:tuak; - i limiti di t.111 P che tft>- ri::.a la stioglimrruo nel mc> vime"ltO ma v:nza porsi il ~ b!cma di u11!iz:zart e gu:dare i propri mi}i1an1j d.a.ndo a quc- ~ti ,:i strumenti con cui cspri• mcrs:1 potiricamcnte. e quindi la:scìand°': allo stato brado. la- .sciandali in preda dcUa egemonia d: ohi fa m()\, itnento. etta o~zniz:zarionc, m<"Ctc .n piedi sl~ri. d) un P. che 5C'n!e permancntementc il b:JOg"'JO cf.: for• man: e costru ,:re - o.t1•~ua1,.i, am<:nte. ideologic.arncnte. ecicamrotc - un ripo di quadro e di nlU.!ante per una ,crategia non rifomi"~!a o n.uion~- popoiarc ma ~·eni',·a, .-itllltinzzion.ale e di ~ruzione cont:nua e jncC!t11ntedel fflO\·:.rncnto e del con:ropo(ereDi qui. per un P. COCTnJ:c. con quota ;.mpost.ll.K>rn:. la neces5:là dì dare ai propri mi)~ 1anù gl: suumen: • e.:mt\CN> cui c,-pnmc~ e porur-e n.-i• ti quella politica: ili ~:n:.:nen• li pe:r ,I mo,,imc-ruo di l?lb:ia. pc:r rc:aborazione teorica e poJiti.:a. per l"c!abor-azi~ e la ,c~fica orpni.zza!i\a eo.: d un P. che , pone il problema del k-g.amee del COOf'· d~amen;.o con le ana!~ esperienze di c:k:m6cra-ziadin:t:a. antiltatuali. an:::.mpetia!~te .:hc \·•nno a,'3Jlt.i nei Pae!-i C,,ilp:tab:J e ne; P&e!-1 i,f"J k>cui contro l"impe:~al:smo; n un P.. c:ondusivamen:e. che non 11'1 utrauo. non au~ ,·erso cnunciaziOffl ,·e~i ma pattcndo dal:c inc:hcaUonie: dalle- p,re3enu che sono nd mo- ,'lmcnto d: ma»a, si feccia eiabora!Of'C e u.rurncnt0 di tKta po!itka di aggre.:OOC permanente e in ogni i)tenza contro ~ potere capitaliltico e statale e cowruisc.a la ,n·ia democratica e na.zìonale al sociali• amo• non attrt\~:"SO l"utili.zzaz.iom cdc:mocratica• del sistema ma dando una sp:!'lta alla c:o5truzionc delle DUO\·c reahà politiche. sociali, organiz:z.a1i,·c del con1!'090't"!'C(poc:crc opc• ra:O. nudcn:C!ICO,popolare cc• oetcn). 4 - come la,uare neUe• 1------------------------------------------ contro le ls:ttUDOni • democnòchc • tPariamcn:o. Consigt:O comunale. enti pubblici. comm&SSioni ,-vie ccc.): cioè as.- .3U.-neodole come una conquista ta:tica dd ll'IO'>'unc:t1otpoeraio e nello stesso tempo la\'oranòoci contro per sUpcranc e ro- \'CSC-i.3r1c? ( ... ) 8 - Democrazia e gestione interna del P. E' un punto me richiodc un ulterìott 18\'0C'O da e1aborazjooe e verifica per C'\i.- tate 913. i pericoli di burocarz.ia {che cioè il P. furi:scacome il PSILlP. proprietà del funzio. nariatol, come anche i pericoii che il P. divenga una ledenzio. ne di: guppi. o oomponcncì, oppure anche i periooli di un P. che a,ita delle idee e dcUc pn> poste ma ooo orpnizzi né al suo intero<>oé tra le rnassc e quindi f-nisce per essere un P di notabHitato e d'opinione. per questo di~- 9 - Qucs:o pa~fo ~ apcno al contributo specifico della Federazione di '1ilano. Definire e particolareggiare i ,-. ri a.,pc1l: di imen...rno e la •· 1i.:-01.a:tionee i compiti delle \"a• rie: Comm:ssioni. Llna articol,az.:.OOC del la\·o.-, a b,·eUo locale rimanda e pre- <oupponc una defini2ionc deUa i.'llpO(tai.ionee an.icolazionc dei la\·cro a ii,·ello della organizza. z.ionc centrale. C06a che • tut• tora è coerente e che noi dowemmo Stitnohl~ con apponi concrtti. Definire con riunioni spcci• fiche i compiti e I.e csper.enz.e (quando ci sono) ddle ,cguenti Commiffloni di eùibornionc e intCT\'C'OIO: al Commisrionc 14'-·oroopc. ralO: in modo pani.colare definire: rappo-to tra ,ruppe, d1 la.,.oro del P. e organisni d! base e di massa. hl Commi.ss.ione lotte )OC:iaE e sul territorio Cideml. cl Com:n. scuola dl Comm.. Loue antisin.a.ionali (magis!nuura. es,en:-~o.poni.a ccc.l. cl Comm. lavoro nelle-contro le ,smurioni sociali: :5Cr"\"1ri sociali. ().Sj)Cdalii, struuurc ,egre,. ganti. carceri ecc. f) Comm. controforma1ionc e cuitura di massa. Jl Fcnnazìooc quadri e fCf'- mazicnc teorica e anahtica d. m..,.. hl Commì,,ionc ~ ~ e autod:fcsa: S.:,n.) IO anni che \'fr¼amo in Italia IOllO b m:ns.ccia del colpo di !!taco, ci:c- . un P. che dice di ,·d.cr corrbattere Stato e si.,.~ema, puO non porsf quC'i,to elt"l'OC"Mar'C' problema de!l'autodi(esa CC\'."! S,o;-!'311UUO-.u quo1i uhim; punti il P. è in g:-a,c ncardo e a li,-dlo ceru~k e loca1.e \'an:-K>p...rò copcr'ti !iC' non ,-orf 3 ~ c--.-.tte un P. r.t da la:- :c né da bna:. un P. oon:!'3t• ditol'"o. m»,ima:!.:s:a. che dic ! a:kl!fle ~ ma non ~:\-8 aj oTT:"anizz.adoe' un P. cod:Su che 1:tSci:1 ad altri (ai ~p~: ec.; ' q~;:o :ipo di imerwnto e orranizzaz.ionc. e , Solo in que~:o modo, at!:".,_ YCt10 qu~:o }a,oro .;-,;,ilegia!e ! t~.;:11:larc.dr'I" ~ (-, ;ctto."'i dt 1 in:e:,,cn:o. è p,o:,,.,!bii?Le~arc o~;:anizza:i,-a-mcnt! tutt" i comp.1$ni -.upcando ao...""hc QUC· ')ti li:mlli che .lhbiarno a rodio di qoaèc. al :·ass.K<fodl .:om;.•ltN che " )ta,..:-anv da! P. o dal Ja,~ ro :u: vl ?('1'\.~ : P roo sa trouri: rJn mpc.v.o ?-i ~ ... u:'\a .:ollo.:azxme. ;,c~.~..é 1 P Jh .:"I.: cdc -....-'o di ;>..1-""k't. ?4!"C' a qua'òe nun·ooe da!la ~aie ocr. ~e n:im:c di ~.;unvo e .:ol ~a!e. E' un li."ll::edel P (t'p\.o occorre J' ., ..... ;, - MILANO - PRENDICE Intervista Per continuare la serie degli incontri con le fabbriche (soprattutto di donne) questa volta siamo andate alla Prendice. Sono le dieci dì sera ed è I un'ora un po' insolita per andare In fabbrica._ in effetti si• mo entrate In una tenda allestita fuori dal canccllì della fabbrica: la Prendice è Infatti presidiata con tuml diurni e notturni. OueS1o incontro toc.ca più che altro (a differenza del primo con la Aros che verteva specificatamente sul problema della donna e della famiglia) i problemi dell'occupazione e di riflesso. per certe situazioni. anche il lavoro a domicilio. Questo non significa certo che le operale della Prendlce non abbiano I problemi dì tutte le altre lavoratrici (doppio ruolo. servizi che mancano. ec• cetera). che emergeranno anche dal nostro dialogo. Il punto centrale di questo incontro è il problema dell'occupazione perché la Prendlc-e è in lotta da tre mesi. Abbiamo parlato per lo più con Piera, la delegata dì fabbrica che ci spiega i motivi della loro lotta. L'azienda ha deciso di impostare una certa ristrutturazM>- ne (che chiama riorganizzazione) per avere un maggior numero di persone che facciano il doppio turno. e aumentarli abbiamo un gran num .ro di donne sposate) non è né glu• sto né possibile. L'azienda dtce che questa è l'unica strada da seguire e inoltre non ci vuole nemmeno dare la garanzia del posto di lavoro. Oui la tat• tica è quella di non licenziar-e nessuno. ma d! mettere le persone in condizioni di lasciare il posto. la Prendice è ferma su!'e sue posizioni: nessun Ucenzi• mento ma neanche una garanz;a Siamo scesi >fl lotta con I ora d: sciopero articolato presentando ne! frattempo una piattaforma dove veniva rieh1esta la garanN1 del ,atano e degtl organici, Il problema della mensa. dell'ambiente di lavoro {aspiratOf'i che funzionano ma• le, alcuni ambienti rumoros,ssimi. cer.o sollevatori d1 pesi. ecc). c'è Il premio d1 produzione da rinnovare. Il primo I~ contro con I rappresentanti dell'azienda è anda:o mate per• ché il padtone ha subito presen:ato obiez100J dj natura formale {voleva presente anche ,I s:ndacato ppovincia!el 11se condo incontro. in cui rranostra piattaforma dO\leva essere discussa la co.,tropar.e ha of. ferto a QCJanto rich:edevamo - di fare più tur:i.1, - d; non chiedere nulla a' meno per u:, a!Y.'1e0 meuo per. eh(§ l'azienda è In cr:si. Dopo questa r,spos:a abbia• mo lntens,fK:a:o la lotta: dato che s amo operai ad economa e qu:nd1 dobbiamo iOOividua!- mente segnare la ns produ1i~ ne. come con~estazione abblarno sm~so d. segnare QUan:o p<"oducevamoe d com1eguel'lza ,a p~oduzone è dtm1nu:a L• 2z erlda ha emesso sub :I'.) '-ln comunica:o def.nendo I 'ega'e a os. ~z11tiva e m n.cclal'ldo d decurtare sz: 1a• o. Pensava:no che la m nacc a • manes~e ta1e ma lmeee cl s:a..,-,o ~'7"'4: I •5 pep cento tn meno nel 'ulhma busta paga. La ns. lotta si à fatta più dura e abbiamo lnlzlato • bloccare le merci finite. decktendo di mandare il lavoro solo aila h• 1ale di Vknercate per non f• re rischiare loro la cassa integrazione Inoltre da più di una settimana pres~iamo la fabbrica a turni. 1t Comune, lnfor. mato della Jotta si 6 offerto come med,atore e la d:rezlone si è dknostrata disposta a sedersi al tavo4o delle trattative. Venerdl c'è stato un Incontro che però non ha registrato alcun passo avanti 3U quanto richiesto la Prendiu dice che se continui&m0 cos1 deve chtuderc (e pòma voleva comprare nuovi macchinari) ed anche se :·az1enda fosse in cnsl non è certo per colpa degli operai perché le ,celte le fa I" azienda e non noi. l"opinione pubblica non aiuta certo la nostra lotta. Oul la gente crede (abbiamo fatto un volantinaggio al mercato e ce lo dk:evano in faccia} che qui s, lavora poco e si guadagna molto: si arriva a consigliare a:1e giovani di fatsl HSumere dalla PrendtCe perché cosi si s,stema bene (le prime assunzioni venivano fatte dietro raccomandazione delle suore_.). E allora è bene far sapere che qui si guadagna. con il premio di produzione. 140.,()()(1 Ure al mese ed Il lavoro, sia per gli uomini ma soprattutto pe, :e donne (che poi a casa lavor► no ancora). è snervante. monotono. tatto In una posizione f,s,a e con gli steul movimenti, la digestione - si mangia in men·ora - è compromessa perd\6 bisogna star sempre sedute: Insomma ~ nostro I► voro non provoca malattie mortali. ma un nervosismo ed un atfat1camento che dura per Mta la vita {lento ma ettk;ace). kloftre c'è una dispersione d: fatica notevole perchll l'az;e!lza internamente ha degf stru• menti di lavoro antiquat: e si è costretti a fare movimenti Inutili, a sollevare 9ros.s: pesi. Il meccanico ad esempio dc• ve fare anche il manova!e, dato che qui I manovali non et sono e cosi si toglie alla gente la possibilità di lavorare porchè un operaio fa poi Il I•• varo d1due. Capita per,,no che qualcuno venga so.speso se si sposta e questo è un assurdo. Il capo produziOne dice che facciamo di testa nostra sceg: 1endo I lavon che sono più a portata di mano. Ma dato come va l'azienda a!l'intemo è umano .che un operaie scelga d fare lavoro più v,ci-no_no" Oomarnbi: C'è differenza dì trattamento economico tra uomo e donna? E il tipo dì lavoro 6 diverso. considerando il fatto che uno sia uomo o donna? Pier-a: Per quanto riguarda il tipo di lavoro la s;tua.zione à abbastanza uniforme e stressante sia per !"operaio che per l'ooera:a Il salario cambia a seconda de'·e categor e e guar. da ca~o n~ 1e ca~ superiori non c è neanche una donna Se: pe~ esemp o le donne fa!'lno !o sre~jo lavoro d1 un uomo ,ono ·n una c,:. tnfe~lore La dl'.)nna po:rebbe ben'ssimo wecia1,na•~' ~a 1~ r:~c~ p:r: d;f.f,. e e pe--chè :, ge~e~e è spo- • In fabbrica sala e la famiglia l'rmpeçna troppo e di conseguenza noo pub appUearsl. L'azienda V\lOle persone che abbiano lo stlmolo di far carriera e secondo il padrone la donna à troppO presente agli impegni famlliart anche con Il pensiero e dr conseguenza è anche un'&ssente1sta. U.P.: C.rto ma è Il s,Mtrone, I• sodati che fanno si che la donne sia mentelsta perché richiamata dal doveri familiari; chi fomlsce alla donna I servizi sociali a tutto il resto? Le donne sono solo un •e.set• cito• di mano d'opera di rlur• va e quasi mal le protagoniste sia sul posto di lavoro che nella società. Infatti per es. si seguono più le lotte degli op&- ral (guardate la Feda, fabbrica tutta dì donne, se ne è parlato un po' e poi basta). Inoltre la donne non compaiono ma.i nelle liste di ~loc.amento, ecc . Piera: Noi abb!amo un es si• gnitk:.atlVO,che ml sta veramente qui'. nel reparto chlm.- co c·era bisogno di un'analista: noi abbiamo una ragazza che sta studiando pe< diventata • nalista e quindi avrebbe potuto benisstmO prendere quet posto e far prati-e.I Però hanno scelto un uomo che Il capo del reparto ,strulrà e • alleverà• come ana!,sta In particolare l'azienda ha seguito per una certi periodo questa Polit~: assunzione di qu!ndicenni per pagarle di meno e sfruttarle quindi meç;no. Poi mentre quindiunni s, sposavano e facevano figli e I' azienda s: trovava più gravata. però le diciottenni non venivano assunte perchè considetate troppo vecchie. U.P.: Come fanno le donne sposate e con figli? Che aiuti hanno? Oui le donne. soprattuno que:ie che fanno , rum,. sono s:anche prima di m,ziare la giornata. Portano Il bambino a balia {costo 30-40.000 lire al mese} perchè di as:lo ce n·è uno solo e b;sogna prenotarsi due anni prima per avere il poS!O. Lo stanziamento previsto dal Comune per g!I asili non e stato ancora usato. Il consiglio d1 zona è nato da poco e ancora non s: e ,n1z1atoa lottare per gl as· ed a:tro. Oomancb: Siete unite nel momenti dì lotta? Si siamo tune mobi ,tate e anche :e • anziane. fanno il picchenagg,o E le impiegate? Scioperano anche loro. ma essendo più • v.C,::in,e alla d1rez1one subiscono in un cer, so senso 11nfiuenza dell'ambiente e a!'IChe se Il padrone non dà più la pace.a sulla spa!-- la s. nota la drtterenza In term,n, di lona tra impiegate e o- ?efl'e Abbiamo anche H caso d1 c:,peraiemagari scatenale che una volta drvenuta .mp1egata. sono ca,,.,biare U.P.: Vostro marito vi aiuta In casa? Risposta: !"I 9ene~e no. non e pci~a-:o. U P • E' stato educato a non • esser portato•? Un operalo: Secondo me il marito dovrebbe avere la pos,- sibllità di mantenere a casa la moglie pe~ non sia costretta ad uscir di ca.sa per compensare il bitancio fami'ia- •• U.P.: E le donne non aposate? ft'lsposta: Ma lo parto di quelle sposate e che ~indi hanno fatto una sce'ta. Piera: A VO.te quando si cfi. scutc certi uomini vengono fuori a dire che per una donna Jo stipendio non e nec;e,.- sano (p,Ml\tlla mantiene K ~ dre e dopo magari Il marito anche se adesso e più raro che le donne s, .sposino solo per s,.stemars1). Secondo me al giorno d·ogg1 una donna spos• ta_ se vuole e potendo stare a casa può uscire da!ie sue quat• tro mura ed interessar,. di qualcosa. U.P.: Non siamo d'accordo su questo punto percha. pur ri• ,;onoseendo il peso di certi lavori stressanti sia per l'uomo che per la donna {e poi que.st' ultima deve ricominciare a casa) siamo convinta che solo un lavoro esterno può socializz.a-. re e politicizura, soprattutto nei momenti di k>tta. Una donna che può rimanere in casa finis.u per occupare il 5UO tempo libero pulendo di più o lavorando ad uncinetto per abbellire la casa. sottilmente incitata daJla pubbUeità e dalla più parte del rotocalchi femminlll. Sono poche, quella che si mettono a studiare; la altre cercano dl non sentire la noia parlando di cose futili ,ai giar• dinetti con la altre casalinghe del quartiere. Fondamentalmente ta ea.salinga è unisolata cM soffre della sua situazione e a volte non vede vie d'uscita concrete. Piera: Si. tutto questo è vero. la casalinga deve fare la casalinga perch' nessuno l'aiuta ed i! lavoro non i ancora una sce:ta vera. ma una necess,ta U.P.: E adesso parliamo del lavoro a domicilio. Esiste qu► Siti realta alla Pr■ndice? Pìera: Sappiamo che anche la Prend1ce fa uso de\ c011ddetto • lavoro nero • e non s.amo d·Kcordo aHatto. anche se qualcur,o dice che per la donna è l"ideale in quanto puo seguire la casa ed mtanto gu• dagnare qualcosa S1 tratta ,nveee d, un vero e proprio sfrut- :amento. lnfatt si verfica Il caso che maga•; per un po" di tempo non danno fuori nessun lavoro e poi dìmprOYVrso pretendono per Il g:orno do(>o un certo numero di peu1 cosl u,. na donna è CO$':Tet~a star su tut:.a una notte_ Il guadagno pot e basso. \io ti operai che portavano a casa il lavoro per le mogli hanno smnso d1 far'o. Comunq..ie qui ci sono uom► ni ciie avendo una !am1gllanumerosa (la mogi e con ptu di due f1g'1d,'Ve -va') fanno loro s:ess1 Il lavoro a dom:c lio opoure a !ri lavCYiper a•rotondare lo ,: pendio

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