L'Unità - anno VIII - n.30-31 - 24-31 luglio 1919

160 lire selle e cinq anta di doganaIli .. pagala dal tlfir,i,s/ero della Afarù,a. (Dal Giornale del Popolo, 7 giugno). . .. Fino a 26 di maggio non era possibile agli stabilimenti che ne avevano bisogno, ot1'!nere dal governo la consegna di qualsiasi quantità di rame. Un decreto in quella data consentì le consegne. Un industriale, di Genova, fece richiesta della quantità occorrentcgli e ne ebb; il con– senso scritto del Ministero. con tanto di let– tera ufficiale. La partita importa,·a oltre due milioni. Non restava dunque che pagare e ritirare la fornitura. Il che l'industriale si affrettò a. fare. Ma la persona preposta a questa gelosa e complicata mansione di riscuotere due milioni e di con-.egnarc la quantit;ì di rame segnata nella lettera ministeriale, disse cli non saper nulla cli nulla e di 1:on poter nè ritirar da– naro nè consegnar merce... ptrchè il decrdo a6 mt1J!g1'o111m gli era a11corasin/o tomwui:nlo .' - Ma - ribatteva l'interessato - tutti i giornali lo pubblicarono. - Sarà: ma a. noi non è ancora stato co– municato. Da questo deplorevole andam~nto di cose tleriva: ,• che '1' industria è gravemente danneg– giata dalla mancanza del metallo; 2• che il Governo perde ogni giorno l'interesse d1 L. 185 - al 3 per cento - sulla somma che non ha voluto percepire. Ma la burocrazia è a posto, perchè il de– creto non le è ancora stato sottoposto. (Dalla Tribu11a, 18 giugno). {I Ministero <legliapprovvigionamenti acqui– stò dalla amministrazione militare inglese 4200 tonnellate di patate ad un prezzo bassissimo. Le patate arrivarono su due piroscafi il 18 ciel mese scorso. Il 20 erano tutte scari– cate e si trovavano sulle chiatte pronte ad es– sere spedite. La spedizione però tardava perchè si era in attesa dell'inviato del Ministero che doveva constatare la condizione delle patate. Le quali intanto marcivano esposte come erano a tutti gli scherzi della natura. Solo il 29 arrivò l'ispettore ministeriale. Costui stette qui tre giorni. Guardò, ri– guardlJ e se ne parti assicurando che da Roma avrebbe telegrafato ordini. All'atto della partenza l'ispettore aveva autorizzato che si iniziasse la vendita delle patate a qualche ente pcrchè le rivendesse a prezzo basso. Dopo alcuni giorni, poichè dal Ministero non arrivavano disposizioni, si telegrafò solle– citando; e allora venne perentori~ l'ordine di sospendere la vendita, perchè il Ministero do– veva stabilire la reale condizione delle patate per poterne effettuare il pagamento. Così fu sospesa la vendita! ~E la rimanenza delle pa– tate - se ne erano venduti soli 6oo quintali - fu relegat l nell'ultimo piano del capannone A, a Ponte Parodi, dove tranquillamente finiscono di ma~cire. Siamo - bisogna notarlo ai 19 di giugno - un mese preciso dall'arrivo delle patate in porto! Un'altra dello stesso Ministero. Un giorno arrivò una forte partita di salmone in scatole. Come al solito fu immagazzinato e messo a... diventare vecchio. Diventò tanto vecchio che marci anche. Ma niente paura. Si presero le 1500 casse di salmone, e si deposit.arono sotto il voltone del deposito franco in Darsena. Naturalmente il salmone andò di male in peggio: le scatole si ruppero e la nauseabonda broda spande tutto intorno un odore pestilenziale. Si protestò. Le proteste furono energiche· Provvidero forse i dipendenti del Ministero ad allontan 1re almeno quella robaccia mar– cita? Nemmeno per sogno. Alle 1500 casse di salmone ne aggiunsero olla di tonno, che in putrefazione non la cedeva certo al primo. Cosi il fetore è enor– m.e e sì tira a vanti. (Dal Pop,lo d' flati«, 21 giugno). L'UNITA La lega delle Nazioni e le minoranze nazionali L'articolo sulle minoranze nazionali apparso nel!' Unità dcll'8 giugno e in cui si esprime il con– cetto che, per mez1.o di speciali commissioni, la Lega delle Nazioni possa intervenire non solo a tutelare le minoranze nazionali nei nuovi S~ati, specie nel loro periodo d'infanzia, ma ancora a risolvere questioni del genere in seno a Stati presistenti alla guerra, solleva una delle più '..!raviquestioni circa il modo d'intendere la Lega e la su:t possibile evQluzione. Una cosa può affermarsi senza tema di smentiti: nessun Governo, che ammettesse nella Leg'.l il diritto ò' inter\'enire nella que– stione dello status dei Negri negli Stati Uniti del Sud o nella questione irlandese, avreb~ in America o nell'Impero Britannico venti– quattro ore di vita; e ciò anche per opera di passione e partiti favorevoli alle più audaci so– luzioni interne di tali questioni, e non avverse a che, esaurito ogni altro mezzo, su questioni e punti ben beliniti in anticipo e di comune accordo, le parti interessate possano talora chiedere il consiglio o l'arbitrato della Lega anche su questioni interne. Le ragioni di tale opposizione sono molte, ovvie e fondate. Anzitutto le cosidette minoranze nazionali non sono sempre omogenee e sono spesso fluide; sono spesso suddivise in partiti accani– tamente ostiti l'uno all'altro, i cui intenti non sempre sono chiari ai loro stessi aderenti. Come distinguerle da partiti ordinari e dar loro rap– presentanza di cui esse siano soddisfatte? Nei loro riguardi i terzi, estranei ai senti– menti locali, rischierebbero di cadere in errori, come quello di Wilson circa Fiume, aventi per possibile effetto di accrescere invece di eliminare le difficoltù. V'è poi il pericolo che tali terzi non sieno sernprC onesti, e sfruttino l'esistenza di tali minoraor.e e frazioni di minoranze per disin– tegrare lo Stato, in cui esse sono incluse, spc– ciahnente nei casi in cui tali minoranze, come spesso avviene, siano \utt' altro che ragionevoli e accomodanti. Che vi deve essere, ad ogi1ì ,Il~ mento, dubbio quale sia il potere sovrano, a cui e :tlle cui leggi tali minoranze debbano obbe– dienza: e deve assolutamente essere escluso il pericolo che esse siano incoraggiate a riguar– dare la Lega come un potere rivale con quello dello Stato, cui appartengono. E qui , eniamo al modo d'intendere, il prin– cipio della sovranità e delle sue limitazioni. Altro è che i varii Stati esistenti si accordino tra di loro su di un certo numero di norme, suscettibili di indefinita espansione e che in corso di tempo la Lega, che è al suo inizio un accordo di volontà statali separate, arrivi ad avere un tal codice comune da equivalere alla costituzione d'un Superstato; ed altro è che fin d'ora la si cor.cepisca come un Superstato, ficcanaso universale, di fronte a cui tutti gli Stati sian fin d'ora nelle ::ondizioni di provincie verso un Governo sovrano. Nessuno Stato moderno e l'America meno di tutti, è disposto a tanto; ed è assurdo pre– telldere che tutti gli Stati europei siano di– sposti 'a rinuncie di diritti, a cui non s~no stati fin qui disposti, ad esempio, i Domini autonomi britannici verso l'idea della Repub– blica Britannica, nostante la comunanza di origini, di lingua, di istituzioni, che li caratte– rizza. Sopratutto è assurdo P!etender ciò pro– prio ali' indomani immediato di una guerra, che ha naturalmente ovunque e specie negli Stati nuovi e men vecchi accentuato tempora– neamente il sentimento nazionale, L'l Lega è per ora tutto ciò che può es– sere: una Conferenza di Governi con Governi per mantenersi in contatto, per rivedere perio– dicamente la situazione politica, eliminar ma• !intesi, corregger trattati, cooperare ovunque è possibile. Richiamo l'attenzione sull' espres– sione Co11/ere11za di· Governi con Governi, perchè la cosa è indispensabiie a intendere la vacuità della critica di chi dice che non è una lega di popoli, ma solo di diplomatici. La Conferenza è una Conferenza di Go– verni, responsabili ciascuno a' suoi elettori per mezzo del suo parlamento: essa non è quindi un Gabinetto e un Governo essa stessa. con neo potere esecutivo. tranne che ove e quando sa di avere con sè detti parlamenti. Un tal potere esecutivo potrà col tempo diventare responsabile ali' a~semblca dei dele– gati dei vari Parlamenti, scelti io ciascuno con criteri di rappresentanza proporzionale fra i vari partiti; ma ciò dipende dal progresso nella formazione di una opinione pubblica comune ai varii Parlamenti. La Lega può divenire Lega di popoli, solo se i popoli così vogliono; e i popoli non possono agire che per mezzo di rappresentanti plenipoteoziari periodicamen– te rinnovabili. Può darsi che l'opinione pubblica dei varii popoli sia immatura o in diverso grado di ma– turità, e che i criteri e i metodi di scelta di deputati e Governi siano imperfetti, e che la Lega nella sua attuale costituzione rifletta tale immaturità e tali imperfezioni. i\la appunto per questo essa è ora tutto ciò che può essere nel suo forte e nel suo debole: e per ora essa non è - e dev'essere ben chiaro che non è - il potere sovrano. Volere imporle questo carattere vuol dire mandarla a monte, perchè v'è un punto oltre il quale l'opinione pubblica d'ogni Stato pre– ferisce esser padrona del proprio destino, an– zichè ammettere intrusioni nelle sue cose da parte di e~tranei, spesso ignoranti e anche più spesso invidiosi cd ostili. V'è un punto oltre il quale l'esistenza di impegni diviene un peso intollerabile e causa di più attriti che non ne elimini, specie nei popoli' pili insulari, più lon– tani o avvezzi a costitu1.ioni non scritte e in gran parte consuetudinarie. Si può ammettere che sia un bene che l'opinione pubblica dei vari Stati abbia - cd ha di fatto - grande e crescente inAuenza, specie se operante con tatto, riserva a co– noscenza di cose, anche su questioni interne d'ogni Stato; e nel medesimo tempo si può ritenere che ~ia un male e un pericolo - tranne in rarissimi e specialissimi casi - in– tervento di Governi o di leghe di Governi in dette questioni. Ad esempio è bene che l'opinione pubblica interna1.ionale prema su quella britannica a favore d'una soluzione del problema irlandese, che almeno mostri, pur se inefficace, che il Par– lamento britannico ha fatto tutto il possibile: e sarebbe anche meglio se tale pressione fosse più intelligente; - ma sarebbe un male fare come fa il Senato Americano, che per aver voti onrle sconfigger Wilson, vota ordini del giorno: perchè il rcsultato è che in I.nghil• terra molti già dicono all'America: badate a non provocarci a suscitar la questione dello status dei Negri negli Stati del sud, ove nono– stante la guerra di secessione e la co~tituzione, essi non sono ammessi a votare e sono lin– ciati e bruciati vivi senza misericordia! Simil: tattiche non solo creano cattivo sangue tra i popoli, mrt hanno per effetto di rendere anche più difficili, accoppiandoli, problemi che. se– paratamente e presi F un dopo l'altro, sono più facili. Io sono del parere di quell'indubitato radi– cale che era John Bright, che le minoranze han– no un solo diritto: quello di diventar maggio– ranze, se possono; voglio dire che hanno di– ritto a libertà di riunione, di associazione, di stampa, di culto i ma esse devono ricordarsi di essere minoranze, parti di un tutto, respon– sabili a un tutto; hanno diritto ad essere ri– spettate e non perseguitate, ma anche il do– vere di rispettar~ le maggioranze. Non v'è nessuna ragione perchè Polacchi, Tedeschi, Ebrci,Jugoslavi, Itiliani non debbono rispettarsi nei loro territori nativi a popolazione mista, come si rispetta1w, ad es., quando vivono negli Stati Uniti: ne~suna ragione tranne il desiderio di sopraffarsi: desiderio che non può essere tenuto in freno che dalla certezza che esiste una forza superiore a tutti e capace d'imporsi a tutti e di creare l'ab,tudine del rispetto alla legge e poi il senso che ciò è a comune vantaggio. La Lega non può che in rarissimi casi e solo temPQID,neamente essere una tal forza. V'è anzitutto la questione tutt'altro che ri- solta della organizzazione delle sue forze mi– litari. Per di più, essa è tuttora nella sua in– fanzia: per compiere la sua funzione, ad e--. nei Balcani, dovrebbe tenervi un esercito per– manente non sprege\'ole: non parliamo poi di certe parti dell'ex lmpero Russo cd Ottomano. In altri termini dovrebbe agirvi da potere so– vrano, nel mentre non lo è. Noi non sappiamo punto se e come essa potrà funzionare, tosto che Germania e Russia vi sarannno ammesse. Noi non sappiamo nem• meno se l'America non se ne ritirerà. Se• non si vuol uccidere la Lega, guardia– moci dall'addossarle ~empiti forse superiori per ora a forze umane. Ad ogni modo altro è che la Lega inter– venga all'inizio dd proce--so d'esistenza e cli educazione politica di Stati nuovi, nel quale caso non si offende alcuna vigente tradizione: ed altro è farla intervenire entro i confini di Stati \·ecchi, che hanno lunghe e forti tradi– zioni nazionali e liberali, che sono tra gli Stati politicamente più liberi e maturi. In quest'ultimo caso l'intervento da parte di altri Stati, che ai primi sembrano imm:tturi, che spesso lo sono, e la cui moralità politica è spesso di as:oxi.i dubbia lega è, lesivo di spie– gabile e legittimo orgoglio nazionale. Chi può concepire, ad es., che il Messico, la Bolivia, il Nicaragua o una Russia bolscevica o la Ger– mania d' Er1.bcrger possano essere per un mo– mento tollerate come arbitre in questioni in- 1erne co!>tituzionali inglesi ed americane? li diritto d'autodecisione non esiste solo per le minoran1.e; e quando minoranze e mag– gioranze hanno vissuto a lungo assieme, ac– canto alle diverg('nze vi sono convergenze che non son men reali pc! fallo che si fa chiasso solo intorno alle prime: convergenze il cui peso può esser valutato solo da elementi lo– cali. E con che criterio poi decidere se tal cosidetto diritto d'autodecisione va applicato a regioni, distretti o città? È chiaro che ognuno invoca l'applicazione più favorevole a che il suo gruppo conservi o acquisti premi– nenr.a sugli altri ! Per di più tal cosidctto diritto oggi lo si chiede per territori e scuole, domani lo si c~hiederà per tariffe, dopodomani per leggi d'immi.rrazione o di fabbrica, cd è ovvio che per questa via si va al <J.iritto cli secessione d'ogni minoranza malcontenta e all'Europa in pillole e in continue guerre bal– caniche. Si capisce che sul Continente e in ltalia. come appare da certi giornali, \'i sia chi de– sidererebbe un simile sviluppo nel mondo an– glosassone. Ma per la stessa ragione si capisce che negli Stati Uniti e nell'lmpero Britannico nessuno voglia saperne di una Lega, che sia un superstrato capace di condurre a tali effetti, checchè ne dica qualche giornale ultraradicale semiquacquero. Molti sono disposti a cooperare a un pro• cesso, che approdi eventualmente anche a un superstato, che s'aggiunga come integrazione agn Stati attuali ed esprima la loro vol01ttà comutu: ma non sane punto disposti a coo– perare a creare un supcrstato, che implichi subordinazione o mutilazione del loro modo d'intendere la vita politica e delle condizioni di vita e di sicure1.za , a cui sono avvezzi: che sono le loro massime certezze, che hanno dietro di sè secoli di esperienza, che hanno evocato ammirazione e imitar.ione nel mondo intero, e che hanno reso al mondo intero immensi servigi, e che ora dovrebbero essere sottoposte all'arbitrato di Stati stranieri in diversissime fasi d'evoluzione politica, inca– pa0cia sentire il peso delle cose, che a Inglesi ed Americani hanno il massimo valore; Stati che spesso son loro ms1d10s1e ost1h La clausola dell'unanimità nece~saria alla va– lidità delle decisioni della Lega esprime questo fatto: gli Stati associati sono disposti a coopera– re, ma non ad obbedire ogni decreto di maggio– ranze. Ne;i:•mnafinzione giuridica d'eguaglianza di ,·oti può togliere l'esistenza del fatto, che vi' sono ~rere d'azione, entro le quali nessuno Stato che si rispetti ammetterà mai che il peso d'altri voti sia maggiore del suo. Per ogni Stato come per ogni individuo vi sono cose, in riguardo alle quali il miglior modo di :servire l'umanità t! di servire, anche contro la maggioranza degli uomini, l'ideale. d' uma– nità cui la sua e,:,perienza Pha condotto. Fra queste cose ci sono anche i rapporti

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