L'Unità - anno VIII - n.30-31 - 24-31 luglio 1919

oli~archica, che l'Unità va continuamente de– nunciando, e se gli autori del decreto legge fossero sinceramente animati dalla intenzione di estendere il beneficio delle pensioni a tutti i salariati agricoli. Ma sta il fatto che il contributo annuo dello Stato è preveduto, nella relazione che accompagna il decreto legge, a soli 50 milioni annui pel prossimo decennio. Cinquanta milioni annui, a roo lire per pensionato. <limno meizo milione di pensionati: cioè la metà di quel milione di operai~ che vive nelle industrie; cioè gli operai della grande industria, per il conln'– b1110 loro e dei padrom· facilissimo a orga11àzare Quando i jo milioni stanziati per i privilegiati della nostra legislazione sociale saranno stati impegnati tutti, allora la legge sarà lasciata cadere indisuso, com'è avvenuto delle leggi per il lavoro delle donne e dei fanciulli, per il riposo festivo, per 11 istruzione popolare, ccc. La legge sulle pensioni alla vecchiaia, in– sonma, non è che una legge per le assicura– zioni operaie. È una nuova legge di privilegio, che si agg-iunge alle antiche. Ed è necessario che sia riformata. Per lo meno è necessario che s1provveda al piò presto alla compilazione del regolamento, in attesa del quale gli operai industriali, che del regolamento non . hanno bisogno, avra1mo tutto il tempo comodo per « requisire )lo i 50 milioni disponibili. E alla compila1.ione del re,::::olamentodebbono essere chiamate a collaborare persone che conoscano a fondo le condizioni reali del proletariato agricolo meridionale, affinchC per opera di queste i! regolamento possa correggere i difetti della legge. A dire la verità, noi non sappiamo vedere quali p1oposte veramente efficaci si possano affacciare per eliminare i gravi inconvenienti del sistema: forse l'unic..::rimedio sarà, per ora, quello di sostituire ai versamenti quindicinali versamenti 'giornalieri, da farsi sul mercato stesso al momento in cui i lavoratori sono in• gaggiati per il giorno successivo. Ma, comun– que, è indispensabile che i rappresentanti più intelligenti ed esperti degli interessati siano :.ubito ascoltati. Se essi riconosceranno che si possono proporre dei ~imedi coerenti e questi saranno sinceramente accolti ed attuati, si può ancora sperare che il decreto valga effettiva– mente per tutti. Jn caso diverso, non resta altra via di uscita che invocare la revoca im- mediata. GINO Luzz4no. Numeri di otto pagine Anche questo numero è di otto pagine, come quello della passata settimana. In compenso non pubbli– cheremo Il numero della prossima settimana, e ci riserviamo di fare altrettanto per un numero del mese di agosto È uscito il 3' degli OPUSCOLI DEL– L' "UNITÀ": La riforma burocratica e,uscolo di pag. 64. È opera di un gruppo di impiegati e tocca Il problema forse prin– ct,alc di questo critico momento. Tutti in– sorgono contro la burocrazia, ma soltanto chi vi è addentro può conoscere le vi.eper rimediarvi. L'opuscolo è stato vivamente elogialo dal prof. Luigi Einaudi in un arti– colo del Corriere della Sera. Contiene ma– teria di un volume, ma per la sua agile forma si legge con facilità e rapidità. Costa soltanto 70 centesimi. Inviare vaglia a LA VOCE, Trinità dei Monti, 18 - Roma (6). I due primi opuscoli de/I'" Unità,, sono: 1.· CLEANTOBOSCOLO, La rappresentanza proporzionale, ceni. 30. 2.• LEGA DEMOCRATICAPER IL RINNOVA– MENTODELLAPOLITICANAZIO><ALE, Che cosa vogliamo, ceni. 20. Di prossima pubblicazione il 4' opuscolo: ANTONIODE Vrri DEMARCO, Problemi del dopo guerra. L'UNITA e pensioni vecchiaia Protezionismo per la Più volte noi abbiamo affermato nell' Omtà che esiste un'entente cordiale fra i condottieri del socialismo e delle organizzazioni operaie, e la grande industria prote1.ionista: base di quell'accordo è l'impegno reciproco, che << 1 « deputati socialisti si asterranno dal combat– « tere sul serio le nuo,.e tariffe doganali pre– « parate ad uso e consumo del protezionismo « industriale, e i deputati del protezionismo « borghese aiuteranno i deputati del protezio– « nismo proletario ad ottenere una legge per « pensioni di malattia o vecchiaia, per i' soli « operai i,ulus/rialt~ col contributo dello Stato, « cioè a spese dei contadini, che paghereb– << bcro il costo della nuorn :egge sociale con– « tiuuando a rimanere a bocca asciutta>> ( Uni– tà del 4 novembre I9Ii)· • gran parte del proletariato rurale e la « quasi totalità delle donne, il cui contri- « buto di lavoro sociale si esplica entro la « nicchia delle pareti domestiche ». Gli autori del decreto-legge, dunque, sa– pcvan l quel che fa evano nell'adottare i! si- stema dcli' assicurazione obbligatoria e del triplice contributo: volevano es ludcre di fallo dalle pensioni i piccoli proprietari, i braccianti, le donne non assorbite dal lavoro industriale, volevano pagare al Partito Socialista e alla Confederazione del lavoro la mercede della complicità col protezionismo industriale; vo- levano costruire una nuova macchina per pom- pare cinquanta milioni all'anno a tutta l' Ita– ia per versarli, al solito, nell'Italia· settentri<J– nale. Parteciperanno al nuovo bottino, fra le classi agricole, i mezzadri dcli' Italia centrale, gli obbiigati del Lombardo-veneto, e i brac- danti emiliani org,rnizzati nelle cooperative socialiste o repubblicane. Le classi agricole del .Mezzogiorno,della Sicilia, della Sardegna, rimar- ranno, ancora una volta, a guardare e a pagare. 159 Noi richiamiamo vivamente l'attenzione dei nostri lettori su questa ingiustizia che grida vendetta. Il Governo degl' industriali proteziunisti, d'accordo coi condottieri del Partito Socialista e delle organizzazioni ope– raie. ha fatto credere di voler pagare, con le pensioni alla vecchiaia, un debito nazionale contro i soldati, che hanno fatta la guerra. La realtà è che i contadini, che sono stati in trincea, e spcciahnentc i meridionali, sono messi in condizione da non poter utilizzare la legge se non con estrema diffic~ltà; vice– versa gl' Imboscati delle grandi industrie go– dranno ancora una volta i vantaggi della nuova leg;e sociale. Siffatt~ mostruosa iniquità non deve es!:>ere permessa. Uno degli argomenti fondamentali del\ 'agitazione elettorale del Mezzogiorno nei prossimi mesi, deve .essere dato dalla critica della legge sulle pensioni e .::lall<lprotesld contro i ~ eputati, che hcmno consentito que– sta infamia senzaprolcstare. \ Contro il prott!zionismv industriale, per le pensioni della vecchiaLt a tutte le donne, 3. tutti i lavoratori, a tutti i piccoli proprietari! Questa do\;n.:bb'essere la parola d'ordine per la prossima battaglia nelle popolazior.i ru- L' Ur-TTA. l deputati socialisti e la Confederazio:1e del lavoro - salvo qualche onesta puntata antiprotezionista dell'on. Modigliani - hanno mantenuto lealmente l'impegno di non con– trastare il protezionismo industriale. Anche i tumulti contro il caroviveri, come spiega otti– mamente il Lolini, sono uno dei punti diver– sivi dietro cui il « proletariato evoluto e co– sciente » è lasciato distrarsi da chi dovrebbe nel protezionismo industriale indicare la mira, contro cui rivolgere i colpi. Ed ecco che il Governo, in rappresentanza degì' industriali protezionisti, ha mantenuto i patti; ed h;:i largite le pensioni per la vecchiaia ai soli Il Governo burocratico operai della grande industria ! Solamente, non ha osato rivelare sfaccia– tamente l'infamia. Si è data l'aria di dare le pensioni a tutti, ben sapendo che il boccone sarebbe stato inghiottito da alcuni. l Durante la gperra la nostra marina diede un rendimento ben misero, causa la lentezza dei vi;o-gi compiuti in convogli e in mezzo a pericoli, ma sopratutto per la pessima gestione delle navi e dei porti. Un malinteso sistema di requisizione, e il sistematico rifiuto di indennità e rimborsi spin- geva i vapori a imboscarsi. Utilizzazione pes- sima, lunghe soste nei porti, incerte disposi- zioni circa i viaggi e le caricazioni. Così è che le navi italiane' adibite esclu- sivamente ali' importazione in Italia, aventi un tonnellaggio di circa 800.000 J'. d.. w., riuscivano a trasportare appena T. 2.250.000, mentre le navi inglesi adibite allo stesso sco- po per un tonnellaggio di 1.300.000 T. d. w. Fino da quando si ·cominciò a parlare - prin a della guerra! - delle pensioni alla vecchiaia col metodo del triplice contributo, l'Unità protestò che si preparava una inde– gnissima truffa a danno dei contadini e a fa– vore della solita oligar,fhia operaia, che dà i voti ai deputati socialisti .... rivoluzionari e non rivoluzionari. « Se si vogliono dare le pensioni trasportavano tanta merce per T. 6.000.000. « a lulli i lavoratori _ noi spiegavamo nell' l'- - Abbiamo quindi per le navi italiane meno di « nità del 2 6 d!ccmbre 1913 _ non è affatto 3 viaggi all'anno 1 e per le navi inglesi quasi 5. Le navi italiane in riparazione e comunque • necessario creare una nuova mastodontica « impalcatura amministrativa pel conteggio dei « contributi di tutti i padroni e di tu/li i la– << vorntori. Que.;ta impalcatura già esiste nel– « l'attuale sistema tributario, senza che ci sia << bisogno di metterne ~u un altra per questo « scopo speciale. In altre parole, alle pensioni « per tutti, u veramente si vogliono per tu/11: si « deve provvedere importandone la spesa sul « bilancio generale dello Stato, cosi come si è « fatto in Inghilterra. Per parlare di triplice « contributo, bisogna avere in fondo al pen– « siero. un piccolo, anzi un grosso sottinteso, « che non si ha il coraggio di metter' fuori a « un tratto, ma che aspetta il momento op- inutilizzate arrivarono generalmente a circa T. d. w. 110.000, cioé quasi il 15 °lo del tonne!• laggio da carico: le navi inglesi non impie– gate erano circa T. d. w. 19.000, cioè appe– na 7 °Jo. Si calcola che il 30 °/ 0 dei minori rendimenti del nostro naviglio ed il 40 °/ 0 delle perdite sia dovuto alla cattiva gestione statale. Il danno è di parecchi miliardi; in certi momenti fu compromessa la resistenza del paese, e si contribuì potentemente al rincaro. Ora, a guerra finit1. 1 se la nostra marina fosse libera e i porti funzionassero a dovere, nè vi fossero ritardi all'estero nella carica1.io– ne, dovuti alle formalità da compiersi per i << portuno per rivelarsi. Chi ùwoca le j)e1tSio11i permessi d'importar.ione in Italia, le navi ri- « col triplice co11lnlmlo,pensa ùz cuor suo di « dare le pensùmt~ non a lutti i lavoratori~ ma « a tm de/e,-,mi1ato gmppo di lavora/ori. Sola– « mente in questo caso, infatti, si capisce la « necessità del triplice contributo: trattandosi « di un privilegio, che si concederebbe a un << gruppo speciale di beniamini, non si potreb– « be mettere tutto l'onere del privilegio a ca– « rico del bilancio dello Stato, ma si invite– « rebbe lo Stato a contriLuire alla spesa sola– « mente per un terzo, e il resto lo metterebbern « in parti_ eguali i padroni e i lavoratori iute– « ressati. E i beniamini sarebbero, natural– « mente, gli operai delle industrie, che sono « i meno numerosi, e si possono perciò con– « tentare un minore aggravio del bilancio. E « i lavoratori dcli, terra rimarrebbero esclusi « anche da questa nuova conquista, e ne pa– « gherebbero le spe!>e». « Fidando soltanto sulla assicurazione ob– « bligatoria - spiegava alla Camera dei de– tati nel dicembre del 1913, l'on. Sonnino, che poi, nel dare il suo consenso al recente de– creto legge sulle pensioni coll'as~icurazione obbligatoria si è scordato di quel che aveva spiegato cinque anni prima - « fidando sol– « tanto sulla-assicurazione obbligatoria, si la– « scerebbero fuori coloro che vivono di la– << voro saltuario e non organizzato, come neo wrnerebbero al rendimento normale di 7 viag– gi almeno dalP Inghilterra, 5 viaggi dal Nord America, 1 dall'Argentina o dalle Indie. Si obbietta che le navi libere cercherebbero noli piò lucrativi allont~nandosi dai traffici con l' llalia. A questo asserito inconveniente si po– trebbe riparare facilmente, obbligandole, se ne– cessario, come proposero gli armatori, a viag– gi da e per l'Italia. 1 Intanto, coll'attuale sistema, seguitano le perdite di miliardi all'economia nazionale e le difficoltà negli' approvigionamenti. La soppres~ione dell'ingerenza governativa permeherebbe di realizzare notevoli vantaggi relativamente alle merci. Ancora oggi co11H– nua110ad .1rn'v01·e mum"ziOni e ma/erti, prù11e JMr munizioni, che pare siano state comprate dalle nostre missioni militari all'estero: si spreca così per tali trasporti un notevole tonnellag– gio, e non si pensa a tentar lo ~torno di tali acquisti o magari l'abbandono della merce ai porti <l' imbarco. E le qualità acquistate? ed i cali? Tutti sanno degli stocks andati a male. e delle der– rate inservibili e scaden · i. l\leno noti SQno gli enormi ammanchi per centinaia di milioni di lire riscontrati in molti materiali, quali prin– cipalmente i legnami e le ferramenta. (Dal Corrie,e economico) FEDERICO R1cc1. • * * Nell ) scorso febbraio la Direzi, ne delle Costruzioni navali del R. Arsenale di Spezia metteva in ,·endita una grossa partita di su– ghero (quintali 5500 circa), invitando alla gara diverse ditte locali e forestiere, che vi parte– ciparono offrendo dalle lire 3 alle lire 4 il quin– tale, lenmdo co11/odel dazio doganale di cui era gravala la merce e delle gmvissime dijjicoltd e sj)lse che avrebbero incontrale ~r poter asportare dal 'Arsenale tonia roba in soli giomi trenta ac– cordali dai capitolati d'one,·e. Questa prima gara però, non si sa il per– chè, non fu aggiudicata ad alcuno dei concor– renti. E ne fu indetta una seconda alla quale prese parte fra gli altri, certo Manera di Cor– nigliano Ligure, il quale non era stato invi– tato, e offrl lire sei il quintale. riseroa11dos1· di stabilire in seguilo le condizioni del ritiro e del pagamm/o della meru. La Direzione delle Costruzioni navali, non potendo aggiudicare l'asta in favore de~ Manera perchè la sua offerta, pur essendo h più vantaggiosa, non era regolare, indisse una terza gara alla quale, naturalmente. fu invitato il Manera. In questa terza gara i prezzi salirono fino a L. 8,25 il quintale per offerta presentata dalla ditta Nediani Aurelio di Ravenna e l'aggiudicazione doveva essere necessaria– mente sua. Passarono alcune settimane e fra la sor– presa generale dei concorrenti (meno del ~fancra s'intende) si seppe che il sughero era stato ceduto al sig. Manera per il prezw di lire selle il quù,tale l l 1 Ma non è tullo. fl Afùu"slerodella 1lfarti1a /Jrese a suo can'co t"/ dazio doganale, pagando a qu~llo delle Finanze lire cinque oro, corrispo,,denli a lire 7.50 per ogni quintale di sughero ceduto a /,re selle con un danno per le Finanze dello Stato di oltre 40,000 lire per sola dogana, a bencrilcvo del sig. Manera. Ma non basta ancora. Il :\1inistero e la Direzione delle Costru– zioni navali o tutti e due a;;sieme, non si sa, accordarono ::d Manera o/Ire quallro mesi di tempo per rilfrare t"/ materiale dall'Arsenale, pennettendogli inoltre di fare il lavoro di scelta e classifica nelle tettoie dove ~i trova, e accordandogli nel con/empo 1"/ venti per cento di abbuono sul peso, per l'umidità contenuta nel materiale o che si presumeva contenesse nel febbraio quando la merce era ancora tutta bagnata. Ora il sig. Manera sta lavorando a scio– rinare tranquillamente quel sugheto al bel sol primaverile, spedendolo di mano in mano che capitano i compratori!!! come nella propria bottega a prezzi altissimi, senza accordare s'intende il venti per cento di abbuono sul peso, e facendo osservare agli acc1uircnti che a lui il sughero costa Hre selle ,"/ quintale più

RkJQdWJsaXNoZXIy