L'Unità - anno VII - n.36 - 7 settembre 1918

• 178 quebl'orrore? Dopo over tanto lottalo, dopo aver 1.1.rJtosofforto, dopo aver tanto contribuito alla viLtori11, coinune, è questa la posizione che l'oo. 8oonino prepw·a nll 'Italia pel momento della puce? Mo a parte questo p1'Qj)Jema inattuale, non san\ urnlc dimenticare che ta questione clcll'Adrialit'o, , imanenclo insoluta anco,·a, continuando a suscita- 1·0 pole111ichevelenoso, produce quesli erfetli " ùu– r·nnto la guo,·rn »: a) disor•ienla in A'\1$I, ia mollis– simi slavi del partito unitai;o e antiaustriaco nella lolla contro gli /\bsbur-i:o, e rallorza la com1)aglne 1lell'A11slrìa; b) conscrJle al Governo austriaço cli eccitare contro di noi i soldati slavi in una guerrn, cl,e può presentare loro come guerra d'indipenden– za nozionull', cit'~ produce una vera e propria u inu~ lito strage» di no;:tri soldati; e) impedisce ogni ve- 1·11 e prop,•in coorclin:11.Jone cli srorzi militari rra l'llalin e gli alleali nell'Adriatico e sul fronte i– lalinno e l>alcnnlco, e specialmente (1·a L' Italia e !lii 111n1·,-ican'i. Qualo accec,unento lur.icsto impedi– sce, non nlla slampn cnvnlli.nn , rna ai rcdeli del– l'on Sonnino cli vedere qnnsto verità larnpnnti, cli r11i l11lli pnrlnno, e nei paesi nemiri, e nei pMfii nllcnli, e nei parP.i nculrnli? l"orsr un accordo diretto fra Ttalia e Serbia è clivonrd,o impoP.sibile in consoguem.a. d9gli errori comn,N,qi da ontrnmbc le -pnrti in quattro anni di Accmpio!(gini. i1n ciò non toglie che l'Jffllia non d<-bh11, ripornre, non ,ippena il buon senso ricsm, n pC1notrnrc in l)Ufllcho modo alla. f'ornn,lln., all'or– rore commesso nel 1 Olii ignorando la Serbia nelle lt·attntiv(' cho Cl)ndll~Sl'l'Onll'nccordo di T,ondra. T. 'Ttnlin d/\vr cominoinro dnll 'offrire un nooordo « n 'hase di equità» alln. Srrbia, rappresentante morale di tutti gli sin.vi del sud, /1.Ccordocbo la Serbìr, non poP.~n. n. « il>nAe ai eqnith" rifiutare. Se, l'accordo nvvicne, tant.<) meglio: non r!'ste,·ò chn invitnro tutti gli nltri nllrn.ti n. pr<'nderne atto .• So In. SC\1,hin rifìutcrn, n.llora l'Ttnlia. nvrn ncqnistnto il diritf;o di trnttnr<'. « P.omprr n ba.se di Ol)uitll "• non più ron gli sin.vi , ma « sul conto» dr~li slavi ron ,vnson, nrpogginln rlnlln do~•PrMnsolirln,·irli, · dC\II'foghilterrÌ\ \\ dclln "P'rn.hcin..A nrssnn pntfo, <licinmo "rr ness,m patio», I' Italin drvr n1-riv~1·r nlln pnrc rivollnnclosi nella ])Olvere della striu1n roi nozinnn.llsli st~•i, (J\t:1si rhe nel monrln non ••islano che i formirni rlclln nnlmn,in. · La causà e gli effetti Il « S:ocolo • ha ri\'elato ohe nel gennaio del 1917 Cndorna, Bissoln.ti e Lloyd George volevano fare un grnn'de concen.tro.mento di forze alleate sul fronte lfalinno per sfopclare di qui contro l'Au– stria.. Quando si pensi che nelle due avanzate del maggio e del luglio 1017 l'esercito austriaco evitò In disfatta completa., solo perohè all 'Ualia venne n mancare all'ultimo momento quel « poco di piò » di forze, ohe occorrevano a dare il tracollo, si oomprenderll da quanto buon senso fosse diret– to il pensiero di Ondorna, ai Bissolati, di Lloyd · George : « se fosse stato nooettato il loro piano; non avremmo avuto Ca'])oretlo! " Si opposero, però, al piano il ca.po di stato maggiore inglese, Robertsoo, notoriamente austrofilo. e l'oo. Son– nin9. E noo'ee ne fece nulla.. Il e Con-iere della sera >,' poi, ha domandato ohe cosa fa l'on. Sonnino per ottenere che il Go– verno degli Stati Uniti acc!)lti il trattato di ton– dra. E non ha ottenuto per risposta, che delle in– solenEe. Tanto il « Secolo », quanto il « Corriere » accu– sano l'on. Sonnino di avere commesso. un gravo errore nel g&onaio del 1917 rìfintando il concorso fraooo-inglese sul fronte italiano, e oggi evitando di sistemare con Wilson la questione adrie.tioo.. Ma mentre accusano l'on. Snnnino cli ~vrore, il « CoITiere » e il « Secolo » commettono alla loro volta. ,un altro errore. Dal momento che tiene alla Dalmazia oome allo pupille dei suoi occhi, l'oo. Soonroo « non deve » trattare In questiono dell'Adria.tico con Wilson: perohè sa ·benissimo ohe non si troverebbe d'ac– cordo: quindi non gli :resta che andare avanti nella guerra coll'aiuto di Wilson fino all'ora della vittoria: allorn « cosa fatta· capo ha ». E per lo ste~so motivo l'oo. Sonnino « doveva» nel gen- L'UNITA u,uo 1\JJ7 rifiutare ti concorso wilitare franco-in– glet-c oul tronl<l itali_aoo: perchè questo concorso, pè>ntudo fino alla « nostra guerrn >, cho era la conseguen1.a del trattato di 1JOndru, anebbe reso ncc(JJ;sario una revisiont1 o una definitiva chiarifi– unziono di tutto il programma diplomatico del– l'Jt.alia nella questione dell'Adriatico e di fronte 11ll 'A11stri11:or come poteva l'oo. Sonnino ammet– tere siffatta re\'isiooe nel gennaio 1917, quando fa Russia sembra.va aucora in piedi, se non I 'ammet– te nemmeno oggi 1 'l'utti gli atti dcli 'on. &onoioo sono di una coerenza fen-ea; l'errore non risied& in alcuni cli esSi presi isolatamente dagli ,ùtl'i: 1 i– siedo nei concetti informativi del trattato di Londra. TI e Corriero • e il « Secolo », essi si ohe com., mottono un errore di coerenza : perchè investono la politica dell'on_ Sonnino nelle sue manifesta– zloni sintomnlichc, ma non assalgono l11" causa ,ransarnm » cli qnest-c mani_restazioni, il frnttnto di T,ondrn, per mettere risolutnmcnt-c qui il bisturi della crition. Cho dire, poi, dcll'attoggiamento di Mussolini - clrr puro è uomo cli istinto lucido o rapido - il tJ_1111le t11l'e~tel'on. onnino perchè si oppone alla lotta aotiaustriaca, ma proclama inviolabile il trnuato di Lonrlru :> Criticare l'on. nnino in questo o in q~ello dei suoi atti, " dicltiurare perfetta la sua opera. nel trattato di Londra, oowe fa 1'lnssolioi, o e aooan– tooarn » ~uest.a discussione, come fanno il e Cor– riet'O > o il e Secolo >, significa. lanciare pallottole di carta contro il feticcio, invece di 118Salire col piccono il piC<list.allo di pietra su cui il feticcio si clCl'll. e si ·accetta come indiscutibile, sia pure in , ia provvisoria, il trattato di Londra(< Dalma– tiu ncquirc.nda u, quindi u Austnin servonda u, quindi tutte le consegueozo che ne deriv&no), non si deve combattere l'on. Sonnino, anzi hi!'ll– gna sostenerlo, sin pure in via provvisoria. St:>la– mente se si ritiene funesto, come noi lo riteniamo, il rimMere immobili corno muli .bendati innanzi al lt~ttato di I.ondrn, solo nlloro. la .itica del– l'on. Soopino può essere dimostrata., non incoerente, ma ro"inosn in tuf,be le azioni di ogni mo111ento. R'· s. U-NA REQUISIZIONE Nella 111tima sessione pat·Iamentnl·c ~i. lrniiu lu <1ucsUone cieli" nostru dotazione zootocnica, tl ,i.Lrovv che te cose vanno ,dquarlto maluccio. I 111i11isLri clèlla gùc,, a ed il commissario degli ap– pl'OV\ igionamenli ha.nno spiegata l,1 cosa con Jc pcnli[c suùtte dur,,nl~ Capcrctto, con• la .nun– cuLa impo,•t.nxione di carne co11gelata, con l'nu– mcnlo delle razioni ai soldati, ecc. ecc. Credo cli conoscere anch'io una ragiq,ne, e non inditleren– lo, po,· la quale la uosw·u r·icchezza zoot.ecnico. \'iene a clepR11pe1·:11·si con dtmo crescente ccl. ,i 1·lversure il s110 clann0 sull'agricoltura. Quòsta cognizione l'ho ·,,cquistata assiaienclo nd una rcqt,isizione dj !bovini al mio raese nel mese cli dicembre ulUmo SCQl'SO. Jsro a1 ,foc,ilare co11mia madre qu11nùo udi•nmo il banditor·e (siamo nnco;·a a q11ei metodi i11Ca– la1.>1·i,,) che 1>rocJarnava un ol'dine sindacale. J,;sso e1·1, U seguente: u ·Per ordine del Sioda.co, sa– halo ... diccmb1·e, tutti i po,ascssori di animali bo– vini scenderanno con le loro !besti~ alla ma,rina di B, dove si troverà la commissione gÒvernativa per Ja requisizione. Saranno punili secondo la legge coloro che trasgrediranno rordiiw "· Al– l'indomani mattina dnvanli alla casa comunale vi ora up formicolio ,ii contadini e di massa.i t quali ù,icevano al Si~laco cosi: . . 1° 1 nost.ri animali claia la stagione, il lavoro " cui sono stali sottoposti pe~ le semine, e la sca,·sezza di foraggi, sono esausti e non rcgge– r(4JnO ad un viaggio' di sedici chilomeùri. I si– gnori della commissione sono pagati ed lmnno gli automobili: vengano in paese. 2° Gli animali li abbiamo sparsi pei campi, dove il bisogno delJ'agricoltura lo tichiede. Per cond;;,i•li in paese, dovremo percorrere con essi n!cuni chilometri di sbrade or,-i'.bili, fangose e ' qualc.u9 deve anche attraversare il fiume ch'è senza ponti e in piena. Se dopo a,verli condotti \n paese li dovremo condurre alla marina B., pa,t'CCChi d,i essi ci rimalU'anno e.,uusU in mezzo alle strade. 3° Non pochi supcstiti addeUi all'agJicoltura siamo vecchi o inabili, ed ognu,io ha •i mÌJ]ut,i r,reziosi. ln a)cuoe famig1ie nou vi sono che don– ne. Perchè costringerci a perdere due gi{)II'lli di lempo? Se la commissione sale quassù, noi con– rlunrllmo i buoi di buon'ora e potremo utilizzare i: pomerìg,gio. Almeno non ci dppTi~1eremo noi e le best.ie, da.Ila slanchezza. Il sindaco, un pove.ro diavolo mezzo intontito per la morte di \Ul figlio in guerra, non sapeva cosa cispondcre. ( ragionamenti "erano esatti ma l'ordine era perentorio; ed egli agitava come una ba~dltrra il telegramma della commissione ripe– iendo: L'ordine è questo. Io non posi;o im'l)Orre alla commissio·oe di fare· quello che non è nel suo programma. Il colonnello ci manderebbe tutti in galera. Terrore dei contadini alla esibizione del colon– nello! Tutti titornarono a.Ile loro case e si appn– recchiar·ono hestemmiando a pA.rlire. 'cl giorno ta.1.Hlitoluili i contadini e qualche clo,rna si recarnno alla marina di ll. con.le beslie e,auste, affamate. La commissione che attendeva ùu un rpczzo era composta da nn colonnello cli cavalleria fìsicnmcnLe decrepito, ctue subalt&rnl ed il di,•ett.<,re della Cattedra ambulan!A! d'agri– coltura che doveva rn•ppresentare gl'interesst de– gli agricoltori. State ora a veclcrn come colesto si– gnore li rapp,-esentò. 11 colonnello che ·si era proposto di sbriga.nsl immediatamente, era furibondo per l'a.tt.eea im– !)OSlagli dai conta.clini· che venivano ad uno ad uno, trnfelat.i, e mano ma.no eh~ !l>l'riva.vano i hnoi li r0<1uisiva. (,hi ne avevo due consegnava in– tattant.emente uno, chi aveva uno consegnavn quello e senza cllscussioni. Molti erano i conta clini clrc avevnno una sola mucca e n vedersela vortar via piangevano. Uno aveva una belllsslm:\ giovenca; di quattro a.nni, ')}regna di set.i.e me&: quando glie l'han tolta cominciò a trema.re come una foglia, livido, e gro'lSe lacrime gli <iga.vano 1f gote. Un altro contadino che uve,·o. ancora un bue osò p.roporrc a.I colonnello il combi,o colla . giovenca pregna.. Non l'avesse mo.i !nttol gli por– tn•rono via anche l'altro bue. E!:'!'·'!:: '.2:'.~~--:=.-::-1=c t ;_.;:3 .i,,· "•'""''. Lntanto il di•rettore cicli~-c;;tt.édr;{ d'agricoltura si limitava a spremere i capezzoli u.lle vacche per constatare se ave.-,rno latte: ciò che non gl'im– ~ediva di fn.r•t'Cquisire quelle ~rogne di sette mesi. Così, in poco tempo furono furrit;>samente, be-, stialmènte requisiti una cinquantina di bovini nei limiti <li. t1n mandamento; molte famiglie furono• rèse -più povere; la nostra agricoltura cerealicola eLbe un altro di quei delicati colpi di gomito che fanno a gara a prodigare le leggi e gli esecutori delle leggt, . .lrl _ 'l . dLMcle'-...dt) cl!~ ~ ;;,_ ...... ,,~--::·:··,.;._-_: .·· ,., _7~~~E:=t::i:l Quel o ~i~l~~ ... ~f-.~naoit"c~~ degli ufficiali su·balterni addetti alla requLStztone, nd un contadino che gli parlava· piangendo ,·ispo– se. con .i.a gola serrata: Lasciami sta.re, io sono più tJriste di te. E' intanto interessante conoscer~ qua.le era l'or– dine di a-eqµ.i~izione venuto· dal Commissariato. Éccolo: requisire nella provincia di Reggio Cala– bria n. 350 capi di he~tiame. Ora i mandamenti della pr<>vincia sono 28' ed i comuni 108. Bastava requisire 12 •per mandamento e J9.5cia're ai conta– dini la facoltà di accord811'si tra di loro per desi– gnare le bestie da consegnare. Se ne eono invece requisite cinquanta con grave danno deU'agricol– tura e dei contadini, ma il colonnello presidente s\ il'isparmiò qua.lJ:he viaggio. Ecco un sìstema.. Avv. Francesco Peni. Lo stesso giorno, in cui abbiamo ricevuto que– .<l'a,·ticolo, abbiamo letto sul Popolo d'Italia la

RkJQdWJsaXNoZXIy