L'Unità - anno VII - n.36 - 7 settembre 1918

L UNITA IN MARGINE ALLA POL.EMICA Bevione in America L'on. Giuseppo Bevione è 5tato incaricato di dirigere la. propaga.oda italiana. nogli l:,tati uniti. Idea. oontralo della. propagand,1 deJl'on .. Bevio. no sa.rii, evidentemente, q,uella, che fu l'idea. cen– tralo del discorso fatto dall'on. Be, ione alla Ca– mera., in difesa della politica dell'ou. l:,onnino, nella seduta. della Camera del 13 febbraio 1918: « La politica. è l'arte del possibile. Ora io vi do– « mando E' mai possibile che quando i nostri « eserciti sono sul Piave, e uon da soli, ma. con « aiuti. l'ranoesi cd inglesi, quando l'Austria può « gru,v1tare contro noi con tutte le sue forze, è « mai possibile che l'Italia seriamente si assuma « con probabilit_à di riuscita il compito di capcg– « giare lii n'.0'"1mento per la di~ru1.ione dell'Au– « stna, l'!r 11quale occorre, in via preliminare e « immediata, mutaro rndicalmento la direziono « della. politica di tutti i nostri grandi alleati, « .lhanoia compresa, la qua.le politica è dall'ini– « ,io del confliHo a.nti-germanica e non aoti-a.u. « striac11? L11 rcoltll ci dico che dopo trn anni e « mezzo di guerra. il gruppo anti-gcrmanico del– « ('Int_es~ (Francia., Inghilterra, America) è tutto « m p1ed1,mentre del grl.lppo unti-austriaco (Jta. « lia, Russia, Rumenia e , rbia) noi soli rima– « niamo intatti, pur avendo subìt:o un duro col– « po. cho per qualche giorno ci fece troaicamente "< clubita.rc della nostro. resistenza. Com~ si muta u noi fa.ttl una silua1.ionc simile? n L'on. Bevione dim<>nticava di fare ossevare cho anche quando la Russia, la Rumcnia, la Ser– bia, erano intatto, cioè anche nell 'aprilc del 1915, il Governo italiano aveva escluso dai suoi fini di guerra. la distruzione dell'Aùstria, anzi' n1·eva con– siderata la lotta contro gli Slavi e per la consen a– zione di un'.\ush·ia, seppure un po' ,liminuita, como necessaria all'Italia. Quanto poi alla. domando. sul come si potesse mutare noi fatti la situazione, ~era facile- rispon– dere: a) "bisognava che 1'on. Sonnino ometto.~sc di mandare io giro per il mondo un esorcit.o di bovioni 1t far propaganda col compito di ~ vita.re sempre il problema dell'Austria, e li sostituisse con uomini oho facessero del « delenda. Austria> il centro cli tutta la propaganda 'italiana in Fran– cia, in Inghilterra, in America; b) smettere di rifìutare sistematicamente la politica del!' In– tesa fra. noi e lo nazioni oppresse ddl'Austt·il\-, ron,incianclo dallo smettere di combattere acra– nit.amente il movimento 007.ionale unitario degli Slavi del Sud. E oggi si può rispondere che L. nonostante !'o. per negativa (a) e positirn (b) dell'on. Sonnino - il movimento noti-austriaco, p~r necessità di co– so, è divenuto sempre più :ntenso o chiaro in l'ra.noia, in, Inghilterra, in A:merica, e si è sem– pro meglio delineata ovi.mque lij politica di ap– poggio risoluto agli clementi rivoluzio1;rnri del– !' Austria-Ungheria. Il solo paese, io cui queste idee non riescano io nessun modo a penetrare, li la Consulta. Ed ecco perchè la propaganda in America. è stata affidata prooisomeote all'on. Be– vione. Come una volta ... Quel gruppo di in·cdenti « adriatici », che ten– ta, con l'aiuto dei giornali sonoiniani-giolittiaoi (oramai le due « troupes > fanno una «troupe> sola), di farsi credere unico porta.voce di tutti gli irredenti adriatici, e ha organizzato la congiura. del silenzio intorno allo idoe e all'aziono degli ir– redenti trentini, - il gruppo dunque di Teodoro :Ma,,vcre dell'oo. Pi.tacco, ba veto.Lo il seguente ordine del giorno' in ocoasione delle polemiche sonoiniMe: « La sezione adriatica dell'Associa– « ziooe politica fra italiani irredent.i e i deputati « fuorusciti nel Regno, gii\. rappresentanti degli « itolioni dell'Adriatico orientai<> al Parlamento « o nelle Diete prol'iociali. consci del dovere ohe « a<l essi incombe. non solo verso i fratelli di cui « sanno interpr<itarc il sentimento, ma anche « ver,;o la patria italiana al cui onore e vhntag– « gio ogni altro int<)re<asesempre intosero di sa– < criticare. CODl'inli ch<' lti ferddn prosrcuzione, « conforme alle trndizioni italiane, della. politica « delle nazionalità oppresse nè ricliiede, nè giu– « st 1 fioo. rinuncio a terre rivendicate dulia 1 azio– « ne, o tanto meno la riduzione del trattato di « Lonclrn, che mentrn costitui oo già un compro– « messo in cui l' ltalia ha dovuto o,bbaodonare « parti ,;v-0 di sè, rnpprescnta la sola. garanzia « d1plomat1c,, del riconoscimento effettivo dei di– « ritti italiani; invoco.no Là.concordia di tutti gli « 1taliaOJ nel propugnare fermamente le rivendi– « cazioni nazionali, per le guaii l'I~lia sta io « guerrn con l'eroismo del suo esercito e il so.01·i– « fioio del .suo popolo; fanno presente la necessi– " là che, nel!' intento cli evita,c quanto 1 ,Qssa tur– « !bare o. sminuire _losforzo contro il secolare ne– « mico, cessi l'agitazione ohe uei paesi alleati e « nel Regno stesso contesta. all 'Ito.lia quelli che « sono i 'Suoi essonziali dil'itti, e nell 'aocroscio. « dell'ora rh·olgono il pensiero alle proprie 0 terro « che solo nella fede della Jibernzione trovano la « forza per resistere a. nuovi frenati tentativi di « sla.vi.zzaziono e di germaoizr.azione; riafferma– « no il sa.ero diritto a.Ila redenr.iooe di tutti ali « italiani dell'Adriatico, che contro oani viole'::.– « za h•moo voluto e meritato la liberti per oltre < un secolo di martiri, di lotte G di indubbie ma– « nifesta,joni della loro volontà nazionale ». In que&to componimento, non c'è una sola, pn. rola, da. cui si possa. sospettare che i 27 firmatari dell'ordino del giorno considerino come fine di guorrfl: ,dell 'Ttalia lo sfasciamento._ dcll'Austri::t I Evidentcruento quei signori sono rimasti arenati ai bei tempi, quando certi loro rappresentanti r,o– :itici aiutavano il Governo ausil'iaco n varare n~l– la Camera di Vienna le spese militari destinate a preparare le caverne e le artiglierie ciel Carso contro 1'Italia; e l'on. Pitocco consentiva nella Camera dÌ ,;.ienna alla politica dell 'nocordo italo– germanico !)('r proteggere contro gli Sia.vi la città di Trieste ~ nodo vitalo per i tedeschi »; e nello elezioni comuno.li di Trieste e di Gori,.ia nono– i,tante le proteste dei gruppi mazziniani, ~i com– binavano le alleanze italo-tedesche contTo gli slavj_ . Per essi la guerra fra l'Italia e la Germania-Au– stria non esiste: esistono sempre e solamento le lotte italo-slave cliTrieste e minori comuni circon– vicini. Però, anche· cluro-nte quelle lotto facevano venire a Trieste dei cn,miri sloveni, o~n appena •coppin.va uno sciopero cli lnl'oratori ilalinni. ", Gli slavi vÒgliono T deste ,, Questa è la parola. d'ord'we lapcia.ta da.I« Gior– nale d'Italia» in difesa della politica. dell'on. Sonnino: « Gli slavi vogliono Trieste!,.: con e~si, dunque, non è possibile intendersi neanche se ri– nunziamo la Dalmazia; lotta, dunque, senza quar– tiere agli slavi. - E tiat·eccbie 11e1·sone, anche cl' ingegno nou comune e disposte a discutere con spirilo di c<zuitùil problema clelln Dalmazia, si la· sciano imprcs~ionar~ eia questo ratto, e trovano che non bisogna essere « remissivi ,. con chi ~ così u insolente n. • Queste persone d'ingegno e di equità le al- tre non contano - dovrebbero t.enor presente che ,l problema dell'Adriatico non è discusso in un campo chiuso, in cui si trovino solam<'nto a scam– biarsi iq8olenr.c o co.zzot~ italinni e slavi: questo è l'crrqre di visione dei municipali dell'irredenti– smo ndriatiro, i quale non riescono a Yeclere._ che, qualche miglio lontano dai 1.,ro eampanili, c•,; tulio il mondo che uuarda noi e ali sfrLl'i e 7,flrtec,pa otl" dis1rnta. r tedeschi vi parteGipano, per ml'zzo dei loro co.vollini, per inasprire gli ani– mi, itnliani o slavi; e dinanzi alle polcmichr pii, violf'nk e alle pt,eteso più ~travnga.nti, sarà sempre pn1dcntc sospettare chc <'i covi sotto la. p:att'a di Boln Pascià. Inoltre la opinione pubblica elci paesi alleali, e specialmente rlell'.\merica, elle sta dan.do il tracollo alla 1/tt~rra e dird la pa– rola decisiva per la pace, quella opinione pubblica ,·i pl\l'tecipa come giudico e come parte: corno giudice degli argomenti degli uni c degli a.Itri, e come parto interessata a volere che la. diRputa 11- nisca di rafforzare contro tut'.a l'Intesa la reei- 177 sten,a. dell\Austria.. Simbolo e organo di questa. opinione pubblica. alleata è Wilson. Sissignori, a. guardare ùo.l~'allo i Tamari, che pretendono la Dalmazia. insultando gli sia.vi , e i Vuc Primoroo, che pret.i'ndono Triest(l e... Udine insultando gli italiani, c'è quel certo uomo, che ba nelle mani ki forze di 100 milioni di uomini, e si chiama. Wil– son. Oro no,\ c'è maggiore en-ore ohe pr<!sentm-siin– nunzi a quQll'uomo sotto la stessa luce di bruta– lit/, e di insolenza., io cui si presentano certi pub– blicisli sia.vi . L'Italia non deve scendere al livello di questi ,signori; l' ltCLl-ia deve dimostrare l<Lpro- 11ria s1iperiorità, mostrandosi giu;ca anche contru chi è in(liust~ con lei. Un ragazzaccio a1·roga,1tc e rnmoroso si può trattare in due moài diverqi: guardarlo ,dall'a.lto in basso, concedcrgfi quel che gli tocca' di diritto, e neg111·gliil resto, scn:a 1/e– unarsi di discutere col), ltti; oppure essere arrogan– te e insolente come lui, disputargli anche quel che giustamente gli spc!IQ, moclersi e graffiarsi e rivol– tarsi nel fango insieme a lui. Noi apparteniamo olla. pri.'lla scuola: e ci fa male al cuore vedere il giornale non « ui11cioso •, ma « (edele » ull'on. Sonnino - gli altri hanno i loro mo'tivi per foro quello che fanno - prostituire in cosi barbam urn. r :era la dignità e comprometterè cosi stoltv~ent.e ; ,!:ritti veri d'Itali11-; e ci domsnd:amo 1i1,1lor,,1. Jia travolge gli spiriti, ouanclo wdian::o il , npo di Stato Maggiore della, i\farin::i. ,!'~hin,·or~i pui,- 1;1,, nr .. inte d 0 11-0Cordocon '!hi ,l<c'1i:P·s 111-uff, cieoti anche le stipulazioni del trattato di J:Ondra cd esige dell'altro ancora, quasi cho l'Ttalia col trattatp di Londra. non si sia dicr0ditata. gill ab– hasta.rnm I Pl'nsia,n.o al!' /striai - questo grido noi anclin– 'mo ripekndo da un anno e rr.~zzo con monoto– nia. dolorosa. e preoccupato.. Pretendendo qtwl che non ci spetta.·e non ci è necoss:.rio (la,Dalmnzia), noi ci discreditiamo per il momento, io cui do– ncmo difendere, quel e.be ci tocca di diritto e oi è necessario davvero (l'Istria). La compagna. per In Dalmazia italiano., la q1<,alenon 1>1tò essere {at– lCLche a base di mcnzoane, fa nascere iI s~spet to anche sulla italianità dcli' Istria in chi non co– nosce bene il problema nclriotieo, e ra il gioco (lei .,.nar.ional..istislavi. i\Ia forse, richiamando l'attenzione dei nostri avversari su questo fatto, l??i, lungi dal disto– glie'.·li,_li con_f~rmiamo nolla_,(oro az!one. C'è. in– fatti, 111 tuttt , do.lmatoman, 11 partito preso di non parlare inai dclt'Tstria nè in Italia nè all'e– stero: l'argomento è st.ato accfl!ltonato nella pro– pago.oda come fu, ignorato nel ~ Llbro verde>. Si 1uolo teoe;:e aperta lo, vio, a un compromesso con l'Austria.: questo compromesso con l'Austria sa– rebbe facile pjlr la. Dalmazia, non per l'Istria. Con gli slavi, in'Vece, il compromesso è possibile per l'Istria non per la Dalmazia. E questa non è guerra contro l'Austria, è guerra. contro gli Slavi I Le " anticipate rinunzie , Pensano- molti che si deboao0 evitare le cosi detto « rinunzie o.nti ~ipa.te », per o.spettare la fine della. gueha, e trattore solamente allora. lo con– dizioni della pace adriatica, come di tutta. la. pa– ce mondiale. Questi nostri amici e affini non e– scludono « a. priori » la possibilità di una. revisio– ne del katta.to di Londra a.bose di nuovi amicho– voli componimenti con gli elavi; ma vogliono che non se ne parli per ora. Coloro clie pensano cosl non vedono che se il problema non vieno riesaminato e deciso 0 defini– livamente con la partecipa.ione tlegli Stati Uniti prima. della. fine della. guerra e o.Ipiù presto, 1 'J - ~ talia. si troverà a.d arrivare al momonto delle ai stcmniioni 6nnli nella condizione di un Jitig11te, che aRpetta la sentenza degli Sta.ti Uniti insieme con l'altro litiga.nto, che sarobbe~o gli slavi: arri– veremmo alle trattative di paca, non noUJ veste di chi deve dire li. sua. parola a fianco degli Jlleati e. di front.e alla Gennania (t parittl di couaiiioni c01 suoi yrandi alleati, ma insolentendoci con gli Rinvi por le scogliere doli' Adriutico. Possibile che in Itolia non 0i sieno « no.zionali~ti » oapnci di compr<'-ndere tutto ciò che, perderebbo l 'Itnlia in dignità e in presli~io nel mondo, se commeltrssc •

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