L'Unità - anno VII - n.16 - 20 aprile 1918

L'UNITA' 79 11 consiglio del • nemico La ;Yeue Freie Presse di Vienna. del 23 lebbra.io 1)Ubblica. un articolo sui rapporti italo-jugoslavi, che - se il buon senso non fosse merce troppo rara in certi ambienti - dovrebbe do. sè solo in– dicare a italiani e slavi del sud la ,·in da seguire nello. lotta contro il nemico comune. « Nei casi dubbi - dice un -proverbio arabo - chiedi con– ~iglio al tuo nemico ». Per quelli fro. itali8Jli_ e slavi, pei quali sia ancora dubbia la necessità dell'unione italo-slava, ecco il consiglio del peg– giore nemico degli uni e degli altri: ciel giornale tedesco di Vienna: sto movimento suscita maggior interesse dal ne– mico che da noi. A Roma per qempio sembra che .•i abbia unti piena comprensione del carat– tere di questo movimento, perchè al 0-1inistero de– gli Affari Esteri ,·i è una sezione speciale (maga– ri ci fosse!) incaricata di occuparsi di giungere ad 1111 accomodamento cogli Jugoslavi relativa.mente :i.I possesao dell'Adriatico, e di sostenere con tutte Je forze questo movimento giuclirnt.o car,ace cli indebolire fortemente il nemico. Che vuole dunque questo movimento e come si esprime? Vo. da. !è che per l'Avanti! l'Inghilterra conti– nua sempre ad essere un p.aese « borghese " nè più nè meno delta. Germania. Però, se una rifor– ma. elettorale come quella inglese fosse ratta in Prussia, l'Avanti! ne parlerebbe a lungo, e la ma– gniflèherobbe come documento di una vera e propria rivoluzione democratica, e ne caverel>be mo?.'vo per sostenere che quei soci!)lisli, che si ri– spettano, devono desiderare che l'Alsnzia•Lorena, il Belgio, lo. Polonio. e magari l'Italia sieno con– qni~tnte dalla Germania. " L'Italia (col Trattato segreto di Londrn) vole– va non solo mutilare i tpaesi sud-slavi, ma vole– 'VU estinguere la loro forza vitale_, e da.re un esem– pio schiacciante sin a qual punto a.ri-iva.la _man– canza di sincerità dell"Intesa nel d1clnararS1 pro– tettrice delle piccole nazioni. Le armi della. i\lo– na.rchla. coadiuvata dalla tanto prova.la . lealtà dei suoi Alleati, hanno salvato i jugoslavi dalla. più terribile sventura., che possa. accadere ~d un popolo. Perch'è l'amCll'e, che •protestava I Italia po 1· u mare Ad,rialico, era soltanto la ~aschera sentimentale por pretendere una donunaz1one 1 che voleva esercitare sui Balcani, dopo esssers1 assicurata Trieste e la Da.Ima.zia. come tpure Va– lona. Questo è il pensiero fondamentale, che mu°: ve l'Italia. da decenni, e ohe ripiglierà quando s1 sarà rimessa dalle sue disfatte, c,,me ddJ)O un mezzo secolo, ha di nuovo J)Ìcominchlto la guerra per Trento e Tuiostc. Un tale lra,t1ato ~egreto, che sembra dare o.I po-polo d'Italia la sicurezza. d1 con– quis~ future, è nel medesimo tempo una. sfida. an– che per il più lontano avvenire. " L'animosità morta.le contro i Jugoslavi non può cessa.re. L' Italia 1imarrà. anche dopo la guerra uno. delle grandi Po_tenze; e lo Stato J u– goslavo sarebbe immancabilmente perduto, se (Austria non potesse proteggerlo, e se dovesse ab– bandonarlo indifeso ad una concorrenza risultan– te dalla natUTa. e non allontanabile. Il M1111stro Presidente Orlando ha invitato i Jugo$luvi a la– sciarsi condurre da lui e svolgere un'azione per disgrego.re e distruggere la. l\lonarchia. ~all'inler no. Questo invito infame fu dirello a.i Jugoslavi mentre· segreto.mente si sta.va combinando u furto delle loro terre, e il Governo nella d1scus sione del Consiglio di Guerra. rlichiarava all'lnte l<a, che il Patto di Londra non deve essere mu La– io. E' sempre vivo dunque il programma d1 op– pressione dei pdJ)Oli jugoslavi. Nel momento,_ rn eul si assicuro. la Camera Italiana che tl bottmo non è scomparso, si invitano i jugoslavi a facilita– re la depredazione delle loro ten·e, promuovenl\o turbamenti nella ,1ona.rchia! ». Il suo programma è contenuto ni,Jln dichiara– zione Jugoslavo. del maggio 1917, nelln quale si chiede tt7l!l Stato lugoslavQ con t.utti i diritti d'u– na organizzazione statale libera, e si aspetta la realizzazione di q11esto Stato dalla conferenza di 1,ace genernle: dunque nè dull'Aushia, nè c):ll– l'Unghe.1ia, nè dalla ctinastia. ccmune a questi due Stati, ma dalle Potenze, the si troveranno un giorno J·iunite"-1la. conferenza della pace, dun– que, dall'Inghilterra, dalla Francia, Ila/l'Italia, dalla erbia e dal Montenegro. Conviene anche dire che sono precisamente i preti cattolici che si sono fatti yli istigatori e i vropagatori di qur.sto 11l~vimento e clle si è giunti ora, dopo la risoluzione di Zng,.eb del 5 marzo 1915, a chiedere JJUramente e semplicemente que– ·•to Stato, sen:r,ar.essuna restri:.ione, e non esclusi– vamente nel quadro della Monarchia Austro-l'11- garica. E' evidente che si desidern con questo fo1mula ottenere la mano Liber11. Tutti gli run1)ienti del Mezzogiorno Slavo sono guadagnati per queste idee. Gli Sloveni ed i Ser– bi austriaci, che malgrado la 1li/Terenza di confes– sione si accordano benissimo nella loro a.spira– zione per ottenere uno Sto.lo Uni1&1io Jugoslavo, si lro1,lno alla lésta del movimento. I Serbi aspi– rmw vivamente ad unirsi coi /01·0 conna,ionali abitanti dall'altra parte della Sava e del Danubio. LI?_ Stato Jugoslavo iteve esten,t, r.,i dalla Drava flno all'Adriatico e (ìnr> al mare Egeo. L'agita;1one del signor J;_qresc/iez - come lo dimoslnrno le ultime notizie - ha trovato anche presso f Croati un terreno favoreMle, ed ha atti– rntò a s~ larghissime parti della popolazione 71er ragioni risiedenti tanto nel passato quanto nel presente. Avviene lo stesso in Bosnia. Il movimento Jugoslavo. Al fianco dell'a;,;-ilaz/onc politica nei co11ii -rnp– J>rescntalivi, si lo. una propago.nel" da uomo a tlO· 1110 da donna a· donna, da fancittllo a fanciullo. Coi~e appare dalla interpell8Jlza deposta do.i de– puto.ti tedeschi• delle regioni meridionali, è nelle scuole e 1,ropriamente tper mezzo delle c11ole,che ~i insc,gno. a.Ha tpepolazione il c-atechismo dello Slato Ju.gosla,·o. La popolazione credula o non informai.o. giura su questi principii. Un'ebrezza cd un'ipnosi s'impossessano di tutto il :\lezzogior– no, o quc~ta sfrenata prop~anda esercita una influenza sulla popolar,ione. Un i>rete d'origine slovena. disse, che quest'a– gitazione finirà senza dubbio con un disubbri_a– carsi, i>orchè essa contiene ì dJ,iderala 1rreal11.- 211.1Jili e impossit>ili. Non dubitiamo che questo succederà. Jfa per l'istante il movimento è in pie- 11a fioritura, e dim-Ostra ogni giorno piiL chiarn– m1•nte il suo vero carattere, il quale t completa– mente inco11ciliabite collo Stato 1ltistriaco e collo Stato Ungherese. • "Cor meum vigilat" fl conte Annibale Calini di Brescia, volontario negli Alpini, caduto ferito il 1' _nove,nbre !917 nei reticolati del Dente del Pasub,o, mort ti 3 dt nouembre in seguito alle ferite. Questa lettara fu da Lui scritta dopo euere stato ferito, mentre nelle lunghe ore di agonia aspettava, fra i reti– colati, /a mori.e, senia che fosse possibile soc– correflo. Carissimi genitori, " Ego dormio et cor meum vigi~t ». Sono .an– dato o. trovare i nonni e i fratellini. E' un via.agio lungo e non so quando potremo 1ivedercL Non vi ro.Ltristi il mio bellissimo pellegrinagg1O. !111 conforto pensando che un giorno ])ùlrò farvi d1, guida. Che festa quel giorno I • ono contento di partire. Troppa fortuna !\li arnva prima assistito; sento che ormai non a– vrebbe più potuto essere così. E' meglio che il meriggio non vengo., piuttosto che sia inferiore al mattino. Benedite, carissimi, a questa guerra. Senza di essa sarei mi~ramente rinilo malato ùi mente e di corpo. Come il tuoco essa mi ha distrutto. ìl1a ha corono.lo di luce la. mio. fine. i\1a mi ha. purificato. Credetemi, non dico vuote fra– si. E' troppo gro.ve il momento. Siate dunque contenti ed attendete il momento d~llo. riunione <'On la stessa calma come quando 1>0rlivo per il collq~io. iMa. allora piangevo !Id oggi non piango. Desidero che quelle cartelle del prestito dalle _ quali ho detratto. qualche cosa. per qualche Messa ad un povero prete (di quelli che sentono la. sun– lità dttlla. nostra i.ucrra), e quello che evenlunl– mcnt.e ancoro. mi venisse; tutto quello, insomma, rhe lo. Patria mi ha da.lo per i miei servigi, sia dato ad un'opera di educazione di fanciulli con_ l'espressa. condizione- che nell'aJ!lmo doi futun soldati e delle -future madri sia, fin dalla più te– nero. età, istillata la convinzione che • dulce et clecorum est i>ro Patria. mori», onde gli uni sn1>– pio.no difendere con slancio quanto si è ora con• quisto.to con tanto sangue, con tante ~offerenze morali e fisiche come non può immaginare chi non ha provato; le allre sopµortino con lort.c e , irile animo i dolorosi lutti. • Vedano Renato ed Anna, quando comincero.n no a comparire numerosi piccoli nipoti, se sarà possibile di dare ad ognuno di essi, quando rag– giungeranno una certa età, un piccolo ricordo dello zio Annibale " Alpino morto in guerra com– battendo e vincendo», a tutti quelli di casa un piccolo ricordo. Il giornale pangermanista Tagespost ~i Grat 7 /JUbblica 11 ,i articolo: 11 Sud in fi~mm?, in cm_ e descritto il movimento verso la unt;lca;wne na;io– nale e lu indipendenza di Casa d'Austria, che 1li– riene sempre più intenso in tutti i paesi stavi det Sud. 11 giornale panoermanista m1ole provoC<trr dal governo austrn-unoarico 111is11rr di repressio– ne contro il moto jugosl1wo, e qufadi non sarebbe prudente p{endere proprio alla 7'11rola la descri– ;i(me, che esso ne dà e che prol>abilme11te /> in , 1 ualc1,e /Jtmto esagerata. Ma_ le tl_e11u1_1cie ctella 'I agespost, anche fatte le debite r1tl11;10111, sono tlocumeiito di un fe11omeno assai imJ)ortante, cht• rsiste e si allarga nonostante che lo. politica ila– litina u.b.l>iafallo sinora lutto qi.1elche potevo. J)CI' r, astornarlo e disorientarlo, ma rlie dev'essere 111 tLtato da noi con ttLtti i 111e;:i vos3ibili e ci o{Trr i 111 e:;i di riparare tutti i nostri errori mostruo.<i tlPi trr a11ni passati. La nuova leggeelettorale inglese Carissimi genitori, mi avole sempre dello che Si Dio ci al1h di qualche poco sulla comune condi– zione c'impose l'obbligo di esso1•e d'esempio. A inia volti, rivolgo u voi questa considerazione: a voi cui ora tanta pov~ra gente già colpila guar clcrà ed altri a cui l'o.,•venire riserva. dolori, im– pari~o tutli con quale animo i genitori italiani dànno i figli alla Po.tria. i1 malgrado lutto per– severate a sostenere l'assoluta nece~sill\ cli que– sta guerm nei suoi puri ideali o noi suoi fini 1ua· terlali. ~1a1 come qui ci si convince di questa verità; co1ifortata dall'esempio, lo. vostm parola sarà persuaditrice. - Arrivederci. Arfcltuosi 5a– lnti e bari a voi, a Renato ed Anna, ai parenti tutti. 1 capi degli .Jugosla.TI nu~triaci - scrive la Ta– Gcspost - con alla lesta i preti Sloveni Kore– schez (dei>ulalo) e Jeglic (,escovo), hanno ,>To– po.gato fra tutti i JugoslaVi un mo,·imenlo, chP è seguito col più vivo intere"!!e, non solo nella J,Ionarchia, ma anche nei paesi nemici dell'Au– ,tria-Ungheria. Quasi Sì polreb~ di-re che que- 1noBianco porta ria , a tG'milioni il numero de~li elettori. Dal 1800 nl 1832 l'Inghilterra aveva un eletto– re per 50 abitanti. Dal 1832 al 1867 il dirillo clel– tor:ile fn este~o a una 1)('rsona su 21 al,itanli. Do– po lo. riforma del 188i "i fu un elettore ><u12 abi– tanti. Dono la. riforma del 188-1,vi fu un elettore ogni 7 abitanti. Con la riforma del 19l8, l'lnghil– t<,rra avrà un elettore ogni 3 aliitanti. . In Francia e in Italia abbiamo un eletiore ogni \ t\hilanti. In Germania, un elettore su 5 abitanti, con sistemi elettorali organizzo.ti in modo da ri durre mollissimo il peso dei voli proletari. 1.'lnghillerra, con la riforma del 1918, è divenu– ta In democrazia più radicale del mondo. Siate orgogliosi di aver avuto un _\!pino nella u flel1s ». Q11C1Stn,morendo, è la mifl soddisfa– zione. Annibale.

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