L'Unità - anno VII - n.5 - 2 febbraio 1918

26 Un buono affare I I lrialismo è la tendenza che noi con la mas– -sima energia dobbiamo combaltere. Differente in– vece dovre.l!be essere la nostra posizione di frontè al movimento filoserbo. Spostando ven,o Belgrado il centro dello slavismo meridionale, it granrle porto dello Stato serbo non sarebbe più Trieste, rna Spalato; perciò la tendenza panserha non lllt uf1atlo l>isogno di aspirare alla conquist,i di Trie– ste. •D'altro canto i serbi e i serbonli sanno cl:e l'unico Stato, che deciderà della sorte delle loro aspirazioni nell'/.clrialico, è l'Italia. Le ambizioni serbe potranno essere affogale soltanto se l'Italia st metterà 1·isolutamento contro la Monarchia da– nubiana. Mn per avere quost'aiuto, i serbi dovran– no lare pure qualche concessione all'llalia e la prima sarà lo. rinuncia a Trieste e all'lstrla: i-i– JJunzia alla quo.le del resto i serbi già pensano. La conquista della BCYSni,t e llella Dalrna:ic,, pa– gato. con lo. rinunzia all'Istria, so.reb'be pagata a un prezzo tutt'altro che esorb'ilante . .Sia ,a noi il promuovere la conct1tsio11edi quest'affare. (Trieste, Roma, ed. Ga,·zoni P,·ovenznni, 1914, p. 117-8). RUGGF.UO FAUUO La Russia e noi. Se vogliamo essere giusti verso il •popolo russo non dobbiamv dimenLicare tutto quello che es~ ha ~offerto par tlre anni, per dieci anni, peor coolo anni. L'eslate scorsa, dura,nte il nostro sogi,lorno in _Russia, all>biamo nutrito l'a1'Clente speranza che ,malgrado i disasllri cn11sat.i do.Ilo czaaismo, Il popolo a•usso, finalmente libero avrebbe trovalo nella sua ene1'gia rivoluzionaria, la (O'rzaper lot– tare ancoì·a contro quel residuo dli cza,ri,smo, ri– masto o.nC<l'I'a ln Europa che sono la Germrunia e l'Austria. Gli a=e.nimenti pUJrtroppo hanno in– gannato le nostre speranze. Se la Russia meri– dionale, J)iù ricca, più florida, più sviluppata, semlYra ancor ferma nella resistenza, il nord in– vece, affrunato, rovinato, tagliato dalle comunl– c'.'zioni colle terre nere, dov~ oresr,e il pane, si p,iega, · Ebbene I Pure in quest'ora di miseria e di an– goscia, noi non insult!Yl'emo, non malediremo, nè ci 'J)erderemo in Tecriminazioni vane. In questo stesso momento, in cui le democrazie occidenta– li si preparano a subire il più rormidalbile as– so.Ilo che sia Toro mai stato •vibrato, ancora pen– siamo alla rivoluzione russa. Noi rifiutiamo, mal· grado tutto, di disperare di essa, e dHenden doci !llb'biamo la coscienza di difendere essa pure, di combattere per lei nel· medesimo tempo che com– 'batt.iamo •pér rioi. Poichè se domani anche noi dovessimo soccombere, che cosa rimarreblbe della lil>e-rt.à.e della democrazia russa in un'Europa dominata da.gli czrur di Berlino e ,di Vienna, in attesa che un nuovo cza;r s'installi a Pietrogrado? :via questo non av,verrà, ,1on può avvenke. E se la rlvoluxlone -russa tradisce sè st,essa, noi non la tradiremo. E omche se gli tmrori criminosi di o.Jcuni costringessero a bere fino in fondo il– calioe della disfatta, noi rron cli!,prom-emodi essa. M-algrando tutto, e quali che siano le cat81Strofi ohe potessero ancora avivenire, quello che noi at– tualmente vediamo in R'llssia - non è un popolo che muore, ma sono po110li che nascono .. , Inter stercus et urinam nascit.or 'homo"· Nel sangue e nel rango, nella mi$eria e nell'angoscia, fra le rovine della Russia antica, noi assistiamo ora al ipairto gi~ant.esco di una Russia nuova, 111aggrup– :pata, federati<Va, unita per affinità cli ,raz11ae di cultuna. -Nonostiant.e tutto quello ohe potrà ancora avve– nir-e e che ci ,potrà sorprendere in Russia, noi non p0ssiamo e non dobbiamo romperla co.n es– sa. Sia nell'awersa, sia nella. buona foi,tuna noi siamo e !l'Osteremo solido.li . Essa non può vi,vere senza di noi: in un'Eur()lJ}a dove gli Imperi cen– trali sama.nno i p-adnoni, essa sarà peil'diula. Noi non possiamo trionfare senza di essa: in un'Eu– Topa dov.e la Russia 1\ivent.P..ràczlllrist.a, la liber– t.è. non esisterà. -EMII.10 VANDERVELDE. (,Oal Petit Parisien). Le lettere dei soldati Un'ordin8Jlza delle superiori aut.o rità ho. fatto divieto o.Ila censura militare di sor· veglia,re le lettere do.Ile famiglie ai solda.ti . ,Segnaliamo il fatto all'on. -Bissolat.i, ministro anche dell'assistenza milita.re. Faccia una inda– gine per delerminare chi, personalmente, hA. CENSURA ,no Bi n L'UNÌTÀ CENSURA I parassiti ferroviari Sedicimila soi,o le persone che in Jtalia godono ciel diritto di via,ggiare gratis sulle ferrovie dello Stato con carte permanenti (li circolazione (senza parlare dei deputati e dei senatori). La legge, spiega Angelo Si-afta, nella Sera di J.liluno, da Drima aveva concesso questa specie cli carte per rugior,i di servi~io, ai funzionari fer– roviari; ma leggi e regolamenti successivi allar– gi,rono il .beneficio del permanP11lc gratuito a •a– vo1·edei funzionari del cessalo H. Ispettornto ge– nemle delle .Fenovie passali all'Ammini. traziot,e dei l.1L. PP.; del persor,ale stabile rimasto presso le antiche società, dei funzionari a riposo delle _ Amminist ra~ioni Jen-ovi,iric p1·eesistenti al 1885, delle consorti e vedove dei Cavalieri dell'Ar,nun– ziata; degli alti funzionari della Real Casa; dei membri del Consiglio Superiore dei LL. PP.; degli ex-deputati con selt.e legislature; dei funzionari della cessata Direzione generale delle Strade ferra– te; dei funz.ioi.an dell'Uf-fìcio spe<:iale renovie uscili di carica, nonchè dei rap·presentanli del 1iersonale (questi ultimi con 41 carte di lidiera circolazione di prima cla~se e 396 di seconda). E la lista no,, finisce qui. Al-la Com1Jagnia 'internazionale dei vagoni– letto sono concessi ben ,\6 permaner.ti, in cam'bio di concessioni analoghe per viaggi gratuiti nei va– goni-letto a favore di funzior,ari ferroviari; 9 per– manenti sono concessi ai membri del Consorzio autonomo ciel porto di Genova, 21 a ditte conces– sior:arie dell'lil~um/nazione delle stazi-omi, '9 ali una ditta fornitrice di accumulatori elettrici, 22 alle agenzie trasporli, 33 agli Zuccherifici, 29 al– le Agenzie per la vendila dei biglietti, 8 alla dit– ta concessionaria dell'Orario ufficiale, ecc. ecc. Che dire poi delle concessioni falle a ditte private perchè fornitrici delle Ferrovie dello Stato o lega– te cor, es e da rapporti con'lrattuali? Il p.-incipio, assurdo in sè, di far cons:istere IJ)arte del eone– spettavo dei"contratti dello Slato nella prestazione di viaggi gratuiti a vantaggio personaie degli am– ministralori de!le'socielà conlraenli coi;· le Ferro– vie dello Stato, è capace di -pericolose estensioni (che si intrav,,edono già) ad alt.i-i contratti con le fenovie, sino ad ora r,on contaminati da quesia pi~a. e col tempo e con la IJ)aglia, addirillura 2i contratti con altre Amministrazioni dello Stato ... ferrovieri<·. • Nor. è facile valutare il dM1no economico pro– dotto dalla concessione gratuita e sfrenata di per· manenti sulJe Ferrovie, ma così, ad· occhio e croce, dev'essere lben grande, e non si pecca certo cli esagerazione quando si calcola che ailmeno due– mila delle sedicimila 1>ersone favorite dai perma– r,enti gratuHi - senza essere senatori o cle11mtati - spenderebbero, ove il l'avore fosse tolto, una media di L. 1500 annue: e così sarebbero (ma si dice poco) t.1'3 milioni o.ll' anno che lo Stalo non buttne.bbe :più vi.a. Agir bene e parlar male Da due anni e mezzo il nostro paese ~ afflitto eia un nuovo microbo nazionale: la persona chv opera :bene e -parla male. E' la signora elegante, la qual~, perchè lu, due 1,ravi .figliuoli al fronte, si crede in diritto di te– nere discorsi gennanofìli al tea-roorn: il senatore, che tiene in t.reno conferenze peSJimiste, ~tto il manto cli avei· votato a favore della guerra; il ric– co industriaJe, che tuona o.I caifè contro la Fran– cia é l'Inghilterra, ma ha contribuito largamente alla soltosorjzione per i richiamali; l'infermiera di, ligente, che ai sold_ati mesce insieme medicine el– flcaci e consigli disfattisti; il titolato, elle fa il patriolta in Consiglio cornuno.Je ed il neulro.list.a convinto aJ circolo; il prete, che unisce subdole teorie pacifiste ai ~occorsi veramente evangelici; l'ufficiale, che porta sul petto il nastrino qell'anno cli guerra ,e magari della medaglia al valore, e ne approfitta rper far discorsi paurist.i nei orocchi de– gli amici, recriminare sui piani dello St.ato Mag– gior-e, vrnpendere i giornali i.nlel'Ventisti, ecc. In molti .casi si tmtta di leggerezza intellettuale,. c\j scilinguagnolo t,roppo sciolto, della vanità di moslrn1·e di sapei-In lunga, cli quello strano pia– cere che si prova a tagliare i panpi addotto al « {;overno ladro " in un paese, dove la libertà politica è intesa chi tutti in questo modo: che i cittadini devono dispnizzare ad alta ,vo~ il Go vei-no, e il Governo· deve lasciarsi disprezza,re e fa,re a modo suo -pro1>rio,mo.Jtrattando a suo be– n~plocito i cittadini. Ma in parecchi altri casi, si tratta di vera e propria malvagità consapevole, ohe ce-rea nelle buone azioni un o.libi morale, che consenta di sfogare imp1Jnemente le cattive pa,role; le quali cattive parole, ~ioi, sono oggi catLive e pericolosis– sime a1,ioni, perchè tendono a demolire <tuella re– sistenza morale che è la base di ogni resistenza mn.teriale. , Questa gente compie alcuni alt.i !buoni, unica– mente ,per acquistare una tesse1·a, che apra I-ibero u·a.nsito alJ,a,loro azione disfattista negli arn'bien– ti naziono.J(. Razzola bene per poter predicare male. Copre con la •bandiera delle opere italiane la merce avariata del pensiero e della propa.ga.nda germanica. Queste mascherine pseudo-patl'ioLliche bisogna saperle riconoscere, e sape.rie disprezzare. All'arrembaggio degli infortuni agricoli ,L'onarevole Sederini e un_ numeroso g11uppo cU deputati - dicono i giornali - han presenitato una int.eI"J)ellanza o.I ministro di industria e com– mercio 1>er sapere « se non creda opportuno di « disporre fino da ora ohe il ,r-golamento del de– « oreto-legge 23 ago~to 1917, sull'assict.razione oò, « ibUgat.01ia con!J•o gli inforitun'i sul lavoro in « agriolt_ua·a si ispiJ"i in ogni ma parte al rispetto « delle disposizioni già a-ppil'o,•ate dal Senato non « consentendo modliiftcazioni « che possano vu!ne– " rarle e particolarrnente nei riguardi delle Mu– « tue lleUe Casse consorziali, dei Sindacati ed « o.Itri enti esercenti prima del.26 marzo 1917, on– « de alle medesime non vengano' orliate condizioni « tali da !'enderne .impossibile e difficile il !un– « z,ionamento, f,rust.rrundocosì ogni Yant.aggio del– « l'inizia.Li~--aprivata "· Noi non sppiamo che cosa conlerrà il regola, mento che si sta confezionando. Sappiamo che tan– to nella discussione al -Senato, qu8Jlt.o nel decreto– legge, non si pensò di garantire imprendito1i e contadini dagli .abusi degli istibuti assicuralJOO'i.. Volendo l'osservanza in ogni parte deLregolarneJJ– to, delle disposizioni che o non esistono o esisto• no per modo d,i cl.ire, l'interpellanza suesposta ri• vela di essere una delle tante manovre dei Si>n– dacati e di o.llri enl_iassicuratori, i quali v001reb– bero impedire che norme precise Nengamo -a po1 fine all'anarchia atluale. Perchè nessun deputato interJ·ogn il Ministro ·competente ilD ... senso contrario? CENSURA

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