L'Unità - anno VII - n.5 - 2 febbraio 1918

PROBLEMI DELLA VITA ITALIANA Direttori l ANTONIO DI! VITI DE MARCO e GAETANO SAL Vl!MIN1 Di#zioot e .Amministruione I Roma, l'ia Adda, 4. -- } ~namento ordinario annuo Ure 5 per il Regno, per l'eatuo Un: JO Abbonamento sostenitore annuo Lire 20; semestrale Lire IO; un numero Centuimi JO Si pubblic:a il sabato a ROMA - Conto corrente con la posta Anno VIl - N. 5 SOMMARIO. OFFENSIVA POLITICA - A. De Viti de Marco. IL PR0BLE~!A MILITARE DELL'ADRIATISO - C. Maranelli e G. Salvemini. IL TERRORE - T. Galimberti. IL SEGRETO DEI FATTI PALESI - g-. s, Un buon affare. - La Russia e noi - Le let– tere dei soldati' - - I paras– siti' fe,.,.oviari· - Agir benfi e parlar male - All'arrembaggio degli infortuni agricoli. L'Unità ·~el 1918 Le ultime disposizioni luogotenenziali sul consumo della carta ci consentono di lasciare iI prezzo dell'abbonamento annuo del nostro giornale a cinque lire, e la minuta vendita a due soldi al numero ma ci obblig-ano a ridurre i numeri di otto pagine a un quinto dei numeri· di tutta l'annata. Anche con questa riduzione delle pa– gine il prezzo della carta è così aumen– tato, che ci vedremo obbligati ad aumen– tare il prezzo del{'abbonamento e della minuta vendita, se non crescerà il nu– mero degli abbonamenti. Quei nostri amici, che acquistano il giomale aettimana per settimana dal r·– venditore, pensino che la minuta vendita costa all'amministrazione del giornale i due terzi di quei dieci centesimi, che essi pagano volta per Yolta: cioè la minuta vendita rappresenta una passività, se il lettore a minuto non si trasforma subito in abbonato. Questi nostri lettori, dunque, che ri– tengono utile l'opera n9stra, hanno il dovere di aiutarla, abbonandosi e procu• randoci abbonati. La CoIIezione completa dell' UNITÀ del 1917 viene spedita raccomandata al prezzo di lire I O Iodlduare cartolina vaglla all'Ammlnlstrulone del- 1'UNITA': via Acida 4 - Roma. ,. 2 Febbraio .J9J8 Offensiva politica Questioni di principio e questioni territoriali. Tra i paesi della Inteso. ve ne hanno alcuni eh~ combattono per le, particolari loro rivendicazioni territoriali; ve ne hanno altri che affermano ai combattere per la difesa di principi ~nera.li, e di non avere aspirazioni proprie nè di conquiste territoriali nè d·i dominio politico sugli altri. Non si tratta, beninteso, di una netta divisione; ma di una scala che sale gradatamente dalia Serbia al· l'America del Nord, attraversando l'Italia e !ii Francia dove i due fini concorrono in diversa pro– porzione, e l'Inghilterra dove il !ìne, non di occu pazione, ma di garenzie territo,iali apparisce se· condario o indiretto di fronte a quello dalla difeso. dei principi generali. Va da sè che i cosi detti principi generali rap– presentano nella vita politico. ed economica degli « Stati mondiali », come gli Stati Uniti, l'Inghil· terra e la Germania, interessi reali e concreti, dal cui trionfo ùipende direttamente la prosperità economica e la fodipendenza politica dei popoli r-ispettivi. Mentre quei medesim4 princii;t .figurano come ingombro di fra!Ji o.s ~at.te e dottrinarie nella politica di quei minori « Stati nazionali .., la cui capacità di espansione e le cui e.spirazioni di dominio non li portano al di là di qualche mo– desto ingrandimento di territorio. Di fronte al giuoco delle forze politiche e<l economiche mon– diali questi Stati sono satelliti che si muovono an– cora nell'orbita di astri maggiori. La libertà dei mar.., la libertà· t1e! traffici, lo. l)Olit.ica della porto. aperta colonia~e. la pace du– ro.tura e l'arbitrato sono principi che rappresen– tano interessi vitali per gli Stati Uniti e l'Inghil– terra, ma non appariscono come forze altrettanto reali ed attive per l'Italia, dove una fetta di Dal– mazia può contare per molti assai più, per esem– pio, della adozione del regime della por~i, open.a nelle colonie di tutti gli Stati europei e crt un liberale trattato di commercio con tutti g_JiStati balcanici. Questa è una condizione di fatto, che però mette necessariamente in diversa prospettiva i vari e complessi scopi della guerra, a seconda che di essi parla \V-iison ovvero il Ministro di uno Stato che ha qualche conquista territoriale da realiA– zare. Occorre anzitutto che tutti si facciano una idea chiara del rapporto che esiste tra le questiont di principi e le questioni territoriali che figurano nel programma degli scopi di guerra dell'Intes<t. A parte gli accordi internazionali già interce. duti, di fronte ai quali e dal punto di viG,u. gln– ridico tutti gli scopi di guerra possono sem– brare egualmente impegnativi, è evidente che, quanto a importanza di merito, le questioni terri- tbriali sono in funzione delle questioni di princi– pio; cioè a dire esse in tanto interessano l'Int.esii tutta intera, in quanto la loro soluzione è una premessa o una condizione per assicurare, per esempio, la pace duratura, che è uno di quei prin– cipi per cui si batte il popolo americano, o si batte ed è disposta a battersi la democrazia britannica. Lo stesso principio di nazionalità, che nel se colo passato era considerato come fine f! sè stesso, deve in questa guerra essere considerato come mezzo per raggiungere un fine superiore quale è quello di assicurare alla Umanità. o alla Lega delle Nazioni la più lunga pace possibile. Epperò è chiaro che la questione delle nazionalità, per esempio, dell'Auslria o della Russia può essere suscettibile, secondo le variabili condizioni di fatto, d"ivarie soluuoni concrete, che vanno dallo smembramento delle vecchie unità statali a.Ila confederazione dei nuovi Stati, ma ogni caso rispondere alla condizione, curino contro nuove perturbazioni mondiale. debbono in che ci as~i– della pace A più forte ragione i problemi delle singole ri• vendicazioni vanno esaminati da questo aspetto. Essi debbono essere risoluti non dal punto di vista dell'interesse del singolo Stato, ma da quello dei cosi detti principi generali, cioè dal punto di vista dell'interesse comune di tutti i belligeranti. « Le 1-ivendicazioni nazionali debbono aiutare la rea– liz:azione di un interesse internazionale ». Ecco il segreto della situazione. Il programma delle rivendicazioni territoria:i Italiane rH;p<!,nde.,, questo con_cetto? Ec:co lt 'pro. blema. Che vi risponda la reintegrazione del Belgio· nessuno contesta. Che vi risponda la restituzione alla Francia dell'Alsazja e Lorena quasi tutti ora.– mai ammettono, e lo ammettono, non perchè cono– scono o si dieno la pena di approfondire il prob'o ma dal lato etnico e militare; ma perchè di tatto la questione dell'Alsazia Lorena è stato da mezzo' secolo uno dei cardini della politica -europea a uno dei fattori remoti della present.e guerra. Ora il problema italiano di Trento e Trieste, mentre dal punto di vista etnico e militare è più evidente di quello francese dell'Alsazia-J.,orena, dal punto di vista politico non si presenta altret– tanto chiaro alla coscienza del popolo inglese e del popolo americano. · Ghe dire se a Trento e Trieste, a cui pur si lega il ricordo -più o meno sbiadito del movimento irre– dentista, si aggiungono terre di cui mai si era pal'lato prima di oggi? E che dire ancora quando si consideri che nè noi, nè gli altri, non conoscia· mo esatta.mente quanto è larga e quanto è IU11go. la striscia di terra che noi reclamiamo lungo I' A· driat.lco? .. -

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