L'Unità - anno VI - n.30 - 26 luglio 1917

21 8 La gue r ra , colle sue straordinarie comp licazioni e rip ercussioni sui mezzi di produzione e di scam– bio, ha prodotto un genera le ed enorme rincaro delle mat erie gregge e dei prodotti man ufa tturati. Prendendo per base l' « lndex number » dei prezzi" all'ingrosso dell ' « Economi ·st », l' impo r– tanza di falc rincaro è segna ta dal numero pro – porziona le 246 alla fine di maggio 1917 oontro il num ero 100, media del quinquennio 1901-1905. E' certis simo che questi prezzi di guetTa, do– vuti per la ma ssima parte alle difficoltà della na.. v igazivne in causa della riduzione del tonnellag– gio e del pericolo costit uito dai sottomarini te de– schi, non potranno durar e a lu ngo lllel nuevo pe– riodo di pace . Avverrà allora, fatnbnente, un a precipito sa di– scesa di pr ez1,i, con un fenom eno, per quello che conoorne la incidenza dei da.zii d ogano.li , inverso di que llo ch e si è veri ficato négli ultimi dieci o venti anni. Si ca pisco quindi la grande premura e il molto da fare che si danno i nostri grup pi pro tez ionisti industriali per stabilire la nuova tari ffa dogana le autonoma in questo periodo di pr ezzi alt iasi.mi . Dazii spooilìci, i qua li possono in questo mo– mento a,pparir e mod erati, commisu rando la pro – tez ione, suppooiamo , al 10 oc! al 15 per cento d el valore della merce pro te tt a, diventeranno ra.– pidamente al ri torno della pace col m ezzo d ella tariffa doganale minima ed autonoma di gran lunga più prot ezioni aJ;i od addirittura proibitivi e, come tali, svolgeramno sempr e più un'azion e nefasta per gli int eress i dei consumat ori e degli esportator i agrico li italiani. Per una coscienza pubblica doganale L'ordin e del giorno, che già abbiamo pubbli – cato nella « Unità » (v. num ero del 5 lu glio) e che è stato votato recen tem ente nell'assem1bl ea ten u ta a Napo li dalla Federazi one delle Camere di commercio del Mezzogiorno d'Ita lia , affida che gli inte ressi dell 'agrico ltura meri dional e, che sono poi quelli della gran dis sima m aggi oranza d ei pro– duttori dell 'Italia int era , non saranno più senza una valiaa. ed energica difesa , come fu rono troppo a lungo e trop po spesso in pa ssato, contro le nuo ve vaghegg iate impr ese di piccoli gruppi in– du stria li polit icanti. Occorre però che la battaglia., la quale si an – nuncia aspra e viva.ce per la ripr esa. par la.men– ta.re autunnal e, qua,ndo dovrà. esser e discus&a clalla Camera. dei deput ati la nuova Tariff a do– ganale elaborata e proposta dalla Commiasion e Reale, sia senza indu gio impostata su lar ghe basi , e condotta con v igore ed alacri tà nel paese , in mo do che abbia. a. formarsi sulla que stione doga– a:iale una opin ione pu bblica consapernle e coe– rente. P er -buona fortun a. è andato fallito il disegno insidioso di dare al Gover no i pieni poteri per applicare in via. d'urg enza e con un, d ecreto regio le imnovazioni dogana.li suggerite dalla Commis– sione Real e e dal Comita to Naziona le protezio– nista. Il Ministro del •Comm er cio on . De Na.va. ha dato a questo proposito le più ampie e precise gara nzie nella. tornata del 7 luglio alla Camera dei deputat i. · L a stessa Co=iss ione parlamentare votata col disegn o di legge n. 808 non ha potuto essere per ora nominata, e res ta. quindi il tempo per imp edir e che ess a venga composta esclusiva.. m ente o in gran d e ma gg ioranza cogli stessi ele– ment i indu stri ali-prot ezionisti, di cui il Ministero Giolitti nel 1913 aveva formata la Co=issione Rea le. - Ma, in question i di tal genere, non, sarà. mai albbastanza det to e rip etuto ch e è necessario dif– fida.re del Parlamento o per lo meno tenere bene aperti gli occh i su di esso, per imp edir e la rinno – vazio ne di sorpr ese e d i tru cchi , di cui è quanto mai fertile l'in gegno d ei politican t i, costr etti a. fa.re i conti elet torali coi gruppi proteziooisti. Non vi è idea falsa ed ass urda, la qual e, quando c'è chi è di sposto a paga.re il pr ezzo n ecessario per diffond erl a ed accre ditarla, non possa dive– nir e grandemente pericolosa.. Cosi è della nuova. formula at tivamen te pro – pu ~nata. da. tutt i gli organ i del neo-pro tezionism o italiano che « per avere forte l'Italia. , bisogn a averla i ndip endente, va.le a dire, IN CONDI- BibliotecaGino Bianco L'UNITA ZION I DI NO N AVER BISOGNO DI NES – SUNO, ossia DI POTER P ROVVE DERE A TUTTO DÀ SE >. Queste parol e si possono leggere nei ca rat te1; steasi nei quali li trascrivo nel nu ovo e costoso per ioclico: ~ Le Indu stri e Italian e Illu strate >, Milano, luglio 1917, il quale stampa. pur e nel me– desimo articolo questi al ti; concetti d a... buon Prus&iano: « Poichè noi - sarà bene dirlo alto e chiaro - non abbiamo fede ch e nelle nostre sole forze >. « Gli alleati d 'oggi posson o esse re gli avversari <Il dom,ini e qn cll o che oaai ci vien da.lo itn cam– bio di q·uel/.o che possiamo dare, ci può essere do- 1na11i negal o >,• • « PERC IO ' L 'ITAL IA DEVE METTERSI IN CONDIZIONI DI NULL A DOVER DO– MANDARE A NESSUNO , di potere, cioè, fab– lbrica.re in cnsa propria qualunqu e cosa occorra al v ivere civile di tutti i suoi figli >. Easi saamo ch e queste frasi sono economica – mente ,insensate, perchè nessun paese - am.meno di tornare allo stato selvaggio, all a miseria e alla carestia - può bastar e a se stesso . Essi sanno che noi siamo arrivati alla iuerr& aven do aulle sp!ùl.e un ~en$0nnio di alto regime protezionista, c.he è stato una con causa dolla nostra ,iJnprep,a,– raz ione e delle nostre deficienze durante le. g-uer– ra . Ma intanto con quelle frasi spe rano di ecci– ta.re il pa triottismo de l pubblico igna ro, per creare un ambiente favorevole di opinione pub – blica , in cui possano seminare nuovi dazi doga– nali e raccogli ere nuovi estra profìt ti di dopo– guerra. I produt tori italiani di vin i, di olii, di agrumi, di frutta, di boz zoli , è.i sete, ecc. sono avvisati. Nel nuovo regime d'autonomia doganale pro – pugnato dai gru ppi dell e indu st rie settentrione.li protezioniste essi dovranno rinunoiare alla espor– taziOll'.ledei loro prodotti non solo verso i paesi ohe all'indomani d el trattato di pec e cesserann~ di easere nemi ci, ma anohe verso i pae,si, la cui alleanz~. cemen tata dal s&0gue sparso in co– mun e per una grand e causa di democ.ra.zia. e di libertà umooa, dovrelbbe essere m eno prece.rie. e meno perioolanbe in avvenir e di quello che pa.re - o ohe piac e - ai fautori della 1:eoria canniba– lesca della gueru generale e perpetua per am ora dei auoi sopra-profitti indu atriali . BdoardoGlrottt. Le annessioni e il commercio esterno La. Arbeiter Zei tn n11 (19 giugno ) pul >blica.va il seguent e arti colo che merita di essere riportat o perchè dà il pen siero del socialismo tedesco (al · meno qu ello teorico) in, materia di comm ercio inlernazionale. « Nella lott11 per la rest aw·a zione della pace e dell'economia mondi ale , la pTopaganda per un a « Pace senza annessioni " incontra sempre una pa rticolare obiezione . Uno Stato, si afferma, n on può sussiste re a meno che non possegga i terri– tori n ecessai ·t al proprio ri fornimento di ma te– riale gr.ezzo. Ta le argomen to è usato d~ii annes – sionisti tedesch i 1a cui amhizion e di conquista si este nde alle minier e di ferro della Lorena fran cese e a qu elle di carbon e della P oloni a russa. Quell 'ar– gomento poggia in ultima anale.si sull'idea che ciascuna nazione possa ba.stare a sè stessa, c.he le frontie re dello Stato siano fissate in modo da far sì che le aree economi ohe 10· esse comp.rese possa no ri spondere alle loro ' ,propri e esigenze di mate ri ale .grezzo, serbandosi indip end enti da a l– Iri paesi. Dato che og.gi non ci è possibile fare a men o dei prodotti di terre meridionali, lo Stat o idea le do vrebbe esten ders i dal Polo all 'Equ.atorc. Si tra tta d unque dii un'idea lrre alizzal>ile, salvo si potesse ripa rlir c nu<YVamenteil globo secondo I nuov i criter i. La posseasione di quant o più ma– teri ale grezzo sia possibil e è di evidimte van– taggio per lo Stato, a qualsiasi a.rea econom ica, per quan to riccrumente dotata dalla natura , ab– bisogn a d'importare dall'e ster o. Si tratta quindi di vedere se l'annessione di qualche fonte di ma– teria .grezza in più, potrebbe mal compensare la pe1ma'nente ostilità che ciò susc iterebbe nel vicini. « Gli annessionisti in.dust riali della Germani a mirano sopratutto ad lmpa.dron lr si dei gia ci– menti cli ferro e di carbone, col pretesto di assi – curare in ta l modo aJla Germania li rifornim ento dei met alli. Il compagno Otto Hue oppone ,]oro alcuni fatti precisi: « La Germania richiede al – l'a nno oltre 200.000 tonnell ate di rame , di cui al– l'in tern o non pu ò produrr e che una! decima par– te, Je sue forniture principali sono 11Nord-Ame – rica e in gra do minore l'Australia.. Senza queste imp orta zioni nè là. m1!,lt iforme ed estesa .industria meccan ica D'è la industria elettrica dell a Germa · nia potrebbero svi lupp arsi. Soltanto un terzo del piombo n ecessario è forni to dal paese: già nei 1913 il totale saliva olt.re le 200.000 tonn ellate di cui 142.977 proveniva:no dall'Aus tr ali a. La Germania produc e maggior quantità di zinco di quanto ab– hisogn i; ma d'altra part e la sua produzione di latta è assai limit ata e de,ve imp ortare qu asi per intero la quantità nec essaria dall a Boli-via, dal– l'Indi a e dalla: Malacca. Oltre a ciò essa riceve sette ottavi del suo nickel dalla Nuova Caled oni a, che insieme al Gana.dà forni sce alla Germania la maggior quantità del cobalto da essa us at o. Que– et 'ultimo non produce platino e li mercato mon– diale per qu ell'artieolo dipende dalla Russia (le Urali ) e dalla CQlumbia. Quanto all 'oro la Ger – mania 1,iceve Ja m~gior '.l)arte del suo fabb~o dal Sud-Mr ica britannico, dall'.Am&ica e dal l'Aus,r alia. Dell 'argento neceSISario ne produce appen a un quinto e deve import,a,rlo dal Nuovo Galles del Sud, dal Nord e Sud Ame1·ica. Non possiede mer curio; nel 1912-lS l'intero quantita– tivo le giunge,va: dall'Austri11 (Idria ) e dall 'Italia . P er lo zolfo dipende quasi del tutt o dalla Spagna e dall'I talia., e per una g ran parte dei materia le gre zzo neceisari o alla sua industria dell'allum i– nio, dalla Fran cia (Bam ,-de-Pr ovence) o piuttosto in rea ltà dip ende dal sindac ato internazionale Il quale controlJa la: produzione mondiale dell'allu – minio. « Riguardo a tutte queste mat erie grezze, eccet– to per il mercur io, -l'Austria è nella medesima situaz ion e. Ad esempio ne l 1912 noi dovemmo im– portare quantità considerevoli di minerali e di metalli, 1.800.000 tonne llate di sole piriti di ferr o, 622.000 di manganese e 853.000 di zi,nco grezzo. La Ge11nania pur e d eve importa.re du e terzi del man– ga nese che usa, dal Cau cas o e dalle Urali. Il bacin~ Longwy-Jlreiy in Francia, c.he gli annes– sioni sti vorrebbero trattenere, non possiede man– ganese: ciò nonost!l,nte essi continuano a. dire che ci occorrano i giacimenti d( manganese di Longwy. li metallo più ~mport ante aU'industr ia è il tcr · ro, e ·non v'è dubbio che il possesso cli abbondanti deposit i sia un prezioso vantaggio, specie se le minie re si trav1no a poca distanza. E ' certo i:he l'Inghilterra deve in parte la sua prosperità · fn dustriale al ferro e a l carbone di cui di.spon·1, ma la German ia d'altronde è in grado di es,,ort:i re In tempo di pa'Ce il 40 per cento della sua !)r!>– duzlone. Accurate osservazioni geologiche hann •, dimostrato che le disponibilità di ferro, on CO· nosciute, ~n Germania dureranno 108 anni, nella Gra n ,Bretagna 80, in Francia 150, in lsivezfa 145, in R'Uasia 96; ciò che dimostra come la Germania goda sotto tale rispetto di una condizione a.~ I p iù favorev ole di quella della s.ua p.rdnclpale con- . corr ente nel campo indùstriale. « Le miniere tedesch e potranno p robabilmente nutrir e le industrie del paese per un periodo più lungo di quanto non sia il ca.so per la Francia: fl rifornimento di questa dip ende in massima p;i.'r· te dalle località Minette, di Longwy-Briey (clrM il 90 per cento nel 1913), E' infondata per contr0 la asserzione che le industrie franc esi dell'acciaio e del ferro possano ottenere la: sufficient e mate ri a prima dal giacimenti della Normandia e del Sud – Ovest della Francia. Ciò significa che la perdita di Longwy-Briey rappresenterebbe per l'illldustrla trnnc ese un colpo eguale a quello che ver rebbe al– la Germania staccando dall a sua area: economi e, le mini ere della Lor ena; e qui sta uno del moti..-J che spingono le hanc he e gll industriali di Francia ad insiste re a lor volta per la riconquista dell' Al-

RkJQdWJsaXNoZXIy