L'Unità - anno VI - n.30 - 26 luglio 1917

216 a.ltro .rappresentante della ditta Giolitti-Turati– Biilow. In politi ca - e specie in Itali a, e specie con qu &sta Camera - la gente, che non vuol la· sciarsi ca.nwnare a !uria di riman er ciecamente ledete a.gli idea.li asso luti, deve contentarsi di (fl.lel che è possib ile ottenere e sopratutto di quel che è posshl>ile evita.re . E qua.nd 'a,nche un giorno dovessimo convincer ci che c 'ingannava.mo prendendo come oro filalo lrl dichiarar.ioni ufficiali dell 'on. Sannino, ce ne dor· rebbe per la no.stra fU1'1Jeria, ma non per la no stra coscienza: perchè nella peggiore delle ipo– tesi non avremmo !atto col nostro errore che pre· ferire un nazionalista. int erventista 11.un naz io– nalista. gioliltiano. Ciò premesso, ,noi conveniamo pienamente col Mondollo rnlla necessit à che sieno ri,veduti gl'i 11.ccordi stipulati do.i vecchi governi dell'Intesa, e messi meglio in rispondenza con la nuova situa• zioM .croata dalla rivoluzione ru ssa e da.ll 'inter– .vento degli Stati Uniti. E vorvemmo che I nuovi 11.ocordifossero immediatamente pubblicali, non perchè quella pubblicazione ci darebbe, come pen· sa il )<!ondolfo, o una più energica continuazion e della guerra o un più ra:J)ido raggiungimento del– la pace, ma per chè ci dareb.be una J>iù energica conti nuo.zLone della guerra e perciò un più ra– pido raggiungimento della pace. Purtr oppo il nostro desiderio che i patti sleno riveduti in modo da sodd isfare ovunque la co– scienza morale di coloro che ha,n visto. in quest a guerra una batta.gli a: dell'ideale democratico ocd– denta.le cont ro l'ideale autocratico tedesco - que· st.o nostro deside1·io non ha in It alia per sè la forza. che gli sarebbe ven uta. se il Partito socia· lista. ufficiale •non si fosse lasciato cosl profon· da.mente ba.l~anovilzare da interdirs i ogni di– ritto di a.vere sui probLcmi della guerra · e della pace alko desiderio che non sia que llo dell'insuc· cesso dell'Intesa e dÒl ritorno allo statu. quo an– te. Il .Partito uocialista. italiano si è meSiSOnella identica situazio ne, in cui si sarebbe trovata. la Russia rivoluzionaria, se si fosse rtflutata di con– t.inuare la guerra, secondo le consigliavano i Grirnm dell'internazion a li&Jno kais eriano. Riti· randosi dalla guerra, il Gwerno rivo luzionario russo non avrebbe avuto nessun diritto di chiede· re una revisione dei vecchi trat.tati in senso de– mocratico. Quanto maggiore invece sarà la pres– sione militare russa contro la Germania e contro l'Aust ria, tanto più i Governi df}U'Int esa dovrann o tenere conto della volontà della -nuova Russlà nel· la soluzione dei problemi della guerra, e tanto maggiore pressione potranno esercitare sui Go– verni d'Italia, di Fra,n cia, d' In ghilterra le nostr e correnti antimperia liste e democratiche. Da que. st'azione doverosa e benefica per la pace futur d. si sono esclusi .i socialisti u!ftciali italiani, dls er· tando la guer r a, per pochezza int ellett uale, per a"ridità morale , per ef\lcolo elettorale, o - pochls-– slm l - per un attaccamento all 'id eale tolstol.a.no , troppo contrario ai doveri di giustizia, perchè un a umanità eh& voglia. vivere in libertà, possa a.e· cettarlo. Questa diserzione non imped irà ai criteri de– mocr atic i di preva lere anche in Italia. Ma il me– rito di questa vittoria la demòcrazl.a ita.lla,na do– vrà attribui rlo, più che a se stessa, alla Ru ssia e agli Stati Uniti. L'Italia, che poteva. essere la prima, sarà l'ultima a comprendere i nuO'Vitem– pi ed averne la gloria. Non potendo fare di più, i socialisti uffictali ita.liani han fatto a.I.l'Italia al· meno questo ma.le . Ma alle prossime elezioni sa lirann o da quaran• ta ad ottanta, e otterranno un aumento di capi· ta le alla Banca del lavoro e un a.umento di sus– sidi alle bibliotechine popolari del quinto collegio di Mila.no. E questo è l'importante . g.• . • • « Gli slav i non Intendono gl'Itallani, e questi nelror goglio delle loro memorie stravecc hi~. di– spr ezzano stolidamente quelli. Ma i popoli di sprezzati hanno le. chiavi del mondo avvenire. Bisoi;na in.tendersi per n ecessità e per lucro , -chi non sa per virtù e per amore ». • TOMMASEO (Il secondo esilio, I, 144). o a L 'UNITA La Germania, il Mattino e l'Avanti I L'ordine del giorno della maggioranza del Reichstag germanico, per una pace senza "forza.ti aumenti di terr itorio " e senza II vjolentaziom politiche, economiche e finanziarle ", non a.ppenu fu a nnun ciato dai ' giorna.li, provòcò grida. di giu bil)) e di tri onfo del Mattine di Scarfogllo : "1'on si pa rli più d.i militarismo prussiano, perchè ~ evidente che esso ,è stato rovesciato, precisamen– te come lo zarismo '; e oramai collo. Germania. democra.tizzruta possiamo pr epara.rei a lar la pa ce sulla ba.se del ritorno allo statu quo ante! Pecca to che il t.Jionfo del Kronprinz e di Hin– derrhurg e di Ludendorf contro Bethmann Hollweii stia Il a dimostrare che Ja dislatta del militarismo tedes co, è ancora a.s3ai, assai lontana, se doh.bia• mo aspettarla da.I Reichsta.g german ico. E la se· cinta del 20 luglio del Relchstag ha fatto ca.pire per quale moti'l'0 lo. maggioranza ha pJ'e'parato i'ord.ine de,t giorno per la· pace. P er capi re l'ordine del giorno che ha la-tto an– da re in br odo di giuggiole a ntimilitariste l'otti– mo Scarf-Oglio, è necessario tener presente I.a ne– cessi,tà in cui i deputati socialisti si trovavano (I\ giusWìca .1·e il nuovo \c>to,che si apprest.ovano a. da.1·e a.i nuovi crediti militari, con la man canza delle serie rilorme politi che hmgam ent e invo· ca.I.e, anzi coi ,1·ifluto di queste riforme, che Il nuovo cancelliere Michl).elis a.i preparava. a dare in ,·1,ppresentanza doLla cricca pangermnista. e militare. L"ordi ne del .giomo per la pace senza. f orza te unness.ioni ha servito a sa lvare La faccia al Ge– noss e Scheidemann . Costui può dare a bere ai suo i elettcyri che ha vota:'to -bensl i crediti milita.· ri a. un G~vem .o, che con tinua_v.a:a rifiutarsi di parla.menta.rizzarsi; ma In compenso ha ottenuto che la maggioranza parla.m enta.re accettasse e proclamasse sul problema della pace gli stessi princ ipi dei deputati socialisti. Non ag,giungerà, na,tw·almente, 'che l'ordi ne del g.iomo è un u ·pez zo di carta », m entr e il Governo resta e i crediti, che gli sono necessa r i per andare avanti, anche. L 'Avanti! , di fronte alle dichi-arazioni schietta– mente antiparlan ,entariste del nuovo Ca.nce!Jler3, sen i.e la necessità di tare l'imbec ille per non pa– gare il dazio. ,E scrive: 11 Ora vedremo se i so– cia.listi tradurranno in atto la minaccia fatta, quando dissero che Il futuro voto dei cre diti di gue rra dipenderà daµa accettazio ne del parla• menta.risma ». E soppr ime la •nç>tizia che i crediti di guerra, anche senza l' accettazion e del parla• mentarismo, sono sta.ti vota.ti. Come pure nel ti– toletto del pezzo, in cu i v'è Ii.prodotto rordine del giorno della maggioranza. del Reichstag, il gran de evento è annunziaLo con la torma u pa– ce senza, aumento di terr itorio "• invece che con la formu « pa ce senza {or.ali aumenti di territo· rio ». La formu la dell'Avantf è più assoluta, e· scind e ogni cavillo o contestazione sulla. interpr _e· tazione di <!Uel II forzati »; iilllò fa.re q.uinal sugLi ingenu i lettori una lmpr essiòne di fermezza e di chiarezza ormai opportuna per conciliare le Jc,ro slm]M•tie aJla paci fica e gel!erosa Germania .... Precisiamo I L • Unit d cattolica è rimasta offesa da.Ila nostra opinione che essa deside1i .una pace austr iaca. La tpace, che u noi Invochiamo - essa dice - non è u nè austriaca nè fr anc&"see inglese, ma cristiana ., u che è quanto dire giusta. e non fittizia, ta le da 11 aprir la \ia al completo affratella.mento del po· 11 poli, senza tirannie di uom!ni e di sette "· Il guaio è che si guarda bene dal precisare quali sarebbero le condizioni dell a sua pace cri stlana, .giusta., non fittizia, ecc. c\J!enoa:ggettivi e qualche sostantivo, ottima nostra sorella in Gesù Cristo. Quel che abbiamo chiesto al Pensiero Mi – litare e chiediamo sempre a tutti coloro che In· vacano la guerra o che invocano la pa.ce dovete consentirci di chiederlo a voi. Chi cerca di non precisa.re , ha qualcosa dR nascondere. Il discorso del Ministro Ruffini Dedichiamo a.lcun e par ti del discors o proL.Jn . ziat o dal ministro Ruffini a Torin o, per la in au· gurazione del monunrnni .o a Mazzini, a tut ti co– loro che in 1 t.alia e a.ll 'e-ste.ro si sono las ciati in · ganna re da lla vendita. di fumo dell' I dea Nazio- 11aLc e continu ano a credere che quel giornale ro.pprcsenta le idee del Go,•erno italiano . La ver ità è ormai chiara a tutte le menti. L a guerra, a cui l'wnawtd assiste da ben tr e anni i n uno stu:pore quasi traso11nato, no·n I: più sol– tanto ouerra d'armi, è guerra di idee: couo ir – rcdu ciblle di due oppo.,te concezioni della vita, cli due moncli mor ali inconciliabili; una vera ronflaora:.ione spirituale, che si combatte , è ve– ro in tutti i cuntincn ti e su tu/l i i mari, ma a.11· c&ra net chiuso cli ogni ·umann coscienza , e trae da questo il mo cara tt~r e di universalità, ed é f orse, per questo, di un inflessibile accçmimento. Or chi ha meo!io del Mazzin i anti-veduto il (a· tal e aggruppamento antagonis tico dei due ca.m – p·i: da una parte tutt e le democrazi e del inondo, dnll'a.l tra tutti gli asso lutismi , al!orchè egli gid conirapponev a alla pretesa Santa Alleanza deo!i /m:peri .Centrali , fa veramente San ta Alleanza dei popoli? Chi ancora l'inevitabile conflitto. al– lorchè ammoniva: "tl talia e !'Em·opa , cammina – no lentamente, ma sicu ra mente, come la qiusti– :ia di Dio, alla crisi mprema, alla urandc bat– tagl.ia fra la li bertd e il dispotismo l" A questa guerra verrd nei secoli il nome di uuerra delle Nazioni; poichè tra i orandi principt, messi in campo dalt' I ntesa , quello di nazionalità tiene il vosto cen tra.le, . Ora in quale lingua pri .. ma che nella nostra, per merito del Mazzini e con più sicura coscien:11, e con più fervida f ede, con un fervore anzi che ha del religioso, si t pro – cllzmat.a, la necessità, la santitd, la invulncrabi · lit_d delle Nazioni, di tutte le Nazioni, cosi dell.i ma ssime, come delle minime?' Chi , ancora, ha con maggiore energia di lui difeso il grande pri ncipio , per un lato contro tutti i cosmopolitismi, deneuatori delle Nazioni e della Patria, e per un altro lato contro tutti 1 nazional ismi impe1·ialistici, sop.raffa.ttori delle al· tre Nazioni? Non si potrebbe certo fl,aoellare di più _ (!,era condann a la fatale f ollia dei pangerman i sti, che dicendo, come r.oli, gid .diceva: 11 aborro la Na– i-ione usurpatri ce e im.bevuta. di monopolio, che tra vede la pr opria forza e la propria grandezza sola.mente nell 'alt.ru.i debolezza e nell 'altrui 'PO· V'ertà"· Non si potrebbe del pari disegna re più · nitidamente quello , che è• il programma sostan– ziale dell' I n tesa: difen dere tutte le Patrie, per – chè sia. Mibera. e sicura la umanità, se non 1ipe – tendo quanto le mtlle volte e in mille toni egli proclamò: 11 Le P atrie sono le offi cine dell 'uma – nità. Patria ed umanità sono inseparabil i : l 'una I scala .al!' aUra: il punto di appoggio della leva. Senza la costit1czione dell e P atri e, di Nazioni li· uei·e. nessuna societd /n tern1nionale può prud-ui·u r,randi risu lt ati. La or gani:za zione del lavoro e,i. ge !a di.visione del lavoro; e l e Nazioni costi tu i– scono la. dtvtsion e del l11voro dell'umanitd ». Nè più alte e più pregnanti par ole si potreb– bero udire mai ,i.i queste: 11 adoro la mia Pa– tria, perchè adoro la Patria; la nostra Ubertd, perché io credo nella li berta; i nostri dfr ttti, per– ché credo nel diritto •. Ma vi è un punto in cui il pensiero di Maz– zini, ouardato alla lu ce dei fat ti presen ti , rifulge di uno spl,ndore ancor piit stupefacente. Ed è . quan.do alle Nazion i egli assegna un dovere al.– truistico; è quando alle Na:ioni attribuisce un dm>P.remora le, un debi to di coscienza, non meno riooroso e imprescindibile che . agli individui . Duplice la missione di ogni Nazione, eoli in– segna: costituir.ii e lottare per la propria unitd ed indipendenza; ma ,poi lot tare ancor ·a per l'uni • tà e l'ind ipendenza <li tutte le alt re Nuzionl. Questo il dovere morale, q-nesto il debito di co– scien .a , a cui nessuna Nazione può venir meno, senza rinner,are le divine cayioni del proprio P.Here, senz_a, ea(i dice eneroicamen te, « 1u.ici– dar1i 11.

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