L'Unità - anno VI - n.30 - 26 luglio 1917

esagerato, certi giornali volevano vituperar e u prewso tradimento della Russia, oppure voleva – :; v ~c...>r.1ggi ,a re l'It alia ? Quando la Russia era in mano allo Zar , e :pre ptua va la pa ce se 1)a.ratn., qu ei gioi·na,li non erano ,'~si insolenti collo Zar come ora sono 1-nsoleutt coi rivoluzionari : o almeno la censura: li la sciava ;nsol entir .meno. Nella Nowoje Vremja d1il 24 giugno 1917, giun– ta in questi giorni Ln Italia, si legge che J(erenski, parla:ndo ai soldat i di Helsing-Jo.rs, ha detto: « E qui, in Ftnlandia, noi dobbiamo esser molt o pru– denti, iJ)Crcbè la nostra geneerosità, il nostro a.mo – re po.s.,;onoessere interpretati come dobolezza, co– me impoten,.,a,, e non dai sol-i tedeschi (Applaus i ). Rivoluzione è creazione. Rivoluzione è forza. E nessuno deve poter pensare che il popolo r.usso dolla rivoluzione sia ptù debole ·del vecchio cza· ris mo, e che si possa non tenerne conto. No: di noi si deve tllne.r conto . (Applausi fragorosi) "· Quel giornali , Ltaliani, che parlano del .popolo rus so rivoluzionario, come se fosse possibile non ten erne cunto, comm ettono un grave errore: I loro articoli sono subito tradotti dagli agenti te– deschi e pubblicati in Russia, e fanno un gra n ma.le all'Italia a tutto profitto della Germani a . Un R,usso. ll figlio di Gorki. ~ara u Unità n, li Corriere della Sera ha riprodotto dall'Idea Nazionale un: articolo su Massimo Gorki e sul flgJio,. che non :può non suscitare , in chi conosce i due uomini, una gr a nde ind~azion e. « Pur riconoscendo l'assurdità della leggenda ch'egli sia stato com.p:rato dall'oro tedesco - (non tbasterebbe a sfata:rla oltre che la generosità della sua-v ita passata, ,1a pu:bblicazi011e da lui fat– ta recentemente della: let tera scrittagli daJ min i. stro .bulgaro a -Berlino, Rizoff, dichiarand ola ri - 7mgncmte, insolente, idiota.f) - non è possibile oon e&Sere offesi dalla sua negazion e d'ogni valore idea le e r.ivo.luziona'rio alla presonte guerra, libe– r atl'ice di tante nazionaJità ancor conculcate, ehe egli immiserisce a lotta d'ingordi capitalisti, di governi borghesi e imperiaJ.isti. Se questo è il suo pensiero, è giusto ohe contro di lui s'appunti il gr ido di rivolta di tanti oppre ssi che un tempo egli aveva fatto suo. Indignazione, ripéto, non per ciò che è stato detto di M. Gork,i,: ma per ciò che con meschina mal– vagità >è stato .scritto del figlio suo adottivo Zi– novi. Pechkoff. Io non so quanta dell'incompl e– tezza della sua attività pass ata sia dovuta, più che a sue deflcenze, al suo spirito inquieto, sta.neo dei 1>regiudizi e delle idol at rie borghesi o demo– cratiche, pieno d' ardimenti e di int err ogazioni, che lo spinse -a girare iutto il n;iondo, d'o ccupa– zione In occupazione, non mai soddi sfatto di sè : ma questo so, che daJ:l'in.izio delle osti lit à , a più di un russo de! 'vecchi.o e del nuovo regime - a quelli sopra,tutto che non hanno sentito il dovere di rispondere ai richiami della grande guerra - egli può esse re additato come un esemp io di gr a.nde nobiltà d'animo. Arruolat osi in Francia come semplice so lda to neJ.la Legione straniera, seppe con !,i suo valore e la sua a:Jmegaz ione meri ta rsi il grado di sottote– nente sul campo di ba tta,glla e due medaglie , tr a cui l'ambita croce di gu err a con paJme. F erito gravemente a l bra:çc io destro mentre condu ceva i suoi uomini ad un assalto, dovet te sot toporsi , es– sendos i sviluppa,t a la ca ncrena , all'amputazion e dell'arto . Ma: la sua ,natura dirit ta e fiera non fu piegata dalla sventura. ,Elgli al"C,·a sentilo qu e– sta guerra come guerr a di li bertll. e di glt.1sli<li-a: esiliato da Ue file dei commb aJttenti recò l'a rd or e del suo spirito tra le folle della città, In I ta lia prima, negli Stati Uniti d'America poi, ove lasciò larga impronta dell'opera su a: ed ove raecolse cir – ca 600 mila lire per gli ospeda li d el fr onte tran – cese. ,L'ho ri vedu to il mese scorso In procinto dl partire per la Russia . 'Ml chiedeva materia le di . 1an.co L'UNITA prop alganda per far conoscere il nostro sforz o, le nostre aspirazioni in patria. Anche di questo no n so scord-ar.mi e mi fa mal e vedere con quanta legge rezza i nos tri g iorn ali che pure non gli erano stat i avari. di simpatia l'anno passato, accolgano ora gli an'iipatici e in – giusti !liJlprezzam entJi.di u.n anonimo rus so. Pel' aJmici~ia, per lealt à, per gratitudin e, sento il dovere d'una protesta . Umberto Zaaoltl Bianco. . I RUSSIA ROMANEL l849 ...La hott c è oscura. Il Corso stipato daJ popol o, qu a e là si vedono delle torcie . Sono giunte ,noti– zie da Milano: lì si combatte. Il popolo in voca la guerra; corr ono ·voci che Carlo Alberto mu ove l'eserrito. li mormorio dello. folla: sc ontenta somLgiia al ruggir delle onde che si sollevano ipiù minac ciose. Noi si respira con sollievo. La folla si aggruppa, si dirige ver so l'Amba– sciata piemont ese ])&Tinformarsi se la gu err a è già dichiarata. - Con noi in fila, in fila, con noi! - gridano delle voci. - Siamo forestieri. .. - Tanto meglio. S,1tnto Dio! Siete nostri ospiti! Noi ci mescoliamo ·Q.lla folla. - Av-anti gli ospiti! Avanti, le donne foresti ere! E la •folla caJorosamente awlaudendo t:! (u Jargo. Cicerua.cchio, e con lui un giovane poeta popolare, sventolano la band iera. Ii tribu no stringe le mani ahle nostre signore, e con esse si mette ln I}rincipi o della folla di dieclne di migliaia di uomini, e ;,itto si muove con quehl'ar– monio.so é maestoso ordine ch'è proprio al solo popolo di Roma. I primi sono già entrati n el palazzo e In ,pochi mLnutl la porta sul balcone si ap re. L'ambascia – tore di Sardegna si affaccia a calm are Il popolo ed assicurarlo della guerra. Ciceruacc hlo è sul bakone , accan to a lui, sotto la .bandiera d'Italia, quattro signore, tutte e q,uat. tra russe, non era: strano? Lo veìlo ancora, su quella tribuna di pietra, e sotto !rr oquleto, Innum erevo le, •popolo, che •al le grida d1. guerra e di imprecazione al gesuiti fram – metle eYv!va alle donne for estie re. Il noblle proleta ri ato , discendente dl MaTlo e deg li antichi tribun i, since ramen te, calorosamente o; salutava. Noi eravamo iben'accettl nella lotta. E fra noi e g,l'I1a1.lani non è ancora intorrotto Il le– gam e d'amor e, e di cordiale memoria. .. J866 Atmonclo H.r:en. Dal " · Bastone ,, a " T ofo di Rena ,,. Dalla sente nza pronunzhta dal T,rfilmnale m,1- ILtare territoriale di Roma nel <processo Arclh!ta Vale nt e e compagni T!sulta che iJ Ba.stone fu sussidi ato da mon signor Gerlach <pe<r lire 37.500 dal dicembr e 1915 al dicemb .re 1916. Nel periodo della ne utrali tà. li giornale fece risoluta c~ •pa – gna contro ]',Int erve nto. Scoppiata la guerra fra l'It alia e l'Austria "il giornaJe •- di.ce la sentenz a - assunse una intonazione caldam e.ntç patriot – tica, ma mescolò sempre Il pat .ri ot~lsmo con vl– tu'(}el'i contro l'Inte sa e contro ... gli slaivi. Quanto alla Vittoria di Pomari ci, De Maria e micrdbi conslmiili , an'<:h' essa ffiia iammaUata d,i fel'vida e intr l,1-nsigenw sla vofobi-a. Fu una gran– de divor at11i.ce c li serbi., sloveni e croa ti. E an che quel Vittorio Cutt in, che è stato ar– rest ato a Firenze come sp ione de11'Austr ia du e sett iman e or sono, era uno slavofooio accanit o, Ec– co, :per eseml)io, che -:osa scri<veva con lo ,pseudo– nim o " Toio di Rena », su l N uovo Gio·rnale, nel gio.rnl, ~n cui maggio re era in It alia. lo s,cor ag– giame nto ,per ' la paralisi mL!ita,ro dell a Ru ssia : " Sla'VLsmoin 11ilbasso,- La -Russia sar à la tom– " ba dello Rlavismo. La rivoluzione rus sa Ji caccia « indi etro di un secolo l'idea le uni tariò slavo . E " que sto è un '.beJ'leper l'll alia. Ecco pe rchè Il " degno rawresentante politic o de lla Se rbia a " Pi etro gra do pre'lnnun z.ia hl proprio su icidio nel ,, caso di un possibile tradlmemo dl!'lla cau sa " slava da parte de,lla HU.!Sia nuova », eicc., ecc., e non man cano le solite ins olenze contro la Serbie 'd,i Ginevra E! contro la Netu Eu.rope di Londra, 4:he se ha,nno il torto ai nostri occ'lli di non voler cap ir e Je sole basi ,po~ib ili dell'ac cordo i:talo– slavo , hanno agli occhi austriacanti il torto an – che ma g.giore di vole·re com e noi lo sfas ciament o Ì.lell 'Austria,. Int anto cons tati amo il !atto che i giornali ita· liani paga ti dall'Austria sono slavofobi! Se il b.uon senso non IO$$ nel mondo una mer– ce troppo · rara, çampagne coni.e quella del na:to11e, della Vi tt !>ria e di Tojo di Rena, do– VTebbero 01Pri.regli occhi a tutti quegJ.1ltaliani • quegli slavi che non sono irr epa,rabi!me~te ac– cecat i d agli od,i.i di campanile inoculati ed ,esa– sper ati :per -'tanti ·8Jlni dal!' ,Austr:ia ~n tutte le sco1ie deàl'Adrdat.ico oi;,ientale. Nei cas i dubbi - dice un proverbio a,rabo chiedi consiglio al tuo pegg ior nemico. La Ger– mania e l'Austria, che p~gavano il Bastone, la Vittoria e Tojo di Renfl, sono i nemici a cui ita – lian -i e slavi devono chiedere consiglio. E il con– siglio è uno solo: è necess ari o ;-eniire al pjù pre– sto a un compr omess o amichevole, se non ,voglia– mo trovarci alla fine , gli uni e ili altri, sopral– fatti dai tedeschi e dai maiiiari in 11.u'Austrla aa.1- vata dalla rovina finale. ·Una postilla in ritardo NeH'ultimo numero dell'Uni tà è UllCita una. let lern di Ugo Ouido Mond olfo, non solamente S\'e1,trata da.Ila censura, ma anche amputata - per un erro re non imputabile a noi - d~Jla po– stilla che le ave vamo dest inata. Ripariam o ora. A noi sembra che Il IMondolfo dia, a · quanto sclivono certi g:iornali, come la Morning Po1t. sulla rivoluzi one russ a, una importa nza assai spr oporzion ata alla realtà. La ri voluzione russa. ha messo una pa'llra pazza in troppa g ente del pass ato e in •6e rmania e 'fuori di Germania:, per– ch è qu esta gr,nte possa guardare quei grand e fatto con sim1>atia e con calma. . :·: fron te n:ll'attività militare degli eserciti ri – rn!uzlona ri si oscilla tra la gioia e rang os.ci &: gioia perch è una Russia che faccia Ja g;uerra = sic ura al l'Intesa la vittoria e una pa:ce.... non te– desca; ango scia percM un a Russta che, f=ia la guel'ra sotto la bandiera democratica avrà il diritto d'im porre non ,solo ai nemiéi, ma anche agli ami ci, i suoi criteri democratici nella fissa– zione dei p atti della pace. .La soluzi one ideale sarebbe una -guerra civile, i,n cui i partiti Jioberali ,pr endesse ro la prevalenza. .sui partiti più dem ocra tici, e face ssero la guerra. sem;a spaventare i nostri pacifici borghesi collo ll'pettro di · una demoorama, sLtl serio e non per b ùrla, com'è l'abitudi ne occidentale. Ve nendo all 'It alia e aJl'on. Sonnino e alle di– chiara.zi oni di cui il Mondolfo di,f,fida, not vorrem– mo che il Mondol to osservasse come le dlchlar a– zi.onl da noi cont r apposte alle arroga:n~e nazl o– naLtstc si 1iferiv~no a.I p,roblcma europeo, e non a.I problema coloniale. Bene Inteso che n è sul J)roblema europeo, n• sua problema colo niale, noi conoscia!mo •le lnten– zionl r econdite dell 'on . -Sonnino. Nè I nostri !et. tori hanno il diritto di farce.ne un bia simo: per cinque lire a l.J'anno, che costa l'alYbonamen to, noi non possiamo ta re il mir acolo di penetrare e di comu ni care al pubblico i . segreti di Stato. Noi ,non ab;biamo, per diriger ci, ch e le dlch i,9.– raz ionl uf.ftcia,Ji, le quali han no cer tame nt e mag – giore importanza d i quanto i giornali ,scriv ono col !}erm esso della censu ra. O'l.i., stando a,Jle "diclli araz ion i u~ficia:11, ~– bra a noi che l'on. •Sonnino sia assa i più vicino a.Ile idee nost.re che a qu elle dei naz ion alisti ,ul problema euro peo , e assai più vicino ai n az io– n a lis ti che a n oi sul pr oblema coloniale. E :polchò iJ probl ema europeo è oggi il vero pr obl~ma do– minante, e quando s.i tr ovasse mod o di ,sistemar lo rag ionevolme n te, cioè con lo sfasc iam ent o del– l'Austr ia, non si tr over ebbe più n è i,n It alia n è alt rove un ca ne diSIJ)Ostoa contin ua re la guerr a un giorno solo ver con testaziol1li.m!lit aT!, -· ecco pe rch è no i pref eriam o vede r e al Ministero degli estori l' on. Sonnin o, anzlchè l' on. T!ttoni o 111

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