L'Unità - anno VI - n.4 - 26 gennaio 1917

~ ~a coIJVtilnzione gen8!l'almente diffusa nel pa.e-,e eh.i m oltissimi fra i· deputa.ti attuali ra~pr esen– tano non gli elettori dei loro cdllegi, ma i qu esta – rini e i malfaìt ori dei ,loro cohlegi; è l.a nec es: sità in cui si sono trovali i più tra 1 deputat i soci:i.ilsm , di fron te a questa convinzione, ~i far e la commedia della protesta P,eI" soddisfare il sen– g0 moro.le dm loro elettori e di quei pochi loro col– Ìe.gh\ chè non era.no addomesticati al r,egime g1o'1ittlano, La crisi della guerra. una Camea-.a.alett a con qÙesti metodi, e !)l"Ìva pet'Ciò dii qualunqu e 1presti•gio di fronte _al. p.a.~se; _ dopo un tung-0 ,periodo, in cui le 1shtu1.1om parlamentari non hanno ~unziona .to aJlatto : si è trovata trSlVOllta. a un trai.lo nell a crisi della guwTa. europea.. La mag.gio:ranz a parlamenta.re giolittiana non •,cileva questa ,gu erm . Voleva l'alleanza dell'Iteftl a. con la. Germania e con l'Austria. I più accetta– rono Ja neutr .a,ldtà come un espediente per non a vere la seccatura deLla guerra, continuando a rimanere nella Triplice allea=. Per molti .Ja neutirallt.à. non ar-a che un atteggiamento proV'Vi– sorio, da cui doveva uscire &.Imomento buono 1a l!iuerra contro flnte sa , a fianco dell'Austria e del– la Germania. La m~gigi.o:r.8JIIZa 1pa.rlamentare giollttiana dovè rinunziare a questo progtl'amma, e inghiottire la gueNa nel ma,ggio del 1915. Percllè? - Att1ibuire alle -s~lici dimostra – zioilli di piazza questa adesione alla guerra di una maggioranza. parlamentare ch e non voleva la guerra è spiegazione ,un po' troppo eemplicLsta, ,I.Ja venità intera è che la ma ggio ranza. pa,rla– mentare ,eletta a .furia di corr uzione e di wolenze govern(llive nell'ottobre del 1913, sl ,senti Vla.di– garmata e impotente contro il Gpvern o, che in quel momento voleva la guerra ; non !poteva par – la,re in nome della nazion e, ipen-ohè il suo man – dato non le ventva dalla nazione; non poteva tivendicare la dignità e -la lrilbertà della tunzlone 1,arlamenta.re , perch~ da troppo tempo la tun– zione ,parlamentare era div8!1uta un mito. Non era la prima vo'lta che la ma€gioranza f "ll.rlamenta.re si rive'lava in Ital ia incapac e di sostenere la sua 'POiitica. contr-0 i tumulti deJla piazza. lii ministero Giolitti del 1892-1893era stato sostenuto da l\ln8. saldissima maggioranza., nono – stan te gli scandali ignom1nie>5i della Banca Ro– mana; ma la ma gigioranza si siba.ndò di fronte ni tumulti dei fasci sir.iliani: e Giolitti dovè scap– pare a Berlino. H minist ero Crlspi 1894-1896 si Ieee anch'esso con le solite elezioni una saldissi– ma maggi oranza : ma dopo la disfatta di Abba Garima, di fronte ~i twmtJti di piazza, la mag. ~ioranza si sbandò, e Orlspi cadde. J:l mini ste ro Ili Rudinl 1896-1898 si te oo anch'esso una brava mag-gioranza: cadde anch'esso per i tumulti del maggio 1898, nonostante Ja maggioranza. li suc– cessh>o ministro Pelloux cadde pea- l'osflruzionl – smo della minor= di Estremo Sinistra ; a. cui ltt ma.ggioi:anza f,11 inc84) a.ce di reagùre, pe rchè sentiva al solito di non avere bw.e nel 'Paese . E tutte le successive crisi giolittiane, di cui ao bitt• mo innanzi ,P8ll'lato, sono avve nu te sempre con – tro il desiderio della maggioranza rpa.rlamenta.re , ci1e ha sempre dov,uto ,arrendersi a disordini cli piazza (sciope ro dei ferr ovieri 1906, tu.multi per il m odus v ivendt con la Spagna 1906), o alla paur a. cli diso:rdini (sciope ro ferroviarto 1914), o al la cnmprovata incapa cità del sùo condottiero a ri – eolvere soddlsfacentementie pr dblemi lma>ror~a – Llll (convenzioni marittime 1900). In tutti questi casi, la maggio11anza. si è riv &– lata sempre Incapace di difendere il suo punt o di viEto e l suo i uomini, perché non av eva una f orJa propria, o al prim o. disorddne un po' seri o, alla !prima critic,a un po' vivace di una qua.1,un – qu e minoranm, le era ~ossl.lxile reslst ere ed ero. ros tr etta a la,sciar passare la corr ente contrarl a. Naturalmente, tr ascorso IJ momento delle d[ffi. coltà gravi, Impallidit o ruJ r icor do d.!i tumulti P. clelle paur e, la maggioranza ri costibuiva le tlJo e riaff errava il Governo coi suoi uomini e col'lc sue Idee ... fino a una nu ova cri si di dis ord in e esterno e di i!aterna viltà . Nel maggio 1915, la m aggio ranza parlamenta 'l'e ho fatt o qu el che aveva fat to tante altre volt<!. Questa wolta, anzi , avev a a sua giustlflcazlone du G rirco~tanze: la prim a er a che gli Istitu ti n Bianco L'UNITÀ rappr esentativi non er ano sta.ti mai cosi pro – fondam ente dis creditati come m quel m o– ment o ; Ja seconda er a che si trovav a <11fronte non solo a i tumulti de.Ila pia.zz, a, ma a.nche a u': 'Prog,ra.mma di Governo sosten uto _dai tumu lt'. clella 1piazza. Presi tra i d.ue fuochi,. 1 depu tat i non ,potevano 1\are altr o che arrende rsi p1n senz 1 convin1.ione ailia votlòntà ,Popolare: vota.1:ono la guerra e i pieni .poteri a lla qu o,si unanumtà. Lo Statuto e la guerra. L-0 si;>ettacolo non fu costituzi o~alm ente esen;i· plat•o ; no. Ma n on era •l ortm o. E se . e~ della gente, che abbia il diritt o di lamentars i di quel che avvenne n el ma~ io 1915, qu_esta _i,;e~Le non è certo la marm.a.g11a dei dep-utat1 soc1ahstl e giolittiani. Ohi di cciltello ammaz1,a di colt.cllo muore. E cosi non si può con binuare in eterno, no. E il senatore Frasse.ti h a mille ra,gioni di a ffer – ma ,re la necessità di tornare ad un 1p1ùsincero e ·p,iù disgnitoso wnzion ,amento dell e istituzioni pa r– lame nta.ri. Ma il senat ore Frass abiideve avere pa– zienza un pochetto. Dopo la guerra. Perchè certi probl emi· di rieducaz ione politi ca ~ di riorganizazione costituzi ona}e non si Tisol– ,on o in qua.ttr'e quattr'ott o, non appena il ,sena– tore F ~ssa.ti trovi O'PllO'rtur.o dimwlica ,rsi d~ sn o passato, rimettersi in \'este candida di cate– cumeno e ric ordia.rsi che un a volt a c'è stato i. questo ~ondo un conte di CavollJI·. E in quest o mome nto l'Italia ha ben altro do irure ohe raù – drirLzare le gambe ai cani d eputati. Già lo stesso conte di Cavou,r , di cui il senator e Fras s~ti si è ruvelato cosi a un tr atto ammiratore appassio nato, nel 1859, ottenuti i pie ni poteri ~– la g;uerra aill'Au stria, si affrettò a chirudere lo Camera; e Ua Camera rimas e chiu sa senza in – te rruzion e dai 30 aprile 1859 al ,g,e1maio 1860, no – nostanljl che la guerra fosse finita nel lu gJ.io 1859 ; e nel gennaio 1860 fu sciolta ; e la nuov a Ca– mera non si rinnl che il 2 ap-rile 1860: un anno pari 1Pari di completa sospensione deLle garenz.ie statutarie . Perch è lo Statuto oè stato penso.to per i tempi normali. In tempo di guer1,a io Statuto non pu ò fun1,ionare. Tanto è ve~o che siamo deliziati dall a censura , e la legge, che la istituiJva. contro 16 Statut o è stata votata da tutti i deputati amici del sena tore Frasse.ti, e il senl).tore Fr asse. ti non tia trovato nulla da ridir e. Tant o è vero, che i collegi rimasti vacanti per morte di deputali o per B!itr:i,motivi, •restan o senza ra pp resenta nti , nonostante che lo Statut o strubhlisca un termine preciso per le nuo ve elezioni: e ness un o trov a da ridir e su qu esta incostituzionali tà.. Tant,o è v:e.r<', che se il termine dell a legislo.zione scadesse in questi .giorni, • e •I Govern o prolun gasse al di là dei •bimiti statutari la durata <!ella Came ra vi~ta ia imposs ibilit à di far e le elezioni gene rali, nes– su no tr ove1reb o nulla 'da ridir e, anz i i deputa ti aa rebero incantati di ritat ·da.r e -di un, ,pa,io cli anni contro Uo Statuto l'amaro coUice dì nu o,,e elezioni gene ra,li. ,Lasciamo dunque, do rmi r tranquillo il <'ont,c di Cavow·. ,E prurlia.moci, onoo•evole senato re Frassati , un ,po' chiar o. Perchè si vuol "tornare a Cavour.,. Del conte di. Cavour e delle rette tradizi oni paJ·· lan;entari voi ve n e infischiate. Nel 1859, quand o Ca,vour dhie se aJIJlaCa.morn , pioni poteri per la g uer ra con bro l'Austria, un solo deputato si levò a parlan e contr o: il cont e Solar o d ehla Mar gheri ta, ex-ministro di Carlo Albert o ndl period o dell'asso luti smo più tena.ce, a ustri acante per la pelle, e a,vver.3ario acco.l11ito cl.elle istitu zioni rpa.rlamenta ri. E 'J)BJ'lò, prop rio come parlo. oggi il senatore FrOBsati, in difeaa ... dello ,Stat uto. « I rap pr ese ntanti deUa n azione - disse Il 1Yrecur sore del sena tol'e F\l·assat i - non r,osso no conse ntire nè all'abolizione, nè alla so– spen!lione della legge fonda.men tatle: acco rdar e il ,·oto a questa legge (dei pieni poteri e de"1a ~o– spensio ne della libe rtà. lpersona le e cli -stampa I so– irebbe abdic.a.re a i nostri dLritti e consentir e a co sa che eocooe il nostro manda to (Br offer io, Sto· ria del Par lamento subalpino, VI, 886). La storia si ripete. O meglio i trucchi, di c11i posso no servirsi i p oliti can ti nel tur lupinare il logg ione, non son o molto numerosi, e bisogn a semp re ritorn are alle stesse masche~e e ali~ ste586 conto rsioni. Sola ro d ella Marghe l'lta s1 nc ord a– ·va della Jegg.i fond ame ntal e solo quando la so– spens ione d ella legge fondament ale era nec esS:1- ria per fare la gu err a all'Austr ia. li senator~ Fr assa ti si intener isce 1per i diritti e per i doven de'1a Camera e vuo\ torna. re, proprio oggi, a Ca– vo ur, 1>erchè non avend o vol uta la . siuerra,. e tr ov,and osi in ciò d'accord o con l'antica. magg10- i·o.nza giolitti ana. e cGn la. !lra,1.J.onedei sòoia iisti ,,ffi.tiali',, dlesidera ,che, ila Camera 1 atbu~ tcon– tintà a funzionare e ,spera che essa rest i in ag– guato pron ta a collpir e ogini occas io~? cLipo_litlca interna O di politica estera. o di poltt 1ca m'i.htare, ogni cenn o di pac e ger man ica. ogni sintomo d~ e ventuale st.a.nchooza che il parbito socialista s1 incarica ,anche di fomentare nel paese ; e tut to ciò ~l solo scopo di ri an nod are tutte le forze vere 0 immaginarie del malcontento iPOpolare per fa– vori re jJ rit orno all a situaz ione pa rlBJnentar e ed elett orale che Je giomate ,popolari dei ma,ggio di– slecero. E' ,u ritorn o a Gioli ti, che si vuol ma– sche rare col r itorn o-a Cavour. E' il ri torno. nell a Tripl foe Alleanza, ch e si vuol ottenere co_ir1torn~ oJlle pul'e tradizioni rparlamentari. E' Il nto~n o ru « p arecchio », che si v,uole 'Prepara re col ritorno allo Statuto. Natu ra.lmente, ottenuto il ritorn o, Ca,vour sarà mandat o in somtta in sieme a Ca.l'io Mar x. P,assata la ~esta , gabbato lo santo. La discussion e non <i fra. scrupolo si conserv a– toti e sbrigliati pervertitori d~lle bu on e norme CO· stituz ionali: q.ueste erano morte da un pezzo as– sai prima della guerra, e non certo in questo mo– mento IPOSsonoessere restaurate. La dis cussione è fra coloro, che a,vendo "Voluto la guerra, la Impo– sero alla maggio r anza ,pnrlam1intare, e intendono che sia continu ata, fino a ·quando i fini di essa non sien o conqui sta ti; e la maggioranza parla– mentare che non voleva la g uerra e •la aubi. Quest~ ,è tlJl punt o. T.utto iii resto è polvere negli occhi e inganno vol.g8Jfe. L'Unità I - prezzi dell'olio l!Il un articctlo apparso nel Giornale d' It aUa viene tratta ta la que stion o dell' alto proozo delì'o– iio di oliva e si invocan o - al oolito - drul G<,. verno cioè 'da.i il)u,rocratici di Roma, calmieii:i con– tro gli alti prezz i e misure di rig or e contro gli " speculatori sull a g;ue.rra ». Lo scrit tore del Giorna le d'Italia comincia 00 11 l'a ffermar e che il raccolto di quest'ann o è ab_bon– dantissim o in Pugli,:i, in Sicil i a e in Cala/Jria, _è scarso neUa r egione Lazial e e nell'Umbria, sod~t: sf acente in Toscana: in com1 lesso la quanttta del.t'oUo è di scr eta e suffi cien te per il normale con,. su1110. Ed ha ragione. •Poteva an zi scrirver e che in n,ate ri a. d i J}r,1du,.ione olearia, le reg i0ni , c~e con – ta no in Jla.lia, sono propl.1i.ola. P.uglia, la Sicilia. e la Ca,la,bria, mentr e tut te le alltre regio ni r iu1ùte insieme hanno una ca,pa,cità I)rod'uttiv,a di gr an lun ga inferi ore. l'l òrure dunqu e che il raccolto <~i quest'a nn o è a!bbondantissim o in Puglia, in Sici– lia e in Calabria, è ,10 swsso che di1•e che la pro – duzione olearia italirun.a n el su.o assieme è stata quest'anno molto abb ondante. E si iJUÒ anche ag,giunge re, che essa è esube – rante sui consumo non nal e, e tale esuberanza. è sufficiente a colma re la man ca nza deg li olii di semi e di ailtr e sostanw gmssc - burr o, lardo, strut to, maJ·garina - n on più prodotti, o nnn im•poTlati , su vasta sca la pe r lo ragioni a tutti not e. Il Giorna le d'Italia scrive an cora: Circa ttn 1nese f c, l'olio poteva acquistars i a un pr ez,o me– di.o di lir e 180 e, 190 i.1 quintal e nei fon<li del ])l'O· iltt tt ore. Oggi l'olio è salito vertigi nosamen te a lire 21,0 e 250 il quintal e. Quali le ragioni ? Quali IP cause? Una solt an to: La specula:ione sulla guer ra. Eccoci cosi al solitn ritornello, che s1Jiega og,n,i cosa. L'aumento, invece, dip001de da un comp lesso di circostanze d'ind ole diversa, in cui non entra che 111 minima pa r te la spoc ulazlone normal e od oc– cas ional e. Le difficolt à del traffi co moritumo , l'elevatoo za dei noli, le condizioni dei cambi, non !permettendo l'imp ortazion e in It alia dei semi oleosi e degli

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