Studi Sociali - IX - n. 12 serie II - 27 ottobre 1938

6 le, scoprire le carle d!2'1 proprio gioco e che co– munque bisogna prepararai a tutte le eventua!itA, specialmente quando ai sa di avere a che fara, con dei briganti politici --e non solo politici- ::.,~lla stof!a dei dirigenti della III Internazionale. E' quello a cui non avevano pen-sato -e forl3e non vi penaano abbmsta 1 nza neppure oggi- i nostri compagni di laggiù; e ci6 sape11do i volponi del P.S.U.C. alleati a tutto il ,con.servatorume irreggi– mentato nell'U.G.T. decisero di muovei-e all'attacco contando di riuscire. E' risaputo come il loro calcolo rlsult6 fruGtrato, e che, malgrado la mancanza di preparazione alla lotta, di ogni piano militare di difesa e i'avversione dei dirig,,nti la C:N.T. -FJA.l. ad "accettare la pro– vocazione", i militanti di bas'e di questi due orga– nil3mi. ai quali va11,110 aggiunti quelli non meno d,3- cisi ed eroici del P.O.U1i.\1., guidati da quel più sicuro intuito che apes.so determina e dirige le a– zioni popolari, si gettarono nella lotta e salvarono la situazione. La compagna d·el povero comlJ)agno Barbieri, pr&– levato ed assassinato insieme a Berneri. __.Jla cui comune a•bitazione apriva le .fineatre sulla Plaza Doatojeva.l<y, a lato di una sede di sindacati U.G.T. da cui mosate la pattug'lia a bracciali rossi che per– quisi la mattina del 4 maggio l"ap-partamento- ci raccont6 nei giorni che seguirono i moti, che nel pomeriggio del gio1,no 5 una ben nutrita scarica di fucileria ugetista accol.ae un gru,ppo uscente ùalla stazione del metr6 situata nella piazza, ma che que– sta scarica si arrest6 per tra1Jnutarai in nutrito ap– -plauso quando Garcia Oliver declin6 ad alta voce le sue generalité. e la sua mis.sione di recar.si con gli altri dei gruppo alla vicina Generalita p,:,r le trattative in viiSta di risolvere la aituazione. Coaa concludere da tale atteggiamento se non che gli ugetlsti erano lieti del ruolo che Oliver era venuto a giocare a Barcellona? Comunque sia é un fatto che la sera del giorno 6 i no.stri con1pagni erano virtualmente padroni della sltuazio11e. Dato ci6 e facendo a.atrazlone dalle de– cisioni anteriori, ecco l'atteggiamento che a mio av– viso di allora e di oggi avrebbero dovuto asaumere i dirigenti la CJN.T. - F.A.l. nelle trattative che si aus513guivano alla Generalità. In sintesi e.ssi avreb– bero dovuto dichiarar-e: "Signori, il popolo di Bar– cellona, aderente nella stragrancle ,rnaggloranza alle nostre organizzazioni, é stato proditoriamente aggre– dito. 1Egli tsi é difeso ed é !padrone della situazione. Esso intende difendere allo stesso tempo l'autono– mia amministrativa della Catalogna e le conquiste del 19 luglio. Ma egli, e noi con lui, siamo oggi come ieri dispositi a collaborare con tutte le altre frazioni ,e correnti dell'antifascis.,,io spagnolo nella lotta che il fascismo nostrano e internazionale ci hanno mosso e ci impongono. A tale effetto e su di un piede di assoluta uguaglianza di ·diritti e di doveri l'attrezzamento industriale della Catalogna come pure le forze armate confederali restano al servizio della causa che consideriamo ancora comu– ne. A voi 1a scelta e la decisione". Ecco cl6 a cui alludevo aJffenmando in "Gueri-a di Classe·• che il popolo di Barce.llona "avrebb·> potuto dare la prova della sua saggezza dopo aver dato quella della sua forza. ffl perché cosi non fu fatto é iiuttlle ripeterlo. Cerchiamo piuttosto di pen,etrare l'!.potooi di ci6 che sarebbe potuto avvenit,e. Tali Lpotesi sono due: o quel signori avrebbero fatto buon viso a cattiva fortuna accettando la ritirata col segreto proposito di ritentare a situazione più favorevole, o la lotta avrebbe ripreso con la quaai certezza del suo co– municarai ai fronti di guerra, la coMeguente loro rottura e, salvo un miracolo. !"affogamento della ri– voluzione nel sangue per opera dei fas-cisti. Qual,e dei due corni del dilemma avrebbe acelto la coalizione bolscevo - borghese é difficile a&Sicu– rare. Sul teneno dell 'ipote.al logica lo penao che essi si sarebbero attaccati al primo; e ci6 per più ragioni. fra le quarte la loro p~rsuasione -cha per– mane quella di oggi- di riuscire a dominare la situa~io11e catalana mediante gli svilu,-ppi della aitua– zione nazionale spagnola che creerebbe la gu~rra. nella quale 8'3Bi sapevano di agire in condizione pri– vl•leglata graz-ie all'apporto e all'a1>poggio della Rus– sia. e non avevano quindi -al contrario di quanto si pu6 supporre delle forze più tl-plcamente borghesi loro alleate-- alcun interesse a lMtclarsl in un'av– ventura che annientava tutte le loro vrospettlve. Essi attaccarono il 3 maggio 1,erché la loro Ceka non aveva fatto fatica a scopriTe nei dirigenti della CJN.T. - F .A.I. la detenminazlon,e di non difenderai, l'assenza di ogni piano di difesa, e perché ritene– vano il popolo inca.pace di una pronta e valida resi– stenza. IMa una volta il colpo di sorpresa faJ<lito STUDI SO=-C.=:I:.:.A:.:.L:.:.I'------------------------ essi sapevano quanto sarebbe atato diffie>le domare Ba1·oa.llona e la Catalogna. E3si non ignoravano che la C.N.T. e la F;A,I, poasedevano nel non lontano fronte d".Aragona -indipendentemente dalle conside• revoll forze di partigiani o-peranti nei fronti di :.lfa– drid e di Teruel- una ris1arva di oltre 20 mila ar• mati, una parte dei tQuali giA. pronti e deciai a vo– •lare al aoccorso de,i compagni di Barcellona qualora questa fosse investita da forze di altri fronti. 1Ma a tale proposito 1e dichiarazioni fatte qualche bam,po dopo a Valenza da Caballero, allora ca,po del governo, di non ignorare cioé le vere origini di quei moti e gli scopi dei bohscevlchi che gli apparivano quelli di costituire fra lui e le masae popolari una baniera di sangue, la.sciano poco adito -malgrado il poco credito che possa ispirare l'uomo- all 1 ipo– tesi ch'egli (Caballero) avrebbe consentito al 1>rele– vamento di truvpe dal fronte per inviarle a Barcel– lona. Di fatto -,, credo più in accordo che contro il voLare dei dirigenti· miniatri della C.N.T. -F.A.l. _ egli invi6 a Barcellona 5 mila guardie -coman– date dai suoi uomini di fiducia- agglomerato di campagnoli vleib!lmente i11caipaci di comprendere la Gituazione e gli avvenimenti 1 e fra le quali potemmo notare la St3,radell'arrivo e loro efilamento in via Layetana un certo numero applaudire al passaggio da-vanti alla sede del ,Comitato Regionale C.N.T. - F.A.I. -® l'intervento straniero? Lasciatemi qui confessa,·e che alla minacda di que3to ,a alla sua probabilità ho creduto in quel giorni anch'io; e lasciatemi aggiungere Ja mia fer– ma convinzione di oggi di easere caduto in errore. Di fatto esso costituiva la seconda parte deil'abile manovra intimidatoria della coalizione bolsoovo - bor– ghe.se ed era improbabile allo stesso titolo e per le steGse ragioni per 'Clii lo era l'invio di truppe dal fronte di Madrid o Teruel. J:n quanto atil'argonuanto 13eco11docui le potenze HdeJ.nocraticbe'', pur rinunciando allo sbarco a-vreb– bero maggiormente rinserrato il blocco contro la Spagna repubblicana e la Catalogna libertaria. io m'inclino a credere che i gov-erni in questione non_ ,potevano mandar di meno di quiallo che hanno man• dato, e che ; popoli di quei -paesi non potevano trovare ne:11asoluzione· da me prospettata alcun mo– tivo valido atto a scoraggiarli e sconsigliarli nell'o– pera di soccorso dei loro com1}agni di Spagna. E pel1/3oanche che la Spagna 1,a,pu•bblica11ae la Cata– logna libertaria, pagando salato e a contanti avreb– bero ottenuto da ve11d!tori privati tutto qua11to han– no ottenuto ... Per concludere dir6 come la mia tesi era -e resta- equidi.stant,a- da quelle di: Rivoluzione in– nanzi tutto, o di: la guerra prima di tutto. Esaa ten– deva a rendere ,posaibile l'autonomia w1ministrativa della Catalogna, a srulvaguarda.-e le conquiste del 19 luglio. e a rendere po8'3ibile la collaborazlo1~e con ie altre correnti politico aociali nel fatto guerra, co11 maggiore Influenza e su di un pie:le di uguaglla11za di diritti e di doveri. :\fa se é vero ch,a la maggioranza dei dirigenti la 1C.<N.rr.e la F.A.11. peccarono di imprevidenza e di incomprensione non é men vero che la minoranza intitolataai: Gli amici di Durruti e raccoltasi in– torno a "L'.A1nigo del Pueblo'' eccedé in aspr-ezza di linguaggio e in contoraiorne di verità, in quanto la maggiora11za non aveva verosimilmente inteso che avanzare nel solco orientatoTe tracciato con la for– mula dallo stes,so Durruti. Ma ad onore degli uni e degli a-ltri resta la saggezza di non aver spinto il dissenso fino alle eGtre1ne coMeguenze della acis– Gione, evitando cosi di aprire una breccia per la quale sarebbe più facilmente passata la coalizione bolscevo - borghese con conseguente maggiore proba– bilità di realizzazion,e del suo sogno di schiaccia– mento pili o meno tota.le e duraturo del movimento libertario catalano e dei suoi conati di Rivoluzione Sociale. Dato il modo in cui andarono le cose e come era facile arguire, n prol,etariato cata-lano non ha potuto mantenersi nelle posizioni co11quistatie il 19, luglio l!i36 e difese nel maggio 1937. Ma .,,so costituisce ugualmente ancora oggi una forza ca:pace di tenere in rispetto gli avversari e i nemici di dentro e di fuori e di disimpegnare una missione importante negli avvenimenti di oggi e di domani. Po.saano i dirigenti aver la forza di riconoscere gli errori e, nella misura del poeslbile riparaTli al fine di dare alla cau-sa della Rivoluzione Sociale spagnola e in– ternazional1a tutto l'apporto di cui essa ba bisogno. NUMITORE. Nota, - Nel mome11to attuale le cose sono giunte ad un punto che la discussione su ci6 che si sa– rebbe dovuto tfare o non fa!fe in un determinato momento perde importanza di fronte al problema ge- nerale, che é né 1>iù né meno quello dell"atteggia- • mento delle nostre minoranze in n1ezzo affurto delle forze ma'5todonticbJe in contrasto. Ri11eto qui, ancora una volta che l'anarchismo in Spagnai malgrado il numero dei suoi partigiani ed il suo ascendente morale, ha valore di forza minoritaria, perché in– significanti sono le forze internazionaH che gli si aommano 1 mentre le altre tendenze han dietro di toro i grandi partiti esteri e, in molte occasioni, la diplomazia ed anche l'e.sercito di Stati potenti. In ogni modo é interesaante l'opinione di chi é stato sul teatro degli avvenimenti nel momento cru– ciale dial maggio 19i37 a Barcellona. :Numilore non mette in dubbio la buona fede delle due tendenze in cui si divisero in ,quel momento i compagni e ne1,pure nasconde le tragiche difficoltà della situa– zione. ~on entriamo a discutere la sua tesi 1 perché 1100- suno pu6 sapere con certezza quale delle due pos- 1,ibilità a cui dava adito si sarebbe realizzata. :.lia la sola ipotesi del disa.stro completo chi: Nltdllitore pro.spetta, pur credendola meno probabile dell'altra, é cosi tremenda da far vacillare chiunque si prepari a dare un giudizio netto su quell'istante della nostra atoria. E' vero che la borghesia catalana ha gio~ cato a colpo sicuro, ma non perché i no,.stri avessero sco11erto troppo te loro carte. Noi non sapremo mai coprire le nostre carte (é la nostra debol ezza e sarà la nostra forza) ma i controrlvoluzi-011 :1.ri stalino - borghesi non avevano bisogno di mollo acume - dopo la leale gienerooità del 19 luglio- per capire che gli anarchici si sarebbero -sacrificati fino al– l"ultimo -per la salvezza del popolo apagnolo e che quindi il ricatto non poteva non riuscire. D'altr~ parte a me sembra che. in ultimo estremo, eesi non av112bbero esitato ad andare fino in fondo ed a far schiacciare la rivoluzione, magari dalle armi di Fran– co. Questa, per lo meno, é Gtata sempre la linea di condotta dell"Inghilterra. che in quel momento era, attraverso Prieto, l'ispiratrice indiretta d,alle manovre reazionarie nella Spagna leale. E. di fronte al mondo si sarebbe cercato, con grandi probabilità di successo, di far ricadere la responsabilità d,:,,lla cata1Strofe .sugli ana1·c-hici. In ogni modo probabil– mente nemmeno la storia, col suo facile .senno di poi, potra dirci con sicu,-ezza che cosa sarebbe stato meglio fare, mentre 1~s a ha gi8. ,pronunziato -mi se1nbra- il auo gitrdizio aull'altro punto in discus– sione, che é l'esperimento ministeriale. L'esperienza di maggio non é perduta. ma 1 se un caso affine si presentasse. non baaterebbe a guidar– ci. giacché tutto. in aimili frangenti, si basa sul calcolo delle forze. che non di:\ mai, in diversi 1no- menti 1 uguali risultati. LUX. La contradizione irreduttibi Scrivono da Bari, rtalia: •~La noatra città attraversa una crisi tristissima. .La fabbricazione delle botti, un cli industria fio- rentissima, va decadendo sem11re pill. La causa di questo clecadlmento va ricel'cata nella introduzione delle nuove tariffe introdotte dalle so– cleta ferroviarie e dalla navigazione che permettono con una lievissima spesa il ritorno dei fusti vuoti; e da ci6 il minor con~umo di botti. Già da tempo i padroni bottai hanno fatto pra– tiche per risolvere questa condizione critica chiJa.– dendo che venissero rialzate le tariffe dei trasporti dei fusti ,,uoti. "Domenica scoma, dinanzi 1 la pre.fettura, si riuni• rono per cbi100ere un aiuto aill'autorit8.. Una commissione di 12 operai bottai, accompa– gnata dall'ispettore di pubblica sicurezza, venne ri– cevuta dal prefetto, il quale proml6e di provved<!re." Come Jnai provvedera il signor prefetto? Ordinando alle compagnie ferroviarie che rialzino il prezzo di trasporto dei fusti vuoti? Ma se sono i capitalisti che 'Posseggono Le ferrovie, uelli che comandano ai prefetti ed ai padroni dei prefetti! E poi, un ria,lzo <li tariffa pei fusti di ritorno fa– rebbe rialzare il prezzo del vino. Se i con6umatori di vino ricorrea\Sero essi pure al pnefetto, prometterebbe questi di provvedere an– che per loro? Quel povero prefetto deve trovarsi un po 1 nella posizione del Padre 1a.terno, a cui uno domanda la pioggia e l'altro H bel t011upo.E senza estS.ereonni– potente! IMa noi ci preoccurpiamo invano della posizione <lei prefetti, i quali .sanno cavarsi benhsaimo d'im• barazzo da loro stessi . .. ·promettendo a tutti e non mantenendo a nessuno. Ben più degni di colThD.liserazione sono quei po– veri operai, i quali, ignoranti delle cause prime dei loro mali, si fanno ingannare e beffeggiare al punto da lasciarsi condurre da un ispettore di pubblica sicurezza presso il prefetto, e da sperare che questi a'interessera alla loro sorte. J,l caso dei bottai di Bari é uu caso tipico, che mo3tra chiaramente l'assurdità della società capita– listica.

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