Studi Sociali - IX - n. 12 serie II - 27 ottobre 1938

• ci'aliatl, riviste repubblicane, giornali faschsti, catto– lici, ebraici. Arriva di tutto. Chili e chili di carta stampata. Ma la stampa anarchica non arriva. O, ,se arriva, qualcuno si incarica di distruggerla per– chié non vada in mano dei ragazzi. E i ragazzi pro– testano. Lupo, per sua parte, non ci tiene mo.ito. a dil'e il vero, a Iegg•e-re la stampa anarchica. C:ome non legge quell'altra. A lui basta di dare un'occhiata al comunicato quotidiano suB'o·peraz.Joni e· é Goùdi– sfabto. Ma quel procedimento pretta1nente fa,3CiBta <li cenBura totalitaria lo irrita. Non basta elle i loro giornali debbano passare, prima di t~~re pubbli– cati, la censura governativa? Non bastano tutti que– gli spazi bianchi disseminati tra le colonne e che aemibrano gridare: -Guardate, vi si nasconde que– sta veritA. Voi lottate per la v-eritA ma qu€i3to bianco é una parte di verita che i voatri amici vi 11egano-. "As,pettiamo ancora una settimana" O'sserva Lu– po. "Questa sera stessa parler6 con il commitSGario politico e il comandante e se la cosa seguita prov– Vladeremo a stabNire un servizio per nostro conto. Faremo inviare i giornali a Madrid ed ogni giorno ,qualcuno di noi andrà a ritirarli. Oppure incaricher remo i comipagni di Madrid di portarceli loro ateaai. In automo•bile. Cosi sara tanta benzina che quegli idioti ci costringeranno a scirupare in un momento in cui ve n'é tanto bisogno". Aldeeso prende la parola un conrpagno, ancora giovame 1 che é dotato d 1una cultura generale eccel- 1ente. Da piacere sentil'lo parlare. Qualsiasi argo– u:nenJto tratti. Ma il suo argomento attuale é come un improvviao urlo nel silenzio del "confiteor/>. E dice. "Il giomo 20 di gennaio L11po ha detto: Am– miro gli atalinisti che ho conosciuto in Spagna ma ci6 non mi rend1e meno di,fifiodente ve1,so Stalin. Il giomo 1~ di fel>braio, Lupo ha detto: Siete cosi bestie da non capire che la clemenza é sempre una vittoria. Voi fucilate Barabba e i voatri nemici di– ranno al mondo che avete fucilato Cristo. E sic– CO'lllt~ un morto esiste e nel mondo entrano i gior– nali dei voatri nemici e non i vostri. tutti si con– vincernnno che avete fucilato il Cristo. Il giorno 15 di ,marzo: Non divento stalinista per la stessa ra– gione che non mi converto al fascismo: amo troppo il lo IU'O'ssimo e .dspetto tr<>JJ,JJO me steaso per entrar,a, nel Kremlino". E, dopo una, pausa, sempre tranquillamente: "Potrei riipete'.!-Yi, nile,gigen<l-0vele su qrueste note che Renzo ha co•piato nel secondo "bureau 11 tutte ~ frasi chie Lu.po ha pronunciate dal p1·imo giorno ad oggi. E tutte le frasi mie. E le voatre. Ognuno di noj ha un libro in cui vengono -annotate tutte le incidenze del noatro "curriculum vitae·•. Tu per esem,pio ... ", e con il dito in-dica un compa,gno "il giorno 4 mar.:m ti rei ubbt·ia,cato co– rna "un porco/t... L'a definizione non é mia. Qui -v'é scritto cosi. Thenzo é cla·ssificato un "mangia co– rnm1isti". Loretta un elemento dubbio". Per quanto Lupo sia rimasto sconcertato dalla -scoperta fatta da Renzo 1 non pu6 fa.re a meno di JH>11sare alla definizione di Lor.,tta, Un elemento ·-0u1Jbio ! Ci6 BignLfica che L01 1 etta non 1'3i é limitata a parlare con i co.mpagni. Forse ha espresso la sua opinione ancbe con gli stalinisti 00 ee.si l'hanno fraintesa. Fanno coBi presto gli staliniati a classi– ficare uno come provocat01ie. Non importa il pas– sato rivoluzionario. Non hnportano i meriti che ai é acquisito. Si trova scontento in qualche cosa? Si lamenta perché la minestra é poco salata? Provo– catore. TrotSchiata. E il suo prontuario aumenta. Perché il secondo "bureau" che dovrebbe esser,~ un'organizzazione per com•battere il nemi-co agi-sce in sen.so contrario. Dovrebbe essere al servizio clel– l'esercito repubblicano. E' al servizio del partito co– munista. Il quale Io usa contro l'eaercito repubbli– cano. Il qU'ale se ne serve J)!Brconoscere, oss-ervare, spiare --é la parola- cootantement,e tutti ,gli ele– menti che hon fanno parte di &ao o che non se– guono .completamente la linea del partito. Lu!po ha protestaito diverae volte per queato a– ·buso. Ha .cer,cato di far com,prerudere, agli interes– sati, che una tale maniera di pro.cedere é degna dei fascisti. l\'la le sue proteste hanno sempre pro– vocato risposte sdegnate. Il secondo •'bureau" non sorvegliava i rivo•luzionari conosciuti. Si lhni,tava a teruere d 10'CChio i .senza partito ca1)itati in Spagna senza. che nessuna organizzazione garantisse per ]oro. Adesso il cornpagno invita un altro a ripetere una dichiarazione che gli ha fatto privatamente. E l'altro ai alza e guarda Lupo. E Lwpo Io ricono– sce. E' un compagno che venma ferito durante ra– zione anteriore e che dev'eissere ritornato da poco in linea poiché non l'aveva ancora rivisto. STUDI SOCIALI 5 --------------------------- Egli dice: "Dor,mivo 1 nel letto accanto a quello di R-0G13igno•li, nell'os1;e,c1ale ... ". RossignoH é un ra– gaZZiOdella compagnia di Lupo. Un raga-zzo rimas,to fe,rito alla ga;mba due me.3i addietro. "Egli mi ha a-ssicurato che una notte 1 meILtr'era di vedetta 1 vide arrivare Lupo di ispezione. E gli tir6 aJd<lo.sso. E Gi é rammaricato di non averlo co.lpito. Ed ha ag– giunto che quando ritornera pna-ndera meglio la mira ... ". Un mormorio di indignazione e di protesta acuote tutta la riunione. Lupo ricorda perfettamente l'inci– dente. Ma dato che l'altro s'era giustificato affer– mandogli di averlo preso per un fruscista 1 allora non vi aveva dato importanza. Ed anche adesso stenta a crederlo. Perché avrebbe dovuto eliminarlo? E for,mula la sua obiezione: "An'diamo! Come pu6 es– ,3ere poasibile? Forse che i ragazzi non sono con– tenti di me? 11 "Troppo contenti!" esclama R,anzo. "Troppo con– tenti e tu pesi troppo su di loro perché i funzio– nari non ti v,edano di mal'occhio." "Non bitSogna essere settari. E 1 .sopratutto, non bisogna giudicare cosi alla leggera. L'accusa che é alata fatta qui é enorme. Vi avete riflettuto?" "E tu hai riflettuto a quella volta che ti s,èi recato idi pattuglia con i due porta - ordini e che rientrando nelle linee tutta una compa,gnia ha fatto fuoco su di te". Sta attento, Lu,po. Prima ti ammazzano poi scrivono sui giornali ch,e eri un eroe. E che biso– gna vendicarti. Perché -nemmeno dubitarlo- la pallottola che ti forerà le spalle la faranno prove– nire dalle trincee fasciste. Io credo che il nostro poGto non sia pili qui. Qui siamo come prigionieri dei nostri ruemici di domani. Che cominciano ad ee– é:i·erei no.stri nemici di oggi. Non po'tremo far nulla. ,Ci elimine,ranno a loro pia•cere. E del re-sto non tra– lasciano di pro.mettercelo. Chi di voi non ha sen– tito uno stalinista a.Mermare: adeaao i fascisti, vinti i fais.cisti gli anarchici?" Loretta si taca e molt~ te,3te aasentiscono. "Io pro1ionei di abbandonare il fronte di Madrid e ritornare fra i nostri compagni nel fronte del- 1'Est" continua essa. "La siamo una forza. E po– tremo dire la nostra parola nella rivoluzione". Lupo non é d'accor<lo. Non si pu6 -almeno lui non pu6- abbandonare i compagni con i quali p1ar mesi interi si é conrdirvitSola vita, la lotta e i pe-– ricoli. D'accordo: ci6 po tra essere una quetStione di ,:entimentalismo ma/ d 1altronde, non crede che il problema richieda una aolu.zione tanto radical,:. Poi. oltre i auoj ragazzi, oltre la sua formazione, arna Maidri,d. CO,me lasciarla? Come andare lontano da es.sa, rars,segnarsi a non vederla phi? E' coai conso– lante accarezz'arla con lo sguardo. Di tanto in tanto. Volgere lo sg.uardo e. dalle at~sse trincee 1 acorgerla aidornata di sole e di martirio. O indovinarla nel– l'oscurita della notte. Ha sempre pensato cbe cosi con Madrid alle spalle, con Madrid magnif;ca d; l'E\'3istenza e di virtti rivoluzionarie, il morire d-ev'es– :3E•re dolce. Come morire con la mardre accanto. Q la S•poaa. Ma una madre e una Bposa che abbiano la forza di sorriderci per non rattristarci gli ultimi momenti. "Io, invece, sono dell'opinionia ohe tra noi tutti ,si potrebbe formare una Compagnia anarchica. E Lupo ne prenrderebbe il comando" dice il compagno di prima. E molti condividono l'idea. Ma Luipo non é d'accoTdo. ".A.vete pensato bene ... 11 dice. "Avete riflettuto a ci6 cui si am:lrebbe incontro? Sempre nell'ipotesi ottimista che una tale richiesta ci venga accordata. Poco fa qualcuno si é lamentato del rancio. Che é buono. In un caso simil,e nessuno dovrebbe alzare una voce discorde. Neanche se ci passasseTo pane ed acqua. O nulla. Si dovre!Jbe assere disposti ad a,ccettare i pi,(1grandi sacrifici. Sen-za parlare. Senza protestare. Ed oosere sem_ipre i primi nella I~tta e sempre gli ultimi nell'ottenere il callllbio. E "3e le cose andassero bene dover sopportare la calunnia altrui pronta rud insinuare che sarebbero andat13' meglio S·enza di noi. E se le co.se a,nrdas.sero male, un'altra volta la caluno1ia pronta ad inco-lparci d\ tutto. E non per questo lascia.Psi dOJninare dai ner– vi. Accettare il male aspettando il p,èggio. Con un unico obiettivo. Lottare per il nostro ideale ma so- 11ratutto, lottare per il popolo s-pagnolo che c; ha armato e ci ha onorato della sua fitlucia. Jo sono pronto/ per conto mio. Non ho mai rifiu– tato le reaponsabilit:i. Per quanto terribili mi siano appar~,a. Sarete pronti, voi? E pensate che vi sarei compagno, vi sarei fratello. Com•e sempre. Ma, inol– tre, per quanto tisulta,sse antipatico dovrei essere un giudice inflessibile. Inesorabile. Diaposto a pu– nire ogni debol,ezza, o·g11i intollerru.1za, ogni fatuita. Per il buon nome di tutti. E non solo di tutti noi ma dei compagni di Aragona, di Cataluiia, del mondo intero. Vi prego di rifletterci bene. ~ella prossima riunione ne riparleremo. Per ora mi limito a dirvi ohe chiunqut3 lascia pronunciare ad uno stalinista la frase riferita da Loretta senza prenderlo a cef• fon.i non é che una femminuccia. Essi dicono: "do– mani gli anarchie"i" e voi dimostrate Joro che non avete ness11n inconveniente a cominciare srnbito 11 • La riunione finisce tardi e molti compagni si of– frono di riaccompagnarlo. Lupo aaluta Loretta e f{Uelli che restano e s'avvia verao la sua compagnia. E' una notte fredda. Ma in cielo v'é una luna ,3pol\r13rata a nuovo. E le stelle sembrano aver rice– vuto un bagno di cromo. )Ton v·é vento e solo ra– ramente il fischio di una pallottola passa improv– viso. Quasi per ricordare loro che la guerra con– tinua ancora. Continua sempre. Nonostante la pace della natura ad<iormentata. Ogni trecento metri una sentinella lancia il .suo: uChi va 1:i ? 11 "Inbernaz.ionale'' rispondono e atten– dono la primµ. parte della parola d'ordine per com– pletarla con la seconda: "Por el puente de los franceaes ... 11 "No pasa nadie." Parole d'ordine lunghe e complicate. E, a volte, ri- <licoh. Come queHa notte: "No todo·s los moros ... " "Kaput." ·E i mori erano diventati marocchini 1 arabi, af:-! cani nella bocca delle varie sentinelle. E quel po– vero "Kaput" non voleva entrare in testa a ne~– auno. Un 001npagno gli dLce: "Dovresti aver più cura d,i b3' ete~ao. Fidarti meno ed essere più prudente". E Lupo sorride perché dalla voce ricono:3ce che chi gli parla é un compa,gno che é gia stato ferito Quat– tro volte. "Tu 1 allora ? 1' "Io non conto. lo sono uno q·ualunque ma tu ci appartieni. Perché abbiamo fiducia in te. E elevi es– sere prudente per noi". (Continua) GIORGIO T•ESTENA. Rncorn sui fatti del maggio '37 rN,a•l n. 9 di "S. S.", Lux/ riporta nello scritto "Fra libri e rivi.3te", a proposito del fatti di Barcellona e delle discuasioni che provocarono nel nostro mo– vLrnento1 una fraise contenuta in un mio articolo pu,bblicMo su "Guerra di Glasse" di quel giorni af– fermante obe: "l'avvenire dira se e quanto i diri– genti della C.N.T. - F~A.1. videro giusto e se e quanto il popolo err6 nel ritenerne il consiglio". E .siccome Lux chiude lo s·critto con l'augurio che "al periodo ormai chiuso delle polemiche as·pre succeda, non il conformismo ma quell'armonia nell'azione che non esclude né la critica né la discussione serena", au– gurio che io coudi,vid-0 in pieno 1 spero che mi sara penneeao ooporre in merito alcuni concetti tendenti a chiarire e sviluppare la tesi cent,ra,J,e di quel mio articolo. nir6 anzitutto che la frase surriportata, sebbene autentica, non ritTae la tetSi dell1articolo da cui é stata estratta. :ElscSada in,fat-ti l':Llnpret:;sione di una sentenza a 1 l 1 la Ponzio Pilato nue-ntr,e non é che la conclusione di una tesi che chi8Jlller6 attivista. e– spreEBa con Ia saggezza •che consigliava la situazione e la circo.stanza, tesi maggiormente contenuta nel– l'aflfermazione chie: "il popolo di Barcellona avrebbe potuto dar la rprova della sua saggezza dopo aver data quella della sua forza". Ed il reapon.so sulla bontà di queet'aiffe1,mazione era riservato all'aYve– nire. Ma torniamo ai fatti. A mio avviso, di allora e di oggi, l'attacco bolsce– vico <lel maggio fu il primo atto di un maturato pro 1 posito di vaista offensiva antianarchica. Pta-rché tale tenta 1 tivo, malgrado che i bollscevichi aaipoosero ch 1 e l'an~rch,iis,mo catalano raDpr,esen.tava ancora una forza mora,l•e e materia,le conaiderevole? A me non fa l'ornbra d'un dubbio; es.si tentarono di s,fruttare a loro vantagglo il concetto informatore deHa poli– tica d,ei nostri compagni dirigenti della C.N.T .. F. A.'I. che era .quello di "non accettare provocazioni", o pili eaattamente di "rinunciare a tutto meno che alla vittoria contro il fascismo". Sento appena il bisogno di dichiarare che la co– statazione non ha intenzione polemica né tenden– ziale in quanto la formu 1 la é di Durruti e credo ritragga anche oggi l'intimo p·enisiero d,ella stragran– de maggioranza dei com'l)a1gni spag·noli. iE per vero ne-ppure a me, come formula appa11e completamente errata; ma é un fatto che in ce1-.te circoatan~e é im.-,rndente e perico,Joso a•ggrappa,rai a delle f-ormu-

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