Studi Sociali - IX - n. 12 serie II - 27 ottobre 1938

ANNO IX MONTEVIDEO, 27 OTTOBRE 1938 SERIE II. N .o 12 • • • Rl\'IST A DI LIBERO ESAME ABBONAMENTI: Per ventiquattro numeri Per dodici numeri $ 2.– •• 1.26 (All'estero lo stesso iprezzo, equiva1ente In mone• ta degli Stati Uniti a due dollari per 24 numeri ed un dollaro e 25 cent. per 12 numeri.) SOMMARIO Nave senza nocchiero ... (LucE FABBRI). Cont1·ibnto aUa discussione sulla guerra (A. PRUDIIOMMEAUX e L. F.). Govemo e non govemo (Lurnr F.\BBRI). Fronte del centro ( GIORGIO 'l'ESTENA). Ancora sui fatti del rnaggio '37 (XmnTOHE e Lux). La contradizione irred1dtibile (E. MALATEST.\). Tra le riviste e i giornali (Lux). Nave s nza nocchiero ..... L'Europa, il mondo, vanno alla deriva, rasentando ogni pochi giorni l'abisso. Ri– sorto, dopo la guerra, il principio d'auto– rita, abbiamo abbondanza di capi, di duci, di pugni di ferro. Dapertutto le moltitudini sono tenute a freno e ubbidiscono ad un uomo o ad un'oligarchia. E mai il disor– dine é stato J.)iu spaventoso. Sotto l'ordine apparente dei treni in orario, il lavoro, il consumo, gli scambi sono in pieno caos; dietro le geometriche linee delle frontiere in cemento, tra la lucentezza forbita dei cannoni, sotto le ali argentee degli aero– plani che volano in formazioni corrette, ri– bollono i sanguinari istinti ancestrali. Il fascino de'lla tecnica si confonde con il ri– chiamo della selva e della caverna. E si annebbiano nel ricordo dell'uomo - macchi– na - bestia trenta secoli di storia. La nostra nave é senza pilota. Ci sono degli uomini, dei despoti, al timone. L'uo– mo, cioé la coscienza umana, che non s'in– carna in una o poe'he persone, ma vive ed opera, in ciascuno, individuale ed universale ad uri tempo, é assente. Perché non c'é co– scienza umana senza liberta. E quanto piu si stringono le ritorte, quanto piu s'ina'lza l'individuo sopra e contro gl'individui, tan– to più cresce il disordine: il disordine vero e micidiale che si manifesta non con grida scomposte, ma con la fame, l'avvilimento, il silenzio, la morte. Mai la vita ci ha sorriso come adesso. :Mai la natura é stata cosi sottomessa ai desideri dell'uomo. Abbiamo tutto: materie prime in abbondanza· (i prezzi cadono per– ché ce n'é troppe), moltissime braccia che non chiedono che di lavorare, macchine che riducono al minimo lo sforzo, bisogni -corrispondenti a queste possibilita- che aspettano d'esser soddisfatti. E tra le boc– che affamate e il pane troppo abbondante, tra i corpi tremanti di freddo e le lane am– mucchiate nei magazzini, tra la mente as– setata ed il libro, tra l'energia creatrice e il lavoro, s'interpone un ostacolo artificia– le, inalzato dalla mano dell'uomo. La disperata volonta di dominio di indi– vidui e di caste s'afferra a quest'ostacolo come a un piedistallo necessario, per non farlo cadere. Bisogna impedire che lavoro e consumo s'incontrino e stabiliscano rap– porti diretti, perché in tal caso sparirebbe la base principale dell'autorita dell'uomo sull'uomo. Per impedire questa presa di contatto ci vuole l'impiego totalitaTio della forza brutale, giacché le leggi, create in al- Per la redazione e l'Amministrazione ri– volgersi a: LUCE FABBRI, rivista "Studi Sociali" Casilla de Correo 141 MONTEVIDEO (Uruguay) ----------------------J".~- ...... ........ .. ~------------:---– Red actor responsable J. B. GOMENSORO Treinta y Tres 1494 Montevideo tri tempi e per altre circo,stanze, non ba– stano piu. Per mantenere le possibilita di dominio, bisogna vincere non solo l'ansia d'emancipazione delle grandi masse, ma an– che l'impulso verso il progresso tecnico, che, eliminando le invisibili catene della fa– me, tende a dare alla liberta (finzione giu– ridica nel periodo capitalista) il suo vero e pieno senso. A niisura che passano gli anni, i mesi, i giorni (abbiam vissuto giorni che han va– lore di anni) l'evoluzione del nostro siste– ma di vita, con le due opposte possibilita, si delinea sempre piu chiara. Trascurando le sfumature intermedie, gli elementi di quest'evoluzione sono ben definiti. Nessuno é stato creato, ma tutti sono stati modifi– cati nel loro potenziale, dalla guerra del 1914 - 18, che ora si chiama la grande guer– ra, ma che non si chiamera certamente piu cosi tra cinquant'anni. I due principali fat– tori in questo gioco complicato sono: la tendenza alla gestione statale dell'econo– mia -a cui non si pu6 arrivare che attra– verso il totalitarismo- e la tendenza verso il socialismo libero. Il capitalismo privato, in piena decomposizione, gravita, nella sua parte piu cosciente, verso il primo di qu sti fattori. La classe operaia, nelle sue mino– ranze pensanti, verso il secondo. Prima d'andare avanti, bisogna chiarire un equivoco in cui cadiamo un po' tutti. Quando vediamo Chamberlain e Daladier inchinarsi ad Hitler, le "democrazie" sbia– dirsi e cancellarsi poi davanti al fascismo, noi additiamo la causa: il capitalismo in– ternazionale. Quest'affermazione racchiude una mezza verita, o meglio, una verita prov– visoria. La lotta permanente, di cui quella che abbiamo sotto i nostri occhi é una delle tante forme, si svolge fra le due forze fi– nora antagoniche dell'anima umana: la vo– lonta di potenza e l'ansia di liberta. La ric– chezza é solo uno strumento di potere (é anche strumento di piacere, ma sotto que– st'aspetto non é socialmente pericolosa); e la lotta di classe trascende l'economia. I! possesso degli strumenti di lavoro non é solo un mezzo d'ottenere il profitto, cioé il guadagno senza lo sforzo corrispondente (spesso il ca•pitalista compie uno sforzo no– tevole, anche se non sempre creatore), ma é anche e sopratutto la condizione neces– saria d'una differenza di livello, d'una pos– sibilita di comando che soddisfa la volonta di potenza. L'autorita, il privilegio, hanno avute diverse forme: nobilta militare o bu– rocrazia intorno alle monarchie assolute, oligarclrie di nobili prima, di ricchi poi, ne– gli stati repubblicani, caste sacerdotali, ge– rarchia feudale. . . Il capitalismo é la piu recente di queste forme; ed é gia decre– pita. Morira, senza che per ·questo cessi la lotta per la liberazione dell'uomo. Il capi– talismo é una pianta che il sole della gran– de estate ha quasi seccata. I nostri colpi devono essere diretti alle radici che conti– nuano a succhiare dalla terra la migliore linfa vitale. La crisi di superproduzione, quindi d·i di– soccupazione, quindi di sottoconsumo, eli– mina:, insieme al profitto, anche la supre– mazia politica del capitalismo privato. Ci6 spiega la formazione dei trust, primo passo RIVENDITA: Per ogni copia $ 0.06 (Negli altri paesi lo stesso prezzo, equivalente a cent. 5 di dollaro. - Sconto d'uso al rivenditori.) Imp. CLARIDAD - Plaza Libertad 1137 verso l'economia "dirigée" e, in un secondo tempo, la capitolazione definitiva (a cui stiamo assistendo) del capitalismo liberale, seguita dal suicidio, che consiste nell'iden– tificazione con lo Stato. I! fascismo ed il bolscevismo, le cui dif– ferenze attuali tendono a diminuire col cre– puscolo della generazione che era matura nel 1917, nacquero, l'uno per difendere, l'al– tro per distruggere il capitalismo, attraver– so un sistema moderno d'assolutismo sta– tale, che con parola nuova, brutta ma e– spressiva, chiamiamo totalitarismo. Ora attraverso lo •Stato non si distrugge il pri– vilegio. Tutt'al piu ci pu6 essere, com'é successo in Russia, una sostituzione nelle persone fisiche dei privilegiati e un cam– biamento di forma. Qui ha fallito, come do– veva fallire, il marxismo (in cui s'educa– rono Lenin e Mussolini). E lo Stato non ha neppure il potere di risuscitare cadaveri putrefatti. Cosi il fascismo non ha salvato il ca•pi– talismo e il bolscevismo non ha distrutto lo sfruttamento. Queste due sconfitte conver– gono nella gestione statale -in atto in Russia ed assai piu che in potenza nei paesi fascisti- correlativo economico dell'asso– lutismo politico. Il privilegio capitalista si trasforma in autorita burocratica senza perdere nulla in estensione e intensita di dominio. La classe tende a trasformarsi in casta. Ci6 spiega perché, malgra'do le tasse espropriatrici che il fascismo impone al commercio ed all'industria privata, i privi– legiati del campo economico e quelli del campo politico l'appoggiano in tutto il mon– do. Esso permette di mantenere la supre– mazia dei pochi sui molti e di mantenerla piu o meno nelle stesse mani. Stato e non - Stato é il dilemma che si trova attualmente in fondo a tutti i J)ro– blemi; tutti lo sentono e nessuno ne parla. Le bandiere che si agitano sono altre. Ma la realta parla con la sua gran voce che supera il silenzio e Je grida degli uomini. Di fronte al "pericolo" dell'abbondanza, di fronte ai primi sintomi di socia'lismo liber– tario in Spagna, di fronte alla crisi mortale del capitalismo ed al silenzio dei popoli oppressi che, pur nell'incoscienza del loro potere, incutono una paura che arriva ad essere panico nei brevi momenti in cui il silenzio si rompe, le forze dell'autorita e del privilegio, divise da profondi antagoni– smi, si sentono spinte da una specie di fa– talita storica nello ·stesso campo. Gli anta– gonismi naturalmente sussistono perché nel terreno economico ed assai piu nel ter– reno politico, la volonta di potenza tende all'eliminazione dei concorrenti, pero, a misura che cresce il pericolo comune, i fat– tori in conflitto s'avvicinano ed il piu de– bole finisce sempre col cedere di fronte al piu forte. Per questo il capitalismo privato, vinto gia dai suoi stessi sviluppi, svuotato, in gran parte, del suo contenuto con la pro– gressiva diminuzione del profitto, cede di fronte alle forze che portano alla gestione statale, forze che, d'a·Jtra parte, hanno, in occidente, origini capitaliste. Anzi, nella maggior parte dei casi, le grandi imprese sull'orlo del fallimento invocano l'aiuto e il controllo dello Stato che finisce col tra-

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