Studi Sociali - IX - n. 12 serie II - 27 ottobre 1938

2 STUDI SOCIALI sformare i padroni in funzionari. Questi smo e nel bolscevismo, cioé nel trionfo funzionari conservano la loro posizione so- dello Stato forte, totalitario. ciale e, attraverso la gerarchia burocratica II maggior pericolo quindi per le classi ritrovano, aumentata:, la loro supremazia privilegiate di tutto il mondo é la caduta di classe. E' un errore credere che i funzio- del fascismo. Nessun governo vuole la guer– nari siano i servitori dello Stato. Quest'ul- ra contro quest'ultimo. Solo nel ca·so d'un timo tende in cambio ad essere sempre piu trionfo dei sistemi fascisti in tutto il mon– uno strumento di dominio nelle loro mani. do, eliminato il pericolo popolare, avremo Prima la classe privilegiata esercitava, at- la guerra. (Non é escluso ehe essa scoppi traverso gli organi statali, un'influenza po- prima, per un caso contingente, ma la ten– litica forte, ma invisibile ed indiretta. At- denza per ora é di servirsi della minaccia traverso !'identificazione di questa classe della guerra per tener a bada i popoli). con lo Stato, quest'influenza s'avvia ad es- La "capitolazione" di Monaco é stata af- sere palese, diretta, "totalitaria". frettata ed aggravata, non dalla debolezza La parola d'ordine per i nostri avversari delle "democrazie", ma da'lla debolezza dei non é piu: salvare il capitalismo, ma: sa!- regimi fascisti, che si sono sostenuti finora vare lo Stato ed il privilegio. Su questa base solo con l'appoggio dei loro apparenti av– s'é verificato il fenomeno della "mano te- versari. Nella questione della Cecoslovac– sa" e quindi del "fronte popolare"; su que- chia essi erano andati troppo in la sulla: sta base s'é costruito il non - intervento in via della guerra per poter retrocedere. E Spagna e si sono firmati gli accordi di Mo- ncn erano in condizioni di far la guerra, naco, in attesa degli ulteriori sviluppi fa- non solo per la mancanza di materie prime, scisti che gia si stan delineando in tutta ma anche perché, per la prima volta dopo l'Europa, come preparazione alla guerra tanti anni, il popolo tedesco e il popolo prossima, destinata a risolvere per un certo italiano han detto, col silenzio, una loro periodo il problema della disoccupazione e parola. E questa parola era: no. ad allontanare il pericolo rivoluzionario. I lJ potere dei dittatori si basa meta sul pezzi grossi delle grandi organizzazioni prestigio, meta sul terrore. AI primo passo sindacali, i dirigenti dei partiti che aspi- indietro, all'estero, di fronte a un'altra na– rano alla coll'quista del potere, -per quan- zione, all'interno, di fronte al proprio po– to di sinistra siano-, sono tutti legati, in polo, sono perduti; rotto l'incanto, la si– maggiore o minor grado, con maggiore o tuazione precipita. minor consapevolezza, a questa politica. Hitler e Mussolini, per uscire dal vicolo Si sente dire che la condotta della Fran° chiuso, avevan bisogno d'una strepitosa vit– cia e dell'Inghilterra é incomprensibile; ma tcria senza guerra. Per salvarli, Cha:mber– diventa invece chiarissima alla luce di que- lain e Daladier hanno offerta loro questa ste constatazioni, come diventa chiaro l'ab- vittoria, apparentemente a spese di quelle bandono dell~ Spagna da parte del prole- dne astrazioni che si chiamano prestigio tariato mondiale, prigioniero della dema- britannico e prestigio francese, in reaÌta a gogia dei suoi dirigenti. spece di tutti i popoli d'Europa. Dopo il Le prospettive non sono affatto allegre. proletariato spagnolo, l'italiano e il tede– Pure, in mezzo a tanto buio, c'é un elè- sco sono quelli che fan piu paura perché, mento d'ottimismo. La coalizione delle for- nel momento d'una eventuale crisi, il loro ze autoritarie é stata provocata dalla pau- antifascismo sara vergine dai compromessi ra. Paura: della rivoluzione, paura del po- che imbrigliano le masse dei paesi "demo– io.lo , paura della Jiberta.__Le proporzion.~·~·-,~cr~a=tici". Sotto il tallone di ferro fas · a questa paura ci dicono che la causa non si ha fame di pane, ma si ha fame anche di liberta. Se il fascismo fosse rovesciato, nessuno vorrebbe, in questi due pa·esi, ripe– tere l'esperienza dello Stato forte, vagheg– giato in Francia e in Inghilterra da tanti uomini "di sinistra". La caduta del fascismo sarebbe la rivo– luzione in Europa; una rivoluzione per il socialismo e per una democrazia integrale, quella rivoluzione iniziata in Spagna, che ha fatto molta paura a Hitler e Mussolini ed altrettanta a Eden, Blum e Stalin. Ora, difficilmente il fascismo resisterebbe ad u– na sconfitta in Spagna (lo si é visto con l'episodio di Guadalajara). La salvezza dell'umanita, minacciata dal ritorno della schiavitu (totalitaria questa volta) e dall'i'Sterilimento forzato dell'in– telligenza, sta nella rapidita con cui i po– poli dei paesi ancora semi - liberi si disin– tossicheranno dalle illusioni del socialismo autoritario e d'una democrazia di cartape– sta, per prendere in mano essi stessi le re– dini d'una rivoluzione che, malgrado tutto, é gia in atto. "Armi alla Spagna" deve es– sere la parola d'ordine, non dei comizi di \,Upplica al governo, ma dell'azione diretta. -Solo il proletariato del mondo, al di so– pra dei governi e dei partiti governativi, pu6 aiutare veramente la Spagna a liberare sé stessa (primo passo per la liberazione del mondo) dal fascismo, dalla plutocrazia, dallo Stato. Solo l'aiuto diretto dei popoli alla Spagna pu6 dare agli italiani ed ai te– deschi di coscienza libera la sensazione che non saranno lasciati soli nel momento della lotta. Chiunque affretti questo processo di chia– rificazione (e gli atti sono a questo scopo, come c'insegna la Spagna, piu efficaci delle parole), contribuira a risolvere la crisi ter– ribile in cui l'umanita si dibatte ed a sal– vare, non solo la· civilta, ma la vita stessa, nelle sue forme piu elevate. LCCE F,\.IlJlRI. ne pu6 essere insignificante. Il popolo é schiavo in mezza Europa:, narcotizzato nel- 1'altra meta. Pure, se studiamo gli avveni– menti degli ultimi anni e specialmente ·quelli degli ultimi giorni, vediamo ch'esso costituisce una forza quasi vergine, che -s'ignora e che non ha dato che in piccola: 1)arte la sua misura; ma la storia recente B'é svolta tutta in funzione di quest'inco– gnita grandiosa. Contributo alla discussione sulla guerra II fascismo italiano é stato aiutato negli istanti piu critici della sua storia dalla clas– Be dirigente inglese; il Comitlo' des Forges, attraverso François de Poncet ha prestata man forte a'll'ascensione di Hitler al po– tere. La guerra d'Etiopia é stata vinta con la complicita dell'Inghilterra ( il libro di Garratt lo dimostra) ben occulta dietro il paravento delle sanzioni, e con il petrolio russo. La coalizione franco - inglese ha fat– to di tutto per consegnare 'la Spagna ad Hitler e a Mussolini e non ha fatto niente per impedire a'l primo l'espansione in Au– stria e in Cecoslovacchia. Tutte queste ap– parenti capitolazioni culminano per ora ne– gli accordi di Monaco. Dal punto di vista nazionale é una· resa a discrezione senza guerra. Ma chi crede piu al nazionalismo? Solo gli ex - internazionalisti che salutano le varie bandiere patriottiche, inquadrati nel Fronte Popolare, i nazisti, per cui la nazione non é ancora un ostacolo e i pochi, giovanissimi fascisti italiani che, ipnotiz– zati dagli occhi "fatali" di 'Mussolini, non hanno uditi i colpi imperiosi della Germa– nia alle porte del Brennero. Per gli altri, le risoluzioni dei quattro "grandi" a Monaco non sono che una coa– lizione di governi contro i popoli, ora che Ja· Societa delle Nazioni s'é dimostrata inu– tile allo scopo. La plutocrazia vede nel fascismo ed an– che -con qualche diffidenza dovuta alle ·sue origini- nel bolscevismo, la trincea indispensabile per arginare l'impulso degli uomini e delle cose verso la liberta e verso l'uguaglianza economica (due principi che si condizionano reciprocamente); nel fasci- lin J)ericolo immaginario: la guerra dei fascismi contro le democrazie. L'esperien– za ha dimostrato che gli uni e le altre e– rano ben decisi ad ammettere una guerra sola: la sterminazione del proletariato ri– voluzionario, per mezzo di tutta la gamma: degli espedienti politici, dai piu violenti ai piu ipocriti (Franco, Negrfn). Un J)ericolo reale: l'abdicazione morale del proletariato che lascia che lo spoglino dei suoi fini e delle sue aspirazioni, e so– pratutto dei suoi metodi e deHe sue pas– sioni di classe, per associarsi -neHe idee e nella pratica- a uno dei clan imperiali– sti in contrasto. Osservazioue: l'estrema instabilita di questi blocchi imperialisti ci impedisce o– gni previsione di qualche durata nel campo delle alleanze. La Russia e la Germania, la Francia e l'Italia·, che sono attualmente in campi differenti, sono state alleate ieri e possono ridiventarlo domani. La diploma– zia non ha niente di comune con la guerra tra "principi ideologici". Lo sfruttamento dei fattori morali é lasciato ai tecnici della propaganda demagogica e patriottarda, che scoprono sempre le formule necessarie. Semplice doman 1 da a Damiani, B'ertoni, Pierrot, ed altri partigiani della guerra con– tro il fascismo: Credete voi che, dato Io stato di degradazione morale in cui si tro– vano le "democrazie" francese, inglese, a– mericana, ecc., sia nostra funzione il pr'O– Yocare I'al1111·gamentoal mondo intero del– la guerra che combattono in Spagna l'Eser– cito Rosso di Stalin e le Camicie Nere delle Divisioni italiane? A. PRUDHOMMEAUX. Nimes, Francia. Nota. - Quando, prima degli avvenimenti che precedettero gli accordi di Monaco, ci arr,iv6 questa br<'>vecollaborazione di A. P., pensammo subito ch'es- sa, ooprimendo chiaramente e in poche parole una delle te.si in discua,sione, a,vr!/bbe potuto dare oc– caaione a<ì un ulteriore scaimbio d'idee. Ora la realta ste&Sa ha detto una parola qua..sidecisiva su questa q,uestione ed é venuta in fondo a conffermare quanto -rispondendo a Damiani-, rubbia·mo scritto qua1- ,che tempo fa sul problema deHa gwerra. I timori degli uni e le speranze degH altri erano ugualmente in~onda;ti: la democi-a~ia borghese non vuol fare la guerra contro il fascis1no. ~ra la guerra -ohe é, ai suoi occhi l'unico sbocco di quest'assurda situa– zione economica- solo quando sara eltminato. ogni pericolo rivoluziona.rio. E allora sarebbe una guerra fra Stati e non un conflitto tra fascismo e antifa- 1scismo. [/anti'faiscismo non pu6 essere che rivoluzionario e anticapitalista; se volesaimo arrivare fino alle se– grete ra<llcl del problema dovremmo dire anche: an– tista,tale. Lo Stato tend<'>fatalmente verso il fasci– smo, tamto cou gov<'>rnicosid,etJti di destra (Gli Ro– bles, -Chaml>erlain) come con quelli cosidetti di ,si– nistra (Blum, ,Stalin), LI rasc!Bmo é, nella sua es– senza, i,l potere assoluto -tanto economico quanto politico- d'una casta privilegiata ch,e esprime dal suo seno Io Sta,to (<Italia) o che sorge Intorno allo Stato (Russia). In un caso e nell'altro lo Stato. che sempre fu strumen,to di privilegio, presenta la caratteriistica relativan1ente nuova del1a fus,ione, in uno stesso organo, dell'assolutismo economico con quello 1iolitico. sostitm,m<lo allo sfruttamento privato quello collettivo per via burocratica. In questo con– siste il totalitarismo che, abbrncciando tutti .gli a– s,petti della vita, non lascia !){)ssibilita d'evasione e riduce l'uomo alla c.,t~a condizione degli i3chiavi an– tichi. Con questa differ,enza. che le macchine, la scienza, la tecnica, permettono di estrarre dallo schiavo moderno fin l'ultima goccia del aucco v,itale. Prooi fra la sooializzazione che li trasformerebbe in esseri uguali ai loro operai, e la ge.i;tione d,i Stato che li trasforma in funzionari privilegiati con gli stessi benefici e.conomici d'una volta, e con un potere politico molto ri1aggiore, i grandi ca'Pitalisti preferiscono la seconda soluzione, ch'é la soluzione fascLsta. I piccoli capitalisti. che in genere in que– sto sistema, han molto da perdere, contano poco e

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