Studi Sociali - VIII - n.8 serie II - 28 dicembre 1937

ii _______________________ _ STUDI SOCIALI vendicare l'iniZ:iativa privata, il pensiero eretico, l'azione incontrollata. Chiamare oggi incontrollato qualcuno e– quivale quasi ad un'ingiuria. In altri tempi la parola ingiuriosa di moda era 11n11rchico. Si convertira con il tempo anche quest'al– tra parola in un segno d'onore? Si dica quel che si vuole e si organizzi come si pu6 e si sa la nostra azione di difesa e d'offesa al servizio della libera– zione umana; pero non si dimentichi mai, neppure per un istante, che In testa della rivoluzione 1le1•estare In tutte le sue parti e il suo centro in nessuna. E questo ci fara vedere che, se ci sono eccessi di controllo che uccidono, possono sempre sorgere an– che incoi:itrollati, indisciplinati e ribelli che salvano. DIEGO ABAD ])E SAN'J'ILLAN. Barcellona, ottobre 1937. -;;;-a. - Quest'articolo dovevi\ pubbllciu·sl in '"l'iem– pos NueYos" di Barcellona, ma ru reRpln!o dalla cen– suri\. Le due . vie Son poco pili di quindici anni che I primitivi "f ,. sci di combattimento" han messo radici In Italia. Nessun-o avrebbe potuto neppur sospettare allora la sviluppo e l'Influenza profonda tjle eran destlnc.li ad avere quel cor,puscoll. non solo !Jl Italia. -culla del fascismo- ma in tutto Il mondo. Forse neppure In Italia si ebbe la nozione esatta del .pericolo che rap1iresentava quel fenomeno Ibrido. tSolo più tardi, dopo la teatrale marcia su Roma -una grossolana cmnmedia, giacché la ,straòa era stata s1ilanata prima dalla monarchia- Il popolo ita– liano ebbe una visione ]liù chiara del pericolo che incombeva sulla sua testa; per6 era lardi per scon– giurarlo. giacché, malgrado l'eroica resistenza che gli si oppose prima e dopo la sua andata. al potere, Il fascismo aveva ormai Il coltello per II manico e s'imponeva con tutto Il ]leso della sua brutalita. Pure, malgrado la sua schiacciante vittoria, si se– guitava a credere che il suo trionfo fosse ef!lmero, a causa della sua assoluta mancanza di contenuto ideologico e sociale; veramente ancora non era un sistema né possedeva una determinata struttura po– litica. che potesse segnare una via. nuova per l'unta• nltà. li suo potere, la sua. !orza <jl penetrazione, sta– vano unicamente nella violenza dei suol metodi e nell'appoggio lncondlzionale della borghesia, piena. di .panico di fronte all'indirizzo che sembravan pren– dere le cose. Purono molti coloro che, lncoragg!atl dal loro eccessivo ottimismo, vedeva!10 nel fascismo un semplice fenomeno pa&seggero, senza importanza storica né mondiale. Fu necea.sarlo che venisse la realta a battere alla nostra porta, 1iercbé cl sve– gliassimo. lnfatti, a dopo più di ,tre lustri dalla sua apparizione, il fasdsmo non solo ha eottomesso alla schiavitù ]liù uera un po1iolo di 40 milioni di abi- , tanti, ma ha pa:s.sato le frontiere o minaccia in• .golaro nelle sue fauci Il mondo intero: qua~! I due terzi dei globo terrestre gemono sotto 1·eglmi l.ota– lita,·I. Fino a poco tempo fa era .profonda la convin– zione che le Americhe rh1scfrebbero a rimanere im· munl dal contagio velenoso. Contribuiva a rendere pitt !erma questa opinione Infantile, la fiducia nelle cosldette tradizioni democratlcho di questi paesi e nell'Indole speciale dei loro ]lopoli. Queslo crite:·io veniva Irrobustito dal !atto cho queste terre non erano state .scosse direttamente çlagli avvenimenti che hanno messo in convulsiono il "ecchio mondo Invertendo tutti i valori esistenti; non esistevano quindi qui i fattori che contribuil'ono a generare il fascismo. Eppure, anche riconoscendo cho lo condizioni am– hlentall souo diverse, sarebbe d!Wclle slabllire fino a che punto erano logiche queste prcvLsioni tr,rn• qullllzzatrlci. Prima di tutto I ratti steesi, giorno per giorno, s'incaricano di smentirle e di farle ca– dere come castelli di carte; Infatti né le decantate tra<iizioni democratiche sempro sulle labbra degli uomini poiitici che sono al potere o ,,ogliono arri– varvi- né le caratterlsliche dei 1>0JJO!icl'.\merica (ammettendo che esse coslituiscano un rnonopolio e-3clnsivo di questo continente) riuscirono a far diga alla penetrazione fasciata. Al contrarlo, la reazione, che potrll o no chiamarsi fascjsmo -poco importa Il recipiente <1uando il contenulo é lo stesso- ha eete.so i suoi tentacoli su queste "libertsshne'· spiag- ge. E. benché alcuue nazioni come l'Argentina, Il Cile. l'Uruguay ed altre, agitino i sonagli della de– mocrazia e, per dare una sensazione di Iegallta, In– vochino l'autorlta delle leggi e della Costituzione, la verlta é che I loro popoli res,pirano un'atmosrera di oppressione, che non ha niente da invidiare al . ' peggiori regimi di forza che appestano l'umanità. SI sa cho una vera ondata di terrore colpisce queste r<1pubbllche sudamericane. Alla soppresalone del più elemen-tarl diritti si sommano Je phi svariate perse– cuzioni; I diritti d'associazione, di stampa e di riu– nione sono ora solo un ricm•do, che si perde nella lontananza del tempo; ,si !a sempre più aspre. la caccia all'uomo d'idee, all'operalo organizzato; lo organizzazioni operaie di carattere rivoluzionario, come la P.O.R.A. In Argentina. sono dichiarate ille– cite e perseguitate a !erro e fuoco; I loro militanti sono lmJirlglonatl, le deportazioni sono all'ordine del giorno; la stampa rivoluzionaria, o di semplice op• ,pooLzlone, é lm ba.vagliata. In una 1iarola, questo stato di cose si ]lu6 clilamare In un altro modo, ma, in ronclo, non é che fascismo. Per6 c'é stato In -questi giorni qualcosa che é venuto a distruggere completamente quella primi- Senza dubbio quel ch'é avvenuto nel paese vlcln<> avra una ripercussione sulle altre nazioni deT conti– nente meridionale. E non sarebbe dlf!lclle che al– cune di loro si decld8S6ero a seguire quell'esempio. giacché vi si cominciano a distinguere gli stessf Rlntoml allarmanti che furono I precursori del re-– cènte salto del Bl'aslle In pieno regime totalitario, La situazione non potrebbe quindi essere phi de– licata, pio incerta, più degna d'attenzione, da parte di quei popoli che, col piede sull'orlo dell'abisso. sono ancora in tempo _per salvarsi dalla catastrofe. Per6 se, di fronte al pericolo che ava,iza con passo accellerato, non reagiscono, saran !ataln1ente tra.vol– i! e precipitati. dall'alto, nelle profondlta dt quest·a– blsso senza fine. Non si pu6 non riconoscere che Il fascismo non avrebbe acquistato tanta vitalità, né sarebbe a.1..-l– vato a tali ,proporzioni, se non avesse potuto con– tare sulla pas;;ivlta del popoli; deve I suol successi. più <:he alla s,ua propria potenza, a questa viltà collettiva, a quest'indifferenza s11!cldn che fa accet– ta,· tutto con una torpida e inesplicabile rnssegnn– zlone. Ripetiamolo ancora una volta: Il fascismo, viva Uva opinione -accarezzata rorse anche da qualcuno incarnazione della reazione mondiale. arma 1>0de- di noi- che il fascismo, fiore esotico, non riusci- rosa in mano alla borghesia per mantenere ed e- rebbe ad acclimatarsi •mila terra d'America: I re- stendere. nel tempo e nello spazio, il su<> mondo centi avvenimenti del Brasile. Bisognerebbe rar risaltare, in omaggio alla verità, che, data la reai,lone che dominava In quel paese, solo mancava registrare un fatto, gla consumato nella pratica. Pure ancora rimanevano aperte alcune fessure, attraverso cui !lltravano ancora alcuni tenui raggi di speranza. Ora ,queste s-peranze ,sono morte. li fascismo, con tutti i suol attributi, é gla non eolo un fatto compiuto, ma una. realta tangibile In una delle repubbliche più grandi dell'America latina. di privilegio, deve trovare una resistenza all'ultimo sangue. Due grandi strade si aprono di fronte all'umanita battuta dal terribile !lagello: quella della lotta e quella della rinuncia. ll pMmo conduce alla libera– zione, cloé alla vila; l'altro alla schiavitù, cioé alla morte ... Bisogna scegliere. NINO ·RUTIN, Buenos Aires, novembre 1937. le 1·iviste e i giornali Prima di tutto vorrei Insistere sull'argomento trat– tato in questa rubrica net numero scorso per rile– vare un articolo di Gaston Levai ("L'im1JOS,S!blle realizzazione totalitaria"), p1rllbllcattr,rn1 -nnmero· Oel 21 ottobre del Llbertalre (Parigi). Gas ton Levai é un difensore della tesi "totalitaria" in seno al mo– vimento anarchico. l lettori di questa rivista ricor– deranno la sua 1iolemlca con Luigi Pabbrl a quooto proposito. Per6 adesso la discussione si pono sn un campo un po' diverso. che non é stato sumcen– teìnento studiato in J>recedenza e che ora é messo in JJrimo 1ilano dalla dura lezione dei [atti. Non si tratta di considerare le relazioni pratiche fra le va– rie tendenze anarchtcho sul terreno della rlcostru• zioue, ma del rapporll fra tendenze antl[asclste In un momento di lotta a morte contro il fa,iclsmo, lotta che s'identifica con la rivoluzione. Leval so– stiene che un tentativo dt attuare integralmeute le no,stre Idee !In dal principio in Catalogna, sa– rebbe stalo suicida ed Inutile perché avrebb messo contro di noi 7e ma,ise controllate dalla sinistra catalana e.ho sono abbastanza numeroso e, mentre ci avrebbe co stretto a. una ditta.trura al11interno. a. vrebbo tagliati immediatamente gli indlspensablll rifornimenti ,dall'estern. Il problema della olldarlelà antlfascl•sta era ed é lmposto dalle clrco,;tanze, mal– gra'do tutte lo Insidie e tutti I tradimenti. Tnollro c•~ a questo proposito un fattore su cui non s'h1- slsterà mal abbastanza: "Non confondiamo -attrn– verso comodo generalizzai,lonl- certi capi con le masse cho li seguono, o certi capi rra loro. Molti operai franceei, che votano per i repubblicani cli sinist.-a, I eoclallstl o I comuni,itl noa ne vogliono sapere di fascismo, benché i Joro partiti non pen– sino affatto a far trionfare il proletariato. Metterli nello stesso cam1JO del fascisti é falsare la realtà ... E chi falsa la realta conduce alla sconfitta". Meno accettabili cl sembrano in quest'artl<:olo le previsioni sugli ullerlorl svolgimenti della situazione spagnola, do1io la g,uerra, in caso di vittoria. I pe– riodi cli smobllltazlone riserbano sempre clell sor pr0'Se, anche per chi conosce a fondo uomini (\ cose. IL PROBLEMA 'DEL GOV,ERNO Oggi ùobblamo c,sruminare alcune opinioni emessC' nel nostro ramvo sul più importanlo dei nuovi o tormentati problemi messi sul tappeto dalla rlvolu– zioue spagnola: quello del governo e d<"lla p:wtr cipazione nostra agli organismi politici della sodeta borghooC'. Per far cl6 bisogna modificare an{'Ora. unn volta l'Indole di questa rubrica cosi elastica. Più che una. rivista <I.ella stampa recente, accomp!lgnntn da comm nti e discussioni. sara una rarcolt~ dr,.i pareri più inl<.'ressantl espressi da compagni nostri su quoota {JtH?Stiouc nollo spazio di molti m~i. Sic• come quPslo lavoro di compilazione é deistiuato n servir.e solo come documentazione ausiiiaro all'ari I colo di fondo cli questo numero. che definisce la poaizlono di "Studi Soclall" a questo proposito. é i 1 nutilo espri,mr,ro I consonsi o i dtsserusi con ogni brano citalo o riassunto. Non interoosano qui, tanto, le opinioni apparente– mente estreme di chi fa arrivare Il dissenso fino al rifiuto della solldarletà e ricollega Il problema ~clll!rnlo· a1 mnlé lc'cl51I cobmIT! c e suac ta Ja vita pratica, e di chi, sotto l'Influenza del pericolo e dell'Idea che ogni forma di aiuto sfa necessaria in r1uesto momento, approva tutto quello che ranno la C.N.T. e la P,A,I., ,per il fatto eh.o sono la C.N.T. o la F.A.I. Dico apparentemento estremo, nc•r~hè sono determinate, non tanto dal pensiero cli chi lo esprimo sul problema centrale, mn, in a.issai mag. glor misura, da fattori contlngootl cho sono estranei a questo problema. Le due posizioni cardini non sono queste, ma quel– le, assai meno ~ivergenti in a'Pparenza, ma serene. meditate_ e coocienti. Ja cui espr0S1Slone tipica si pu6 trovare m alcuni serltt! di Santlll{m e di Berne,•i. morto 11 secondo sulla breccia. combattente senza ambizioni 11 primo al fronte e nella retroguardia. dopo essere Intervenuto, come attore di prima fila negli avvenimenti politici della Catalogna. ' ln un articolo pubblicato nel numero 5 - 6 di Tiem– pos Nuevos (Barcellona, maggio - giugno 1937) col titolo "Anarchici al Governo o anarchismo gov~rna– llvo?", Santillan scriveva: "Abblruno collaboralo lenimento con molteplici tendenze, parlitl ed orga– nizzazioni antifasciste, per6 l'eisperienza stessa ci fa, distinguere tra la partecipazione degli anarchici nel governo e I'anarcblSmo "governativo". Non ab.biamo esitato ad accettare la prima; ma non possiamo tollerare il secondo". La tolleranza e l'accordo erano nccoosari. "Bruciava la ca'Sa, la. casa di tutti, Ja terra di tutti. Dovevamo pensare ad una cosa sola: spegnere il Cuoco·•. E si stabili, di fronte al pericolo fascista, il comitato di relazione tra la C.N.T. e la Generalita. Più tardi "si fece bene o male a scio– gliere il Comitato· delle Milizie e a formare il Go– verno con la partecipazione degli anarchici? Dal 1rnnto di vfata della Rivoluzione, no; per6 sa te– niamo conto della guerra e della situazione inter– nazionale credo di sf. 1Se non vogliamo ingannare noi stessi, dobbiamo riconoscere cho lo esigenze della guerra ebbero necessarlan1ente il sopravvento su quelle della RLvoluzion'e ... Entrammo a formar 1inrle del Governo della Repubblica. Fino allora la partecipazione d'un anarchico alla vita politica, si– gnificava la sua Hquidazione come tale; per la pi;ma volta In tre quarti di secolo gli anarchici sono en– trati nel Governo senza considerarsi fuori dell'a· narchismo e senza abbandonare I propri principi. E i1 più notevole é che non cl ru neissun disaccordo. Tutti compresero che non c'era altra strada". I fat– tc,ri che resero necessario seguir& questa via furono. secondo Santillan. prima di tutto la guerra. e poi anche il pericolo che sarebbe derivato dal lasciare in mano a una minoranza le redini della cosa pub– hltca. in un momento in cui l'esistenza d'un governo era in·aispen.sabile per le relazioni con l'estero: "Il dilemma si pone ora cosi: Potremo trasformare l'ap– parato governativo in uno strumento per la guerra e in un meccanismo neutrale nel processo rivolu– zionario, impossessandoci della sua direzione, oppu– re saremo divorati dallo Stato, convertendoci in una specie di partito politico e soffocando, senza volerlo,

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