Studi Sociali - VIII - n.8 serie II - 28 dicembre 1937

s senza invocare nessun motivo, si servirono della forza pubblica per aillaccare con la violenza le or. ... an.Ìzzazioni operaie, e furono gli ultimi a deporre Ìe armi, ostacolando fino aJl'ultimo momento la pa- cificazione? . . "G. e L." parla di stringersi intorno all 111~1ca ~.rma– tura della rivoluzione. Ma non ha riconoscn~to G. ~ L." tante volte che quoot'annatura in Spagna cons~– ste nelle organizzazioni operaie? E volendo identlf,. caria invece col G<>verno (cosa più che discutib1le), chi, 60 non i comunisti, attaccò queH'arm_atura: che era allora il mini.stero di L. Caballero, in cm. al· meno, tutte le forzo erano rappresentate e. cadde: non per malcontento di p_o1>0lo,ma ~ot,~o 1 col~,1 d'un ricatto·? Credo che sia dovere d1 G. e L. , uon solo per onestà. ma anche per prudenza. esa: minare un po' da vicino questi fatti, senza baaa··s1 sn informazioni unilat&ra'li. Lux. Le due libe1tta Con questo titolo e colla firma di Conetant Mar• un, 11 Libertaire di Parigi pubhltca il seguente ar– ticolo, che stimiamo nocessario commentare per be– ne stabilire l'opinione nostra in opposizione ad una tendenza che, malgrado si dica anarchica, contiene in germe tutta una teoria e tutta una pratica auto· ritai-ia. "Tulti parlano in nome della libe1·t(t, ! rNtlist! ed i derlcnli, gli antisemiti al pari dE:gli ebrei, 1 paclro111 come J;-I~ 0~ 1 o;;\. i r~~~~h~n~~l~~-::r: 0 J!r 1 ·soeia1istl, e.lei rlvo1uzio- narl e degli anarchici, In cui il sentimentalismo ~omlna, i quali, fin ùa ora, "nella società attuale", vogliono la libertà per tutti --essi che non ne hanno ~lcuua.. . Questo principio, o piuttosto questa tesa gcne1~lc, 1,1 ronduc-e necessariamente a non negare al prete la hberta di dire la messa e di subornare la gioven~i1 nel~c ch!esc: nelle scuole, nei confessionali;. ai r«:alist1 la llb~r~a ~ 1 tentare di essere i nostri dominaton; ai padro.m li di– ritto di sfruttarci; agli antisemiti II diritto d1 massa– crare gli ebrei e di cacclarlt dalla Francia. E' con questa parola, la libcrta, la quale scmbr~L es. sere dlvontata la parola d'ordine nel mondo clericale'. che si tenta, in c1uesto momento, cli arrestare gli sforz1 rivoluzionari. . Come, voi non ammettete la 1.n~erta .di ciascuno, ct dlcouo, e voi vi chiamate anarch~c1? Voi non siete che del settari e degli orribili Giacobini. Questi contradditori confondono volontierl, o volonta– l'iamcnte, la societa attuale, J>iena di privilegi e, di ineguaglianze sociali, con la soclet:l egualitaria dell av~ venire; essi ragionano dal 1rnnto di vista della socleta allualc e-be essi vogliono conservare. 1\L.'l. gli anarchici non 1>ossono accettare q~iesto punto di vista, sotto pena di sule-idio, senza nega,rc la. loro rag-ione d I essere. Come, rispondono essi a volta loro, voi avete acca– f)ttrnt:ffl -tt1 hr 'fortumt; la ,,-otenztt govemattva , .-~u– giosa; voi avete fabbricate delle leggi per mantnncre :~~~ ~ ~~f1~~! v 1 i>:/;~~e:,l, e v~~I c~lo~~:à~t~<jot~ 01 ~f;!~1a~ 01 ; noi dovremmo riconoscere la vostra llberta di farci morir di fame, di farci faro I soldati, di sfruttarci, cli istruire i nostri figli colla mira di assicurare lo.. vostra. perpetua dominazione sopra di noi? No, non cl intendiamo. Facciano 1 nostri conti prima, f:.tcclamo !e parti, tacciamo la revisione delle fol'tune: "rendiamoci socialmente cd economicamente eguali" e poi parleremo di libert6., poiché chi manca cli vane non pu6 esser libero. Noi ammettiamo la libertà come uno del prlnc-ipil c1elh futura. societa che noi vogliamo fondare; ma nella so– cieta attuale noi ci facciam berta di questo 1>rhicipio, quando esso ci fa perire: noi neghiamo a.I nostri ne– mici tutte le liberl:'.'t, tutti i diritti. Noi non possiamo praticare i princlpii anarchici nena imclota attuale, che ci asservisce , ci maltratta, c'I uc~ cido: fa.rio sarebbe un suicidarci. E' cosa abile da parte dei preti e dei ricchi di JH'<'– dicare oggi la liberta basandosi sui loro "diritti acqui– siti", P di dirci: !)crch6 spossessare il cl ro e prlvarlo nella libert:1 d'istruire la. gloventu? La llberta. é come ' il sole: splende per tutti. Dunque liber'ta del realistrl, del <'a.pitallsti, degli antisemlU, dei padroni, ecc. Non resta agli oppressi che la liberta di rivolta: gli sforzi d<'i loro padroni tendono a levarla loro, er~a.nclo una confusione tra la socictA di domani e quella di oggi, Essi non vi riusclranno. he il popolo si organizzi per la guerra civile, pre– ludio necossaTio della sua liberazione e sia senza pieUl pei suol nemici." Ora, ci chiamino pure sentimentalisti fino a che vogliono (chi scrive se lo sente dire da venti anni in concorrenza coll'altra accusa di autoritario o non sta per questo meno bene in salute). ci chiamino l)Ure sentimentalisti, ma noi non possiamo fare a meno di protestare altamente contro questa teoria. reuionaria. autoritaria, liberticida, che affernla la liberta come un principio buono per una futura so– ciota e lo rinnega per il presente. E' in nome di questa teoria che si sono stabiiite le preeenti tirannie; é in nome di 9Ssa che si sta– biliranno, se il popolo vi si lascia prendere, le ti– rannie future. Lo storico della Grande Rivoluzion~ francese, Lui• gi Blanc, volendo spiegare e giustificare la contra• dizione tra le vantate aspirazioni umanitarie e libe– rali dei Giacobini e la feroce tiranuia che esercita– rono quando furono al potere, distingueva appunto tra "la repubblica" che era una istituzione di la da venire nella quale i principi! sarebbero applicati in tutta la loro ampiezza, e "la rivoluzione", che era il presente e serviva a giustificare tutte le ti1·aunie come mezzo per arrivare al trionfo della libertà e della giustizia. Quel che venne fu il ghigliottina– mento dei migliori rivoluzionari, nonché di m:a in- STUDI SOCIALI ----------------- [inità di disgraziati, il consolidamento della potenza borghes·e, l'Impero e la Restaurazione . Ed i .s-0cialisti democratici, quèsti giacobini del• l'ora presente, in nome della liberta futura e come mezzo a raggiungerla, si p1·eparano ad impos.sessarsi del potere e ad imporci la loro .tirannia. Sappiamo bene che i preti, i padroni, gli anti– semiti, i realisti e, ce Io permetta Costant Martin. '. repubblicani, quando parlano di liberta mentono, 1ioiché vogliono la libertà solo per loro, in quanto serve a mantenerli o a farli andare al potere. Sap• piamo bene che non v'é Ubertà per chi é econo– micamente soggetto e per chi deve subire il domi– nio dello Stato. Ma per combattere, e combattere efficacemenle. i nostri nemici noi non abbiam bisogno di rinne– gare il principio della libertà, nemmeno per un momento: ci basta il vole,e la liberta vera e vo• lcrla per tutti, per noi come per gli altri. :N"oivogliamo, e colla forza. levare ai preti i pri• priarli colla violenza, poiché essi colla violenza d& tengono la ricchezza 60<.:iale e se ne servono per afrutlare i lavoratori. 11011 gi.:i perché la liberti é una cosa buona per l'avvenire, ma perché essa é buona sempre, oggi come domani. ed i proprietari ce la levano levandoci i mezz-i per esercitarla. Noi vogliamo abbattere il governo. tulli i governi -ed abbatterli con 1a forza poiché é colla forza che essi ci ,costringono all'ubbidienza- ancora una volta. non già perché ci ridiamo della libertà quando essa non serve ai nostri interessi; ma perché i governi sono la negazione della libcrtù o non si pu6 essere liberi senza averli abbattuti. Noi ci ()pporremmo in Francia, e colla forza, ai tentativi degli antisemiti e dei realisti. perché que– st i vogliono colla forza violare la libe1·t.i degli ebrei ed imporci il loro dominio. Noi vogliamo. e colla forza, levare ai preti i pri• vilegi che hanno. poiché con quesli privilegi. assi• curai i Iom dalla forza dello Stato, essi levano agli altri il diritto, cioé i mezzi, all'eguale libertà di propagare le loro idee e le loro credenze. La Iibo1tà di opprimere, di .sfruttare, di costrin– gere la gente a preslaro eervizio militare, a pagar taasP. ecc. é la 11.egazione cle!Ia liberla; ed il fatto spro)')O.s: o. tauto ipocrilamc,nte, la parola libert.1 flon hae,ta per far rinuegaro a noi il principio di liberta, che é il tarallerc <listinti.vo del nostro partito, eh<> é fattore rter110, costante, necessario della vita e cle-1 pro– .~Tesso <loll'umanitU. 1,ihertà <>guaio per tutti e diritto quindi ùi resi– filP1·r. ad ogni violazione della libertA, o di resistere c·olla forza brutale. quando la violenza ai appoggia sulla forza hrutale e non v'é mezzo migliore per opporvisi ron successo. l~ questo princi.pio é vero oggi o resla vero sem– prr-, poiché In qualunque sociata fulura se qualcuno vole-2ao opprin1C:re un altro. questi avrebbe il di– ritto di resistere e di opporre la forza al!a forza. E uel resto. quando é che c.e.ssa la sociela pre– senle o comincia la futura? quando é che potra dirsi finila definitivamente 1a rivoluziono ~ comin– ciato il trionfo inconlraslato di una sodeté. libera od egualitaria? Se della g,ente si sara attribuito il diritto di violare la libertà di chiccheseia colla scusa di prepa1~re il trionfo clena libertf., é sicuro che essa trover{t sempre che il popolo non é ancora maturo, che vi sono empre pericoli di reazione, che l'educazione non é ancora compiuta, e con que• sta scusa cercherà di perpetuarsi al poterP: -.pote• ro cho potrebbo cominciare come forza di popolo insorto, ma che, non regolato dal sentimento pro· fondo del rispetto per la liberta di tutti. divente– rebbe un vero e proprio governo. comp i governi cho vi sono oggi. • . " Ma, ci diranno. voi volete dunque che i preti con– tinuino ad abbrutii-e i fanciulli colle loro menzogne? No, noi ere.diamo necessario, urgente, distruggere l'influenza malefica del prete, ma crediamo cho !'u– nico mozzo per riuscirvi sia la libc;.·ta. -la libert.i nr-r noi o per loro. C'olia forza noi voglia,mo, e un giorno o l'altro Io potremo, levare ai preti tutti i privilegi. tutti i vantaggi che essi debbono rulla protezione dello Stato, ecl alle condizioni di miseria e di soggezione in cui si trovano i proletari; ma ratto questo. noi non contiamo, e non possiamo contare, che sul1a forza della verlta, cioé sulla propaganda. Noi crediamo -e per questo siamo anarchici- cho l'autorità non pu6 fare nulla di buono, o se qualche cosa pu6 fare di relativamente buono. si é in cambio di danni cento volte pìù grandi. Si parla del diritto di Impedire la 1iropagazione dell'errore. Ma con quali mezzi? Se la corrente pi(1 forte dell'opinione sarA pei pl'eti, e al1ora saranno i preti ehe impediranno la propaganda nostra; e se invece l'opinione é per noi. allora cl1e bisogno v'é di rinnegare la liberto. 1>er combattere un'influenza in decadenza e ris::!hia– re di renderla simpatica perseguitan:lola? Ogni altra conside1·azion,e a parte, a noi conviene sempre stare per la liberta. poiché. minoranza, a– vremmo, se rsclamiamo la libertà per tutti, più ro,·za morale per far rispettare la libertà no3tro. e maggioranza non avremmo motivo. se .davvero non miriamo ailla nostra dominazione. di Yiolare la li· berta degli altri. E IJOi. chi é che dice quale é la verità e 1uale l'errore? Fonderemo dunque un ministero dell'istr,u– zione pubblica coi suoi professori patenta.ti , i libri di testo ammessi, gl'iapettori delle scuole. ecc.'! E tutto questo in nome del "popolo", cool come i tiO– ciallstl democratici vogllouo anelare al potere in 110- m.::. del "proletariato"? E la corruzione che e,Hu·cita il potere, il fati o cloé di credersi in diritto e di trovarsi in condi– zione d'Imporre agli altri la propria rnlontà? Noi a giusta rrugtone diciamo che i socialisti d<'– mocratici andando al parlamento cessano pi-allea• mente di eesere socialisti. Ma queeto non dipend' certo dal fatto materiale cli anelare a sedere in un'as– semblea che s'intitola parlamenlo; ma bensf dal potere che é annesso ai titolo di membro ciel 1,arla– mento. Se noi, in un modo o nell'altro, clomiJJiamo gli a!t1·i ed impediamo loro di fare quello che voglio110. noi cessiamo praticamente dt essere anarchici. Liberta dunque, libertà pe,· tutti e in Lutto. ,.,,nza altro limite che l'eguale libertà degli altri: il che- 11on significa -é perfino ridicolo il doverlo dire-– che ammettiamo e vogliamo rispetlaro la ''libert.<.t·· di sfruttare, cli opprimero, di comandaro, cho é op pressione e non già llberta. (Dalla "Questione Sociale", n. 12 del 25 novem• bre 1899.) Bilancio AmministraU di "STUDI SOCIALI" n. 8 del 28 dicembre 1937 ENTR,ATE Montevideo. - Da A. B. $ 1; un compa. gno di passaggio $ 0-. 50; B. S. $ J, In tutto . . . . . . . . .~,6 Toronto (Canada). - E. Gava doli. 1. 111cambio . . . .87 Santa Cruz, Cal. - .loe Oppositi doli. 2, !ti cambio . 74 Nèedh,'lm, Mass. - I. Br•tlolo doli. 2. al Cambio Haverhill, Mass. - Liberty Club cloll. l. b. mezzo "Adunata dei Refrattari''. al cambio San José, Cal. - O. Patano doli. 5. a mezzo "Adunata dei Refrattari", al cam• blo Springfield, Mass. - S. Vitali doli. 4. per checiuo l.S7 TolalP $ :rn :;!- Rimanenza in cassa numero precedenlf'- :?2:1. :;:! 'rotale onlrat<' ~ !:!~1.1] USCITE C'ompoaizione, carta o stampa n. 8 . • . . ~ Sprtlizione clel n. 8 (compr<"Sa l'affr. n. ,,atura) ......... . Carla per la. spedizione e inchiostro Abhonamcnto alla casella postalo .. Rnooo di corrispondenza, spedizione cli ar• 61. cli S:i retrali , . 60 SpPSo vario 3.5t Totale uscile $ 98. 41> RIMANENZA IN CASSA $ 155.66

RkJQdWJsaXNoZXIy