Studi Sociali - VIII - n. 5 serie II - 28 marzo 1937

6 STUDI SOCIALI ------------------ lica é facile, poiche tutte quelle cose non sono l'a• narchia; ma resta una critica troppo in lontananza. Ci6 mi rendé restio a farla. D'a llra parte, caro C .... parliamoci francamente: dato come vanno le cos~ in tutto n mondo, se sul ser}o in Italia si realizzasse li prografuma di "G. e 'L.", non sarebbe poi un boc– cone da clisprezzarsi ! il guaio é che a me fa un po' l'effetto del prngramma che si propone ai bimbi: "mettere un pizzico di sale sulla coda del passero per poter acchiapparlo". Basta! pu6 darsi che prima o poi mi risolva a scrivere qualcosa sull'argomento. Ma non c'é fretta, perché gli stessi estensori del programma dicono che lo rivedranno. ecc. ecc. In una tua lettera, che non ho pili presente. mi ti mostra vi preoccupato perché ci sono compagni in Italia che si lasciano attrarre nell'orbita di "G. e L.". - Ho avuto anche io sentore anche di ci6. Ma non é cosa da preoccupare. C compagni buoni restati in Italia sono di due specie: quelli che non vo• gliono passare guai grossi, e si contentano di sai· val'e la coscienza tacendo o tutt'al più meritandosi noie di poca entità; e quelli che han voglia di agire. Questi ultimi son quelli che contano; ed essi fan• no. . . quel che possono. dove possono, con chi pos• sono. Ce n'é che fan da loro, parecchi seppi che lavorano coi comunisti; altri lavorano con "G. e L.'·; ora. come tu mi <.lici. alcuni anche coi repubbli:::ani. 'rutto ci6 é naturale e non si pu6 evitare, - a meno che non troviamo i mezzi di costituire un grande 111ovimento in Italia tutto nostro. Jl che mi par rlirticile. - Per6 i nostri. anche se lavorano occa• si:Jnalmente con altri, non si lasceranno as orbire. . e se si lasciassero. non sarebbero più nostri! Lapalissiano, ti pare·t Basta per questa volta. Un abbraccio ùal tuo affmo. Gigi. ì\Tontevideo. ('arissimo C.. "In quanto ai varii movimenti antifascisti penso che ogni forza cteve svolgersi coi suoi mezzi e le sue forze autonomamente. senza confondersi fra lo· ro. senza mescolarsi. ecc. Personalmente t 1 n indivi• duo pu6. certo. cooperare occasionalmente a inizia• tive d'altra origine. anche fuori del sua partito; ma allora é sotto la sua l)ersonalissima responsabilité.. e non impegna 1 suoi cornpagni di idee. Quello che per6 credo indispensabile. data la relativa debolezza d1 tutte le forze antifasciste. é che queste non per• . dam .. • tempo a cercarsi l'un l'altra li pelo nell'uovo. art accapigliarsi, a scredit3.rsi. Colpire il nemico. cercando di nou neutra1izza1·e i colpi del vicino; di• rigere la propria azione. osservando q:.iel che f~nno g11 altri. in modo che le varie azioni non si clij2.no a vicenda, bensi automaticamente si sommino a danno del nemico. - F'uori del campo dell'azione, quando si parli di programmi da attuare, del tla fare dopo ottenuto il minimo di vittoria c~mune. si pu6 e si deve discutere; é bene prccis·ue su ci6 J., posizioni. sfatare le illusioni degli uni. c:)Jnhat• LPre gli errori degli altri. - ma questo sempre in modo che resti una affinitA sentimenU:!le comune. una com.une solidarieta superiore contro il nemico. -- Per esempio. Io ho visto subito l'errore originario di ·'Giustizia e Liberta". quella specie d"~pportuni– smo rivoluzionario (1) che pu6 condurre troppo lon– tano; ma quel movimento mi é apparso subito anche uti;e e simpatico. e ho pensato: che va::la per la sua sl1ada; auguri mille. ma.. il nostro posto non é 11.- Ignoro completamente l'altro movimento della "Giovine Italia"; no bo sentito o letto .qualche ac• cenno una volta o due. ma non ne so altro. Se mi ma11di qualche cosa, pubblicazioni od altro, elle pos– S't Uluminanni. te ne sar6 grato. Anche io. spiri• tualmeute. mi sono sempre sentito piuttosto vicino a certi republJlicani. malgraùo i dis5iensi pratici. e pare anch_) a me che. personalmente. non sdC'g11e– rei partecipare a qualche buona iniziativa con loro. Ji'orse v'é in ci6 qualcosa delle mie giovanili origini mazziniane. - Ma poi;. in generale, tutti i movi• menti antifascisti hanno una loro funzione utilC', a seconda degli ambienti. anche la Concentrazione. anche l'Unione Nazionale alla De Bosls e alla Vin– c1guerra. Tutto fa brodo! cara amico mio. La storia é un'incognita; ed anche un urto in apparenza in• significante, p1·oveniente dalla parte più lontana da noi, anche ùa quella che riteniamo più Rtupida, po. tre bbe fare nella muraglia nemica un piccolo buco. che poi fatti successivi possono allargare, tndtpen• dentemeute dalla volonta di •quella. fino a mutarlo in breccia per la .quale potremo passare anche noi coi nostri picconi. l1'acciamo noi. più che possiarno; e lasciamo che gli altri facciano senza metter loro dei bastoni fra le ruote. Se la valanga si mette in moto, nessuna forza antifascista moderata potrà fer• mari~. e dirle "fin (Jui e non più oltre". lt..,orse non potremmo fermarla neppure noi. Per6, caro C ... , io non sono molto ottimista, ben• ché le cose d'Italia sembrino sempre tali da pre– cipitare da un momento al1'altro. Ho ricevuto lettera da ·un amico che é stato or ora in Italia, e vi si é trattenuto un pezzo senza destar sospetti, anche perché ha frequentato solo gente della cosidetta alta società. Non c'é pili nessuno fascista. fuori dei gras• si pezzi grossi del Partito e -della Milizia. Per la prima volta Mussolini. a Napoli. quando vi fu ul• timamente. fu (ischiato da circa 200 persone. li crollo può lardare. certo. ma anche può avvenire eia un istante all'altro. al primo moto di debolezza della milizia. Hai visto che in qualche luogo si sono sac– cheggiati dei negozi; o la rnilizia slava a guardare. irnpassibile! - Non é l'Italia che mi rende possi• mista. ma l'estero. Mi preoccupa .quell'enorme arrer• marsi del fascismo. quasi certo assai presto al PO· tf're, in Germania. La Germania fascista equivarrà all'Europa fascista; ed é ci6, purtroppo. che pu6 salvare il fascis1no italiano. con cui gli altri fasci• smi sono solidali. - Se la crisi mondiale si risol• vrsse dentro un breve giro. si. allora si potrehbo sperare. Si potrehhc sperare fra l'altro, che l'llalia che ha aperto la marcia fascista nel mondo. sia [h.)i 13. prima a ria.versi, e diventi nel rnondo l'antcsi• g11ana della lib2rt:i. Ma si risolverft cosi presto. que• sta maledetta crisi. prima che il mondo sia sof[o. cato dalla tirannide più completa? Qui sta il hu• sillis. -Sto raccog-liendo da Yaric parti gli scritti di J\Ialatesla. Cc ne sarebhcru tre ne "La. Révolte:• cli Parigi ùel l 89l e 1892. Ci sarebbe costà un amico che potesse trovare qualche ora di tempo pe1· an– elare a copiarli alla Biblioteca azionale, utlb c·ol– lezionc della "H.é,·olte"'! Ne accludo l'iu::licazion·"' in -foglietto a. parto. Naturalmente desiderere-i una <:o• pia csatlissinu. con indicazione ciel numero del gior• nale. date. ecc. 1,~ammi sapere qualcosa in propo• sito. Ci6. s'intende. se 6 possibile a qualcu110 seliza troppo disturbo. -.,\xendo scritto anche troppo. smetto. Tante cose affettuose a tutti in casa e agli amici intimi. 1.,n forte abbraccio tlel tuo Gigi. (1) Qui L. F. si riferisce al primo prngramma di G. e L., che fu poi modificato. D3. allora in poi il suo giudizio su G. e L. s'era andato facendo sempre più favorevole. Temistocle Monticelli Ieri Scaltri. oggi Monticelli. E noi. avanti 1)01' la nostrn strada. fatta cli tombe. Non é tempo di pianto. gé di fiori sulle lastre ùi manna. C costruttori che SC' 11e vanno continuano a vivere Hell'opera loro. nell'opera nostra. E' un'opera che non clà tregua. e che tiene le veci di lacrime o di f101·i. ressnno degli operai della nostra causa ha desiderato alt!'o omaggio snJla sua tomba. J!} meno degli altri Temistocle Monticelli, che ha messo du– rf:.nte tnlla la sua vila al servizio dei suoi ideali di libertà le qualità meno brillanti e più sode: l'o– perosa modestia. l'oncst{t scrupolosa. l'esattezza. l'or– dine, l'invariabilC' costanza. Monticelli é stato u11 po' l'industre formica del nostro movimento. Jn pochi uomini l'utilitarismo é c1nivato aù essere cosi generoso. Spl'ovvisto cli mezzi di vita, sping('va lo economie fino all'inverosimile, a beneficio del lavoro intrapreso. Mangiava poco, si vestiva con niente, anelava sempre a pie.di per non gravare con IC' speso di tramw sul bilancio del gior· nale o del comitato. Non buttava via né uno spago, né un pezzo di carta cl"irnhallaggio dei pacchetti di libri che riceveva. Rendeva conto fin ùoll'nltimo centesimo. Il giornale ch'egli fece per molto tempo, "Il libero Lo vidi per l'ultima volta in c1uel suo apparta– mentino di via Bodoni, a Roma. Il fascismo aveva sopI)'resso gia da mollo tempo il suo giornale e gli aveva reso impossibile il piccolo lavoro di libreria. che gli permetteva guadagnarsi alla meno peggio la vita. Riordii1are collezioni di francobolli per un tenue compenso ~ra ol'mai una delle sue poche risorse. Con una pinza in una mano e, mi pare, una botti• glletta di gomma nell'altra, seduto davanti a un album multicolore, rievocava il recente passato e parlava d'amici e compagni con il tono di chi pa1·la di cose di famiglia. La sua buona Fanny, dai bei ,capelli bianchi e dagli occhi affettuosi, accarezzava una gatta, J'unica amica rimasta In tanta solitudine, o sorrideva pazientemente alla miseria, che appena s'avvertiva in mezzo a tant'ordine e tanta pulizia. Parlammo a lungo di Malatesta, sempre piti isolato dalla vigilanza, e poi ci accomiattammo con l'augu. rio cli rivederci presto. Lo stesso augul'io con cui 111! disse addio Malatesta pochi giorni dopo, nell'ul– lirno, fm·U,vo colloquio che precedette la mia par• tenza dall'Italia. Quell'augurio é ora, di fronte alla separazione de· Cinitiva, un ricordo amaro. Eppure l'ottimismo che lo dettava, la speranza di vittoria che rinchiudeva. non sono scomparsi. Questa speranza ci fa superare il dolore della morte e lo trasforma in 11npuJso fe• condo per l'azione futura. LUCE FABBRI. ''La vita di Malatesta" JH LUIGI FADBlU L'impressione che produce il secondo Jiùro po– stum-o tli J;.,abbri non é diversa da quella che ci ha lasciata "li pensiero di Malatesta". Sorge dalla let– tura quell'armonia che é frutto della compenetra• zione reciproca di quegli spiriti eccezionali che fu– rou::> i due anarchici italiani. Visione formidabile della ,·ita dell'uomo e dell"a ,.;ione del pensiero: in questo specialmente s'incarna ltt somiglianza cli questi due valori dell'anarchism~ antillan. nel prologo del libro. ci mostra chiara mente ra1nmirevole armonia della vita e del pe11 siero dl Fabbri. A sua vo1ta questl s'é dedicato, cu, lo scrupolosità caratteristica del suo rnetodo di la varo. a mostrarci la rispondenza fra il pensiero e !'azione di ~!'l'ico Malatesta. II libro é diviso in due grnndi pal'ti. Una studia l'uomo, l'allra la sua vita e la sua azione di rivo• luzionario. La vita ci stupisce per la sua perfezione; l'operu sua ci meraviglia per la lahoriosit:i. il • CO· raggio, la recondita. Fabbri narra cruesta vita senza provocare stan· chezza. in un racconto appassionante che lascia l'im• ))l'essione d'un'attivitA prodigiosa, d'un'ent~rgia in– stancabile che durante cin(Juant'anni s'é prodigata per dare impulso all'organizzazione anarchica e alla rivoluziono sociale. li'ormatosi nel periodo delle origini dell'anarchi– smo italiano e internazionale, l\Jalatesta fu in Italia il principale sostegno cle11a lotta e della propagand:i. Grazie al suo sforzo incalcolabile, sommalo a quello del compagni, poté vedere estendersi per tutta 1'1· ta.lia l'influenza della dottrina e dell'azione an·u·-Jhica ]ì'ahhri ce lo mostra inquieto, ardente. attivissimo. cl'una t)l'ecisione nella visione degli avvenimenti che– fa <li lui un intuitivo veramr-nte geniale, pr-opagan• ùista efficacissimo. coraggioso o deciso. attento ai più piccoli particolari della lotta, con la nozione esatta del lavoro da fare. Gli episodi più salienti ~ono n:.tn•ati con maggiore ampiezza; vi si osserva una ricchezza cl'elementi psicologici e morali d'un p:1·:rnde vtilo 1 ·e educativo. La sua l)rima J)artr.oeipa. zione al movimento insieme a Bakunin. pieno d·ot• timismo e ù'energia bcnch<.~ malato. l'insnrrPzione di BenE'vento. rintervista con Mussolini, gli anni (l'"U· manitù Nont·•. la sua posizione di fronte ag-li atti terroristi, la settimana rossa d'A1wona. l'occunazio• 11e delle fnbhriche, l'avvento del fascismo, gli ulthni anni dCllla sua vitn: psistenza atti\,issima da cui balza fuori, comf' un esempio, l'uomo che fu Mala• testa. li rifratto c1°1r11om0 é la parto più anunirC'VOle dol llhro. 1~· condensata in ])iccoli capiloli in cui, a gl'an• di lincr. Fabbri studia }"'anarchico completo" la cui vita fu ''nn monolito d'unita". Sono pagine scritf P con quelraffetto immenso che srnliva Fahhri per il accordo", ha il suo posto nella storia del movimento I ma.estro. piene <l"episodi chf' mettono in luco i valori anarchico italiano. La sua amicizia con Malatesta e iutimi cli quest'anarchico completo. con Luigi Fabbri ebbe un carattere di fedelta. inal• terabile. Le persecuzioni che sofferse in comune con loro, la carcere, il domicilio ,coatto. non alterarono suoi nervi, il suo coraggio modesto e silenzioso. Studente di medicina, prima, intellettuale di vasta cultura scientifica ed operaio assorbito dal lavoro giornaliero corno elettricista meccanico, poi; giorna– lista, fondatore d'innumerevoli periodici di propa.

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