Studi Sociali - VII - n. 2 serie II - 4 maggio 1936

Yl saranno ·coloro che preferiranno acquistarsi aa abito anziché prendersi una settimana di vacanze, e viceversa. Altri preferiranno occupare un'apparta– meuto confortabile rinunciando a teatr_i, li'quori e viagigt, e viceversa. A!tri ancora preferiranno man– giar prevalentemente verdura. e bever birra al posto della carne e del vino, e viceversa. E si potrebbe continuare. Ne risulta che con l'uso -della moneta in una situazione di produzione deficitaria il prodnt– tore-consumatore viene messo nella impossibilita di consumare oltre una certa quantili.\. - determinata in valore ,nominru~e - pur ]asciandogli una certa latitudine nei riguardi della qualita; le cui disponl– bilita verrebbero assicuratt> da un certo margine lasciato nel calcolo del valore - nominale - dei in·odotti e ·dall'assegnazione in moneta a valore nomi• uale della rimunerazione del produttore; mentre n~lla procluzione l'equilibrio sarebbe mantenut,o me– cl:ante un diligente e solert~ servizio di statistica. Supponiamo, a titolo d'esempio dimostrativo, una ccmunité. anarchica '(}i 10 mila atti alla funzione pro– duttiva. E supponiamo pure che ta·!e comuntta pro– duca una massa x cli prodotti tal che sottrattane la. necessaria parte jn conto pagamento e scambio d1 materie e macchine impc,rtate dall'estero, ed un'al– tra ·pel mantenimento dei vecchi, dei bambini, dei malati, ecc. costituisca una disponi•blllta annua •di t2 mila paia di scarpe, di 13 mila abiti ed ,altrettanti ea1ipelll, di 7 mila cappotti, cli 26 mila camicie ed a11lrettante magJie e mutande, di 55 mila cravatte ed altrettante paia di calze, di 1'10 mila fazzoletti, ecc. ecc. Da quanto precede si d~duce cbe ogni pro– duttore-c:onsumatore potrA disporre in media (vedre– mo poi subito le pos~ibilita nella scelta del più necessario e d~l preferibile) cli 2 paia di scarpe, di 1 abito e di 1 cappello ai;•anno, di un ca1>potto ogni due anni, <li una camicia, cli un paio di mu– tande e di una mag;ìia ogni sei mesi, di 5 cravatte ecl altrettante pa.,ia di calze all'anno, di una diecina ct1 fazzoletli, ecc. ecc. (Si noti subito che il rnlcolo di ripartizione ac– cusa un sopravanzo di 2 mila paia di scarpe, di 3 mila abiti ed altrettanti ca1>pelli, di 2 mila cap– Jlotli, di G mila camicie ed altrettante maglie e mutande, di 5 mila cravat~e ed altrettante paia di calzo, di 10 mila fazzoletti, ecc. ecc. il cui insieme é preposto a costituire la mas,sa di riserva neces– saria per far fronte alle pii, che probabill ditferen– ziazioni individuaili nel soddisfacimento dei propri bisogni come delle proprie aspirazioni.) Detto ci6, a1ipare chiaro che se que3ti prodotti cl~bbono essere acquistati < I.ti produttore-consumatore mediante pagamento, ai fini del necessario equili– brio, il 1irezzo di vendita dall'Insieme del prodotti a lui destinati dovra servire di base per la determi– nazione del suo guadagno, o viceversa: con in più una certa somma <lestinatp al soddisfacimento Ilei bisogni diremo e.osi secondari (spese di trasporto, postelegrafoniche, ecc.), o cli queK·i diremo cosi vo– luttari (teatri, concerti ed altri extra). rOra se, a mo' d'esempio, il prezzo nominale cli vendita detle scarpe viene stabilito 75 'franchi, a ,soo, quello degli abiti e clei cappotti, a 50 quello dei caupebli, a 20 quello delle camicie, clelle maglle e delle mu– tande rispettivamente, a 1 franco quello delle cra– vatte, e a 50 centesimi quello dei fazzoletti, ne risultera che .al produttore-consumatore occo1-r-era per l'acquisto integrale di quei prodotti una massa al!nua ,di guadagno ,pari a 1085 franchi. Cosioc'hé se amme,ttiamo - sempre a titolo d'-esempio dimostra– tivo - che la spesa vestiario ra1ipresent! 1/10 della apesa globale di mantenimento individuale, ne rlsul– tera che il guadagno globale annuo del produttore– consumatore dovra essere in cifra .esatta cli 10. 50 franchi - che praticament~ dovrebbero es,ere portati almeno a 11 mila. Ho manifestato più sopra la convinzione che, gra– zi~ allo sviluppo della tecnica produttiva, In un ben <:ongegnato si tema soc.iale <iualle potrebbe e do– vrebbe essere quello comunista-anarchico italiano, 1a deficenza dei prodotti rispetto ai bisogni non po– trebbe e8'3ere che temporanea; e temporanea sarebbe quindi la necessita ·dell'impiego della moneta nei rap·porti interni :fra produzione e consumo. E ci6 é bene poicl1é tale impiego, f'er quanto bene studiato, congegnato e regolato possa essere, oltre . .che dimo– strarsi antipatico in sé e presentare una certa somme di inconvenienti sgradevoli e di probabili ingiustizie a danno cl'una parte della comunita, pu6 esser causµ. di pericoli per la Rivoluzione. Vediamo!, Quali potrebbero essere infatti le con– seguenze se per esempio t:IJ c~rto numero ùi pro– duttori-consumat,;,ri, suppoaiamo t'I-G~li\I\\IWte coaliz– zati ai danni della Rivoluzione, si imponessero per un certo tempo m1 rilevante sottoconsumo con rela– tivo accumulo di denaro o se - eventualità piU facile e più probabile - tale accumulo venisse rea– lizzato mediante fa 1 bbricazione abusiv.a della moneta S'fUJH SOCIALI "legale" e che questa venisse ad un dato momento, con mossa concertata e rapida impiegata al prele– vamento dai magazzini di una rilevante .quanlità di una o di alcune qualita cli prodotti: sup-poniamo d; scarpe e <l'i camcie? Ne Tisultereb,be senza dubbio uno squilibrio tale, nal gioco dei rifornJmenti, par cui un certo numero di persone verrebbero a. ma11- care di tali 1lro<lotti, determinando cosi una situa• zione confusa, uno ,stato di irritazione e di malcon– tento -diretto a mettere in cattiva luce il nuovo organamento sociale e a favorire il riprodursi di for– me cli speculazione e cli accumulazione capitaliatica, cli sfruttamento e di schiavitù. Per certo non mancherebbero po sibilita di reagire contro questo tentativo, assegnando per esempio una valuta temporanea alla moueta, ed i-stituendo un 31- stema di ·faci1:e controllo sugli acquisti individuali. Ma chi sa quanti e quali trncchi e tranell! gli agenti delle vecchie caste spodestate e dei partigia=:ii del dominio autoritario ci tenderebbero per mettere in cattiva luce e postura il nostro regime sociale, non pu6 non tener conto cli tali eventualita, ed ha il dovere di pensare acl eliminare le cause per evitare gF effelti. Riepilogando, credo si· 1>os-sadire che un sistema dì rimunerazione monetaria, a valore nominale, ai fini di una più equa ripartizione dei prodotti in una situazione produttiva deficitaria 11011 appare, se J.p– plioata con giusti C1'iteri, né assolutamente jncompa. tibile coi principi del comunismo anarchico, né ,li difficile applicazione. E noi non dovremmo, se del case:, aver paura di ricorrervi; ma dovremmo ricor– rervi col criterio di chi ricorre ad un male nec:es– sario per evitarne altri maggiori, e cioé'i con 1a chiara visione degli inconvenienti ch'esso comporta e col propo-3ito di &avorare a tutt"uomo 1>er elimi– nare le cause che il male rendano necessario. •Parigi, 14-11-35. P. FE.LCINO. CarloCattaneo, federalista Ogni "<Jualvolla mi si pres~nta l'occasione, sono Jie:~ di scrivere o di parlare di Carlo •Cattaneo. Spingere coloro che male lo cono:$COno a leggerlo e a medi– tarlo é per me un dovere di sOllidarieta cultura..ie ben aape.nclo di additare una ricca fonte di pensier~ nonché un'immensa miniera di trattazioni. lPotra pa– rere ingenua, a. taluni, questa "propaganda", data !a celehrita dell'autore, ma cosi non é. Ca,ttaneo é poco letto. ·Perché? Lo stile evidente, robusto, non cli rado e1oquente fa di lui uno d~i maggiori prosatori clel uo secolo. Né roscuritfa., né la prolissita, né l'aridezza allontanano il lettore ma la idee centrali sono sparpagliate ~elle molte e ;arie moncgrafie, cosf vaste·e dease che una visione orga– nica del pensiero politiGo, sociale e filosofico dell'au– tore richiede una sintesi. 1\fancando un'opera centrale, occorre Uegg&rlo in opera omnia; e 1 l'edizione completa dei suoi scritti é da tempo fuori commercio e, rara perfino nelle pub– •bliche •biblioteche. Ma questo non basta a s,piegare il fatto che il Cattaneo sia ;•n celebre malconosciuto. ISe <iuesto autore é poco letto Io si deve prin~i– palmente •aL!a dignità stessa della sua o.pera, che fu impostazione di problemi, concretezza di aualhi, ossia preparazione di studicso e non srbandieramento di sonanti parole, positivismo e non trascendentali– smo, scienza e non demagogia. Nessuna declama– zione, nessun volo romantico, in quell'opera, rbenaf eloquenza .sostenuta, pensiero cristallino, trattazioae rigorosa. Egli guarda alle c;teille dell'ideale, ma an– cor più alla strada della storia; e pare quasi 11:1 ca.so che il suo nome rimanga legato alle -giornaite barricar<liere di Milano. Quando si associa al nome del Mazzini e a quello del Ferrari, il nome del Cattaneo, cosi, senza ril?.– vare le profonde dme:·enre, si disconosce che la ;io– sizione politica e la forma mentis di quest'ultimo furono del tutto singolar!, tanto in confronto al primo che al secondo. Quel giornalista che, sui prhl'.)i ,ùel 1868, pubblic6, sul Gaulois, i!na biografia del Nostro nenJa quale lo si dipingeva come seguace & continua– tore del Mazzini, mostr6 d'ignorarli· ambedue. Qu~J; l'articolo contribui acl amareggiare gli ultimi gior~I Uel Cattaneo, che se ne dolse con gli amici. Spec.!e avvicinandosi alla fine - ci dice Agostino Bertani "della sua cpndi(dope politica rispetto ai contem::,u– ranei & ~J!la storia era l)reoccupatissimo". Che lo \l~tass~, fino ad accorarlo, il vedersi quasi confuso con il l\fazzini era naturale, poiché non solo l'azio.:ie politica, le valutazioni contingentali lo dividevano da. lui, ma anche la forma menta 1 le, il carattere, il tem- · pera.mento. Mazzi,ni era .Poeta, Cattaneo era scienziato. L'uno 3 era romantico e l'altro razionalista; ,l'uno delicato di corpo "' i1>ersensibile di spirito, l'altro vigoroso, ~ui– llbrato, campagnuolo, Mazzini, giovane, smaniava al– la Jacopo Hortls; Cattaneo, in quell'età, assaporava Virgilio e Livio, ignorando l'ebbrezza mistica e le disperazioni romantiche, non sognando riforme reli• gtose, non presumendo a,postolati. Era, il Nostro, un ambrosiano, pratico, -seneno amante <lella ricerca scientifica -e de:I'azione concrela. Quello che di pai– sionale e di mi-stico era in lui veniva contenuto e diretto ,dal ùisogno di trascorrere una vita mirante a conoscere e ad insegnare. Fino ru! 1848 la sua l'ila ' era stata quella di nn pa~iffco studioso, qua•le ia tratteggia egli stesso con saporosa semplic!ta: "Vestito 1iulitamente, prnvveduto di poche camo– rette al solo di mezzocH, con tre scaffall grandicelli di libri che mi fanno; un caminetto, una. cucinetta che mi dA un paio o due piatti alla 11Juona, una 'bot– tiglia di poco prezzo, d'Asti o di Bocca, ma con un amico ga,lantuomo <lirimp_et!o a me; mezzo scudo, di tempo in tempo, per sentire la Pasta o Rubini; venti soldi per vedere la l\farchionni; un po· di velocifero 0 di ·hallello a vapore due o tre volte all'anno 0 qualche giornalina all'osterin. -cli Varenna O dell'ls•o~:1. Bella; nove cenlesimi al giorno per sa1>ere all'officio dell'Eco che cosa fanno o dicono uella politica e negli studi gli lromini di Questa e delle altre parti ~el mondo, e quindi non :-5èmbrare un giumento 153 mca1>Po in buona compa,guia.'' Aveva passata in cantpa~na l'infanzia e dall'es'le– rie11za dei parenti, da~;o personali osservazioni av~va contratto _<1uell'acuto senso ·~pile realta rnrali e quel profondo tnleresse per i proiJlemi dell'agricoltura. cha fanno -di lui uno dei massimi scTittori di economia agraria. La frequenza della. scuola privkta di diritto di (Han Domenico Romag1103i continu6 aù av,,iai~: 0 sulla via delle ricerche e delle elaborazioni condo'te con senso realistico e con severità di metodo. ì\1a a <1uesto inditizzo positivista della sua attivita culta– ralo Io conduceva principalmente la sua 1 1ersonaliht. mentru~e. .Egli ci teneva acl essere "incurabilmente positivo", "un po' grosso cli legname'', e dichiarant. preferire 1 le "materiali P. quasi febbrili ricerche senza. viscere'' o la '.:_oscura via delle applicazioni scienti– fiche e de' volgari interessi'". Portato come egli era ai problemi concreti aUe impo,.3tazioni tHecise, a'1le clliarificazioni cli ma~sima. evidenza, se manca nella di lui opera un centro ida1.- 1istico 6 DPl'ché all'uomo di scienza e al tllosoro Dll– sitivista basta un centro ideologico al quale i pro~ blemi s'annodino. Quel centro é costituito da ipote~i cho si alimentano della luco dello particolari ri– cc1~chc, dei positivi risultati e, secondo la. !'iimltanza. cl' quelle e -l'evidenza cli questi, si trasformano o si eliminano. Mazzini é dominato dal proprio idealismo, mentre Cattaneo 1 ha delle idee che gli son care In quanto gli semlbrano vere, ossia rispondenti ad una migliore economia della storia umana, in .quanto gli sembra110 1>assibili di realizzarsi in falli, mediante quelle !orze che eg,:i scorge od intuisce dirette verso quei fini. El' lamentabile che egli non abbia ri1>rese e coor– dinata -t1uelle idee ge_niali e féconde che scaturiscono dai 1>iù inaspettati riavvicinamenti di cognizioni a.;1- partenenti ai più svariati campi del sapere, si tla richiamare Leonarqp e Vico. Perché la <li 1 lui opera fu frammentaria? Alberto Mario (I nostri filosofi contemporanei, Na– pcli 1862) narra: "Un giorno gli òomanda! come el non avess·e scritta un'opera di lunga lena, in qaa.– ranta o più anni di stuelli assidui. Risposemi -che gli fa.I•:! il necessario egoismo, che il lungo itempo ,ei dislribuf in piccole frazioni ai ibisogni sorgenti degll amici e del paese, e in lavori di utfilitti. pratica ,e immediata•·. '-'Come scrittore - scrive.va il rCattaneo ad un amico, nel il.855 - ho sciupato il mio tempo, lavo– rando troppo, da giornalista, di roba 1rusta e roha altrui, inv·ece di far cpt, mio, ché la fatica era forse minore; anzi molta mia roba rimane dispersa. per e,ntro i pasticci fatti di roba rultrui, sicché non pu6 nemmeno parer mia." . 1 Quanlo sopra si 1:iferisce particolarmente al Poli– tecnico, 1 la magnifica rivi ta della 1quale egU i!u di– rettore e principalissin10 red11ttore, dal 1839 al 1844. E Cattaneo, oltre che comporre In grande parte, tal– volta per tre quarti, i fasciwll delrla Tlvlsta, ri;edeva and~9. e rielaborava nella forma, quando era n1'fes– sar10, tutto quel che gli mandavano I collaboratori. Pel Politecnico, scrive, G. Salvemini (che lha compi– lata una buona antologia del Cattaneo con un'intro– duzione che é un ve1·0 gioiel•lo) non saP'ff~i. se am– mirarvi di più "la varieta \l,ei;\I p.rgomenU, o !a ori.glnallta del pensiero; o la venusta della forma:•. poiché ".su ogni argomentò sorgono da quella im– ntensa cultura fiotti contintit di associazioni ina– spettato e <li nuov'B feconde teorie; e le idèe sono fissate in formu'1e dense, nitide, eleganti di un'ele-

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