Studi Sociali - VII - n. 2 serie II - 4 maggio 1936

ANNO VII MONTEVIDEO 4 :MAGGIO 1936 >'ERIE Il. N.' 2 • • • I RIVISTA DI llB[RO [SAMI= ABBONAMENTI: Per ventir111attronumeri Per dodici numeri $ 2.– ,, 1.25 (All'estero lo stesso ,prezzo, -equivalente in mane• ta degli Stati Uniti a due dollari per 24 numeri ed un dollaro e 25 cent. per 12 numeri.) SOMMARIO /,a. cl'ociata de/111 libel'/à ( Lt·cE FABBHI). l problemi della 1·i1·ol11zione italia11ci - L'im- piego delln moneta (P. li'EI,CINO). r'al'io Cattaneo, fedemlista (C. BERNERI). l'11itrio 1110/teplicitadi sistema (Lt•im FABBRI). ('on.1evuenze cleUe sanzioni (Lt;('JA l<'ERRARI). Le anni ciel/a cil'i/111!'Oniro la civilt(i (Lt'JGt [<'ABBRI). Tra le rii-i.,te e i uiornali (Lt·x). /..ibri ricc1·11ti i11 ,dono. Bi'iliografia. ·---·-·-------------------------·-·------------.,.----·--- .. --.. - .r.. - La crociata della Iiberta' Ora che il nemico non é più alle porte, ma é arrivato ai centri più intimi e vitali ai• questo nostro ve,çchio mondo in feconda decomposizi0•" y '•Iema della resisten- za collettivo ..:oincidenza delle forze si po, ,,ti stessi lo spingono al primo po~ .; Le mostrano tutti gli a- spetti e tutte le angosciose difficolta. E' un problema che si discute ormai più con l'a– zione che con la parola, ed anche, pur .. troppo, più con la passione febbrile di que– st'ora tumultuosa che con la serenita della ragione. Teoricamente la soluzione é facile e dirit– ta. "L'unione fa la forza", dice la vecchia sapienza. Nella nostra guerra il nemico é multiforme, ma unico. La sua manifesta– tzi.one tipica é iU fascismo che vuole a·ue ~ose: perpetuare lo sfruttamento •nel campo 1economico ed uccidere la liberta nel campo politico. Tutte le correnti che tendono a combattere la disuguaglianza materiale e ad accrescere o anche solo difendere la li– berta, non hanno a prima vista che una strada da seguire, tracciata dalla logica più elementare: l'accordo ed il mutuo appoggio per le necessita della lotta comune. Un'al– leanza non é mai un'abdicazione e non im– pegna al di la dei limiti dei patti prestabi– liti. E' un fenomeno naturale che ha sempre accompagnato la lotta, dacché mondo é mondo. Ma quando il problema teorico diventa vita vissuta e da viversi, tutto si complica, Siamo fatti cli carne. cli sangue e di nervi in tensione. Non siamo masse. Massa é una parola accademica e convenzionale. Siamo individui. Due eserciti possono unire la loro forza meccanica e materiale in un insieme inscindibile. Due pensieri non potranno mai combaciare, 11é mettersi interamente sullo stesso piano. La difficolta fondamentale sta proprio qui, .nell'unire, per un tempo ed uno scopo limitati e determinati, delle energie che rispondono a stati spirituali diversi ed a volte estranei. Questo, senza contare i fenomeni d'op– portunismo, d'ambizione personale, di ma– lafede che sono inerenti alla storia piccola e grande di qualunque avvenimento. E sen– za contare, sopratutto. un fatto nuovo, che da a questo problema del fronte ùnico un aspetto inedito: la situazione speciale dello Per la redazione e l'Amministrazione ri– volgersi a: LUCE l'ABBRI, rivista "Stu<li Sociali" Casilla de Correo 141 MONTEVIDEO (Uruguay) _._._._._..,._._,._._ •. .,. .._._._._._._..!".._._. ... .. . _._,._._._._._. Redactor responsable LUIS B. PEREZ Luis de la Torre 837 bis Montevideo stato russo e del partito comunista ufficiale, che po1-tano in una possibile alleanza inter .. nazionale e proletaria un elemento nazio- 1:alista e delle complicazioni diplomatiche. Per noi, che vediamo realizzarsi le nostre vecchie previsioni e nel fenomeno nuovo del fascismo riconosciamo una manifesta– zione acuta di quella malattia antica che si chiama stato, r;esce più difficile che ad altri accettare accordi, le cui basi sono re– datte in un linguaggio che quasi sempre ci ripugna. Chi parla cli conquistare il potere poti a essere oggi al nostro fianco, ma sara demani contro di noi. Ci aiutera a distrug– gere ma c'impedira di ricostruire; e scin– dere una cosa dall'altra non é facile, spe- I cialmente ora che si vive in fretta e demo-\ lire ed edificare non sono azioni successive, ma contemporanee. Questa contraddizione introduce un disa– gio .più o·)neno latente in tutte le organiz– zazioni cli "fronte unico" che. quando pas– rnno dalla difesa all'attacco, dalla negazio– ne della corrente avversaria a un program– ma cli riv<::ndicazioni, non si salvano dal!a demagogia vaga e retorica in cui le varie tendenze associate vedono svanire le linee fondamentali e caratteristiche del loro pro– gramma. Per noi il problema é più grave perché non cerchiamo né vantaggi materiali di partito, né vittorie elettorali. L'unico no– stro patrimonio sono le nostre idee. Non possiamo perderle di vista, né dimenticarle mai. E neanche possiamo renderle sterili nell'inazione e nell'isolamento. Dobbiamo dunque cercare una forma d'accordo nel campo dell'azione che non ci obblighi a nessuna rinuncia. Molti dei nostri compa– gni fondano la loro diffidenza verso qua– lunque avvicinamento ad altre forze di si– nistra sul timore di spendere le nostre energie in un lavoro che finisca coll'avvan– taggiare qualcuno dei partiti più o meno autoritari che combattono in questo mo– mento contro la reazione fascista. A me sembra che sia questa una preoccupazione completamente sbagliata .. Ee, andando di– ritti allo scopo, aiutiamo altri impulsi che non coincidono col nostro, non dobbiamo dolercene, purché siano impulsi in avanti. Non é questione di sentimentalismo, ma :li convenienza pratica. Nel problema del fronte unico va inglo– bato quello delle affinita. E' un momento in cui non si puo guardare tanto per il sot– tile nella scelta degli alleati momentanei, pero bi,sogna non perdere mai di vista il fine a cui si tende, o meglio, il primordiale fra. i diversi fini a cui si tende. Anche i fascisti erano contro il parlamentarismo e ripetevano contro i socialisti molti argo– menti gia enunciati dagli anarchici. Pero questa concordanza era casuale. Il proble– ma basico autorita-liberta, capitalismo-pro– letariato, ci metteva a fianco dei socialisti contro le forze della reazione. In questo momento gli anarchici tendono ad andare verso i più rivoluzionari. Pero, per quello che più c'interessa, bisogna ve– dere il contenuto della rivoluzione. La ri– voluzione é una forma a cui si deve dare una sostanza. In questo momento, per l'ac– cordo esclusivamente rivoluzionario. gli al– leati più decisi sono i migliori. Ma, per un RIVENDITA: Per og·ni copia $ 0.05 (Negli altri paesi lo stesso prezzo, equivalente a cent. 5 di d.ollaro. - Sconto d'uso ai rivenditori.) elementare accordo ricostruttivo, l'affinità maggiore é con i più comprensivi, con i più liberi anche se meno violenti. Ve1:amente é un vrnblema questo ehe non ammette soluzioni generali. In molti luoghi sara possibile agli anarchici entrare addi– rittura negli organismi nati dall'alleanza cli varie tendenze di sinistra. ln altri l'adesio– ne non potra e•ssere che individuale. ln al– tri ancora senza arrivare ad una collabo– razione diretta, si potra giungere ad 1111 accordo più o meno fonnale per far con– vergere l'azione separata delle diverse forze ad un unico fine, contingente e determi– nato. Quest'ultima tattica, ciel resto, mi sem– bra che sia la migliore dal nostro punto di vista. Per il carattere speciale delle nostre idee e della nostra mentalita, mentre da un lato ci troviamo vicini a tutte le coscienze libere senza partito, dall'altro svolgiamo la nostra azioJJ.e su tm piano assai .diverso- da quello dei partiti politici a base elettorale. Rd é. bene, 11011 solo pe1· noi ma per tutti. che. sia cosi. A,nche nella lotta antifascista. che ci fa sentire fratelli dei n .r4 avver– sari di domani. ha la sua ragion cj.'~serc la diversita delle tendenze, che stabilisce una divisione di lavoro feconda di risultati. Per non distruggere le molteplici possibi– lita che cleri vano dalla differenza dei me– todi e dalla varieta d'ambiente e di lin– guaggio é preferibile che le forze veramen– te vitali proseguano la loro azione separata badando solo che i loro rispettivi movi– menti siano concomitanti. In altre parole é bene che l'accordo sia d'azione e non di programmi, che l'unione nasca sul terreno pratico (frutto d'una convergenza amiche– volmente prestabilita) piuttosto che nelle organizzazioni centralizzate. I "blocchi" con un programma minimo comune, sono utili per vincere nelle urne e non nella lotta vera, di oggi_ in cui il parlamento non é cbe un'inutile irnnia. Per questo é logico che socialisti, comunisti, radicali, accettino una disciplina comune. che emani da un unico organismo. Le conquiste a cui noi tendiamo non richiedono questo. La lotta antifascista ha bisogno d'esercito, ma ha bisogno anche di libera iniziativa. Questo non vuol dire che non si debba dare il no– stro contributo alla battaglia comune. Ma questo contributo sara piu utile se dato dal di fuori e dal nostro punto di vista, accet– tando dei rappo-rti coordinativi e non su– bordinativi. Noi crediamo, per esempio, che l'opera dei riformisti in parlamento sia un inganno nefasto perché sveglia speranze di pro 0 Tes– so pacifico che non puo soddisfare. :Vla se l'attenzione del popolo si mantiene sveglia di fronte a una campagna parlamentare che, almeno di nome e per altre vie, cerca di raggiungere uno scopo che accettiamo, noi, pur segnalando il dissenso di metodo, possiamo combattere. per raggiungerlo, col– la nostra arma, che é l'azione diretta. Ot– terremo cosi due risultati: coopereremo alla difesa di quel patrimonio di liberta che ci é caro e dimostreremo coi fatti la supe– riorita dei metodi della rivoluzione su quelli della legalita. Il caso dell'antifascismo italiano emigr'a– to va considerato a parte. Più cose ci uni-

RkJQdWJsaXNoZXIy