Studi Sociali - VII - n. 2 serie II - 4 maggio 1936

2 scorro e minori sono i motivi di divisione, anche se le amarezze dell'esilio inasprisco– no il nostro spirito e lo fanno a volte me– schino e puntiglioso. Le sofferenze comuni ed il comune amore, il disinteresse della nostra lotta, che non aspetta neanche una ricompensa morale Juori della nostra co– scienza (l'Italia di 'ciomani, che nasce ora nell'oscurita, non s~. ripordera di noi, che abbiamo combattuto )ontano e patito in modo diverso), tutti questi fattori fan si che in fondo ci sia più facile trovarci vi– cini. Pure non c'é ])isogno d'arrivare a or– ganismi di fronte ul}'.i'coche richiedono bu– rocrazia, e lo spreco d'energie che si pro– duce in ogni attrito. Basta essere severi con se stessi, tolleranti ver,,o i corppagni di lot– ta, intransigenti di fronte al nemico. Basta 11.onaver paura dei cÒntatti, 'non far que– stioni di puntiglio e (;li precedenza e im– porre a se stessi la disciplina richiesta dalle esigenze del cori:mne lavoro. Sopratut– to, bisogna essere sinceri e non nascondere sotto frasi melate il previsto antagonismo di domani. Dobbiam<;>cooperare con gli al– tri, senza nascondere quel, che da essi ci divide, senza tentar di limare le differenze, sforzo che, quando non é ipocrita, conduce al suicidio. E la 9 t~s-sa sincerita dobbiamo chiedere agli altri. A questo pensava Luigi Fabbri, quando, nella risposta all'inchiesta di "Giustizia e Liberta" chiedeva che ogni forza antifascista chiarisse la sua posizione di fronte al problema delle minoranze in un domani post-rivoluzionario. ~on si tratta d'una questione di pre– stigio. Si tratta d'una questione di con– venienza, dal punto di vista del trionfo del nostro ideale di Jiberta, e come tale Ya considerata freddamente, astraendo dal– l'amor proprio, dal rancore, dalle eventuali ripugnanze. Questa freddezza c'é imposta dalla gravita delle circostanze che non per– n,ettono sbagli, né danno il tempo di rime– diare ai passi sbagliati. Quel che importa é non essere assenti dove si combatte. Quel che importa é combattere sempJ'.e nel nostrq_ senso. La nostra parola d'ordine potrebbe esse– re: "soli nella propaganda delle nostre idee e nell"organizzazione del nostro movimen– to; coordinati alle forze affini, dove e quan– do si possa, nell'azione immediata". Non c'é nessun bisogno cli scomunicare quelli di noi a cui il temperamento speciale pennet– te una collaboraziouei piu stretta. L'impor– tante é non impegnare l'intero movimento no,tro nella parteci,p'azio11e a organismi per– manenti e nella difesa di programmi gene– rali. Ora che il partite (!omunista si sta ad– domesticando negli ovili socialdemocratici, per servire gl'intere3si diplomatici della Russia ora che il malinteso é cessato ed il campo é più sgombro. la nostra via si vede chiara e la nostra funzione Tivoluzio– naria é più necessaria. Proseguendo la no– stra lotta antistatale, lottiamo contro il fa– scismo. I fatti ci han dato ragione tante volte in questi ultimi tempi, che la pro– paganda per la rivoluzione e contro lo stato s'é quasi fatta sola. Troveremo dei compa– gni sul nostro cammino; tanto meglio, an– che se sara una compagnia ·,temporanea e più o meno occasionale. Bisognera far di tutto per favol·ire gl'incontri. C'é un terreno propizio agl'incontri, che é stato .e potrebbe essere di nùovo un campo d'azione comune. Questo terreno é dato• dal– le organizzazioni operaie, che difendono gli interessi dei lavoratori, prescindendo dalle loro idee, e per questo solo fatto combat– tono contro il capitalismo e il fascismo. L'organizzazione sindacale é la sola in cui sia possibile ed utile anivare ad una vera e permanente unita. Al di fuori di esse il lavoro più importante da fare é formare in noi stessi e negli altri quello spirito di reci– proca tolleranza che ci permetta una coor– dinazione di ~forzi senza urti quando le cir– costanze lo richiedano. Si pu6 obiettare c;he mai come in questo momento s'é vista l'urgenza d'un accordo. E' vero. Ma le circostanze cambiano da una localita all'altra; di qui il pericolo delle soluzioni generali. Anche qui é necessaria una varieta d'attitudini e d'esperimentazio- S'J'UDI SOCIALI ni. Una cosa sarebbe certamente vantaggio– sa in ogni paese: una maggiore e più attiva partecipazione nostra allo sviluppo di que– gli organismi che, senza seguire necessaria– mente una tendenza politica determinata, costituiscono nel momento decisivo i punti vitali della lotta: sindacati. cooperati ve, so– cieta d'assistenza, centri di cultura, entita per loro natura piuttosto riformiste che, arrivate a un certo grado del loro sviluppo, non possono sussistere se non attraverso una difesa di carattere rivoluzionario con– tro le forze del capitalismo. Noi dobbiamo cercare d'impregnare del nostro spirito questi nuclei della vita fu– tura; ma dove questo non sia possibile, non dobbiamo abbandonarli. Mentre le altre tendenze antifasciste ~i preparano non solo a rovesciare il fascismo (e qui saremo in– sieme) ma anche a conquistare colle anni il potere, la nostra libera ed autodiscipli– nata milizia difendera prima la vita e poi l'autonomia di questi organismi che, nati dalla spontanea iniziativa del popolo, rap– presentano, assai più d'ogni governo, una solida garanzia di benoosere. Su questo campo cli lotta combatteremo contro il fa– scismo a fianco delle altre forze di pro– gresso, ma saremo anche pronti, appena arrivi il momento, a imporre a qualsiasi governo post-rivoluzionario il rispetto del– l'autonomia nostra e delle forme d'organiz– zazione economica e culturale d'autentica base popolare. Meglio ancora se, da queste posizioni. che sono i veri centri vitali d'una nazione, riusciremo a impedire che un go– verno si formi. Dunque, anche dal punto di vista della lotta materiale rivoluzionaria, accordo si, ma divisione di compiti che, sparita la ne– cessita dell'unione, pu6 e deve trasformarsi in quel contrasto fecondo da cui nasce la storia. LUCE FAilJllU. 1-Probt-e-m · de+t~-iv-el-u– zio ne Italiana L'impiego della moneta I 1l problema dell'impiego della mo•neta od altro ~'3uccedane:o equivalente, quale mezzo .di 1•imunera– .zione dello s[orzq produttivo - social91 si posa nei riguardi <Clelia pro-3sima Tivoluzione italiana ·pel caso più che pro·ba•bile, almeno per un primo periodo, di una produzione de[icilaria risl)etto ai .bisogni e de– sideri della curnunitft; ed anche per le necessità degli aequisti e degli se,ambi di materie e di pro– detti con i paesi ancora. in regime capitalistico. ,Ma questo problema si complica, nello studio della rivoluzione italliana, pel fatto cJ1e, rnolto probalbil– rnente, non saremo noi anarchici a poter moclellare sulla base dei n~tri I)rincipi e determinare le linee tunzionali dell'insieme •n_ezionale della nuova societa. Infatti, ·da un aUento esame della posizione e delt!e forze delle varie conenti politico-sociali italiane al– restero (l'Italia 6 un mistero) si possono dedurre ·quattro eventualita più. o meno probabili: o saremo noi anarchici a modellare e determi·nare talli linee ft.,nzionali; o sarA il partito bolscevico o i'insiem,e dei partiti marxisti ad im1101T.e la sua dittatura; op– pure le circostanze determineranno nella lotta una certa situazione di equili 1 brio <li forze delle va1•ie correnti da rendei: posst,bile m ,funzionamento d'un organismo statale a, <liremo cosf, debole potenziale coercitivo ed ampio respiro di libeTtà e di giustizia; oppure si realizzerà il raggruppamento per correnti politiche, ciascuna su determinate vrovince o re– gioni, 'f)er un tentativo, da parte di cia,scuna <l'esse, cl'esperimento separato clei propri concetti di vita. . sociale. Per l'esanrn della funzione della moneta, •facendoci dalla seconda ipotesi, é pacifico elle i lbolsc.evicÙ– marxisti organizzere'bbero il loro stato dittatoriale sul moclello clell'attuale russo. LassU, come si sa, gli organi cli produzione, ripar– tizione e scambio .sono gestiti dallo stato, e la ri– munerazione del procluttol'e 'viene e'ffettuata con un sistema <li moneta a vanore nominale a corso interno (il ru'blo-carta), mentre lo stato si serve d'una mo– neta a corso e valore internazionale (il rt·ublo-oro) per i suoi bisogni d'acquisto e di scambio con l'e– -stero. Lassll il salal'iO dell'operaio o dell'hnrpiegato viene stabilito in ibase alla categoria a cui viene aa– segnato (e ve ne sono una iquindicina) nella. stima, cla parte clei clirigenti statali clell'organo produttivo, ,delr:e sue attitudini e capacita - ,quando non si ef. fettua in base a! grado di attaccamento al regime. E la rimunerazione <lei Lavoro viene calcolata sulla •base ciel reddito globale, previa. cle[alcazione deJ.Ie spese pei bisogni di protezione od amministraz-ione statale (esercito, poiizia, burocrazia, eGc.), par l'ac– .quisto di materie e macchine all'estero, e pel ma,n... •tenimento dei non atti al lavoro produttivo. lln altri termini, fatta astrazione dalle ·peciali condizioni <li favore accordate ad operai e tecnici chiamati dal– l'estero, la ripartizione delle merci e dei prodotti viene calcoCata e si effettua in Russia sulla base. di due fattori: il rapporto rra le cli;;ponibilità ed il numero dei cittadini; la categoria a ,cui il produt– tore appartiene nei confronti dei processi produttivi e della compagine statale. Nell"avverar;;i della terza ipotesi - quella cioé del costituirsi d'un organamento statale, demo-sociale, - molto probabilmente la [unzione del1a moneta ed il sistema di rimunerazione sarebbe ,su per giù identico 2. quello vigente in Russia, sebbene con forse un mi– nore slivello nefila scala <1eHe categorie ed una mag– giore e pili. <liretta inriuenza dei produtlo!"i-(!OD.~u– matori - raggruppati in as3ociazioni - nell'ongaaiz– zazione della produzione e della ripartizione, coqi come in tutti i gangli della -vita sociale. NeU'avverarsi -della quarta ipotesi - .quella ci0é del raggruppamento delle correnti politiche cia~cu·:ia su determinate province o regioni, - noi saremmo molto probabilmente c,bbligoti dalle circostanze del!a situazione a re·golare i nostri rapporti cli scamJio con le altre formazioni nell'ainbito nazionale stabi– lendo con esse una valutazione commerciale delle materie e <lei -prodotti, cosi come dei servizi pub– •bJi-ci di carattere nazionale, e applicando, per con– tro, all'interno del nostro agglomerato regionale nn sistema '(]i Tipartizione e !Jcam•bio d8lle 1naterie e dei prodotti che si avvicini il pili possi1bile ai nostri principi sociali, vale a dire lbasato, .non ta•nto :;ul val01·e ed importanza. dell'opera pr0<luttiva, ma prin– cipalmente sul rapporto ~ra le disponibilità e i biso– gni, seguendo un criterio egualitario, comunistico, pur lasciando un certo marigine allle differenze e alle preferenze individuali nel soddi,s,facimento dei propri bisogni e delle proprie aspirazioni. E qui penso che possiamo innestare e prendere i.li amnio e narticolareggiato me la prima i11otesi, quella cioé della nostra ampia, assoluta !J.lre· valenza nel!l'ins.urrezione P 1:eila rivoluzione, e quirnli nella possLbilihi d'ooperimentare un organamento so– ciale a spiccate tendenze comuniste-anarchiche. Quasi inutile é ricordal' qui •che ci6 comporta anzitutto l'abolizione totale immediata della proprietà privata dei mezzi ecl organi <li 1>roduzione, riparti– zione e scambio (salvo alcune eccezioni clelt'.e quali parleremo in seguito) e ,loro passaggio, non al .PO· tere centrale statale per una gestione sua o inter– posta, ma pili direttamente alle asiaociazioni di pro– duttori e di consumatori i!l cui "automatieamente·• si costituirebbe1,o l'insieme di quanti al funziona– mento cli tali mezzi ec1 organi clireltamente contri– ·buirebbero. A ,queste assoc!azioni sarebbe devoluto il compito cli regolare il fun.zionamento interno cli questi organismi ,e di stabilire fra essi ,quei rapporti e contatti cli carattere locale (comunale), regionale e nazionale che la. loro interdipendenza e coordina– zione esigono. Con ci6. é ,chiaro, verrebbe eliminato, alm,ano per un certo periodo di tempo (in un aecondo tempo, come vedremo, pu6 riapparire) ogni pericolo e pos– sibilità -di .sfrnttamento privato clello sforzo produt– tivo e cli accumulazione capita.listica. !Su questa ,ba.se cli organamento sociale la rnonera -- metw!lica cartacea, in ,buoni divisibili nel miglhw sistema che l'encla ·facili e rapidi gli acquisti e i pagamenti - conserverebbe un solo valore: quello cli scambio: un solo rapporto di valuta: quello inter– corrente fra i 'bisogni e le dis,ponibilita limitate, deficitarie - la sola ragione che possa motivare l'impiego della moneta in un regime comunista a– narchico - della comunih. E ,qui preci-so che :n– ten<lo riferirmi alla comuml1.\ na.zionale, po'i che ri– tengo ,che é su ,quesLa più larga base che, ai fini cli una maggiore ,giustizia egualitaria si dovra. rego– lare il pl'Oblema degli essenz'iali ,doveri e diritti individual'.i, lasciando alle regioni, ai connmi un ba• stante largo margine cli aatonomia per regolare nel loro ambito tutti iquei proùlemi che presentano uno specifico carattere ecl interesse regionale o -comuna,le. L'impiego ·della moneta ;n regime comunista~anq,r. chico a produzione deficitaria· - elle date le risor'i:i& quasi illimitate cle11amoderna tecnica produttiva ~on pu6 essere che cli carattere temporaneo anche ~n u!1 paese come r1ta11ia ....:... assolve, come abbiamo ~ia eletto, rfra gli altTi anche il ,com.pita cli facilitare il soddisfacimento dei partlcalari bisogni materiali e ,spirituali de'gli i.~Hliviclui.E' comprensi 1 bile infatti, che

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