Studi Sociali - anno V - n. 32 - 22 luglio 1934

S'l'UDI SOCIALI __________________ , _ _________ , ;;...;..~--------------------------- _s.ione, nou di quelli che rifletLono ed esauriscono tutte le ipotesi possihili prima. di compiere nn pas so; né vi é ma·le nel quale io })Otis.a incorrere 1)0! questo affare che io non abbia preveduto. Io ho amato fin troppo la signora De Lorenzo che. appena uscita di collegio. aveva sposato un mio c.:ugino. La riavvicinai, ma essendomi la sua vi,rtù più cara del suo amore. io nulla speravo. Trascor– sero sedici anni di amore muto. o a1fine il no3tro :-;carnbievole Btato d'animo ci fu palese. La. nostra posiziono era molto propizia per mandare a ter• mine i nostri desideri; anzi una lresca avrebb~ fatto cadere l'invidia che destava la virtù de-Ila signora, e le donne tutte che compongono que!la societa tanto rigorosa, l'avrebbero accolta come lo ro compagna. ì\la, sventuratamente. noi [acemmo un ragionamento diverso. Lei considera,·a con disprezzo codesto genere di Yelazioni, né mai a \Tebbe con– senlito a tradire il marito continuando a viverP seco lui. ~é io ammesso nella sua casa, avrei mai abusato della comodit.i rhe avevo, né avrei potuto far cosa che sarei Htato costretto a teuer poi ce– Jata, g-iacché io amo palesare le mie azioni. Cosi decidemmo di separarci. lo doveva 1mrtlre; ma questa sola idea deteriorò a tal segno la "ua salute che forse un tal dolore avrebbe potuto ca– e;lonarle la morte. Come al'lorn la società avrebbe apprezzato il nostro sacrificio? Giutlicauclo me paz~ zo e lei colpevole, perché sospirava per un nomo che non era suo marito. In vece [uggenùo insieme: a~·remmo veduto np;ualmento la morte al terrnind c't .. lle nostre pene (spedalmente so io non trovo c:ome utilizzare, le miP debolissime ,cognizioni): pa– n menti ci sarebbe- to<·cat.:.1 la riprovazione clrlla so• ciNft: ma almeno tuttoci6 sarebbe, stato c·ompen r:uto dalla nO!-ilra. 1111ione e si sarebbe raggiunto cosi ùuel e erto equilibrio inclispensablle in natura coHi alle eos& (isiche come alle morali. Non era i•amore 1a pas~ìone che mi possf'dcva; D!a esso a poco a poco si é aperto in me 1111:1 Rtrada, c-ome racriua in una roccia, [armando una voraç;ine difficile a colmarsi. .!\ncho ee questa mia passione doves-se andare soggetta alla legge natu– r~le, d6 cho nulla. é stazionario, pure, se per rag- 1:itnigere il suo tramonto, se per raggiungere l'istan– tr in cui esso si nasconderà solto l'orizzonte foeso necessario un ror~o d"anni pari a <11wllo tra:,corso por r;iu11gere all'apogeo, passeranno au(..'ora i;odici anni Jiell.Za cho. io .abb.ia- 1L te-m '· la distruzione d 1 nH tale amore. l [igli del'la signora. De Lorenzo erano i ,soli a.i ouali la nostra decisione a.,·rehbe potuto recar ma~ le: ma <'Hsi, RP hanno perduto q11alcosn nelle cure -domestiche, l"hauno in cambio guacla~nata nei beni <.:! fortuna. che s.i:u·Pbbero stati soggetti a nna più Larga. divisione. RP. la signora, vivendo c·ol marito, avosse loro dato Ilei frate'lli, eerlit:isima e-osa. Nel mio amoré, ttou vi é niente di e~oistit.:o. lo hOn ho c·onsigliato la mia ,•ompa.r{na elle pel suo bene: per gust.are la. fclic-itcl .tli possederla ho ::1h~ btndonato i 1.11ici parenti che amo molti:;simo e rna posizione sociale che mi poneva al coperto ili -Ogni bisogno. Anzi io tbe bo abbandonato gli agi, ora mi priverei di questa possessione, so elfa. lo volesse e se i1 suo ritorno a ~apoli potesse gio– varle. Quindi mi acci11g-o a spiegarle le opinioni df>-lla signora Dc Lorrnzo su tale ri.~uanlo cosi comP dia mo le eletta. L'amor di matlre in •lei é fortissimo perch,·· nella sua anima non pcr.;sono nver luogo passioni (lf'boli. Inoltre, poiché i frutti del medesimo albero ùevono necessarjamente somigliarsi, i disagi cho subisce in mia compagnia l& fanno temere la perdita d'un pegno c:he porta nel seno e che ci lega. Queste due ragioni la indurrebbero a ritornare .a Napoli, ed io vedrei in questa risoluzione ~l suo bene, se no?1 v~ fosse uu piccolo ostacolo, e precisamente la buona volontà del marito di riceverla. So la signora Do Lorenzo ave;;se potuto dividersi dal marito non sarebbe fuggila me-co; quindi se potesso PSset· si– <'nra di vivere dn lui separata, crollo che non <'Sile– rE:LbbenPI voler riabbracciare I figli e 1 la rnatlrr. Que~5ta avversione pf'l marito dipende 1111 1>oco dalle brusche manierfl- tli lui; ma essendo nel fondo • e ome lei dic-t• un our:-ilo 1101110,la signora Ol:-JArcnz.o 110n ha alcuna rnp;ione per odiarlo, anzi <·omp.ati-s<·c- il f:it10 <·hc non ebbe iii 11otcrc di esa– H!iuure sé .stesso onde con0Hce1·0 che per rendere t'<•lirc una donna colta e di principi sereni .non hastn.no IH rirrhczze. La vera ragione per cui que– fi1a riunione é impossibile dipeutlo cla e.erto modo di vedere il matrimonio, diverso da come lo vellono ~li altri. ma non pp.rc -i6 meu vero, anzi verit,simo (~ono siC'nro -da, Jpi é della 11ostra. istessa opi– n:O11e): doé 1111a donna rl<•V<• lf'tdttim::imentc, so~ c.;ouclo k lf•;i{;;iùclla natura, llesidcrarc ruo1110 che arna; HHt. sf'- Ps.sa 8PlT:.1 Ira ~" suf> braccia un nomo <·h~ non :.111rn, mentisce <3 ('alJH•:-1ta qursto Irggi. Er1sa s: vpnclf' al pari ctella prostituta cho mPntisn .. per b~so~no, con la differf'nza elle la prima si vf'ndr a· urnritu per c.:ont.ratto Jpgata o per sempre, Palt.ra ~1rlu per 1111momento P por PS.SCJ"f', 11oi libera di llllOVO. ciuindi, ])Oiché la sJgnorn. n~ l.Ol'Pnzo Jia s11osato fanciulla il signor l,azzari t;enza 1>er1 t·ono– sc·ere che- cosa [ossc l'esser mot!;lie. e ritieiw ora 1111a prostituzione il couvivpre col marito 1 non é pos:-;ibilt~ eonsigliarla una. ric.on (•iliazione. Qnincli, se rostacolo pot~Bf' rim11ovPrsi e cambiare Ja huona \'Olontù. d<'l marito. la cosa sarc-bhp fattibile-. Il r;i1,;nor ·Canuti mi ha tl'nuto il mede-simo suo tliS<'Ol'SO f' io gli ho risposto coi mcd<•::-;imi argo- 111<.•nti. Lt"'- Jll'Olr-sto infiniti ringraziamenti per avel"– rn: prot·urata una Hi distinla l.'Onosrenza, HVC'IHlomi JJl"Olnf't-iSO d"impe~narsl eol ~ig:nor Huiz. cusa. per rne molto inten•~-:-iantP.- e ùi c·ui glicnl' sono gl'atissimo. Il signor <:enernlr Pepe non 1 l"ho più veduto, g-ia<·– < hé <·onoi,t·P11tloramil·izia di suo frate-Ilo 1wl si~um· Carlo IJp l.orPnzo ;do dP.lh1 si.~nor:1 l◄;nriehettn, io. c:omc mio tl-O\'erc gli scrissi og:ui (•o:o;a dalla pri- 1.done, 11011 sperando di es.sere approvato. ma ;;olo ;1111U.1to in una posizione \"iolenta. Non a\·endo pel'/) ricevuto alc·1111 riscontro, ho eretlnto òi essergli di" 11Pso e perciò non sono stato :ul incomodarlo di J!llOVO. Ecco i miei ::;entimenti. con la mia solita sincC'– riL:i. s<'ul imeuti eh .. ld. '.-lP lo <.:rNtc g-iusto, polr{t. <·omuni<·ar<• a Napoli JH•r <"iù <"ilf' riguarda la signor.1 De Loi-e11zo. :\1i conformi la di lei r1111it-izia: P,;;~a mi é gra– tissima; io a,·C':.t i111pal'ato a t·onos('.tirla iu .\ "a.po '.i in un libretto ove ho ammirato dei \"ersi che spes.;o, !t•gg:ent in unionn di mia zia l'ha forse lei conosce, TPresa l>r· Si!llOII" in Lnzznri. ;\1i creda, <:on ~incf'– l'Ì!-s!•dmi setll l:11P11t i suo de,·.mo: Carlo Pisacane.'" La clo11na. nella vita c!Pl combnttPnle JlPr la causa della libertù. pu6 essere un'ala, come una palla. di piombo. Xon mancano gli esempi a dnrne- la climo– Htrazione. e quello di Pisaenne n'é nno dei 11iù ful– ~idi. NINO NAPOLITANO. Le vie dell" avanzata rivoluzionaria Quei soldati che. dopo la SC'OnfiLta e r~nrante la 1 itirat.a. meditano e, Hi dispongono spirituJ 1 mente ad uua nuova avanzata son Lertamente loùevo~;. e qua:;i dire-i inviù!abili. Il loro ottimismo é gia :ma buona promessa di rivincita. Ma l'importante (~ rhe essi conoscano le strade dell'avanzata, e noa ne scel– gano una che li ricacci in ciualche tenag!ia nemir:1 o faccia loro inutilmente disperdere le forze. Questo pensavo, leggendo con iutere~'i"~ un arti– colo di Domenico ZavattP-ro. dal titolo '~tlirito <.:I"i• tico·• nel combattivo quoti liano antifasci-;!:1 L'Italia del Popolo tli Buenos Aire~ del lG ;?:iugnJ u. :~. A. dir vero la 1uaggior parte dell'artlr•oio si 0 1 •– <'upa., in linea generale, dell"utìlità e necP~fità dello spirito C.l"itico; e su ci6 non v'é cl1i cli noi llOll ll081$~L c·oneordare. Qualche riserva io farei su ::•;Hlc-he ~lf fermazione dello Za\"attcro a proposito dr} cri:.;tla- 11esimo e- della chiesa ca1tolica, - [ra l'a :ro snllo "stato mentale primitiVo. infantiie dell"unnnità fl:,1i tempi in cni il cristianesimo é nato f' ~, é propa– i~ato··, rhe mi sembra storicamente nn JWtO avven– tata, - ma. si tratta di e.osa secondaria, .~n eui non vale la pena termarsi. Insomma il 8UO c!ogio dello spirito critico, specie in considerazione l'ho Za.vat· tero si rivolge a un rnbblico pill vasto dl:!!la nostra ristretta -collettivlta ,militante, - in m&zzo a a quale- [orse un eccessivo spirito critico prende trop– po spesso il sopravvento a danno di que~lo costrut– tivo. - noi potremmo senz'altro sottos<'r'.·;erlo. D'accordo, quindi, uon soltauto sull'nt!lit(t n HG-· l~CfHità dello spirito crili<'O, ma. anche 81! 1 !a vanitfi ct·ogni pretesa al pos-se.sso del "vero at'soluton; sui vantag~i dell'auto-rrili.c;a e del mutuo :.-otTf\ggersi: sulla poca -efficacia. della propaganùa a hrs;~ d'im• precationi. frasi alth;ouanti e parole grr,:-130; sulla :-mggezza del coniinuo -controllo delle pr,1prie po:;i– zioni mentali in base ai fatti; sugli effetti negativi n controprorluconti del biasimare o avvilirf' 11ella maldicenza e nel pettegolezzo il sano C':i"T"<'izio al– trui dello spil'ito critico, e del gabellarlo rr-r rinne– ~ament.o. tradimento, apostasia, ccc. ecc. 1'';1e<"onlo! ma :1 patto, - Zavattero ne converr:l. che lo "spirito critico'• non veli più o meno inc·o11'-ida1ne111e una soverchia confusione d'idee, o, pcgg:o. qual,:he reale e radicale mutamento d'opinioni. p:n?rammi P posizioni nella lotta politica e sociale, t'lie avrebbl· anch'esso diritto al rispetto ùi tutti, :ì'intende, ma alla. condizione imprescindihile di manif,\~dnr:;I sen* za indugio e chiarameute. La materia di discussione non é dUJFi'I'l su tutto fil·, ma sulle conclusioni di Zavattero d1c si rag– g-ruppano noi brevi ùue ultimi capover.;;i del suo articolo. in parte a mio parere poco c~iare e in parte erronee, sopratutto perché mi sembrano privi"! di q1Ìello spirito pratico senza di cui lo spirito cri t ico resta come campato in aria. • • Egli dire, per esempio. rho le Ritua.zi0!li A avv 1 '– nimcnti politici e sociali avrebbero ''inflillo "iO· lenni e- dolorose smentite ad idee, ratti, atte~~ia– menti e prevh,ioni dei partiti o correnti di ·ri11no– n1zion{'I ... " In linea generale ci6 si pu6 .:;osteuere; ma sarebbe fol"se eccessiva pretesa, se un anar(..'hico <·omc il solloscrit lo chiedesse a Zavallero, e-osi noto pel suo lnngo passato di predicazione ,lnarc-hin1 1 elle farcia almeno qnnlc-he piccola eccezio 1~ per nl– <·nnc delle più noteroli idee, previsioni. N·c-. de1l'a– nnrC'hismo? Ché se egli credesse di non poterne rare, alcuna. ùo,·rebbe dare uua ùimostra1!oue della sua. affermazione. Da parte nostra, noi ~)otremmo citare pagine e pagine dei nostri migliori scrittori. da Proudhon e Hakuni11 a Kropotkln e ~1!':1latcsta. ehe h:111 t.rovaio la maggiore conferma nei fatti più clarnorosi d:1 15 o 2-0 anni in qua: guerra. riYolu– zlono russa. bolscerisrno, fascismo, ecc. Certamente, nella nostra letteratura 8]):t.ciola di propaianda Za,·attero 11otrebbe trovare la:g:.i me~ssc ùi affermazioni discutibili. di atte~giamen:i PJTOnf-'i. d1 previ~ioni sballate. Questo rientra tra gli effetti dell'imperfezione umana, cui nessuno si sott1·ae. An– (..'fte i più illuminati clei nostri hanno avutJ r111alchP– momento di ingenuitU- ed anche di ree-il"-!, - basti ricordare il terribile errore cli Kropot.kin s,1lla valu– tazione della guerra 191·1 lS, - ed inoltre é antlw YCro che alrnne teorie o ipotesi do! trinar;" p. scie-11- tifiche da essi invoc.ate in appogg-io clPlle nostrf\ itlep oggi ri ~embrano per lo meno dis(•tuihili. l:he akun~ llllllti programmatici vanno allargali e re!-s! più ela stici, ecc. ~·la tntto ('i6 riguar~la i lati . :eeondarL transitori, quasi direi ornamentali. riel r,'·ogramma anarchie-o. non i crireri fondamentali fintlistici p. tiratici: riguarda l'atteggiamento pe,r~ona!.,, ùi Tizi,> .o Caio, non !"indirizzo libertario P rivol,.17.i0nario in• sicm.e della propaganda e della lnnta~lia ~narehiÙ1: nel suo c:.omplesso. }Ia mi sorge un dubbio: the Za\"attero confoncl:.1 In ''smentita·· con la ''sconfitta"•. Ci li potrehbe– in[atti dire che. sul terreno dei fatti. noi... ah- 1..>iamo avuto torlo. dal momento ('hf' sinmo Htatf ~ron~itti. Seguendo questo ragionamento J,{sognereb– ba dire rhe i fatti han llimostra.to c·he lln ragione il fa&e.ismo. poiché é il fascismo il vinc·it01·e dp,1- rora che as~a. Ma 6 1s.LJ1wn·Jié I• rar:ion,..,__ ____ _ o il torto non lo chi il surr,,.ssd o l'insuccesso di per se stesso. la vittoria o la. i,confitta. materiale. hensi il risultato che ne scaturisee-. Anche vincen-do potremmo noi aver torto, se la. nostra vi•toria 110n r~alizzasse, o alme-no non aumf'ntasse. i1 benes~r~ e la liberti.i di tutti. Allora ~f. ('ile si pot"oùJJe dire < he noi saremmo stati "smentiti'' dai fatti! \'iene "smentito·• iuvece anc·h':" ora i! fas('i:-;mo dagli avvenimenti, malgrado la sua vittoria mnt<'– riale. non solo pen·hé esso non ha realizzato, né aumentato. hensf diminuito o annientato, il bene:.; !:'.ere P la. librna. genrrali, ma. anche 11erc'.~é tutto Jr Hue promesse P 11revisioni hanno 11aurrag1to o vau naufragando ~iornaln1t .. 11tC' l'u11a clopo 1·a~lra, l' alla Iute doi falli le :;:it• affermazioni Hi riv~lano 11nl– l"allro <·he menzognp, sfacriatP. R' lui rh~ ha torto. anc•Jlf' se trionfa c·ol hnslone alln mano. VicevPrsa. siamo noi a11archiri. la rn:.!no nume rosa. <' più Rconfitta tielle, forze di rinno·:azione so rla1e etl umana, t'h<' abbiamo rag-iou,~. non solo perché il nostro programma. egualitario i• libertario é sempre quello che nH?g-lio compendia 1 hiso~ni e• l0ntlenzp. lle-ll"umanit:i (malgra.do che cn:f'sta t1011 ~e no renda. ancor c·onto ("}te in minima parte), ma nnch(l. 0 sopratutto perché l'osservaziouo degli a v• venimrHti e, delle situazioni, ratea con saeo spirito crltico, dimostra che le fol"ZOùi rinnovaJ.,one sono stato fin qui sconfitte perché nella quasi totalit:, han segu;to dovunque criteri del tutto opposti .a quelli consigliati dagli aaarthid. Il che mi sembra una. conferma clell"ararchismo. e non una. Rme-utita, :\fa l.t JHHti.' c>rro11(':1 1kllt' (•ù11l'l11-;ion! •li Zavat– trro, !)Oirhé l'altra sopra. C'Samiuata Jifetta soì– tn.nto df t·hiarczza, e ri.s1>et10 ad nna :;ola delle ror– renti rinnovatrici, - mi pare 1,tia sopratutto nel rou.siglio finale tl-clla hai;e dn dar<' alla ;1<'C'f:~snl"ia unione per l"a\"anzata. rivoluzionaria. l~gli ha ben ragionf', anrhr qui, ,wlla pa1•tp rritira t• negativa, quando dice che cosa. iale ba-:w non do– vrebbe essere. ~on si dev.e. scconllo lui, "volPr pi<'– gati gli altri al Jll'ogramma proi>rio": bisn:~ua smf'l- 1.erla ron ''la parti~iancria i;ettaria" < .. Cl,! "pors<'– verare in una reciprocanza. di attacchi e di accuge·,. tra le Ynrie forzo di prop;res:·fo; orrone ripu11ian• le "singole particolari pretese di piegare gli altri all'::i<'cettaziono del nostro c1·eao··. ecc. Fin qui t'.:• ginstlssi.mo . Per noi anarchici, poi, il 1~011 ,~olc!· piega.re a. forza gli altri al programma !,ostro 11.-, piegarri noi a1l'n.1trui é aùdirit.turn. elemcm!are: eh(· allrinH•11li 11011~l'Pmmn qnPl l"111> tliriHn•o tli <'S· fi('l"f'. •

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