Studi Sociali - anno V - n. 32 - 22 luglio 1934

-~asti ca dei binomi religiosi: Ucne o mal~. ouoni e 1._•a.ttivi. dio <' dia.volo, paradiso e inforno". E più µ:ili. altra allu8ione a "coloro che i-iducono l'impo– ucutc problema rlello azioni nnrnne ad una elemen– ta.re qucstionr metafiHica di voloutc'1, lli quel fen~)– meno ... ··, ecc. ecc. - di cui lo Zavattero promette d1 tornare a occupar.;.;i. Ci piacerohhe sapere quali sono i ''dottori del sov– vC'rsivismo·· r·ho dicono le ameniUt ... rnolafisiclie f)11acce11nrit1•, 1·ho a dir vero nel campo sovversÌ\'" 110n abhi.11110111aisentite. Ma. forse qualche cosa pu ·, <'~sere i sfu;;giLo: e per questo dc:-;idereremmo cht> e! fosse citato qualchP pas!;aggio testuale, ,che ci 1wnnetta i-h,;alil·p allf' fonti. K vero bensi che uei giornali nostri d:1 parecchio Lempo. - potremmo dire eia... Sl'r11J)n•. - si ra ~lllPOllo alla "volonti", .. rivoluzionaria 1>c•r l'azione- individuale e di masse tanto IH'et'ssa1·ia: e noi stc!:Ssi. ogni La.nto. se l'occa– :--ione c-a.1lita, vi insistiamo. Mi.L- certo Za vnttero uon alludrn't ;1 noi. sia perché [ra noi non ci 8ouo dottori. sh1 pprché quella "volontà" li non ha. prc– tnse meta[isic•hp né .alcun rapporto col libero arbi– trio th'l elio p diavolo. pnradiso e iu[ern'ì ùi Santa )1:tdl'(l- f;hit',Sa, chP i)Oi non li ''libero" affatto: A meno c:-hf! 7.n\'a.tlPro 11011 vo~lia riferirsi alia ,co11cczio11r volou1ariHta d('l divenire soc!alc, di[e~-:,1 ·a suo tempo (non in .-;.enso a.ssoluto, s'intende, ma eol solito ~rn110 di re-Ia1ivilrn10J eia! nostro ìVJalatc– .:-la, c·ui a.;H;ilp 'noi ci ispiriamo, pm· se1,za farne argomento di special~ propagan<.lu, perch-.": c'é altro '()a' pensare. !\La forse ci sbaA:liamo. perch 1• neppur<' quella (•onceziono del tutto positivis-ta. - che eon– ::-isLe in sostanza nel ridare al l'attore "n}lont;."i'' la :-ina . importa.mm come non unico ma nece8-~3rio coef– ficiente rivoluzionario. a •'revisione·· dolla posizio11P mentale del fatalismo determinista di ta·~ti rivolu– zionari, - potrehhe mai essere confusa, senza dar prova d'una incomprensione fenomenale. con niuu •dogmatismo r01igioso o metafisico di unn chif>,rn r1ualsia.si. Lasciamo anùarc. Zaxattero promelte tli torna.re sntrargomento, ed é doveroso l'aspettare ct:.e si spie– ;;hi. Questi ac<'enui affr('ttnti possono SPrvirgli, in og11i modo. almeno JH'r dù che ri2;11arda t:1tta. una ..corrente cli penijiero dell'anarchi8rno. ad evitargli qualche equivoco e !a co11seg-11t'nte inutil0 fatic.a di sfondare qualclH• porta aperta. DALLA DEFEZIONE DI ANDREA COSTA A QUELLA DELL'EX SINDACO CALDARA. - Il Nuovo Avanti di Parigi. 11. 21 del 26 maggio u. s., l'imbeccava. il periodico ''Giustizia P Lr11e-rtù'' per .aver questo denunciato nn sintomo di OP!H.:rtunlsmo nell'esaltazione da parte di qualche socia lista della nota lettera di .Af1drea Costa "agli amici cli Roma– gna·· del 1879, coh cui s'iniziava quella involuzione -del Costa verso il legalitarismo, che doveva cou– clurlo pal'ecchi anni dopo alla vicepresidenza della ('amera. l\1a la stizza ha fatto dire al "Xuovo A· vanti" delle sciocchezze. per non dir p0g-gio, che testimoniano assai mal(\ tanto della sua coltura sto– rica quanto della sua serietà rivoluzionari.-.1.. Secondo i neo-rivoluzionari del ")luovo Avanti .. ri– formista, il "rivoluzionarismo·· abbandonato dal Costa intorno al 1880. - cioé l'internazionalismo Haliano cli 'Fanelli, Cafiero. Cornlli, Malatesta. cr·c. e del medesimo Costa fino allora. - era "lettera rio e verbale''. "teatralità ... "clanuunzianismo". "bolsa re– torica pseudo-eroica··. e cosi via! Quello cli Costa. invece. - che tradi\·a l'Internazionale per 11no scan– no a Montecitorio, che faceva suo lo st'l!to motto "servirsi de11a legge per progredire. divenir mag iioranza per ,rincere'", e che finiva dopo il 1900 col r.,hi.amare dal suo seggio presidenziale i nec·deputati a giurare "fedeltà al re ed ai suoi succe:,sori'', - quello. secondo "Il Nuovo Avanti" era "b vera ri– voluzione"! Infatti, si é vi~to: essa ci ha portati alla rivoluzione.. fascista. Quella degli Internazionalisti italiani da: 1870 al J 882. - dei quali i più vecchi come Fanelìi ave van <·ospirato e combattuto ton Mazzini C' Garibaldi, od i piti giovani come MahltPsta :.:on diventati vecchi a loro volta, passando da un tentativo insun·!:'zio• nale al carcere o all'esilio. e viceversa, - quella non era •'azione ... se1•onclo il periodico riformista. Pel qnale essi avevano il Lorto di "non tener conto delle c·o1ulizioni obietth·e del momPnto'', di stare fuori della "realta•·. Ma i fatti han dimo .:.•rato che. se essi ponevansi ruori della rerlltù de! ':r:omento. - anzi contro cli e1.:. rn. - <'ioé fnori e contro !a realta brutale <' t1irrn[ante, appunLo per ., ;o. ed ia 1 agiono della loro intransigenza di comb:1ttenti pel lrionfo cli una realta opposta, aderivano assai più. intimamente degli altri con la realtà 1·iv.1luzionaria. the é la realta avYenire in formazionP. In rapporto ai temili attuali la r<-'al1(! ~ il regime fascista. com·era realt;;\, ai temoi di Costa la monar– <·hia parlamentare, alla legalita della qua!e $i affidò ii socialismo elettorale nato in Italia col Ynltafaccia. 0osllano. Non altrimenti oggi si a.ffidano a-Ila lega– lità fascista, - cioé alla condiscendenza e benepla– cito di Mussolini, unica legge odierna :t'!!iana, - il Calclara. ex sindaco socialista cli Milano, Io Schia,·i ecl altri. per fare un pò cli socialismo cortigiano 1 1 ell'orbita della volonta. mussoliniana. cioé nell'in– teresse del fascismo. T ·~ocialisti restati fedeli ai lffOJlri prineipii hanno ragione di trattarli da tracli• lori; allo stesso mollo per6 gli 1nternaz!l•1ialisti di cinquanta anni fa avevano ragionp, di ~hi 'ì.TJ: rnr tra– ditore il Costa. C'é molta differenza, si clini. Pu6 darsi. ma solo c·ircostanziale. Di fatto i due fenomeni c:.ono nello ste-!:iso piano. sulla metlesima traiettoria; n CPrto ·v'é S'fUDl SOCIALr un ra.pporlo di di~ceudenza dall'uno a11·a1rro. .\ut'ht• "11 ~uovo A nrnti'' inlitola il trafiletto .la t·ni ah– hiaru preso lo spunto: '·Oa Costa a. Ca!dara··. Pro– prio co-sf! 1\ia. perché esso condanna l'opno"Lnnismo d-el secondo e ~lorifica quello clf'l 1>ri1110'!~ar{t bene che si cleciùa per la condanna cli ambedu~•. o pc>r :a glorificazione dell'uno e dell'altro. CODICILLO CRITICO AD UNA NOTA BIBLIO– GRAFICA. - Gn amico, «:he lamenta ~ves-,o lc.1 lunghezza dei nostri scritti, tront che ahlliam [atto male,, nel numero sco1·so a non ùil'e. ne!la biblio– grafia al libro Oc la Crisis mundial a la Anarquia d: .Max ~ettlau. ctuelle critiche o riservC' cui noi uvevamo alluso. ma. omettendole sopra.tutto per ra– gioni di spazio. Sta bene. Accenniumo ùuuque !ì più brevemente possibile a clne o tre punti che t·i sembrarono discutibili. Anzitutto non conllividiamo una affermazion~ di Nettlau. fatla del tutto "en passant" (non più di tre- o ctuattro righe, a pag. 2G e a pag. 1 ~7): che– "daH'Itali3 del nazioualismo mazziniano é sorto il moslro del l'ascismo di Mussolini" e che si possa parlare tle ''la. Terza Roma eh-e sogna l'Italia di Mazzini e cli Mussolini", come se si trattasse di un'unica. [talia e ,di un '·sogno'' medesirno. Noi ve– diamo la cosa molto differentemente. Ci aembra. cioé. che il fascismo 11011 derivi in alcun modo dal mazzinianismo; o fra i due "sogni'' cli Mazzini e di Mussolini, fra l'errore patriottico del primo e l'orrore na.zionaliRta def ·;econdo, vi sia un abisso. Dimostrarlo sarebbe facile, ma troppo lungo: ci con– tentiamo di avervi accennato. Qualche risernt.. vorremmo rare sulla te,..;i ùi Net• tlau meno sfavorevole ai grandi che ai piccoli Stati. Nelle conclusioni, contro gli uni o contro _gli altri e eh~ solo in una 0driet.'.'1 libera ed e~uulitaria si 5 potr.l a vere una vera· soluzione- degli odierni t)ro– blerni jnter-statali, siamo perfettamente ù'accordo. Puro, se dif(erenze si doYessero fare noi saremmo maggiormente ostili ui grandi Stati che ai piccoli. Non insistiamo. perché riconosciamo che molti tatli contemporanei militano a favore dell'opinione di Nettlau: ma reStiamo molto perplesei sull'argo~ mento. Una oc;servazione. infine. sull'iu ·istenza <li Nel– Uau a fare di continuo una eccezione per la. Spa– gna <111ando1lamentn certe cattive disposizioni della. massa operaia. 'internazionale. i difetti dell'anar– chismo e sindacalismo degli altri paesi. ccc. lit parte ha 1·agione. ma ci sembra esageri alquante,. O-li avvenimenti spagnuoli odierni hanno più d'una 1omigllanza con quelli ,l'ltalia del 1919·22. ed anclrn le disposizioni ùei due popoli ne-i due- periodi nou sono molto divol'se. Noi italiani vediamo commet– tersi t·ola da tutti, anche clagli anarchici. moit: errori che si commisero a suo tempo anche in lt.a~ lia. g tutto ci6 ci vreoccupa grandemente per l'av– venire prossimo cli quel popolo geueroso e coru.~– gio.so . Spe-riamo lostesso che. malgrado tutto. ra.r– doro rivoluzionario e li-bcrtario abbia in Spagn..1 il sopra vveuto sulle proprie debolezze e sulle forze ne– miche; ma l'oss·en··azione ci pa-re\'a uecesearia. Come si vede. e come abbiam eletto nel numC'rn scorso, le obiezioni nostre son poche .. cli poco ri– lievo e ·(orse meno sostanziali cli quello che può sembrare. Vi abbiamo voluto accennare lostes~o. m.a non vogliamo mancare di tornare a d:re che- i compagni hanno in questo libro un·opera della nHt.g– giOre importanza., di g-rarude utilih'i alle n06tre idee. ed al moTimento. - col q,uale ei sentiamo molto d'accordo s solidali. - che i compagni stessi h~ ta.no tutto l'intA-resse di le;::gcre con niienzione e di dif– rondere- in tutti gli aruhienti di :itu,lio e di progres-:rn. CATILINA. Una pagina di Carlo Pisacane sull ' amore La felicitù J.mrr:i. i>rt:ve, bn:vi~•-:lm:i: ma un g-iorno :-=oln di fellcit:'l non é i'a• r:tgon:1bitc a un ~ccolo di Lrhilc e mono– tona. vita. Carlo Pisacane. Qualche anno ra la Civiltcl Moderna pubblicava. una lettera. di Pisacane concernente la sua rela– zione amorosa con Enrichetta De Lorenzo, che poi Cu la sua compagna amorosa e devota, che lo ,s-0gui in tutta la sua. vita di vicende eroiche. culminanti nel tragico episo'dio di Sapri. La lettera poi veniva riprodotta da L'Italia letteraria, dove noi l'abbiamo trovata, seguita dalla seguente avvertenza: ... "lo stile terribilmente contorto e rudimentale del Pisa– cane ci ha, molte volte, costretti a ridurre il periodo a lezione plù intelligilJi'le". 1'1a. noi avremmo prefo· rito il testo originale, per .assicurarci che c-01 rad– drizzamento dello sti.le non si ,sia voluto implicita– mente ... raddrizza.re il pensiero del'l'antore. In Lutti i modi. dal documento in q11e-stione cosi come ci vien dato, risalta la libera concezione che ii Pisacane aveva n.nche dell'amore. Bssa si ricol• lega del resto con quanto egli aveva in 1woposito scritto nel suo "Saggio sulla Rivoluzione'': ma ne,l documento in parola acquista maggior vulore, Ilcr– <'lté qui dalla teoria si passa alla pratica. e s1>ie~.i hl coerente conReguenza del Jl1;ucipio libPrtr1rio ciel Pisacane. Se poi vog-liamo fare astrazione dai pri11cipii ~o– cialt dell'autore del "Saggio•·, per ri(erirc:i sohtmcntll. al merito che la 6loria é portata a riconoscere ;! questo amore, che a11·11.;roeru di confoTto P spronl' attraverso le persecuzioni, le miserie e J.e amarezzp dell'esilio, grande é il senso di .~ratitudine cho n<' sc:-aturisc:e per l'eroina che un tale amore :-msl'ilo o merit6. Quando Carlo Pisacane si decide n hutlare allo ortiche la divisa di ufficiale borbonico, troncancl't una brillante caniera gia as-sicuratagli dal suo fo– gegno brillante e dalla discendenza nobiliare,. e l"R febbraio rlC'l 1847. 11111uitodi falso passa1l0rto, s'im– barca sul pi rosea fo fran< 'P.se - "Leonidas''. la sua -.~11- l'ic-hetla lo SOglll'. La polizia. borboniea. vonuta a t'OIIOS<'enza clt'lla fuga dei due amanti, si melte sulle loro tracce. Li f:1 ricercare, a lVl~t~i~lia e poi a Livorno; ecl in qui~. st'11lti111a cilt:'i, si ri0scP a. se-cp1e-xtrar loro soltanto i passnporti. mentrA i ricercati souo jn viaggio verso Londra. Qui, richiesti dal governo ùi Ferdi– nando TI. il m.inistro Palmerston si 1ri[iuta di con– segnarli. 1\1a. la tolleranza lonclinense 11011 compc11sa la miseria, <' i due Tifugiati decidono cli port:nsi a Parigi, <:on la speranza cli trovare la vo1·0. A Parigi il governo borbonico, a mezzo del suo ambasciatore Duca di Serracapriolu, riesce a Carli ar1·estare, !n attesa e con la ,speranza di avere da Napoli una guerella da parte del marito della De Lorenzo. Ma questi si rifiuta; cosi che il governo di ·Luigi Jlilippo é costretto a ridare la liberta ni clne perseguitali: llberlà assillata dalla fame o dalle privazioni, che costringe il Pisacane ad arruolarsi nella Legione straniera Jlt"I' partecipar~ all::1 ~nCHTH di Algeria. Ma intanto se.oppia in Italia (1848) la rivoluzione tanto ansiosamente attesa dall'Eroe, e c1uosti vi cor,1·e. abbandonando l'Algeria. Enrichetta lo segue. Egli si batte con valore a. Brescia. e a· SalU, e qu~ cade ferilo. Intanto Jn Uepnbblica Romana (, rni– r!aC'clata dalla rrnzionp straniera. tbe il Papa lia invocato contro la -ciltù, ribelle• .. J-<: il petto di Pisa• cane é ora di scudo alla Hepuhblica, cho per6 uou rie+;ce a salvarsi. Carlo Pisacane. caduta la Hcµub– blica Romana. vien chiuso nello prigioni pontificie, da dove la sua compagna riesce .:., salvarlo. Ecco ,riaprirsi ai due amanti la via clell'csilio. Ca– l'ichi cli miReria, ma sorretti dalla speranza di uuo\-·i cimenti e cla.ll' amore inconsunto, nasce loro una bimba: queHa Silvia che sottran.i trent'anni pii·, tardi a Nicotera i libertari di Benovento. Siamo vicini all'epilogo del 1>ocma. epico di questo purissimo eroe, che starebbe bene tanto in un canto di Omero quauto in un dia.logo di Platone. Egli Hi accinge alla Spedizione di Sapri e, giunto il mo– mento. parte, laseian<lo c1 Genova. la ~ma Enrichotta, dopo avere nel suo testamento chiesto ai suoi cri– tici ovo11tuali 11011cli imitarlo. ma di non maledit'e alla. SV('ntura. E Sapri fu uu olocauHto chr apri il varco a mi gliori forlnno, anche se i propositi aire.liti del ''Sag– gio sulla Hivoluzione'• furono. da~li psetHlo-eroi na• zionali " regi. sepolti ·con lui. ~ o !.. a lettera [a comprondel'l', i11.1plicitamenlt~. come il Pisacane amasse da tempo l'Enrichetla; ma la ramlg!ia di lei. [ON!e ahusando do! sistema allora in uso di disporre della sorte dei figli, a \'eva prov– ,·ectuto a ciarle marito secondo il loro criterio di scelta. Cosi cJie la giova.ne. appena uscita di col– legio. trovo pronto i.!! fidanzato nella persona del ricco borghese Dionisio l.azzari. cugino cl('llo stesso Pisacane. giudicato uomo rozzo e- dispotico. lnr:a– pace di comprendel'i::- l"animo sensibile cli lei. che a\•rebbc dovuto diventarne la sc·hiava uhbidicnte o rlocile per tul ta la vita. li matrimonio avvenne; ma non detto alla donna la [e'licit.:1. r.::;8sa non poteva neppure occuparsi coi criteri suggeritile dal suo animo della educazione dei figli. sottoposti com'erano questi ai gretti s;. stemi ~ voleri del padre-. Carlo fPisacaue fu l":incora di salvezza Ui <1u1>) nobile cuore. dh;posto a pagare colle privazioni, la mi.seria e- i disagi della. persnc·uzionr <~ della lotta una. vitn libera o ideale. Né i continui .appelli dP·I marito :1 mezzo cli persone amiche valsero a farla desistere dai snoi propositi. a farla. cioé ritornare in sono alla famiglia leg-alo a ~oclcrC" df'lrngiatezza del sno ''lf'~ittimo·• c:onsort1•. ~:ern la lettcr.1: Paris. rue de Londre:~. 40. Ai 31 maggio del 1847. Gentilissimo signor Ricciarcll, quantunque siamo di contrario avvi::;o till alcuni punti riguardanti il mio affare, pure mi é molto grata la premura. cho ella dimostra 11e-r me e glien13 11roteslo infiniti ringraziamenti. Prima cli tutto 6 necessario eliminare gli ecruivoci ci1e fol'se qualche mal collocata espressione ha po– tuto far nascere, e perci6 stabi 1 1ire il principio che in non domando né compatimento, né assoluzione, ,talla Società, perché a questo sarebbe incllspensa– hile un sentimento chp io 11ou. sento. rl p0utirsi (• di quelli rhe agiscono senza rifles-

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