Studi Sociali - anno V - n. 32 - 22 luglio 1934

ANNO V .\ BHO~ A)rn~·r,: l',•r vc11tirp111U,ro numeri Per dodid numni $ ~-– " 1.20 (.All'estero lo stesso prezzo, equivalent~ in mone• ta degli Stati Uniti a due dollari per 24 numeri ed un dollaro e 25 cent. per 12 numeri.) SOMMARIO La finf'- d;,l/u "C1,nrcnlrazione" (LmGr FAe- HRI). Anco;.a Bisanzi{) (J~RRIC'O l\fAL.\TESTA). /,e Vacanze della, legalita (Lu101 BE1t·r0Nr). /,et/ere polrmichr ,·ulla Spagna (ALBERTO Mr:- scrn). Rr·hi d'Europa-. Problemi 11oslri (P. PF,LCINO ,, J_,uwr P.rnBRT). 81J1mli c1-itici e polemù-i (CATILINA), Una )}(J.gi11a di Carlo l'isacanr s1dl'amorr (Nr– :-.;o N°APOl,J'r.\XO). .Le vir, drl./'a1·ai1zala rirnluàrmaria (J1UJ<a 1-'.m– nm). I' rogrr1111111a. r Or9a,11 i;;;;a;iour dell'Associazione lnlrr11azionale dei f,woorato1·i (E1rn1co ~fAL.\• TE$'rA). niùliogra[ia ( H1m,10,·n,o). Dibri 1·i-e1'1mli n dono. La fine della 11 Concentrazione" li farro da rln,4 mPi,/ 11011 (, gia pi(, cl'at– tualitii.; ma vogliamo cli1·rn' qual!'hc cosa loslPSfiO, 8<' non altro p<'n·ht'• c·i<iC'i servirà 1,er tcrminan' 1111 disc·m·so fatto e lasciato un po in ~os1H•soaltra volta, cirea 1h11' anni fa. cl:i (JIJl'S!I' SIC'SS(' ('Olonnc, Fin da allora la, c·risi della '·C;onccntra- 7ione .\ni ifaSC'ista" era cvidPnl<'. Gia d:1 par<'P<'hio prima ei si trovarono a disagio i sociali8t i massimalisti, e l'a VC\'an lascia– tn. Poi fu la volta d<'i rcpubbli<'ani. Questi vi rirntrarono 1111 anno dopo; ma non eran µi(r ;.:li S!f'SSi di prima, 1,'enlrala in f'SS'.l c!cll'organizzazion<' di c·ombatt.imento "Giu– »tizia e LibPrta" parve rinnimarc 1111 pù rplla "Conccnlrazio,w" gli spiriti vitali <'he ,.,ndavnuo lauguenclo. Ma fu per· poco. La mori<' di Turai i e pit1 ancora quella di Tre– V<'~ debbono non poro aver influito sulla deradcnzn drl1'01·g,H1ii;mo, ehr si reggeva 1,opra(nllo pel suo pr<'stigio apparcmte e per l'influcnz;i ;.:iornalisl iea d<'I 8110 orgnno di propaganda "La Liberi.a". Si sentiva la fiacr·a anche dal linguaggio di quest'ultimo, che appariva ognor più prosecuzione d'un lavoro meccanico e ob– J;ligatorio, sempre giornalisticamente ben fatto, si, ma non pit'r vivace e fiducioso come un tempo. Ed era altresi evidente che or– mai tutta l'atlivita reale della ··concentra– zione" si riassumeva in quel suo giornale. Quindi maggior senso di disagio, malumori, critiche, r<'c. come in ogni famiglia nume– rosa non unita da legami troppo intimi ed in cui "le ('06e vanno male". :\la conw avrebbero poluto le cose andar bene, s" il faseismo, l'abbattimento del qua.– le era. l'unica ragion d'essere della "Con– ec,nt razione", non solo nou precipita.va , se– .-ondo le speranze e le previsioni ripetute degli orga.11 i concen trazionisti, ma si raf– forza va c•on l'estendere la sua nera ombra ,,u tanti altri paesi'? Dicevamo anche noi due anni fa ehc il disagio e la crisi del– l'anlifascismo dovevano tendere ad ina– sprii-si e r·rescere con l'andar del tempo, in quanto pma e semplice uegazione di fronte ,,IJ'avversa e persistente realta. Tn cambio era allrcttauto natu1·nlc che i movimenti :ViONTEVIDEO, 22 LUGLIO 1934 • • • RIVISTA DI LIBl:RO [SAMI: Per la redazione e l'Amministrazione ri- I volgersi a: T,UI(H }'.\.BIHU, rivista "Sludi Sodali" l'a~ilh~ '"-' ('orrco 141 JJO~'l'EVIJ)};O ( (lru!!'IIIIY) ' singoli Leuùessero a sviluJJpare di più alla periferia qucll'attivita che languiva al een– t ro, e i più forti vi guadagnassero di prc– ,tigio a sc·.apito degli altri. Di qni l'aumento di disgregazione e di– sagio interni della ''Concentrazione•·. La stessa entrata in lei di "Giustizia e Liber– ta", che per un momei1to era stata come l'olio che ravviva la fiamma di una lam– JJada, fini col precipitare la crisi. La gio– vane a-s~oriazione, ehe da semplice organi– ~mo di lotta era nndat.a subito assumendo figura di partito. accentuando questo suo <'aratterc accentu6 altresi - com'é proprio di ogni partito - la sua tendenza assor– tente e invade mc: si che gli altri partiti. in speeie quello socialisLa, sentirono a tm certo momento il bisogno cli ·stabilire una maggiore parita di posizioni reciproehe. Al \'hc "Giustizia e Libertà" si rifiuto, propo– nendo al contrario 1111a unificazione anco1· r iù aceenlraLa. Noi siamo sempre dell'opinione ehe "Giu– stizia e Liberta" segni un progresso, sia nella lotta antifascista, sia t·omB concezione ;.;euerale della rivoluzione, sul vecchio par– tito sociali-sta italiano. i\la nel caso parti– colnre non era quest'ultimo ad avPr torto; roiché ad ogni libera <'0operazionc di forze, c'iversP e non omogenee, intorno a 1111 fine <·omunc. é indispensabile, insieme all'auto– nomia di f'iascuna, la parila di <·onclizioni f1a tutte. fB' la base lii ogni sano federa– lismo, una dellP esigenze più imporlauti àclla liberta. Misconos('e!'la oggi non (' cer– tn la miglior promeRSa ]lei' l'a\·venirr. mal– f;rado tulle le migliori intenzioni c·onlraril'. ~peeie 1,e <'hi la misconosce é una forza r,olitic·a che aspira alla futura. direzione della cosa pubblica. Naturalmente l'errnrc di questa tende11za "totalitaria" non ci fa dimenticare che an– c·he il Partito Socialista l'aveva nel san- 1--,ue, e se ne risente oggi solo perehé lui u'é stato scottato. ~fa questo nou infirma punto le nostre osservazioni. Al contrario! Dieemmo gia perché, pnr essendo molto ìonlani dal programma e dagli uomini del– ];J. "Concentrazione", obietti vamen le le ri– conoscevano loslcsso una funzione utile nel movimento generale antifascista. Si com- 1,rencle quindi che la notizia del suo sfa– sciarsi non ci ha fatto piacere; l'urlo di gioia con cui la raccolse la stampa fascista 2.vrebbe bastato a impedircelo. Ma non é il, caso cli darle soverchia importanza. Di l'alto le C'0S<'rPstano su per p;it'1eomc pri– ma.; e non hanno tn(t i i torli neppur co– loro che han detto che il movimento ci ~uadagncra, se le forze gia costituenti la "Courcn lrazion e", rf:'St·ate unite e attive ciascuna per suo conto, sapranno resistere a I prnrito di grnffiarsi e mordersi a vicenda , on polemiche spinte al di la d'una cor– uiale discussione di idee e di meto<li. Non discutiamo l'azione svolta clandc– slinameutc da "Giustizia e Liberta" in !ta– lla: é la più utile, di certo. ma é anche auclla che iguoriamo di più. Pero, come situazione di fatto all'estero, - almeno come appare a, uoi lontani, al di qua del– l'oceano, ~ essa ci sembra disimpegni ora di fronte a I pubblico gran parte della fun- In fl~NHl'J'.\: l'1•r oµ·ni ('OJ►ÌII $ o.o;; (Negli altri paesi lo stesso prezzo, equivalente a cent. 5 di d:>llaro. - Sconto d'uso ai rivenditori.) :<ione cli propaganda(:. rapprescnlalinl della ('X-Concentrazio1w. bent'hc'• (·On c·1·itPri suoi J,ropri <' clirnrsi. l'ro/,\nill1111aiir,an1entP (' dinamieamente d sembra un prngresso (rileviamo fra l'al– tro c·he. <·orr<'ggeudo una sua posizione ;,nteriore, '·(;_ e L.'· ora si pronuneia per la ril·oluzionr esproprialrice senza i11de11- 11 i(à): ma y'é a lernere che. senza il eou– tra]leso degli altri partiti, si sviluppi in lei, appunto in ragione della sua giovinezza, 1,011immunizzata a11cora da un lungo eon– ta.tto c·ol proletaria.lo . r per l'origine cli al– ('nni suoi elemenli, qualche tendenza malsana, cli cui fiuora s'é notato appzna qualche sintomo isolato o intermittente sen– za. gra,·e significato. Alludiamo a certe Him1,a.tie 11el neo-socialismo francese cosi nitra-autoritario, a ee1•te manifestazioni di ]'Htriottismo ve,·('!Jio slile. ecc. Abbiamo I.orlo'? P116 darsi; ma solo l'a,·– H'nire può rispondere a.Ila domanda. Del 1esto q11esi.e"ono impressioni e opinioni cli lii ililallli. (;0lll ba( (('Il ti ben si t·on lro lo stes– so nemico e con sc•nlimenti 11011 trnppo dis- 8imili, ma. d'una milizia cli\·ersa e con di– verso programma. Quindi, qualunque sia il nostro giudizio su quel che fauno gli altri. l'importante é cli far noi il dornre nostrn, secondo le idee e propositi nostri. :-Jon per– diarno troppo tem]lo a. cen·are il fus('e)lo o il 1raYe nell'o<·chio del nostro viPino, e badiamo piuttosto a non avercelo noi stessi. La miglior critica al laYoro degli altri, l'u- 1;1('a dan·ero roneluclente. é sempre quella rii laYornre meglio di loro. Lavoriamo! J,UIGl l<'Almm. ANCORA BISANZIO (Continuazione e fine; vedi numero 29) 'futto c:i6 é molto stupido e ci rammenta un apologo che .R..1kunin amava ripetere spesso. Duo giocavano alle carte. Uno dei giocatori disse all'al– tro: "Signore, debbo prevenirvi che quando perdo al gioco, io sento il bisogno d'insultare il mio av– versario; spero che ciò non vi irritera, perché vot sa!)<'lle che l'uomo non é responsabile delle sue a– zioni". "Oh, perfettamente'', rispose l'altro, "tanto più che anche io debbo prevonirvi di un mio di– fetto: che, cioé, quaudo mi si insulta, sento il bi– sogno di rompere la faccia a chi m'insulta'·. La partita. fini e fu perduta dal primo ;ioratore; il qua.le però QU-OSta volta non senti affatto il bisogno d'insultare il suo <.I vrersario. Il (·bo potrebbe -0.imo– strare che la paura cJi un..-i punizione può cambiare il corso dello uostrc azioni. anche non ammettm1do punto il libero arbitrio. Xoi siamo materialisti ed iu <,ous-0g11enza sa1>– pi.1mo che l'uomo é il prodotto dell'organizzazione <•rcditata e dell'ambiente fieico e sociale nel quale vive; sappiamo che tutte le azioni umane possono, <'Oll l'analisi psicologica, ridtfrsi a una. manir.e-sta– zione dell'egoismo; cbe esse sono determinale dalle < ìrcostanze e rispondono a un bisogno ùeill'organi- 6roo. àia ci6 non pu6 cambiare la natura buona o cat– Iiva, uiil<' o nof'iva. socievole o antL5ocievole delle azioni individuali, né ~-mbiare la nostra regola di condotta, né il m·lterio eon cni noi distinguiamo gli amici dai ne,mic:i.

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