Studi Sociali - anno V - n. 30 - 16 maggio 1934

4 . sindacale comprende soltanto i srndacali fascisti elle sono gli unici riconoocluti dalle leggi e gli unici esistenti, costituenti quella minoranza attiva che. secondo Mussolini, é l'unica che ha importan1a e ta la storia. E' la. dottrina di coloro che non pos– sono conquistare la. maggioranza. Mussolini sa di non averla. Infatti, mentre vantava il generale en· tusiasmo fa,scista del popolo italiano, il capo del governo italiano, nel medesimo discorso (1) in cui annunciava la futura Camera. corporativa, doveva con~essar,e .quanto seguè: "Ron bisogna per6 fru·si illusioni eccessive per quello che concerne il co– sideUo proletariato urbano; é in gran parte, an– cora lontano e, se non pili contrario Come una volta, aseente. E' evidente che noi dovremo essere aiutati ahche dalle leggi fatali deila vita. La ,gene– razionfi degli irriducibili. . . si el!miuei'a per legge naturale. Verrànno su J giovani., gli operai ed i contadini che stiamo reclutando nei Balilla e negli Avanguardisti. .. , potenti organismi che ci da_nno modo di controllare la vita della nazione dal 6 ai 60 anni". In .queste condizioni, la gerarchia é pel fascismo ancor più una necessita che una dottrina. " 3'1'UDI SOCIALI logica dell'istituzione della Magistratura del Lavoro fu la proibizione dello sciopero e della s-errata. Nel medesimo anno 1926 un decréto creava il Ministero delle corporazioni ecl il Consiglio nazio– nale delle corporazioni. Pér6, dopo tre anni, uel 1929, non esisteva ancora in Italia nes,anna corpo– razidne ed il Consiglio non si era mai riuriito. Lo Stato corporativo, di cui parlavano tutti i discorsi del Duce e tutti i giornali italiani, tardava a na– scere. ·Come organi di relazione orizzont~tle funzio– navano intanto i comitati lntersiliducali, compdsti di delegati dei padro1i i e dei sindacati operai fa– scisti e presie.duti dal segretario del fascio localé. Tutti poi stavano sotto la direzione del segretario del Partito fascista. Quei comitati tenevano per compito l'esame dei conflitti fra capitale e lavoro, il controllo e la vigilanza !)Oliticd-econotriica sulle organi;zazioni e i suoi clirigenli, l'elabdrazione dei contratti di lavoro. In realta questi organismi as– sorbivano e centrallzzavano tutte le .Ìttività dei sin– dacati. Il mi~istro Bottai elogiava alla Camera, n"l marzo 1928, il lavoro di questi comitati che po– tremmo chiamare pre-corporativi, per la loro epera, nel senso della riduzione dei salari e dei prezzi (1). Veiirerho conia la riduzione dei salari, clovtita al Vediamo ora che parte di questo piano (lisegnato einclacalismo fascista, fu molto maggiore di q-tlella teoricamente da Rocco é stata 1ealizzata nelle leg- dei prezzi. gi. Vedremo poi che relaziòne esiste trrt. le leggi e Questo 8ì.iticio giuridico veniva poi coronato da i fatti. quel documento non giuridico, fatica personale di Nelle leggi e decreti del 1926 che, secondo il Mussolini, che fu promulgato nel 1927 con il nome ministro della Giustizia Alfredo Rocco, rappresen- di "Carta del Lavoro", il quale non faceva che in- tano la soluzione di un problema che tormenta l'u· globare in un sistema teorico piti o meno organico mantta da 100 anni, si stabilisce cb.e pu6 essere le disposizioni dell'anno precedente. Si riaffermava. legalmente riconosdiuto un sinciacato operaio o pa- negli articoli della "Carta" la fede del fascismo dronale che comprenda la decirr,a parte dei lavora- nella proprieta privata, si !issavano le attribuzioni tori del ramo, sempre che esso si preoccupi n?n delle corporazioni (che, d'altra parte, non erano . -solo della protezione economica, ma anche dell'eàu- state create ancora), si ripudiava qualunque crl- ca~ione morale e nazionale degli affiliati, cbe abbia terio di salario minimo o di salario proporzionale dirigenti di sicura fede nazionale, e che esiga, per al costo della vita, - due concetti che: secondo l'ammissione dei suoi membri, una buona condotta Bottai, sono poco dinamici, - .si raccomandava alle polltlca dal punto di vista nazionale. Per ogni ramo associazioni di datori di lavori l'aumento della pro- della produzione non si ammette il riconoscimento duzlone, la riduzione delle spese (cioé, in fondo, legale cli pii>. di un sindacato. In àltre parole: si anche dei salari) e l'accettazione degli iscritti nelle riconoscono esclus!JVamente i sinda'Cati fascisti. E liste di collocamento dando la preferenza agli af- non é questa una mia semplice deduzione. ~usso- filiali al partito ed ai sindacati fascisti. lini è Rossoni lo dichiaravano apertamente (2). Le altre clispooizioni figuravano già o helle leggi ---:f---,.sl'mlaeMi----a, .leonowlu.ti -l'.3.Ppi:e!leri.taUD tti ~rr;,,l_;_i_,_.,,,LL....=aOan...1>1l.U.ldLLl'-""l'-"'e-"11"-01!J·m=ec...ed~e~ll~e-.!.v~e:e,cc~h~i~e'.....'.:o::.re_ga::,n::.::lz:..•-1 ,operai O padroni clel ramo, anche nelle locallta d;,ve zazioni socialiste o cattoliche. D'altra 1>arte, le clau- non hanno nessun iscritto, e possono imporre a tutti sole che si rife1·iscono ai contratti collettivi di la- i lavoratori O clatori di lavòro della. categoria che varo furono applicate molto raramente. rappresentano, iscritti O no, una quota annuale, de· J11 sostanza i sindacati, istituzioni più di fatto ,dotta dal salario se si tratta di operai. I contratti che di diritto, hanno sti certi punti un regolamento <li lavoro ,conclusi daMe organizzazioni riconosciute molto vago, che dimostra come la t·ealtà, che la sono obbligatori per tutti quanti appartengono al legge si sforza di coprire, é spesso inconfessabile. ra 1110 cui il contratto si riferisce. I sindacati non I sindacati non funzionano come tali. Si limitano Th:onosciuti, non avendo personalitù. giuridica, uon a ricevere ordini e ad imporne l'applicazione. Non 1 ,ossono rar nulla di quello che fa un sindacalo, si spiega in altro modo come nel 1927, dopo sei neppure in teoria. In pratica poi, l'organizzazi•,ne anni di vita aindaeale, si impiantasse una discus- autonoma non esisteva piti. Con le leggi eccezio:iali sione su questo punto: se i diri 1 genti operai •cle'bbono del novembre 1926 che scioglievano tutte le asso• essere elettivi o nominati gerarchicamente. La leg· ciazioni "antinazionali", cioè non fasciste, la Con- ge del 3 aprile 1926 diceva che debbono essere federazione Generale del Lavoro, che ormai .era nominati secondo gli· statuti interni di ogni asso- soltanto una sede ed un timbro, si trasferi a Parigi ciazione e approvati cta.1 ministero. Cosi avviene che con la fuga clandestina dei suoi membri. E mal- i datori di lavoro eleggono i propri dirigenti, nlen- g.rado ci6, cinque mesi dopo la "Carta del Lavoro:· tre l filndi1cati operai si veggono imporre i loro inizia il suo terzo articolo con queste parole desti- capi dalPalto, come dall'alto si vedono imporre ri- nate all'Ufficio Internazionale del Lavoro di C:ine· soluzioni, contratti, ecc. "Questo criterio delle no- vra: "L'organizzazione s-indacale e professionale é mine fatte nelle alte sfere - ài-ceva il segretario ~ibera". del partito nel 1928 per porre termine alla discus- Già nelle leggi del 1926 ~i prevedeva, ma solo sione - ha dato buoni risultati ed e1iminata com- come ,progetto pel futuro, l'istituzione di organismi pletameute la mentalità democratica. Per cl6 biso- statali di relazione tra sindacati padronali e sintla- gna conservarlo". cati operai. Ma la legge non dice nulla in proposito. Ci6 clie Per .sostituire l'auto-difesa di classe e nel mede- si pu6 osservare é che i dirigenti ed I rappresentanti lli!Ù.o tempo l'abitudifie ,dell'arbrtrato interno che degli operai appartengono quasi tutti alla classe de- -dava a,gli operai un potere uguale a quello dei [ia- gli avvocati; quasi nessuno proviene dal proleta- ,droni nella risoluzione dei conflitti del lavoro, era riato. stata istituita, nello stesso anno e ccin le Iitedesime •Oltre ai sindacati operai e padronali, esistono le leggi, la Magistratu.ra del Lavoro, sezione speciale federazioni professionali dei medici, avvocati, gior- delle corti d'appello, costituita da tre magistrati, nalis-ti, ecc~ QuesTe fei\erazioni stabiliscono le liste due consi.gileri della stessa corte e due esperti prov- ·degli affiliati, da cui 'sono generalmente es·clusi tutti visti di .diploma universitario 0 di un titolo equi- coloro che hanno un presente o un passato politico valente e di "condotta politica inattacabile". Dalla troppo.. impuro (2). E la legge impedisce l'ese1·- ~tessa costituzione di questo Tribunale, in cui non clzio della professione a chi non figura in quelle interviene per nulla l'elemento operaio, si pu6 com- liste. 11 giornalismo, per citare l'eseIDJ}io pii>. evi- •prendere quale doveva essere Il suo funzionamento. dente e conosciuto, é stato depurato completamente. Lo vedremo poi con dati precisi. La conseguenza "In un regime totalitario come dev'essère quello che sorge da una 1·ivoluzlone trionfante, la stampa (1) "Corriere della Sera" di Milano, - 27 maggio 1927. (2) Roberto Farinacci, allora segretario generale del Partito, scriveva: "Questo é giusto, perché bi– sogna ricompensare quelli che han servito il fas-ci· smo", Insomma - commenta Arturo Labrida - si fanno rivoluzioni per dar da mangiare ai rivolu~ zionari (A. Labriola, "L'Etat et la C·rlse" - Paris, •1933 - pag. 294). é un elemento di quel regime, una. forza al suo (1) Buozzi e Nitti: Opera citata, pag. 171. (2) ,per esempio, In cancellato clall'albo degli av– vocati di Roma, malgrado la sua fama d'insigne giu– rista, Il vecchio F. Saverio Merlino (morto nel 1930) c·he esercitava da pii>. di 50 anni e aveva difeso l'anarchico regicida Gaetano Bresci nel 1900. servizio. Ecco perché la. stam]!a ltaliàua é f~ci– sta'': •Cosi parla Mussolini. (Iliscorso del. 10 otto– bre 1928), Un pas9:o di pili verso lo Stato corporativo inte– grale, come lo ,:;oncepiscè Rocco, ru fatto con la leg_ge elettorale del 17 maggio 1928, elaborata dal Gran Consiglio fascista 1 questa a'i:isemlilea nominata direttamente dal Duce, nella qµale tutti i poteri si confondono nell'incertezza delle attrjbuzioni. li Parlamentarismo che usci dall'a]!]!licazione di que– sta legge partecipa della stessa realtà e delle stesse radici dei sindacati. Cdme questi, avendo lo stesso nòme delle organizzazioni libere, sono iu realtà i– stituzioni di carattere militare che hon fanno clie eseguire ordini, cosi la Camera, che sorge 3.ttra• verso un complicato sistema di ddp]!ia eleziori.e, si riduce, se ne qsserviamo alqµànto il meccanismò, a un'aseemblea nominata dal govèi-no. Infatù, la legge, elle sopprime il suffragio universale, stabili– sce che il corpo legislativo si componga cli 400 mem– bri, eletti dal Gran Consiglio (emanazione perso– nale di Mussolini) sopra un totale cli 800 candi– dati pro11o~li 1lallif 1ij ém'tféàerlìziòni corporative e da alcune associaziotll culturali, mutuallste e di beneficenza. I candi.dati non sono 1>roposti diretta.– mente clagfi operai e dàtori di lavoro, ma dal con– sigll generali delle confedei·azioni, elettivi nelle or– ganizzazioni pailronali, nominati dal governo nelle organizzazioni operaie. COili in. realtà gli operai non hanno niente a cl1e vèdere nena proposta dei can– dlclati, mentre i padroni possono influenzarla. Quan– do il Gran ConsigHo ha nellé sue mani la lista del cantlldati proposti, elegge dentro di lei,. o fuori di lei se cosi gli pare (questo é il. nunto pii>.ammirevole ,della legge), i 400 deputati. Poi gli elettori, clo"é gli a,.p·partenenti ai einaacati o quelli eh-e si troVàno in cèrte condizioni determinate, voìario giobalmenle la lista con un "si" o con. un. "no:•. Sicuramente, con tutte· q_ueete- precauzioni e le altre che si prendono est.rauff!cialmente, s,i la li,ita del Gran Consiglio non fosse approvata gli uomini avrebbero dlrittò a crederè al miracoli Ma ,questo caso nòn pu6 dars-i. E se accadesse, la legge sta– bilisce che si 11roceda a urla seconda elezione con liste diverse. Per6 queste, proposte ca.I medesimo sistema, ·mai non c.on.tèrreb.hefo noini di oppositori, e la vittol'ia ~are.~e.m.p.1-.e...deWas cismo ,...___ Nel 1929 e 1930 abbiamo. assistito al lavoro 'ler trasformare la Con.federazione dei sindacati fasci· sti nelle sei co11federazion.i., pre-viste ùaiia legge. pat'allele alie sei gl..a costituite dai padroni. NP.1 1980, senza che esistano ancora le corporaz1on1, si vota la costituzione del Consiglio nazionale della Corporazioni, già istituito nel 19.26 ma che non a veva funzionato ma.i. Questo organismo, compost:> ,di 159 membri, de! quali solo 40 sono rappresen· tanti del sindacati operai attraverso la nomina fat– tane dai dirigenti, é presieauto dal capo del go verno - cioé dal Dtice - "provvisto di ampii poteri disorezionali" (1). Mussolini chiama il Con– siglio nazionale delle Corporazioni "lo Stato Mai;· giore cleU'economia nazionale". Le corporazioni pro priamente dette ancora non ·sono state istituì:,, benché siano pas~i otto anni da quando la l?.gge le anriunzi6. Il 27 gennaio 1931 il Consiglio fu diviso in tante sezioni quante dovevano essere, nel progetto di Rocco 1 le corporazioni. Si ebbero cosi sette camita!.;_ (per l'agricoltura, l'industria, il commercio, i tra– sporti marittimi, i trasporti terrestri, il credito, e i protessionisti e gli artisti) che si riunivano -di tanto !n tanto col nome di "corporazioni". Per6 net discorsi ufficiali del 1933 spesso fa capolino la eon– fessione che non sono stati creati ancora gli orga nisml ·corporativi orizzontali che figuravano nei pro– getti del 1926 (2). Nel corso di questi ultimi anni, dopo la promul– gazione della ''Carta del Lavoro", ogni nuovo lo– creto, ogni modificazione alle leggi, fin salutato come l'avvenimento storico che marcava il sorge-re del,o Stato còrporativo. Cosi, nella second~ meta del 1933 la stampa -della penisola, seguendo le istruz1ont quotidiane dell'ufficio del •Capo del Governo, inca· mincl6 a preparare un ambiente di curiòsita intoruc, a:lle, prossime "reaHzzazioni" nel c8impo coripOO'"ativo. (1) Mussolini é autorizzato a modificare la com– . posizionè del Consig,lio, a proibire che documenti o memoriali arrivino ad esso o siano discussi, a non tener conto delle sue deliberazioni, a proibirne ·a pubblicazione, a non éonvocare il Cons-iglio per quan– to tempo vuole, ecC. ecc. (e in questo "eccétera" rientrano tutte le evenienze possibili). - Vedi Qua– derno di "Giustizia e Liberti", n. 9, pag. 119. (2) .O. Sal\'eminl - '\Capitale e Lavoro nell'Italia fascista 11 in Quaderno 9 di "Giustizia e Libert&".

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