Studi Sociali - anno IV - n. 28 - 4 dicembre 1933

2 · S'l'UDI SOCIALI Non é qui il caso di discutere chi meglio non ha il diritto di presentare ;n sua vece, "iova alla causa della liberta, e chi pili ef- con Io stesso nome, - come fanno i pap- ficacemente combatte la tirannia dello Sta- pagalli stucchevoli di Mussolini e di Ri- to fra gli uni e gli altri. Noi 'liamo anar- tler, - lo statalismo brutale del fascismo ch'tcl e la nostra opinione é conosciuta. d'ogni paese, che non vuole, non sa e non Quelio che ci turba, per6, é che anche su pu6 "socializzare" (cioé render generale) queste forze restate sinceramente propu- altro che la miseria, la fame, la schiavitù gnatrici di liberta si va da qual~h~ tempo ed il peggiore avvilimento della. dignita e esercitando una influenza deleteria m senso della personalita umana. antilibertario. Le te,ndenze autoritarie s'in- Pur se tale non sia l'Intenzione personale sinuano tra loro subdolamente, spingendole di Labriola, - che in altre sedi, con altri a transazioni a concessioni, ad ammissioni scritti, ha spezzata pili d'una lancia, anche dell'errore n:mico in apparenza di poco ri- recentissimamente, contro li feticismo dello lievo ma che sono come li primo strappo I Stato, - egli con coteste sue arbitrarie ed quasi invisibile, che determinera poi la la- · erronee ammissioni facilita all'estero le cerazione di tutta la propria bandiera. Al- tnrlupinature rlel fascismo e nel mPdesimo cune sono ammissioni vagamente dottrina- tempo contrilmisc·c a riabilitare il feticismo rie che si credono imparziali e al di sopra statale fra q11l•gli stes!<i elementi di li-berla deÙa mischia; ma sono in realta vere e e di progresso che, meno avveduti, si la- proprie concessioni ingiustlfica,te, che né la sciano facilmente fuovviare dalle apparenze dottrina né l'esperienza avvalorano affatto. del successo e da certo li11g11aggiosedicente' Non si tratta, intendiamoci. "'una paura scientifico. Ché non son pochi, purtroppo, puerile di ammettere una verita palese q1;1al- coloro i quali, - pur essendo antifascisti, aiasi, solo perché anche il nemico la r1co- socialisti, rivoluzionari e magar; '•libertari", nosce Se questi dice che due e due fan - cercano di sfuggire alla fnrea logica quatt~o, sarebbe ridicolo sos~ener? il c~m- antistatale della rivoluzione pei' la tangente trario solo perehé lo dice !tu. Qm C'1 r1fe- del minimo sforzo governatirn, allettati riamo a certe ammissioni sulla funzione dall'illusione sempre rinascente di poter "utile" dello Stato, che vediamo fare risolvere ogni difficolta con qu.ilche inter- non solo nel campo democralico e socia- vento dello Stato. lista, ma perfino in qualche ambiente siu- I nomi. le formule, non si contano; e dacallsta e libertario, in cui fa:tno l'effetto variano e si succedono con la volubilita. di una vera e propria stonatura. E sono della moda: razionalizzazione, Stato sin- ammissioni, si badi, completamente erro- -dacale, tecnocrazia, corporazionismo. autar- nee, cozzanti non soltanto con una qual- chia nazionale, industria controllata, ecc. siasi dottrina, sempre un p6 apriorisli~ per Il piano quin{J_u~mnale di Stalin e la rico- se stessa ma con la pili nota espenenza struzione economica di Roosevelt sembrano storica e' con la pili evidente real la con- aprir loro una via d'uscita, suggerire· una temporanea. La cosa non si spiega se non nuova scappatoia. Sfatata o sfumata l'una, col fatto che anche quando si odia un ne- , s'aggrappano all'altra; studiano e si Iam- mico e lo si combatte con passione, si é por- biccano il cervello su tutte le forme possi- tati sempre un p6,-se non si sta in guardia bili d'intervento statale, - int3rvento, na- contro Ja propria debolezza, - a subirne turahnente, provvisorio, eccezionale, limi- l'jnfluenza corr ttrice e osarne senza vo- lato, controllato, ecc. di cui ciascuno teme lerlo i peggiori errori. - ---+-..,,.-affiliato ad a.Itri da 1-t-r-i -ssun per Qualche volta si arriva, per tale feno- forza, ma che ciascuno, individuo o partito meno, a dimenticare le verita. di fatto pili o classe, sarebbe sicuro di utilizzare, senza semplici, il passato meno remoto, le stesse danno, per il bene del genere umano. proprie idee mille volte a[f_ermate; si. ar: L'unico studio ch',essi ignorano, da cui riva perfino a cedere al nenuco la proprietà anzi rifuggono come da cosa superiore alle di queste idee, naturalmente [alsific~te ~ loro forze od alla loro intelligenza, é quello ro vesc iate, _ cosi come, per escmp10, c1 che pur ci sembra il più meritevole d'essere p: i.re sti!\ facendo Arturo Labriola 11ei suoi affrontato: lo studio di raggiungere il bene a, ticoli in un giornale sud-americano, dove voluto attraverso la libera e diretta coope- in certo modo cede il socialismo al fasci- razione degli interessati, senza bisogno del- smo, al bolscevismo ed all:i statalismo ac- l'intervento sempre usurario e prepotenle centratore. dello Stato. Non gli occhi chiusi innanzi Per suo conto sembra che la cosa non alle molteplici difficolta della crisi e della gli piaccia, poiché la trova "brutta", e si ricostruzione sociale, ma la loro esatta vi- prolesta antifascista e difensore della li- sione e lo sforzo intelligente di 1incerle con berta contro le invadenze dello Stato. Ma mezzi di liberta. e non con mezzi d'autorita. intanto fa al nemico la concessione pili Ma da quest'orecchio essi non ci sentono. dannosa alla liberta ,e più utile alla tiran- Il feticcio dello Stato esercita rn loro una nia statale, ammettendo un Focialismo s<'nza tal suggestione, anch·e se talora inconscia liberta., anzi identificando il socialismo col e inavvertita, che il 1irescindeme totalmen- più feroce statalismo dittatoriale, e vedendo te é per essi troppo difficile, :rnzi impos- una realizzazione di quello nella economia sibile. Si trovan tracce cli tale suggestione orgunizzata "alla quale si riduce (secondo morbosa perfino In akuni che sono d'ac- Labriola) il corporativismo fascista, la au- cordo con noi nel respingere qualsiasi in- tarchia uazional-socialisla, la industria con- tervento dello Stato, ma che non resistono trollata di Roosevelt". Tutto questo, per alla tentazione di "riconoscere obiettiva- l'antico sindacalista e odierno alfiere anti- mente", 11er esempio, che il capita!ismo di fascista, ti socialismo. Alla lari;a ! Stato sarebbe, dal punto di ·.ista economico, Naturalmente, se Lahriola a·;esse ragio- superiore al capitalismo privato, pur es- ne noi combatteremmo il ~ocia!ismo C'Ome sendo per conto loro negatori dello Stato un:altra peste dell'umanita, allo stesso mo- e avversi all'uno e all'altro cap:talismo con do del fascismo, del capitalismo, ccc. Ma la stessa intransigente ostilita. egli scambia per socialismo il 9uo più vol- Eppure, anche dal punto di vista più frcd- gare sunogato della speculazione borghes~i, damente obiettivo, anzi addirittura horghc- la pl{i imbecille sofisticazione r:he ne abbia se. il solo possibile in base a!l.i esperienze fatta li dottrinarismo professorale salariato giii. ratt(', ùove sono le prove di tale supe- <lai tempi di Bismark in poi. Il socialismo rioi-ita '! 11capitalismo privalo ha raggiunto non é, non é stato mai altro che l'emanci- risnllati di progresso economico e male- pazione delle classi operaie dalla servitù rial(• di s1·iluppo della produzione, tali c·hc del salariato, l'abolizione dello ~fruttamen- un secolo fa nessuuo avrebbe potuto imrna- to dell'uomo sull'uomo, la liberta. resa ef- 1 ginare. Lo Stato, invece, dovunque per ra– fettiva per tutti con la soppressione d'ogni I gioni sue proprie ha invaso il campo del– differenza e soggezione di classe, chf' ha I l'economia, si é dimostrato sempre il peg– il suo coronamento ncll'eiiminazione del ~iore e pili costoso degli amministratori, il "padrone" sia nel campo economico che in j t,ili torpido e fannullone dei produttori, il quello politico. Labriola é liberissimo di 1,iù scialacquatore e dislruttore di rirchezze. credere utopistico questo socialiRmo, ma Le sue aziende, quasi sempre in stato fai- limentare, non si sono mai salvate e non si reggono che grazie ai mezzi d'imperio spogllatori e violenti della sua forza poli– tica. Se si confrontano due flzicnde c;imilar:, l'una privata e l'altra statale, si trova sem– pre che la seconda costa cli pili e produce di meno della prima. Ogni slancio produt– tivo si é dovuto sempre all'iniziativa pri– vata. Affidare tutta l'economia di un paese allo Stato equivarrebbe condannare alla ro– vina economica quel paese; ed in ogni caso metterlo in una condizione d'inferiorita di fronte agli altri paesi. Oggi il successo di alcuni Stati dittato– riali e fascisti fa veder lucciole :;ier lanterne a molti incauti e ingenui osservatori, che si piccano d'imparziali e d'obiel tivi. Costo– ro non s'accorgono che confondono il suc– cesso materiale e politico, p<'ggi6, poli- 1.iesco e militare, - col successo 1'co11omico. Non si rendon conto che i loro prP.Lcsi "stu– di" mancan di base ,e di ogni elemcnlo serio di giudizio, poiché dovC' (rome sotto i regimi assolutisti) manca ogt1i li!Jerta cli contrasto, di discussione, di opinione, di controllo, anche la statislica ùiventa una ruola dell'ingranaggio statale, una menzo– gna di Stato. Nessuno studio é possibile sn dati falsi e bugiardi. In ogni modo-. anche se presi per oro colato, cotesli equivoci e– lementi di giudizio non proverebbero nulla a favore del capitalismo di Stato che in realta esiste parzialmente solo in Russia, mentre negli altri paesi non "·,; che la pre– poderanza di una cricca di c,q,italisti pri– vati pili potenti, che si servono dello Stato per spogliare i capitalisti pili .leboli e ta– glieggiare e opprimere, a profitto proprio e dei complici governanti, tutta la grande massa del popolo lavoratore e consumatore. Inoltre bisogna tener presente che, sotto tutti i regimi dittatoriali senza eccezione al– cuna, le condizioni di vita eC'onomica della g_eneralita della p opolazion e s'lno sempre in enon, m·a In mlsu1.re= r .. Il n---- dizioni dei paesi rel ativamente pi(I liberi. E basta che in un qualsiasi paese, - l'e– sperimento lo aibbiam \·isto qu'l~i tutti, - un regime di forza succeda a 1111 regime di diritto (prendere col solito granellin di sale queste espressioni del giure borghese) per- ché il tenore medio della vita economica si abbassi sensibilmente. Per qual miracolo mai uno Stato, reso incomparabilmente pili tirannico ancora col farne il direttore e padrone economico dell'esistenza èi tutti, - il Capitalismo di Stato insomma. - do- vrebbe risultare migliore, o meno pessimo, agli effetti concreti del pane di tut•i? E in quanto alla liberti, coloro che pur respin- gendo i regimi assolutisti e totalitari, so- gnano qualche governo "democratlco" che sia pure il gestore supremo dell'economia, come non capiscono che il potertJ economico ag-giunto a quello politico, ne d:minuirebbe ancor pili la "democrazia" e ne renderebbe di fatto pili potente, più a1·bitro della vita dei sudditi, e quindi più assoluto il governo? Mentre stiamo per terminare queste brevi considerazioni, ci capita sott'occhio un nu– mero de "La Prensa" (il mag;i;ior organo conservatore e borghese dei 'ud-America) del 1• novembre, dove un telegramma da– gli Stati Uniti annunciava. a propo~ito del– la N. R. A. - il noto colossale progetto ,cli Roosevelt sulla ricostruzione economica americana, - che <lessa "ba ottenuto sol– tanto di far cr,:iscere la somma degli sti– pendi e il numero degli impieg:iti pubblici, contribuendo a ri1lurre In mcdln cle~snlllrl, contrariamente al suo proposito originale di diminuire le ore di lavoro senza toccare le mercedi individuali". E questa s, 1-ebbequel– la "economia organizzata", che pare socia– lismo a Labriola ed é semplkemente un tentativo, mal riuscito del reslo, cli salvare dalle conseguenze delJa crisi, con lo Stato. i soli capitalisti, - e quelli soltanto degli Stati Uniti, e non tutti, - ron la pili com– pleta noncuranza dei lavorato!'i, contro i quali si sferra la violén,z.a rep1essiva della polizia, anche se dessi, illusi! scioperanp

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