Studi Sociali - anno IV - n. 27 - 1 novembre 1933

renti ll'el Giura - e di Pindy, il quale era sopra– tutto spaventato dell'impressione che ci6 produr– rebbe in Francia, dove comunisuio e monastero ve– nivano tanto spesso associati. "Troverete deboli tracce di tutto ciò nel "Le Ré– volté", anno Il, n. 17, del 17 ottobre 1880, in un 1·iassunto molto br-eve di quel che si disse. Avevamo fatto quel par:rno con grande risoluzione, come lo ha dimostrato l'avvenire, - dopo di lunghe discussioni tra Dumartheray, Herzig e me, e per corrispon– denza con Eliseo Reclus, che approv6 immediat&.– mente quel paisso e gli dette il suo forte appoggio nel Congresso (2). "Lo scritto ammirabile di Cafiero (Anarchia e Comunismo, "Révolté", 13 novembre 1880) fu una sorpresa graditi&3ima per noi, partigiani dell'abban– <lono della parola "collettivismo". Ci aveva promesso il suo appoggio, ma non avevamo previsto che ver– rebbe con' un rapporto tanto eccehlent:e. La gioventù giura-s,siana d-ette il suo pieno appoggio, e la propo– sta fu accettata. Il ,discorso di Cafiero domin6 la. situazione. "11 risultato si fece sentire imme·cliatamente, varii blanquisti ci approvarono molto, dicend_o che essi -erano stati se-mpre comunisti. Per6 il risultato prin– cipale fu quello del Congresso de La Havre ("Ré- . -volté", anno II, n. 20, del 27 novembre 1880), cui intervenne Kalln (3), il quale arriv6 dalla Svizzera e volse il congresso a favore del "comunismo liber– tario". Questa parola ebbe I! allora la sua origine. Bordat, Gauthier, Mollin, i discors-i dei quali si trovano in quel numero del "Révolté'', si unirono subito all'anarchismo, e la separazione dai colletti– visti (4) fu fatta. "In una parola: Bakuniu - il congresso italiano - il congre-sso giurassiano - la Francia del con– gresso de La Ha vre; e da questo ultimo congress-0 ,data il movimento di Lione. Il Giura e Francia erano in buone relazioni mutue, e Malatesta stava allora in Francia (a Parigi). "Vi scrivo questo perché voi sembrate aver la&ciato pae,saTe inoss·ervato il congresso d-e• La Chaux -de Fonds (5). Noi, in Ginevra, lo considerammo come 1,1npasso molto importante e demmo gran peso a1la sua decisione, poiché non eravamo affato sicuri che la si sarebbe presa a favore del comunismo. Gu!l– laume d-i$S0, più tardi, che fu un errore. Io penso ora elle fu molto bene" ... Questa é, per quanto io .3appia, la relazione ·seritta più completa fatta da Kropotkin di quella pr6kar~• zione del Congresso del 1880 e delle sue conseguenze in.imediate. Non posso al-tro che trarne nuovamente l'impress-ione dell'artificiale di quell'origine di una I idea, in quanto simili a-0cettazioni -da parte· dei (!011- 1 gressi prendono l'aspetto di consacrazioni. Kropot• kin non si preoccupa ostensibilmente del comuni;mo prima del 1880, durante più di tre anni di grande attivita, ignorando il congreSllo italiano, dimenti- ·• cando Costa e la discus-sione di Verviers riprodotta pLù sopra, e influenzato di,rettamente dalla speranza -viva destata in lui dall.e riunioni pubbliche in Fran– . eia - vedj "La Comune de Parl-s" nel "Révolté" <lei 2Q marzo 1880 - elle una rivo,luzione popolare -fosse allora Imminente. Tale rivoluzione esigerebbe una pree-a di posses1::10 ' immediata e la sodisfa.zione di tutte le necessita, senza contare. E'· chiaro: Blanqui aveva detto ci6 i ,collettivisti· s·pagnuoli lo confermavano; anche Ba- (2) Kropotkin aveva passato, a partire dalla pri– mavera del 1880, alcuni mesi in contatto personale permanente -con Reclus a Olarens. Il congres·so .giu– r2,s,s.iano si tenne in ottobr-e. Se si éJ inteso, poi, con R-c~clus per corrispondenza., ha -dovuto essere tra lu– glio e settembre -del 1880, mentre Reclus era in ;montagna. Nel "Révolté" Kropotkin sostiene il co– •munismo anar•chico giA· ,da maTzo del 1880. Dov-eva sape·re fin da a-Llora, io penso, elle Reclus stava cl'ac– •cordo su quel punto. (3) .Rodolfo Kahn, francese, molto attivo in Sviz– ZE>ra dal 1876 al 1878 sopratutto, scrisse nel 1880 l'opuscolo "La Question électorale" (Parigi, 1880, 14 pag. in 8'), probabilmente il primo opuscolo a• narchico pubblicato allora in Francia. Era senza nome d'autore; ma il compagno J. Grav,e mi -comu– nic6 che l'autore n'era stato R. Kahn. (4) Erano i guesdisti (socialisti politici) elle in Francia avevano accaparrato il nome di "collettivi– sti" gia da qualche anno, ci6 che tanto contribui allora a dis-gustare gli anar-chi-ci di questa parola. \5) Come avrei potuto citare il riassunto suddetto s0 non avevo visto il "Révolté"? PaTlo quivi iri:cluso <li Cafiero, di Kropotkin è di Reclus, i tre principali protagonisti comuni-sti di que,J congreeso del 1880. STUDI SOCIALI kunin aveva pr-evisto un periodo di vend-etta, di saiccheggio, di disordine, di appaga.mento di odii e voglie popolari. Ma questo é tutto? E' desso una 'Prova. che la societa intera continuerebbe, con quel rilmo delle prime ore o dei primi giorni, durante s·ettimane, mesi od anni, durante l'avvenire- insom– ,ma? Io penso che no; e cotesta tesi resta da pro– vare. !Da Blanqui medesimo, nei suoi scritti postumi, (la ''Critique sociale", Parigi, 1885, X, 276 e 382 pag. in 89) veniva tolto anche recentemente il notevole ·brano seguente: " ... ,Non é d'altra parte un-a pazzia il pensare che, con un semplice colpo, la societa tornera a. cadere su due piedi, ricostruita a nuovo? No! le cooe non vanno cosi né tra gli uomini né in natura. La comunitA progredirà passo passo, parallelamente al– l'istruzione, sua compagna e sua gui-da, mai all'in– dietro, mai in antici-po, sempre di fronte. Sara -corn– ·pleta il giorno in cui, grazie all'universalità dei lttmi, neppure un uomo solo possa e·cser,e vittima cli un altro uomo. Quel giorno nessuno vorra soffrire la di·su·guaglianza di fortuna. Orbene, il comunismo sodisfa tale condizione" ... Più ancora: " .. Tali saranno, secondo noi, le con• segu.enze -dell'universalitA dei lumi. Notate che, in -questo oroocopo, il comunismo figura come se·mplice ,effetto, non come causa. Nascerà fatalm•ente dall'i– struiione generalizzata, e non potr:i nascere· che da li" ... Ed inoltre: " ... Si tratta d'imporre il comu– nismo a priori? In nes-sun modo. Si limita (l'autore) a predire che esso sara il risultato infallibile dall'i– struzione uulversa,lizza-ta". (Ri•prodotto ne "Le Li– bertaire", Parigi, 16 marzo 1929.) E' de·l medeeimo Blanqui la osservazione, citata da Kropotkin tanto spes,so, che se ventiquattro ore •dopo di 1rna rivoluzione ci sono ancora degli' affa– mati, dei mal vestiti, d'ei senza tetto, la rivoluzione é perduta. E' questo carattere veramente sociale impre so ad una rivoluzione - al contrario delle rivoluzioni politiche che terminano, sotto pena di alto tradimento, nell',istante in cui un nuovo go– verno é acdamato o proclamato! - é desso quello che Blanqui teneva preeente, allo stesso modo di Bakunin e di tutti gli altri. Per6 Kropotkin nel 1880 giungeva alla conclu-slone della "permanenza" Q.el comunismo fh;io dal.la prima ora: cosa eh-e Guillaume cons-iderava Impossibile per la mancanza di un'ab– •,bondan,;a permanente; che Blanqui giudi·cava impos– sibile per mancanza di veri lumi, di una vera intelli– genza universalizzata; e che altri con~iderano diffi• elle, se non impos;;ibile, per le esigenze tecniche della produzione che non si pu6 trascurare senza peri'colo di ricadere nella primitivita e n~l!a penu– ria. E Reclus, comunista della prima ora, fin dal tempo della sua gioventù cristiana, se s.J uni a Kropotkin a Chaux de Fonds, lo avra fatto per altre ragioni e sentimenti, e cosi pu,re Cafiero, come lo mos-trano gli argo men ti del suo rapporto. Il collettivismo era un vasto quadro, la pratiC\1- della libera cooperazione solidaria, il?-cui entravano tutte le tendenze, cQmpreeo .progressivamente anche 11 comunismo, come dimostrano le "ldées-" di Guil• laume. Il co,munisll).Q anarchi:co é un'affermazione s,pecia1izzata che, in quanto la vita é sempr.e la vita e produce la var-ietà, si scinde in determinate va– rieta che si escludono reci-procamente. Il primo é -come un bos,co con alberi di mille s,peeie e forme; il secondo é come un albero frazionato in legno ,per fiammiferi. Nell'interno del quadro coll-ettivista v'é posto per tutti; mentre 1ieseuna tendenza comunista é disposta alla convivenza con altri. Kropotkin, durante tutta la sua vita fin dal 1880, fu preoccupato -di costruire a tutti i costi un comu– nismo proprio; per6, salvo i suoi ammiratori entu– siasti che si convertono in imitatori, tutti ·gu altri anar-cMci comuni5ti han fatto ugualmente· e pM'dono le loro energie confutandosi l'un l'altro, mentre elle nell'am,pio qlia:dro collettivista, - come lo compren– -devano Bakunin e Guillaume, e non il collettivismo pietrificato di certi rultri, - si ve-dr-ebbero subito degli amici in coloro che vanno per vie diverse, e ci si sentirebbe rafforzati e non indeboliti da loro. Non ci resta, infine, che tornare su questo terreno più elevato dalle grandi prospettive e creare il vasto ambien_te intell-ettuale e di s·entimenti elevati, che corrispondono alla nostra bella idea, che -s'é troppo ri·m-p-iccio-lita ed é in peri-colo -di Venire annientata. Vogliàim.o noi restar.e qualche migliaia o decine · di migliaia, o piuttosto. di-v•entare un giorno milioni o 5 -centinaia di milioni? In que-at'ultimo caso é neces• sario aprire le· porte più largamente, collocarci sopra una base più ampia e più elevata, spazzar via i no3tri dissensi come oziosi e noiosi. Non si interpretino male queste osservazioni, né. si veda in loro un attacco contro il comunismo libertario. E6se sono so1tanto una protesta contro la pretesa che que·llo unicamente possa supporsi valido; contro la pretesa all'unicit:i che cias-cuno accampa p-er la sua tendenza, con esclusiòne cli tutte le altre, - in modo che si ha l'impressione di tante dittature anarchiche in germe·, teoriche oggi, ma crudel•mente oppressiv-e s-e stessero al potere. Uscia– mone all'aria libera, alla vera vita, al contatto ampio con l'umanita. MAX NETTLAU. Questioni di tat1ica rivoluzionaria Tempo addietro, aderendo all'invito cli rispondere pubblicamente ad una inchiesta sui problemi della rivoluzione in Italia, promossa da "Giustizia e Li– berté." di Parigi, - la nota rivista, organo dell'Aa– sociazione omonima, - mandai ad essa un lungo articolo in cui es,ponevo 1 & mie idee in proposito . L'articolo si pubblic6, nella sua parte principale, nel guaderno 7q del giugno ,scorso. Essendo vera• mente troppo esteso, la r,edazione ne tolse qualche brano meno importante e ne riassun~e qualche al– tro. Ma quello che ne rest6 pubbli-cato era gia ab– bastanza e più che ·sufficiente a far capire Il mio pensiero sugli argomenti che maggiormente m'inte· ressa vano. Prevedevo che nel nostro campo anarchico piti d'uno avrebbe dissentito da me in quel che avrei detto, ,e perci.6 =la pri ma co sa che S·crisei a "G. e L." fu che "le mie parole sa.ra prudente, prenderle come espressione di un pe nsiero persona/le". In.fatti Il dis– senso non ha tardato a manifestarsi, sia a traverso qualche lettera personale (cui p,e.r6 fan riscontro a.ltr-e di vivo consenso), sia pubblicamente in un com– mento apparso ne "L'Adunata dei Refrattari" di , New York (n. 33 del 19 agosto u. s.), nella rubrica "Giornali, riviste e libri". Si tratta. di un commento, cortesissimo nella forma, ma che precisa un disac– cordo sulla questione dei rapporti, prima della rivo– luzione e fino a quando la rivoluzione non abbia abbattuto Il fascismo, fra noi anarchici e tutte le altre forze popolari di opposizione rivoluzionaria an– tifascista. Veramente il contrasto fra ''L'Adunata" e noi si ricollega in gran pa!'te alla ben nota diversita di tendenze che .ci fan prender.e atteggia111enti diyersl su molte altre questioni. I compagni sai;ino come "L'.Adunata" diverga da noi su alcuni punti-· ·non secondari !)el nostro programma: organizzaziÒne· 8.~ narchica, organizzazione sindaeale, azione individua– le, ecc. i quali non possono non in~luire più o m~y9, anche sul-l'atteggiamento nostro verso gli altri m\l– yimenti popolari e proletari. Ma quel che più pro– babilmente deter mi-na la diversi-ta di tale atteggia• mento J,a noi e g.li amici -de "L'Adunata", almeno secondo la mia i mpr,e ssione, é una differenza ►di' stati d'animo, di ten•denze dello spirito, - l'11na più pes• '3imista, volta ad accentuare ,le distanze e le ostilita, l'altra più ottimis-ta, tendente ad ac.corciar\e e miti· garle. Ma di questo é inutile parlare, perc)l.é le predi– spos.izio))-i spirituali sono 1uel che s9no, e uon si 0an;ibiano co.n la (liscussio,ne. Vediamo piuttosto che cosa in con,creto "L' 4-du-nata" non approva -di ci6 che dissi in "Giustizia e Liberta" e quali ue sono i motivi. * * Io mi compiacevo .che "G. e L." volesse che la rivoluzione pro·ceda -subito, senza rimandarle a piti tardi, a realizzazioni pratiche di demoliziolle, espro– priazio~1e e ricostruzione, che possano rootare al piU Pl'esto conquista acquisita e fatto compiuto, senza aspeHare le· decisioni d-el-le solite costituenti, go– verni, ecc. E "L'Adunata" mi domanda: "quanta consi,stenza" avra tale idea "se ogni rivo"luzione ch·e non intacchi l'istituto giuridico della proprieta e l'autorita politica dello Stato, conserva nece,saria– mente la tend,enza a ritornar,e attraverso succoosive invol~tzioni al punto di partenza?" Ma per l'appunto io mi rallegravo di quel propo– sito -di "G. e L.", perché in esso "é implicito un in• laccarsi non indifferente da parte del-la rivoluzione dell'istituto della proprieta e dell'autorita sta,tale fin dal primo mom-ento, quando i vecchi poteri sono abbattuti e i nuovi o non ci ,sono o non hanno ancor.a forza sufficiente ad arrestare l'azione rivoluzionaria. "iG. e L." non vi si adatta Come ad un "disordine" inevitabile, ma lo augura, facendo appello all'àzione diretta p polare, a ".l'attivita spontanea di masse, l'iniziativa dei g•ruppi locali, di cla"Ssi, di associazioni comunque formate", ecc. Del resto anche esplicita– mente "G. e L.'' prospetta un'izione espropriatric·e, un'affermazione di autonomie locali, una t~nd'enza federalista, una resiistenza aUo stafalismo. ' '' ·Certo, "G.· ·e L.", non ·si s,pinge Cosi avallti- ·c6me no_i:vornemmo;, ,e.•pofohé, crede_ S~JPPre' allà,(Ù)\.~faùe utile, e,,-necessar~a, ·-per- qnan-td ridotta, dello ·stato o governo, tende ad or~anizzarne uno a suo modo. E

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