Studi Sociali - anno IV - n. 27 - 1 novembre 1933

4 l'importante non é impedire che i fabbricanti di armi e munizioni guadagnino milioni, bensf impedire la guerra ad ogni costo. Limitarsi al primo scopo, come fanno i socialisti, che votano nel medesimo tempo i bilanci militari, significa sfigurare il pro– blema e farsi complici della preparazione dello ster– minio mondiale, mascherando la realtà. • • Nel suo libro "The present state of German,y" n generale inglese J. H. Morgan scriveva nel 1924: · «Mi si é domandato spesso se la Germania 6 disarmata, e sempre ho risposto quanto segue. Ab– bi~:110_di~trut~o. circa 35 mila cannoni tedoochi, varj Jn1·hon1 d1 fucth, smantellato fortificazioni, fatto ~al– tare polveriere, e modif!cata tutta la produzione di Krupp. Per6 vi sono tre cose eh-e non si possono distruggere: l'uomo, l'industria, la scienza. Circa l'industria, l'unico modo di disarmare una gran na– z:ane in·dustriale sarebbe la distruzione completa d.ella sua industria. La guerra é diventata talmente ur.a questione di tecnica, si é tanto ineccanizzata, che ogni laboratorio d'ingegnere costituisco un ars-e– nale in potenza. La fabbrica che produce cilindri per tipografie o propulsori pu6, in qualsia,si momento mettersi a fabbricare obici>. 1 Più tardi Francis Delaisi affennava, in un con• g:·esso antiguerriero, che le fabbriche cli seta arti– ficiale, di concimi chimici, di materie coloranti, di n1ateriale ferroviario, di automobili, gli ar.senali per la flotta commerciale, tutto é destinato ad essere utilizzato per fini militari. Questa mobilizzazione prevedibile é stata confer– mata da altri s-p.ecialisti, particolarmente per ci6 che si riferisce alla guerra chimica e aerea. Il dele– gato belga De Brouckère afferma va: cLo stesso ae– roplano che serv,e per avvicinare i popoli stabilendo 1·apide comunicazioni, servirA forse domani per ili– -struggere delle capitali. E qu-esta medesima indu– etria chimica, che tanto contribuisce ad aumentare la ricchezza, potrà giungere ad essere il più abbo– minevole mezzo di distruzione che si sia mai cono– sciuto nel mondo, e ,questo in nn lasso di tempo molto breve, che secondo i tecnici pu6 ridur-si a quaranta ore:t. Togliamo dal Rapporto del Comitato di periti della sotto-commissione B. nominata nel 1925 dalla Com– missione preparatoria del disarmo, la seguente di– chiarazione: •Le fabbriche normalmente e legittimamente or– ganizzate per la fabbricazione di prodotti chimici, compresa quella di prodotti coloranti, possono es– sere adattate alla fabbricazione di gaz toS'3ic! con maggiore o minore rapidezza. Nessun periodo di preparazione é necessario pei gaz tossici che eono attualmente prodotti in grandi quantità dall'indn– etria. Tra questi gaz possiamo citare particolarmente il cloro ed il fosgeno>. •La aviazione presenta anch'essa il caso più patente ~'interdipendenza. Una commissione di periti, riunita in. Bruxelles nel 1926, prima che si riunisse la Commissione preparatoria del disarmo, dichiarava: «E' neces,sario riconoscere che fin qui, in gran nu– mero di paesi, lo sviluppo dell'areonautlca civile é stato strettamente legato, dal punto di vista tecnico e defl'organizzazione, alle necessità ed allo sviluppo dell'areonautica militare>. -In che forma si pratica questo adatt amento'! Il d<:legato polacco in G&rmania, Sokal, precisa.va: •La capacità. di trasporto degli areoplani c om– merciali li rende adatti per Il trasporto di gran materiale da bombardamento. In certi paesi i go·verni hanno incoraggiata l'aviazione civile con fini mili– tar!, dando premi fino a l.9 mila franchi oro per chilometro di volo>. Ed il colonnello Kasprzycki di– chiara va nella stessa occasione c he «il p ersonale dell'aviazione civil11 si compone di ufficio.li e sotto– nfficiall per nn 80 a 90 per cento>. Òggi, nella maggior parte d·èlle nazioni, i ministeri dE·ll'avlazione controllano apertamente ambedue le ramificazioni. (La fine al prossimo numero) GASTON LEVAL. Ricordiamo il dovere di aiutare le vitt·ime P?litiche! Ragioni di spazio c'imped-iscono di riproditrre appelli, circolctri, resoconti, ecc. che ap'f!aiono in_~ltri periodici, diffusi fra compa– gni ancoi· piit della ~iostra rivista; ·ma cù5 é it– na ragione di piii, per noi di raccomandare ai lettori il cmnpimento alac1·e e solerte del sacro impegno della solidarieta, dovuta da tutti ai caduti nella lotta ed alle loro famiglie. . J?ia~io.qiti, per norma dei volenterosi, gli in– dirizzi di alcuni dei p1·incipali Comitati di soc– c~rso, c1ti rivolgersi con le offei·te per venire in aiuto alle vittime politiche: Comitato Nazionale Anctrchico pro Vittime politiche. - Rivolgersi a: V. P. JEAN RE– BEYRON, boite · postale 21, Bureau 14, p A– RIS 14 (Francia). Comitato p1·0 figli. dei Caroerati politici d'I– talia. - R,i,volger$i a: CARLO PRIGERIO Case poste Stand, 128 GINEVRA (Svizzera)'. nco STUDI SOCIALI Alcuni documenti sulleorigini dell' Anarchismo comunista (1 8 7 6 (Continuazi·one e fine; vedi n.umero precedente) Sono questi, dunque, dei frammenti della prima discussione internazionale sull 1 anarchismo comunista, i soli che pare se ne siano conservati. Si vedono Costa e Brousse appoggiarlo, - anche nella lettera del 17 febbraio 1880, Brou-sse pur separandosi dalla "intimita. internazionale" se questa non riconosce la sua nuova evoluzione, dice: "io sono anarchico, co– munista, rivoluzionario" - come si vedono Vifias e Morago combatterlo. e Guillaume, Montels, War– notte considerare inutile pronunciarsi su questioni dell'avvenire. Guillaume sembra aver J)arlato nel sen– so delle sue "Iclées sur l'or-ganisation sociale", e parlerà cosi fino all'ultimo giorno -clella sua vita, ugualmente a Bakunin, ricusando di precisare in an– ticipo come decideranno gli uomini di un tempo futuro; e questo non uniformemente, bensi secondo le circostanze di luogo e di tempo relative a cia– scuno. Il tenore del discorso -di Kropotkin é scono– sciuto. Questa discussione, promossa come si é visto da Costa che, dopo le osservazioni strettamente collet– tiviste cli Viilas, rompe una lancia per lo sfrutta– mento in comune dei prodotti del lavoro, il comu– nismo libertario, e annotata da Kropotkin di suo pugno, sfuggi alla sua memoria più tardi, poiché diceva sempre, phi tardi, - -come nella sua 1ettera a Guillaume del 12 giugno 1903 ("La Protesta - Suple– mento" di Buenos Aires, n. 292 del 20 settembre 1928, pag. 552) - che nel 1880 ignorava ancora che gll italiani avevano accettato il comunismo nel loro Congresso tenuto in ottobre del 1876 nelle vicinanze di Firenze. Esporr6 questo fatto con dei brani di nna lettera che l'anarchico italiano dottor Niccol6 Converti mi scrisse da Tunisi il 15 maggio 1897, dopo di aver scorno la mia "Bibliographie de l' Anarchie" (Bru– xelles, 1987, XI, 294 ,Pa•gine) allora recente: ''Rispetto alla evoluzione delle idee, credo dirle che l'a,dozione del comunismo anarchico da parte del congresso di Firenze (1876) rest6 q4as! sconosciuta fra la ma·ssa socialista. E' nel processo di Bene– vento (agosto del 1878) ... quando il comunismo a– narchico, possiamo dire, fece la sua apparizione". Il dott. Converti ml rimandava agli estesi reso– conti su quel processo nei grandi giornali di Napoli come "Il Corrier-e del Mattino" che trascurai di con– sultare allora e fino ad oggi, ma che varrebbe la pena di ved-ere. Egli continuava: " ... Poco tempo prima di quel processo di Benevento si pubbl!c6 nn manifesto dovuto alla penna di Cov-elli In nome della Associazione Internazionale dei Lavoratori, Federa– zione ,pugliese, nel quale veniva affermato il comu– nismo anarchico. Fn dopo di cl6 che "La Plebe" di Mllano, di Enrico Bignami, apri una polemica cor– tese, trovando contradlzione tra il comunismo e l'a– narchia giustamente perché fino allora il comunismo si era presentato s•empre come una concezione au– toritaria, respinta ·dai llbertarj, compresi quelli della tendenza de "La Plebe'' federalista. Quella polemica, sviluppata seriamente con calma tanto da una parte che dall'altra, é una delle poche, se non l'unica, delle polemiche che finirono con l'accettazione di una Idea prima respinta, il comuni-smo". Quello che segue é nn p6 difficile a sviscerare; pe– r6 eom,prendo ci6 che Converti voleva dimostrarmi: ''Nonostante, per gli altri, era il nome cli comunis-mo ci6 che prima non veniva accettato, perché lei sa gi8. che l'idea comunista in realta era ammessa, se considera la formula -clei collettivisti anarchici "da ciascuno secondo le su~ forze, a cia:scuno secondo i suoi bisogni", formula impiegata prima dell'accet– tazione d-el comunismo. E' vero che questo non era con&iderato praticabile Immediatamente nella rivo– luzione. Per esempio, si troverà tale concetto nelle "Idé'es i,ur l'Organisation sociale'' di J. Guillaume, apparse in italiano, in opuscolo, almeno nel 1875 se non prima. E' un opuscolo molto popolare in Jtalia. Di ·quest'opuscolo Converti •ha conosciuto dunque bene la traduzione, introvabile in seguito, del mano– scritto dj Gulllanme, dall'ottobre 1874 in italiano, fatta circolare da Cafiero; ed il fatto che nn collet– civi~ta tanto noto come Guil~aume non parli quivi, come obiettivo finale, -del "prodotto integrale", bensl di "a cias•cuno secondo i suoi bisogni" é ci6 ,che impressionò Converti e senza dubbio anche altri. 1 s so) Tenendo pr,esente ci6, credo possibile, - é una mia ipotesi, - che Cafiero,. molto legato con Guil– laume in quegli anni e specialm·ente intere3Sato da quell'opuscolo, abbia preso l'ls,pirazione del suo co– munismo (sviluppato nell'estate e autunno del 1876 in Napoli tra lui, il suo vecchio amico Covelli e Malatesta) da quella preconizzazione del comunismo "finale" di Guillaume del detto opuscolo, e che que– sto sia stato cosi il motore inizi.aie del comuni,mo anarchico italiano del 1876. Sia come si vuole, notiamo che la esposizione del Guillaume insisteva assolutamente sul fattore di pri– ma importanza, l'abbondanza, e che Cafiero e tutti gli altri disdegnavano superbamente tale pr-even– zione e costruivano le possibilità immediate del C'l· munismo basandosi sull'aumento enorme della pro– duzione dopo la rivoluzione, s-ull'invenzioni di nuov':' macchine, ecc. Vedasi "Anarchia e Comunismo•·. Ji Cafiero (1880). Bisognerebbe anche vedere quel maniresto di Co veHi, il suo periodico "L'AnaTchia." di Napoli e di Firenze, nel 1877, "Il Nettuno" cli Rimini (1877-78), "L'Avvenire" di Modena e alcuni altri periodici anar– chici di quegli anni, e cosi pure la polemica ne "L:1 Plebe". Nel 1878, dopo la partenza di Gu!Haume e i viaggi cli Kropotkin, la cronaca del movim-ento in– ternazionale tanto accurata dal 1872 al marzo ·e1 1878 nel "Bulletin" ginrassiano, fu interrotta fino all'apparizione del "Révolté" in febbraio del 1879, 'l'arrivo -di Malat€6ta, ecc. Kcropotkin uovette mau– care allora di relazioni !ta,iiane, essendo anche Costa impedito prima da un-a sua prigionia in Francia e dopo dal suo smarrimento. • • • Un altrQ documento sulle origini del comunismo anarchico é una lettera cl.1e Kropotktn mi scrisse 'I _1& maggio 1895 (in inglese). Ne ho pubblicato un estratto tempo addietro nel ".Freie Arbeiter St!m– me" di New York; ché altrimenti sarebbe inedito. Kropotkin mi scrisse dopo aver letto Il passaggio seguente della mia prefazione a Michele Bakunin, "Oeuvr-es", Parigi, 1895 (5 marzo), pag. XX: "Fu nel 1876 - per quanto io sappia - eh-e queBt& idee furono emesse per la prima volta in pubblico nel seno dell'Internazionale. Se ne parlava in un opuscoletto astensionista, pubblicato a-I principio del 1876 in Ginevra da proscritti lionesi. La Federazione Italiana dell'Internazionale fu la prima eh-e le a– dott6 nel suo congresso di ottobre 1876, tenutoai nei dintorni di Firenze. Furono più tardi e·apresse in periodici, in conferenz.e nel Giura e a Firenze, òa ,C. Cafiero, P. Kropotkln, Eliseo R-eclus ed altri, quindi nel "Le Révolté" di Ginevra, e di Parigi 'in– fine, snsc>tando da allora in poi una letteratura ormai a·bbom:la-nte" ... Kropotkin mi scrisse a tal proposito: " ... Nella vostra prefazione a B(akunln) voi men– ziona,te il passo fatto da noi col clichlararci comunisti. Per noi della Federazione del Giura, fu una azione da noi stessi concertata nella sezione di Ginevra in– sieme ad Eliseo Reclus, per portare tale questione al congr,esso di Chaux de Fonda in ottobre dei 1880, e per indurre la Federazione giurass•iana a dichia– rars.f ''comunista". Io consideravo questo passo come necessario, · e scriss.i in tal senso a Reclus e a Caf!ero, chiedendo loro di sostenerlo. Debbo anche .cJire che eravamo allora nell'ignoranza completa della risoluzione di un congresso italiano (Firenze, 1876) - ché altrimenti avremmo senza alcun dubbio invocata quella risoluzione per appoggiare la propo– sta nostra (1). "Questa fu accettata (clal congresso giuras,ia- 110), per6 con resistenza, specialmente da parte di Schwitzguebel - i[ "Programma Socialista" ch'egli aveva allora pubblicato riassumeva le opinioni ·cor- (1) .Sembra strano che Cafiero non abbia -detto nulla a Kropotkin allora. Il "Bulletin" giurassiano d,,1 3 dicembre 1876 pubblicava una lettera di Ca– fiero e Malatesta, in cui era detto esplicitamente: "La Federazione italiana considera la proprietà col– lettiva dei prodotti del Javoro come il complemento nécessario del programma collettivista~ essendo il concorso -di tutti per la sodi,sfazione dei bisogni -O.i cia-s-cuno la unica r-egola di produzione e di consumo che risponde al principio di solidarieta. E la "Ar- 1.J&iter Zeitung" (Berna), altro ·organo giurassiano, iuform6 il 28 ottobre 1876 sullo stesso argomento.

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