Studi Sociali - anno IV - n. 27 - 1 novembre 1933

essere uguali. Ve n'é insomma per tutti i gusti; e noi sappiamo che Mazzini aveva inventato un Dio di bonta, di amore, di progresso, che ora tutlo dH– rcrente dal Dio feroce di Pio nono. Bacnnin •diceva che se :Dio é, l'uomo non ha più libertà né d!gnita. Un altro pu6 dire - e molti !nfatL! io han detto - che se tutto é materia, s~ tutto é sottoposto a leggi naturali, la volonta é un'illusione, la libertà una chimera, e l'uomo nien• te altro -che un automa. ,cosicché, se le convinzioni, le aspirazioni morali si basano sulle mobili fondamenta delle ipotesi li– losoricbe, esse restano sempre Incerte e mutevoli. E come il cattolico, il quale ronda la sua condot– ta sulla credenza ht Dio, resta senza criterio mo– rale appena é scossa ;a sua tede religiosa, cosi l'anarchico, che 1·eaimente rosse anarchico per con– vinzione sei<mtit!ca, dovrebbe consultare cont:nua– mente gli ultimi bollettini delle Aecadem!e ùelle Scienze per sapere se pu6 continuare ad e%ere anarchico. li Cassisa mi fornisce un esempio del come colla filosofia si 1>ossono imbrogliare le cose più semplici e più evidenti. Secondo lui "il principio di proprietà si basa sulla ralsa credenza della creazione dal nul– la". Io veramente non capisco ehe cosa egli voglia dire; ma mi pare che se prima di fare la r!volu• zione ed espropriare i detentori della ricchezza 30· cla1e dobbiamo intendere! nientemeno che sulla que- 11tione delle origini del mondo, i capitalisti possono dormire sonni tranqu!ll!. Oh! non é molto più sem– plice, molto più comprensibile il dire che, comunque la terra si sia formata, essa c'é e deve servire a tutti, ed incitare i lavoratori a pigliarsela ed a lavo– rarla per loro conto, senza lasciarsi più srruttare da coloro che, colla violenza o colla frode, se ne sono ratti proprietari!? . . Se poi ùa11e nubi della !!losofia noi scendiamo sul terreno più sodo delle scienze positive e delle cosid– dette scienze sociali, tToviamo egualmente che e&ile possono servire a d!rendere i regimi politici più diversi, le pili contraddittorie aspirazioni sociali. Nel– l'immensa congerie dei ratti più o meno accertali ciascuno sceglie quelli che convengono alla propria tesi, e ciascuno formula teorie, che poi in realta sono programmi, desiderit, mete che uno si propone. e che qual!t!ca, !lludendo sé stesso e gli altri, di verlta sc!ent!Oche. Nell'interpretazione dei tatti della storia naturale, nell'antropologia, nella filosofia delia storia, nell'economia politica ed in tutta quanta la sociologia, ad ogni volger di pagina c'incontriamo in affermazioni tendenziose, che dicono E, quando do-– vrebbero dire dovrebbe essere, o meglio io vorrei che fosse. Ed il risultato é che l'indagine sc!entir!ca obbiettiva ed imparziale ne sorrre; e la lotta sociale dal campo ardente delle passioni e degl'interes1!, che le é proprio, passa ad imbastardirsi rra le chiac– chiere degli accademici e dei saccenti. • . . La scienza raccoglie i ratti, li classir!ca e, quando trova che quei ratti sono necessari! e necesear!a– mente si riproducono ogni volta che si verificano le medesime circostanze, rormula delle leggi natu– rali, che appunto non sono altro che l'affermazione ebe in date condizioni si banno certi determinati fenomeni. Ma essa non dice all'uomo quello che deve desiderare, se deve amare o odiare, se deve esser buono o cattivo, giusto o ingiusto. Bontà, giustizia, diritto sono concetti che la scienza ignora completa– mente. La scienza tende a delimitare il campo tra la fatalità e la libera volontà. Più essa progredisce e più l'uomo diventa possente, poiché apprende quali sono le condizioni necessarie .ch'egli deve compire t)er poter attuare Ja sua volontà. Ma questa volonta, attuata o no, resta una forza extra-scientifica, con origini proprie e tendenze proprie. La tossicologia ci apprende l'azione r!s!olog!ca dei veleni, ma non ci dice se dobbiamo servirci delle nozioni acquisite per avvelenare o per curare la J;ente. La meccanica scopre le leggi dell'equilibrio e della resistenza dei materiai!, c'insegna a rare i ponti, i battelli a v.tpore, gli aeroplani, ma non ci dice se é meglio rare Il ponte dove giova all'ingordigia di un proprietario o dove serve agl'!nteressi di tutti, non ai dice se battelli e aeroplani debbano servire a portar soldati e buttar bombe sulla gente, oppure a spargere per n mondo 1a · _:,..,_ n benessere, la rratellanza. La scienza é un'arma che pu6 servire per il bene o per, il male; n1a essa ignora completamente l'idea di bene e di male. Dunque noi non siamo anarchici perché la scie·1z:1. ci dice di esserlo; lo slamo inveee, fra le altre ra- '3 gion!, perché vogliamo che tutti poosano go1~:·e 1<,1 vanw[;o: .:. .:::~: :-'oie che le ~~~:::..a procura. L'argomento meriterebbe più ampio sviluppo. Vi ritornerò s01>ra quando avr6 tempo e spazio. ERRICO MALATESTA. (Dal periodico "Volont&'' di Ancona, n. 29 del 27 dicembre 1913.) La preparazione d glielementi civiliperla guerra Non si sospetta, generalmente, fino a che punto la. vita civile é satura di spirito guerriero, fino a che punto la guerra s'introduce in ogni lato e co– stituisce in realtà una mobilitazione ormai quasi universale di tutti g!! elementi sociali. Avanza e s'insinua dovunque. Lo stato di guerra implica il predominio assoluto dell'elemento guerresco su tutta I~ società, e la 1>re1>arazioneanticipata dl tal predo– minio. La conrlagraz!one mondiale passata rivel6 in forma insospettata quanto necessaria é la congiun– zione di tutti i fattori materiai!, intellettuali e mo– rali cii ogni nazione. E la tecnica sempre più com– .plessa degli armamenti moderni fa ancor più neces– saria quella congiunzione. ,Studiando i "principali prodotti in relazione con la ditesa nazionale", i tecnici della Lega delle Na– zioni segnalano i seguenti: Combustibili. Carbon rossLle, lignite, petrolio. - Minerali. Ferro, Tame piombo, zinco, stagno. - Me– talli. Ferro ruso e ghiea, acciaio, rame fuso, piombo fuso, zinco fuso, alluminio. - Prodotti chimici. Fo– stati naturali, solfato di ammoniaca, nitrato dl soda e calce, cianam!de di calcio, zolfo. - Prodotti agri– coli. Grano, segala, orzo, avena, mais, riao, patate. - Bestiame. Bovini, ovini, equini, porcini, caprini, muli, asini. - Prodotti diversi. -Cotone, lino, lana, cauciU, carbone, o1i minerali, manganese, wolfram. bau.cite, tungsteno, alcool, soda, acido solforico, acido nitrico, carni fresche, carni congelate, altre carni. Queeti elementi principali sono !mprescindibil!. Senza meta!!! non si ranno cannoni né munizioni; senza combustibili 110n si fondono i metall!; senza wolfram, tungsteno, cromo, manganese, non si dé. all'acciaio la durezza voluta per l'artiglieria; senza petrolio non si ha la nafta, essenza, benzina neces– sarie pel trasporto a motore, incluse l'aviazione e la marina. E necese!ta il cauc!ù per i veicoli a ruote. I prodotti chimici sono necessari per fabbricare gli e&'J)los-ivie i gaz, gli alimenti per mantenere la popolazione. I cereali servono anche per estrarne alcool combustibili in caso di necessita. Tutto, assolutamente tutto é destinato a servire alla guerra. Un membro della delegazione norù-amerlcana alla conferenza economica di Londra, - andata a vuoto. c0me quella del disarmo, - dichiar6 al suo ritorno che l'impegno delle nazioni europee a voler produrre alimenti estremamente cari, mentre potrebbero com– prarli a molto minor prezzo nei paesi oltre mare ha per causa primordiale la preparazione della guer– ra a cui si dedicano, Non é -desso l'unico motivo; per6 é indubitabile che i preparativi bellici contri– buiscono a questa tendenza a bastare economica– mente a se stessi, che certi governi accentuano osti– natamente. Oltre a ci6, si conservano coatantemente grandi riserve di quei prodotti che non si possono coltivare o rabbricare. La Francia non ha petrolio; il che signir!ca che i suoi servizi automob!l!stici, la sua aviazione e quasi tutta la .sua marina resterebbero assai presto paralizzati nel caieo dl un conflitto che tagliasse le sue relazioni marittime e la !solasse -dalla Rumenia. I suol governanti han previsto il pericolo, e da vari anni tengono immagazzinati nei porti due m!l!on! di metri cubi del liquido prezioso. Nell'illustrare la preparazione mil!tare dell'Italia !"'Annuaire m!l!ta!re'' del 1930 precisava la strut'. tura di ci6 che, per salvar le apparenze, si chiama d!reea nazionale. «Tutti i ministeri sono obbligati ad assicurarsi che i servizi dipendenti dalla loro autor!ta tengano sem– pre pronto un progetto di mob!l!taz!one e la docu– mentazione adeguata. Tali progetti dovranno: a) prevedere la sostituzione degli impiegati special– mente competenti richiamati alle armi, con cittadini non soggetti ad alcuna mob!l!taz!one militare· b) mantenere aggiornati tutti i registri destinati ~ tal uopo. Questi studi sono comunicati al ministero della J!feea nazionale, con le statistiche necessarie. «In quanto ai funzionar! che per la natura spe– ciale delle loro funzioni non possono essere sosti• tu!ti, ogni ministero si metterli d'accordo coi mini– steri militari. «Ugualmente i sindacati, le società e corporazioni, qualunque sia h, loro natura, che saranno stati indi– cati dal Consiglio supremo di Diresa nazionale, sono obbligati a mantenere sempre pronto un progetto di mobilitazione che ass!eur! il -loro runz!onamento in tempo di guerra, con personale non soggetto ad obblighi m!Htar!. cl ministeri competenti debbono, in tempo di pace, studiare e stab!l!re, sulla base delle direttive som– ministrate dal Consiglio supremo della Diresa na– zionale, un piano di razionamento degli articoli di consumo. Detti ministeri debbono, inoltre, preparare la costituzione dl stocks di riserva per gli alimenti che il paese non produce in quantità eufflciente>. Non si pu6 concepire una con»ese!one ptu com1>ie– ta; manca solo la proclamazione urficiale dl questo predominio militare in tempo di pace. E tale prepara• z!one non é solo propria dell'Italia. Tutte le nazioni che pensano alla guerra han pronta una medesima oripnizzaz!one. Le altre la stanno preparando. Ci6 che abbiamo riprodotto non riesce, nonostante. a d11r-euna impr-essione sufficiente della realtA. La missione data ai diversi ministeri viene compiuta con una attiv!ta insospettabile. R!rerendosi a questa organizzazione delle rorze eeonomiche lta!lane per la guerra, lo specialista rrancese In macelleria u– n,ana, tenente colonnello Reboul, scriveva nel 1931: «Una commissione che dipende dal ministero di economia nazionale e dispone dl sessanta osservatori industriali, é incaricata di controllare le attività de!- 1'\ produzione delle industrie del paese che possono essere ut!l!zzate per gli armamenti mil!tar!, e assi– cura questo lavoro di coordinazione. Praticamente, la mob!l!zzazione economica é stata portata molto avanti in Italia; le schede di produzione delle di– verse fabbriche sono sempre aggiornate, il fabbiso– gno di mobilitazione é pronto, e certe rabbr!che d!– SJ)ongono permanentemente delle materie prime ct,e· sarebbero loro indispensabili per iniziare la ra!>brl– caz!one di materiai! eia guerra>. ·Ripetiamo che tutto ci6 avviene nella maggior p&rte delle grandi nazioni e si sta facendo ne!le piccole. L'industriale grande o piccolo non sospeaa che la sua oWc!na o fabbrica é stata annotata, come la sua potenz!alita di produzione, per esseril· il: ogni momento mobilizzata per la guerra. Le oc– cupazioni giornaliere e l'ignoranza dei fatti politici g"imped!econo dl sapere che sarebbe obbligato a r:.bbr!care approvvigionamenti che rorse Io Stato non gh paghera neppure, perché le distruzioni saranno tali che nessuno potrà indennizzarue. Noi sa'J)piamo bene g!a come, ribassando il valore d<>llamoneta, i governi pagarono gran parte della guerra col sacri– ficio del propri connazionali. Però un momentane'>' periodo dl prosperita permise al vincitori di n~n sentir troppo gli effetti di questa trulra. Ma noc sara cosi domani. Non ci sarà prosperita eeonomlca pose!bile; e se oggi apertamente non si pagano , debiti internazionali, domani non si pagheranno nei>– pure quell! nazionali. Tanto grande é la quant!ta di fattori mobilizzati, che nessuno Stato disporrà di mezzi finanziar! per' risarcire i padroni di oWclne industriali o gli azlo- · nlst!. Prevedendo questa situazione la Legge M!l!– tare rrancese dichiara che: di sommlnistramento d1;1lleprestazioni necessarie per aseicurare la neces· sita della diresa nazionale é ottenuto mediante ac, cord! amichevoli oppure per requisizione. Ogni gua– dagno su queste prestazioni resta escluso>. · Cosi, per la pace, pel bene di tutti, per i m!l!oni· di aframati, malvestiti e senza tetto che soffrono e ei disperano, per questa carne umana dolorosa e moribonda, Io Stato non espropria nulla, lascia mar– cire tonnellate di viveri, ammuech!ars! il carbone nelle boccam!n-e, ammutrirsi le case disabitate, sotto il pretesto che la propTieta privata é sacra e che deve garantirla, Per6, per rendere &frettivo lo ster– minio deli'umanita, il crollo della c!vilta, lo Stato espropr!era, naz!onallzzera, attenterà ed ha atten– tato già alla propr!eta individuale e a tutti l prin– cipi consacrati e protetti daile sue istituzioni, leggi, codici penali, earcer!, fucili, baionette, mitragliatrici e da tutti gli armamenti moderni. La un!r!caz!one degli elementi c!v!l! e militari; ~he oggi non si d!Uerenziano 1,,raticamente, é stata sd é realizzata da,llo Stato nel suo proprio seno. I :abor!sti inglesi, i socialisti di tutti i paesi iscrivono 'lei !oro programma ,la nazionalizzazione delle mi– niere, del mezzi di trasporto, della fabbricazione di armi, ecc. Non sarebbe ques-ta una naz!onal!zzi.z!one, bensl "statizzazione", perché· Io •Stato non é e non 3ara mai la nazione, bensl una entita autonoma cbe ~rav!tera su que!la, vivra di lei e la sofrochera: una auperstruttura, eome la chiamava Marx, benché egli ne abbia ratto, !ncom1>rensibilmente, l'organo diret– ~ore della societa nuova. Una delle conseguenze di questa ù!rrerenza essen– a!ale é che molti servizi p·ubblici sono elementi sem– pre a disposizione de!lo Stato per la guerra. Quanto ph\ si naz!onal!zzera, maggiori saranno gli agenti di distruzione e sterminio preparati da lui. Dal 1925 al 1928, il min!ste·ro della guerra franceee ha speso circa quaranta m!l!oni di franchi all'anno per i tra– sporti; ed in quanto al carburanti, le c!rre ufficiali dicono: 62. 718.000 nel 1!)25; 102.531.000 nel 1926; 115. 321. 000 nel 1927; e 134. 522. 000 nel 1928. Quanto più mezzi di trasporto, miniere, fabbriche, ramnerl& dl petrolio, ecc. tenga lo Stato, più completa e di– retta sara la preparazione bellica. Nell'attuale stato dl cose, questo principio, benché a,ppa!a buono, dari\ come risultato completo un enorme male. Percbl•

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