Studi Sociali - anno IV - n. 27 - 1 novembre 1933

2 fini russi, e ancor peggiore ed urgente mi– nacci.a. dall'Oriente asiatico, per opera del– l'imperialismo giapponese. Questo secondo pericolo appare, almeno per ora, meno im– pellente, - per lo meno in Europa, - del primo; ma é sempre troppo grave per se stesso, da poter a cuor tranquillo chiuder gli occhi dinanzi a lui. Il governo bolscevico russo si dice rivo– luzionario; ma nulla é meno rivoluzionario, nulla é piu conservalore della sua diplo– mazia, nei rapporti con l'estero, la quale si conforma pedissequamente agli usi e co– stumi della Jiecrepita diplomazia di casta del vecchio mondo capitalista e statale. Parve volervisi ribellare nei primi anni; ma da gran tempo va sulle sue tracce e si conforma alle sue tradizioni nel modo più completo, ed anzi con eccessi di zelo cui altri governi borghesissimi non arriva– no. Inutile citare episodi, veramente scan– dalosi dal punto di vista proletario e rivo– luzionario, che sono nella mente di tutti. Ultimamente si é dato un gran da fare per stringere patti di -,ario genere, sopratutto di non aggressione e di neutralita, con pa– recchi Stati, non escluso quello fascista italiano. A che scopo? Come se alla prima occasione ciascun governo, essendone ben consapevoli tutti gli altri, non fosse deci– sissimo pel piu piccolo tornaconto a tradire tutte le firme apposte ai vari protocolli, ed a mettersi sotto i piedi patti e trattati d'o– gni specie quali inutili e ridicoli "chiffons de papier"! Se é il timore della guerra che fa cercare al governo russo {Iuesta specie di "arran– giamenti" con gli altri Stati, - non par– liamo ora di quelli commerciali, che hanno altro carattere, ma sono ugualmente pregni d'inconvenienti e pericoli, - a parte l'in– genuita di far conto sugli impegni diplo– matici (e per fino <lei <liplomatici fascisti!), come non capire che questo gioco intersta– tale di alleanze e controalleanze, di patti e trattati d'ogni specie, con le gelosie, le diffi<lenze e le paure che suscita, coi con– trasti è'interessi che determina, costituisce esso stesso una causa, un pericolo perma– nente di guerra? E <l'altra parte, prescin– <lendo da ogni altra considerazione, e per quanto i popoli non siano responsabili del– l'agire dei propri governi, come evitare che le simpatie proletarie pel popolo russo siano raffreddate non poco nei paesi che vedono il governo "rivoluzionario" di quello intrec– ciare relazioni d'amicizia e d'interessi con i propri odiati oppressori e sfruttatori? ,, Ma é inutile perdersi dietro la logica di queste considerazioni, cui toglie ogni ef– fetto pratico il fatto che un governo, sia pure quello che si dice degli operai e con– tadini, appunto perché governo, non po– trebbe, neppure volendo, agire diversamen– te da come agisce in forza della sua natura. Come governo, i popoli gli sono estranei e non conosce che i governi, e non pu6 aver rapporti che con questi. Il torto é dei popoli di non far altrettanto in senso in– verso; cioé il torto <licontinuare ancora, piu o meno, a considerare ogni governo, se non il proprio almeno quello altrui, come legit– timo rappresentante del popolo da lui op– presso, del quale invece deve esser consi– derato il nemico peggiore. Se si tenesse sempre presente questa po– sizione antagonica <lei popoli e dei governi, anche il nostro giudizio sulla posizione di un paese di fronte ad una <leterminata si– tuazione internazionale quanto risulterebbe piu giusto e piu corrispondente alla vera realta! Se noi vediamo, infatti, giganteggiare tuttora la Russia con la: sua ombra immane sulla vasta scena <lei mondo contempora– neo, sugli avvenimenti internazionali in via di svolgimento, sulla crisi colossale che avvolge nelle sue spire mortifere il capita– lismo, - non é pel suo governo dittatoriale che vieta la liberta al popolo in catene al- S'rUDI SOCIALI l'interno, e tresca all'esterno per interesse o per paura con i governi più borghesi e liberticidi, - bensi per la grande rivolu– zione che il suo popolo ha saputo farE!, an– che se non ne ha poi saputo impedire l'im– brigliamento. Poiché un immenso ricor<lo <l'amore e di speranza vive sempre di quella rivoluzione fra tutti i proletariati sfruttati e fra tutti i popoli oppressi della terra, come vi,·e, denso d'odio e di spavento, nelle classi e caste di tutti i privilegiati <lei potere e della ricchezza, la promessa per gli uni e la mi– naccia per gli altri che quel ricordo signi– fica fa si che oggi non si possa prescindere dalla passione rivoluzionaria che l'esempio russo h!!,destato nelle grandi masse in ogni dove, e non si possa altresi prescindere dal medesimo atteggiamento del popolo rusrn dinanzi ad un qualsiasi precipitare degli .LV- Scienza e Riforma sociale Le grandi scoperte sdentifiche del secolo decimo• nono e la critica vittorioo.a che la scienza oppo;;~ alle menzogne ed agli errori delle religioni fecero sf che gli spiriti progressivi divennero ammiratori entusiasti, s:e non eultori intel!!genti e pazienti della Scienza, ed esagerando, attribuirono alla Scienza la potenza <li tutto comprendere e tutto risolvere; della Scienza fecero 1ma nuova Rleligione. Ed i riformatori sociali di tutte le specie, ·cioé tutti coloro ,che con un fine qualsiasi e per una qualsiasi via volevano modificar-e l'attuale ordina– mento sociale, si •credettero in obbligo -di fondard eulla 1Scienza le loro a-spirazioni; mentre dall'altr.; canto i conservatori, quando trovarono che la fedt:' religiosa vacliiava e non bastava più a mantenerd il •popolo in soggezione, cercarono anche essi di giu– stificare colla sdenza Il regime vigente. Fu una vera ubbriac,atura (non ancora svanita), che fece perdere ii concetto chiaro della natura, metodi e portata della Scienza, a tutto scapito del– la verita scientifi.ca e dell'azione sociale. Non si sailv6 nessuno o quasi; e se noi anarchici -fummo salvi dai ridicolo di chiamarci anarchici scientifici fu forse solo perché il nome di scienti– fico era ,;tato preso e reso -antipatico dal socialismo marxi8ta. Infatti, molti dei nos-tri compagni, e tra i più benemeriti ed Illustri, sostennero appunto che l'Anarchia é una deduzione delle verita assodate dalla Scienza, anzi é niente altro che l'applicazione ai fatti umani della eoncezione meccanica dell'uni– vereo. Mentre poi, a dimostrare •la ,fallacia di questo lo– ro sclentlflcismo, a dimostrare che realmente Il lo– ,ro anarchismo ,deriva dai loro sentimenti e non dalle loro convinzioni scientifiche, sta il fatto che essi restano -egualmente anarchici anche quando le sci"enze progrediscono e c.imbiano; e, malgrado il loro professato obbiettiviamo, in pratica essi non ammettono i fatti e non accettano le teorie se sembrano contradire le loro aspirazioni ana1'chiche. E se non avessero avuto opportunlta ·di faro studi scientlfici, o le scienze non es!J!tessero e le cono– scenze umane foseero restate allo stato In eui e·ra– no. secoli or sono, es.si probabilmente sarebbero anarchie! -lo ste86o, •perehé, uomini buoni e sens;. ,bili, essi eof.frirebooro dei dolore umano e vor• rebbero ,porvi riparo, e uomini fieri e giusti, 3i ri• bellerebbero aH'oppressione e vorrebbero la liber– ta completa per loro stessi e -per tutti. Di ,più, essi riconoscono la qualita di anarchici coscienti anch 0 a quell'immensa maggioranza di compagni che non sanno di scienza; - e quando fanno la propaganda, fanno tale e quale come tacciamo noi, cioé cer– cano di svegliare negli uomini i sentimenti di d:– gnita personale e di amore ver gli altri, si sfor– zano cli eccitare ,la passione della liberta e dell<1 giustizia, parlan -di benessere generale e -di fratel· lanza umana, mettono in rilievo i mali sociali e suscitano la volonta •di distruggerli, e non a;pet– tano che la gente abbia studiato matematica, at!tro– nomia e chimica. • • • .Studiare le scienze é ottima -cosa, e noi diremo più lungi a che cosa esee servono. ~~a pretendere ehe l'anarchismo (e lo stesso va, venimenti mondiali. La situazione internazionale odierna é in gran parte dominata e permeata d.a cotesta preoccupazione, non eliminata mai abba– stanza, all'interno della Russia, dai lilipu– ziani del bolscevismo che vi hanno inca– tenato coi mille fili d'acciaio della dittatura il gigante ,della Rivoluzione, il quale po– trebbe un giorno o l'altro spezzare le ritorte e ridare alla ruota il suo fatale andare: preoccupazione tenuta desta, fuori della Russia, in ogni paese, dal bisogno crescen– te di liberazione delle classi lavoratrici. che non disperano di sentir di nuovo giun– ger presto dall'oriente il ·grido incitatore e soccorritore della riscossa. L'alba di quel giorno segnera la sconfitta di tutti i. fascismi e di tutte le dittature. ,Sara finalmente l'alba della liberta. LUIGI l'AUHJU. le per il socialismo e per qualunq·ue altra a.spira.• zione umana) sia una deduzione scientifica, e spc,. cialmente poi una conseguenza di una di quelle va– ste ipotesi -cosmogoniche di cui si diletta la filu– sofia, é cosa per sé stessa falsa, ed é nociva per le conseguenze che pu6 avere sullo eviluppo intol– lettuale degl'individui e •sulla loro capacita di com– battenti. L'jdea di un Dio personale, creatore di tutte le cose, cho é la plù antica, la pili ingenua, e la pili grossolanamente assurda di quelle ipotesi, ha fat– to un danno immenso, perché ha abitua:to la ge11- te ,a credere senza comprendere e, soffocando l•l spirito di esame, ha fatto degli .schiavi intellettua– li ben preparati per sopportare la schiavitù paliti– ca ed economica. -Ma non 1anno ,forse lo st011so le Ipotesi aeien– titiche, quando sono 1pr~sentate come verita incon· cusse e come motivi Idi azione a chi di scienza non sa, e non é in grado di giudicare? ,ché nou basta Jjualche vaga nozione di v,:,rita scientifiche, più o meno vere, e -la eonoscenza ùi alcune parole strane per fare uno eci~nztato, o a:. meno uomo che sa quel che dice e pu6 scegìierP– tra quello che gli :si dice. Per 11 grosso del pubblico Mosé e Heckel ,ono tigure egualmente mitiche, ed il credere al monJ· smo dell'uno 1>iuttosto ehe alla genesi dell'altro so– lo perché cosi é di moda nell'ambi<mte nostro, non fa uno meno ignorante, imeno superstiziooo, meno religioso. E parlare ai profani di atomi, di joni, e d'i elettroni (che sono poi delle Ipotesi per spiegare e collegare certe categorie di fatti, ipotesi comode, ipo– tesi utili ai fini della ricerca scientifica, ma i11ote– si, semplici concezioni mentali, e niente affatto scoperte positive, non dispaccia a,ll' amico Cassi– sa), parlare, dico, a -chi non -sa, di cose arcane e incomprensibili ,senza opportuna preparazione, é la stessa cosa che pal'lar -loro di Dio e di Ang&li; .vale e dire insegnar delle ~role e far credere che sono cose, abituar la mente a contentarsi di affer– mazioni che non si comprendono e non si pos30no né ,provare, né definire. , !SI cambierebbe di religione, ma si avrebbe sem– ,pre una religione, nel senso di sottomissione cie– ca ad una verlta rivelata, che non si pu6 né con• -trollare, né comprendere. ,E se fos,re vero che l'anarchia é una verita scien• tifica, allora non earebooro veri •anarchici eh!' i po· chissiml scienziati che si dicoa tal!, e tutto il re• sto saremmo gregge incosciente, che segue cieca– mente alcuni sacerdoti iniziati alle ragioni della fette! • • • Né v'é differenza nelle deduzioni morali e nell• applicazioni sociali che si posson cavare dalle va– rie teorie cosmogoniche. I preti han tatto dire a Dio quello che conveni– va a loro, e se ne sono 1Berviti ·come mezzo per giustificare e consolidare il dominio dei vincitori; ma non sono mancati nel corso della storia ribelli che in nome -di Dio han predicato la giustizia e l'egna~lianza. Si dice che tutto avviene per volon– tà di Dio e quindi bisogna accettare con rasqegna– zione la propria posizione; ma ai pu6 anche dire che la ribellione é santa poiché se avviene é per– ché Dio io vuole. E si pu6 dire che ee Dio é padre comune, noi siamo tutti fratelli e quindi dobbiamo'. •

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