Studi Sociali - anno IV - n. 26 - 1 ottobre 1933

s·ruDI SOCIALI 6 ================================c....::==========---=====~v:e:ro::=;cl:,e:=~i1~1 =q~1:,a:l~c:h:e~11:ie:s~e~i~l=;,fa~s:c~is~1:n:o~t~e~ tenciò'l10 t5oltanto (almeno nelle affermazioni pro- commesso tante 11repotenze e delitti, (]tia::;i quanti Spunti critici e polemici GLI ASSENTi HANNO SEMPRE TORTO. ~ Un p6 dovunque la stampa anarchica non ha commen– tato molto favorevolmente l'intervento di 45 clelega– zi-0ni anarchiche al ·Congresso antiguerriero del con– tinente sud-americano 1'11 marzo scorso, in Monte– ,:ideo. Ancora ne leggiamo qua e là qualche critica retrospettiva. Alcune critiche si basano su errori di fatto, ~ qualcuno ha creduto che rugli anarchici sia stato impedito di parlare, altri che essi se ne eiano dovuti ritirare immediatamente, altri ancora ha ricollegato l'intervento anarchico col movimento sindacale del- 1' Argentina, eh-e c'eutra va come i cavalli a meren– da (1), ecc. - ma di esse é inutile tener conto, specialmente ora che son passati già parecchi mesi, e le rettifiche cli fatto sare15bero troppo tardive. Per6 resta un punto sul quale ci preme dire il nostro clisseuso da quelle critiche, in quanto e:iSe venivano in certo modo a deplorare il fatto in sé dell'essere gli anarchici interveuuti ad un congre::;so che manif&:;tamente era criniziativa politica e bol– scevica. Di questa disapprovazione si fece a suo tempo interpetre fra l'altro. il bollettino cli maggio del "Service de Presse·• dell'Ufficio Internazionale Antimilitarista, che ha la sua sede in Olanda (ad Haarleni) ed é gestito da ottimi· compagni no:;tri. Il bollettino, ri1n-odotta una breve notizia sull'azione sviluppata in quel congreGS0 dagli anarchici, finiva col dire loro in sostanza, molto garbatamente, che avrebbero fatto meglio ad astenersene. Chi scrive .queste righe acleri anche lui a quel Congresso, e vi aderi malvolentieri perché anch'e– gli era. in uno stato cl'auimo avverso e diffidente. Nonòstante, avendovi aderito per un senso di ,::;oli– ùarietù e simpatia con i compagni favorevoli all'in– tervento affatto pratico si convinse che que3ti ave– vano ra.~ione 1 e non si penii affatto di averne seguito riniziativa. L'intervento anarchico al Congresso t•più propriamente si sarebbe dovuto chiamare comizio) fu utile sotto molteplici punti di vista: anzitutto contribui a chiarire il carattere partigiano e niente affatto "aenza partitoli del Congresso; e poi dette mod-o ai compagni nostri di esporvi esaurientemente le proprie idee sulla guerra e l'antimilitarismo e, in~ cidentalmente, di precisare la propria posizione d1 fronte al bolscevismo, al parlamentarismo, ecc. du~ raute tre giorni di fronte ad un pubblico di migliaia. di persone, in gran parte ostili, é vero, ma del quale (lo vedemmo) non tutte le orecchie erano chiuse alla nostra voce libertaria. Si fece insomma della buona propaganda etl una ne1•gica.__affermazione cli a..uarchismo, e si tentte te.– sta in pochi alla canea avversaria a fronte alta; e quando per un senso di superiore responsabiliti.i e dignita gli anarchici se ne ritirarono, lo fecero. con la sodisfazione a·aver esaurito il proprio compito e detto tutto ci6 ch'era pi6 imporlante di dire: quando cioé sarebbe ormai stato inutile il rimanere. Perché dunque avremmo dovuto astenerci clall'in– terven ire, se il farlo non doveva coBtarci che un p6 di pazienza e buona volontcl., e nessuna dissimula– zione o diminuzione cli noi stessi e del nostro pen– siero? Per non fare il gioco dei comunisti e non valorizzarne la mauovra, si é detto da qualùuno; ma la manifestazione sarebbe riuscita all'incirca uguale· anche senza di noi, e la 1100.tra u.ssenza a– vrebbe .fatto meglio il µ;ioco degli avversari e la– sciato loro il campo libero per far figurare senza contrasto come anarchici aderenti i soliti figuranti .ammaestrati, che i cornunisti si portan dietro ali'uo- 110 in tutte le manifestazioni del genere. La manovra politica dei comunisti sarebbe loro riuscita assai meglio, -se-nza il 110,3tro intervento. Giacché, in realt8., in circostanze come questa é proprio vero che "gli assenti hanno sempre torto''. E -ti sembra che Se a qualche tendenza dell'anarchi– smo é necessario rea.gire, per non farne annullare ogni nostra efficienza spirituale e pratica. tale ten– denza é pro.prio quella che- ci spinge ad a::;tenerci dai contatti con le altre forze po1>olari e proletarie e ad isolarci in modo che la nostra voce non possa più arrivare alle orecchie di quegli elementi sempre nuovi che invece avremmo interesse tli raggiungere e convincere. NIUNA BOTTE PUO' DAR VINO Ml·GLIORE DI QUELLO cH'E HA. - Alludiamo alle "'Leghe dei diritti dell'uomo" che ora sono cli moda un p6 dovun– que, forse pel fatto che quei ramosi diritti sono messi sotto i piedi dappertutto. Noi abbiamo una concezione del "diritto" diversa da quella cli tali "leghe" che é la concezioue dei bor,ghesi democra– tici e filantroni del 1789, che affidavano al governo ed alle leggi la tutela del diritto; cosi come i "le– ghisti'' attuali per "difesa dei diritti dell'uomo·• in- (1) Le cosidette "centrali"' sindacali a tendenza. libertaria del Sud-America (Continental Obrera, Fe– lleraci6n O·brera Regional Argentina, Fed. O. R. Urn– guaya, ecc.) si dichiararono contrarie all'ader;ione al Congresso, 1rnb1Jlicarono un manifesto in ta.l sen:rn e si astennero dal mandar delegati. Le 45 rappre– Rentanze anarchiche che, nonostante, intervennero, erano state in\•iate da gnqlpi e periodici anarchici. tìa associazioni stncTentesche e- centri culturali cli tendenza libertaria e da alcuni eindacati operai lo– cali aderenti isolatamente ·per proprio conto. B grammatiche) la difesa -ne1'1'orbita della legge dei l'italiano in dieci anni; ma questo é potuto avvenire .. diritti legali democratici, che tutt'al più si propon- fra l'altro, perché l'esempio e l'inseg-nameuto diretto.- gana di allargare alquanto, sempre per mezzo dt:lla del Iascismo italiano gli ha .permesso di pel'corr'Jre legge e nell'orbita delle istituzioni st atali e capita- in breve e senza incertezze tutte le tappe d'infamia listicT10 della democrazia borghese. che questo forzatamente aveva dovuto .fare a ten- Noi ab.biamo •spesso lamentato che le liberta ci- toni, provandole trna dopa l'altra. Forse senza il fa- vili, derivate dalla conquista dei diritti democratici scisma italiano non c·i sarebbe stato quello tedesco; (opera delle rivoluzioni politiche del secolo scorso)· ed n popolo tedesco, Yil tima del secondo, non ha sono troppo insufficienti, parziali, limitate, aleatorie minor ragione cli odiare e maledire il primo. e addirittura irrisorie per chi dalla fame é co st retto E. vero altresi rhe il fn~c-ismo italiano non co- alle ·peggiori soggezioni. Ci6 non OS t ante non ne ab- nobbe fin qui la [erocia antisemita dell'hillerismo; biamo mai messo in dubbio un rilevante valore ma quella. spiegata contro gli operai 1 i rivoluzionari" relativo, sia per la loro lontana origine rivoluzio- e tutti i 6uoi avversari in genére fu tale che diffi- nariai sia per la. loro utilit:i. pratica contingente cilmente poteva essere superata. Ché .se in Italia nella lotta per maggiori e successive conquiS t e popo- l'anti-semitismo manca é solo perché il numero degli lari e proletarie. Valore che comprendiamo oggidi ebrei in Italia non é cosi rilevante come in Ger- ancor più nei paesi dove i fascismi e le dittature mania, e il bottino che dal loro spoglio potrebbero hanno completarnente annientato quei dil'ittti e quel- i.perare i fascisti sarebbe troppo irri,3orio; mentre, le libertà. Non possiamo quindi non guardare con d'altra parte, non pochi ebrei danarosi figurano tra simpatia a queste "leghe·• che· si propongono di di- i capi, iniziatori o finanziatori del fa~:icismo italianoi. fendere tali dirittti e liberta nei paesi ancora retti cd uno di essi fu anche ministro del governo fasci- a regime democratico, o riconquistarli dove furono sta. ,Jl che non impedirebbe del resto (né lo impe- abbattuti dai regimi assolutisti. Es;;e possono com- dirà) al fascismo italiano cli diventare anti,3emita piere una funzione utile per tutti, - e l'hanno com- !ostessa é di mettersi pure su ci6 alla pari con la pinta infatti in parecchie circo st anze, e non pochi brutalita hitlerian::t. se il farlo potes3e giovargli o di noi ne han talvolta profittato, - e ci gua rd iamo l'antisemitismo pote~se avere tra le folle italiane più bene quindi dal volerle svalorizzare O Gcreclitare incoscienti quel succe:;:m che fln qui gli é mancato· ad arte. del tutto, mentre gli ha arriso in Germania. Ma non bisogna perder cli vista la loro essenza. Pei· abbassare ancor più Hitler, Racket· osserva volta più a conservare che a rivoluzionare. CoSi si c·he, al paragone, "almeno MusBolini é, spiritual- spiegano molte loro incoerenze e inSurfìcienze, 0 mente. una personalita··. Non còmprendiamo in che· peggio, dovute al prevalervi di influenze ed oppor- consiste ''la personalitft spirituale" cli Mussolini. Si tnnismi della politica più o meno democratica. Ri- lasci H itler al potere per 10 anni, e veclra Rocker peliamo: non si pu6 chiedere alla botte miglior vino qnan.ta gente, ,::;pecie da fuori della Germania, rica- di quello che ha. Perci6 noi non aderiremmo rnai nascerà al tedesco Cesare da carnevale odierno "per a quelle leghe· né consiglieremmo i compagni ad lo meno una personalita spirituale··! Probabilmante aderirvi. Certo. non avremmo difficolfa alcuna a non se ne salvera. neppure qualche antifascista e chiederne l'aiuto per qualche nostra battaglia che rivoluzionario, perché il successo materiale finLsce 1ientrasse anché negli scopi loro; come noi pure spesso con rabbagliare anche i più aYveduti. daremmo ad esse raiuto nostro clisintere 3 sato ~ In guardia. dunque. contro certi paragoni inutili. eampagne cli giustizia e cli liberazione da loro i11i~ quanto pericolosi. :date. Ma, senza Uisogno cli guardarsi in cagne:-;co o di bisticciarsi. ci par bene si debbano Berbare le distanze imposte dalle differenze d'idee, e che cia– scuno resti a casa propria. Chi scrive queste osservazioni ebbe a spie~are gic'l diHusamente jl proprio pensiero Bu ci6, qua!Hlo se ne discusse- la prima volta, in "Fede!" di Roma e altrove sei o sette Anni fa. Qui non facciamo, i11 fondo, che ripeterci. E ci ripetiamo, al ricordo di una specie- d'intimazione. letta di recente in perio– dici di parte nostra (se Den ricordiamo, anche ne "Il Risveglio" cli Ginevra), partente da un gruppo anarchico dei dintorni di Parigi, perché ci si pro– nunci S11H 1 ·a;pparten-en-za-di ,q-ualche compagno a que– sta o quella ulega dei diritti dell'uomo". Il nostro pronunciamento sul fatto in sé é gi:i implicito in quanto aùbiam detto sopra. In quanto alle singole per.sane, noi non le conosciamo e non vogliamo occuparcene. Se v'é chi fa diversamente da. noi, pu6 darsi che n·abbia le sue buone ragioni, o che nel loro caso particolare le no;-;tre obiezioni non abbiano tutta la ragion cressere che noi ve– diamo. Guardiamoci dalle scomuniche, vediamo di comprendere il perché dell'agire" diverso di qualche compagno nostro, e cerchiamo lii interpetrarne le i11tenzioni nel seneo migliore. Avremo cosi quaHi sem·pre la sodisfazione di costatare che se disseu:;o v'é, non é d'importanza troppo grave; e che anche i compa.gni che non uniformano il loro atteggia– mento al nostro parere sono nostri buoni compag11i lostesso e, per la loro condotta pe1'3onale, non meno anarchici di noi, - :-;e, dovunque essi si trovino, non piegano la loro handiera, fanno la propaganda anarchica e agiscono d.i anarchici e da rivolu;,;ionari. NON SI PUO' PARAGONARE CIO' CHE SI CO– NOSCE CON QUELLO CHE NON SI CONOSCE. - Il compagno Rodolfo Rocker, riuscito a sfuggire agli unghioni delle :belve fasciste tedesche, in nn im1wes– sionante articolo (nella riYi:-;ta "Nervio" di Buenos Aires, n. 25, del giugno u. s.) descriveva l'attuale situazione della Germania. Consigliamo i compag11i a leggerlo e meditarlo, poiché le ragioni della di– sastrosa sconfitta della libertà tedesca vi so-no acu– tamente prospettate carne nel miglior quadro sinte– tico. Ma in questa rubrica, dove pfù che rilevare ci6 che ci piace annotiamo quel che non ci piace, cer– can·clo come suol dirsi il pelo nell'uovo. un "pelo"' da criticare lo troviamo anche nell'ottimo articolo dell'amico Rocker iu un inciso di poche righe, iu cui egli paragona. il fascismo tedesco a quello ita– liano, e, sia pure involontariarnente, quasi qnaGi tro· va in quest'ultimo qualcosa cli meno peggio. In guardia! Comprendiamo che per ciascuno il nemico peggiore é quello che egli ha sul collo: ma quando Rocker dice che "il fascì-smo tedesco é più barbaro e bestiale'' cH <1uello Italiano o d'altri paesi, noi, che quello italiano l'abbiamo provato, non gli <liremo che sia vero il contrario, ma eh.e né lui né noi dobbiamo cadere nell'errore di paragonare ci6 che conoociamo direttamente con ci6 che conosciamo Indirettamente e molto di meno. In real.te .\. fa4c,cismo italiano e fascismo tedesco sono ambedu e barbari e bestiali all'ennesimo gratlo, ed é inutile fare pal'a· goni. Certo, molte e notevoli differenze- vi sono in alcuni loro aspetti, ma sono differenze fra. odiosità di di· versa specie, che no1t diminuiscono punto l'orrore e l'mfamia dell'uno e dell'altro. Per esempio, é bensi CATILINA. Il carattere pratico del/' A narchisma, Cosa strana, anche tra comt)agni nostri si eo1le– vnno qualche volta. dei dubbi sul carattere pratico· immediato dell'anarchismo_ EpJ)nre, ])arrebbe che do– po tante esperien;,;e, tutte fallite, della pratica auto-, ritaria <:iascuno dovrebbe c.;rientarsi nel senso liller– tario. Anche se ogni nuova applica;,;ione -del criterio,, anarchico, pe-1 ratto stesso della novita, non pu6 noit. incontrare ctifficolta impreviste, queste potranno cer– to più facilmente CGSer vinte con sistemi di auto-, nomia e di libertà che con altri di accentramento e· di dipendenze. Come ha osservato benissimo il Sorel l'immenso~ sviluppo medesimo della 1no.duzione capitalistica tn anzitutto dovuto alla maggiore indipendenza delle sue i111pres-e.La pratica. autoritaria invece ha. sempl'e· avuto per eftetto di dividere le fol'ze, creare rinegua.~ glianza, l'opposizio11e ù'interessi, lo sfruttamento o· la tirannia. J~ la cosa si spiega facilmente. Se vi hanno da. essere dei padroni, che pratica-– niente si riducono sempre nLl un pugno d'individui, . i concorrenti al padronato saranno sempre pareccllL;_ ed é facile r,revede-re che il gruppo trionfante sarù.: il più violento, ingannatore- e senza scrupoli. Nella. lotta, non contro i _vecchi dominatori ma, tra le stes– se frazioni riYoluziouarie, 1ier diventa.re e rimanere– il Potere, si sciuperanno !orze pre:do:::;e, perdute o~ menomate quindi per l'opera di ricostruzione. Tra quelli che cof;titniranno "il potere, tutto it potere", in virtù degli strumenti monarchici di domi– nazione, come li definiva Lenin (burocrazia, nolizia ed ,ese-rcito), - e co'loro cui verni imposta, alla 1Jols-cevica od alla rascista, unn. sottomissione asso– luta e una disciplina di ferro, non si pu6 certo par– lare di uguaglianze. ,Non vi possono esi:iere due clar,s.:L più opposte, sopratutto in c-a•so di dittatura, cli que11e– dei "governanti'· -da 1111 lato o e.lei "governati" dal- !"altro. Governare non potrà mai significare altro che· sfruttare. Un governo é tanto J)iù parassita. -quanto, iùaggiori sono le sue funzioni. e tra queste le J)iù costose non sono quelle d'aS6istenza, lavori e servi;,;: pubblici, istruzione, ecc. - che, del resto, esse pure– gli servono a scopo di clominio 1 - ma le !'unzioni. crantorità propriamente dette, oppressive e repres-– sive. Più un governo vuol esser forte, più sfrutta a sangue il lavoro dei governati. E quanto maggiore diventa lo sfruttamento, tanto maggiori diventa110, da 1111aparte Ja s-ervitù e dall'altra la tirannia, - e ma•ggiore altresi ccintro il governo l'ostilit.a. dei: sudditi. Un regime che, come quello it_aìiano per esempio,.

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